Carlo Fuortes condannato per la morte di un operaio del Teatro dell'Opera di Roma
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Cronaca

Operaio morto al Teatro dell'Opera, condannato l'ex ad Rai Carlo Fuortes. La difesa: "Sentenza sconcertante"

Condannata anche la titolare della ditta dove prestava servizio l'operaio deceduto alcuni giorni dopo essere caduto

L'ex sovrintendente della Fondazione Teatro dell'Opera di Roma nonché già ad della Rai, Carlo Fuortes, è stato condannato dai giudici della sesta sezione penale del tribunale di Roma, alla pena di 1 anno e 4 mesi, per la morte di Oberdan Varani, l'addetto alle pulizie di 50 anni che, il 31 luglio del 2017, precipitò in un vano del teatro, sbattendo violentemente la testa e morendo in ospedale dopo 9 giorni di coma. 

L'uomo morì dopo la caduta da una scala mentre stava effettuando una pulizia straordinaria della ''fossa'' del palcoscenico. Insieme a Fuortes, sovrintendente all'epoca dei fatti della struttura, è stata condannata anche la titolare della ditta dove lavorava il cinquantenne.

I giudici hanno disposto anche, in favore dei familiari della vittima, una provvisionale di 220mila euro per la violazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. La procura aveva sollecitato una condanna a due anni.

"Una conduzione superficiale"

Fuortes all'epoca dei fatti era sovrintendente del Maggio musicale fiorentino al Teatro dei Roma, stesso ruolo che ora ricopre al San Carlo di Napoli. ''A sette anni dal fatto si è accertato che in quel periodo c'era una conduzione assolutamente superficiale dei lavori di manutenzione - sottolinea l'avvocato Luca Montanari, legale di parte civile dei familiari di Oberdan Varani - C'era una prassi che è stata dimostrata dall'istruttoria dibattimentale. La difesa ha sostenuto che il lavoratore era stato mandato lì per una decisione estemporanea di un preposto, ma erano in realtà lavori preordinati fatti in assoluta violazione delle norme sulla sicurezza e gestione dei rischi presenti sul posto''.

Ricorso in appello

E proprio la difesa ha annunciato ricorso.  ''Faremo ricorso in Appello perché è una sentenza sconcertante. - ha detto l'avvocato Alessandro Gamberini, difensore di Carlo Fuortes - Si è trattato di una morte sul lavoro ma non in dipendenza di un rischio sul lavoro. Un operaio scivolato dal primo gradino della scala che aveva un tasso alcolemico di 1,3. Non so come in questo caso si possa chiamare in causa il sovrintendente del Teatro''.  

La ricostruzione della difesa

''L'unico presente, un operaio dipendente del Teatro chiamato a dargli assistenza nelle pulizie, aveva confermato la circostanza dicendo che la vittima gli aveva detto nell'immediatezza di essere 'scivolato con un piede' e di averlo visto 'cadere a piombo' all'indietro, battendo la testa. Gli accertamenti ospedalieri successivi, condotti mentre era ancora in vita, gli avevano riscontrato - spiega il penalista - un tasso etilico pari a 1,3, dunque al momento dell'incidente era certamente maggiore stante il rapido decadimento, e davano scontata ragione di quella perdita di equilibrio''.

''La condanna appare dunque il frutto di una pura responsabilità oggettiva derivante dal ruolo ricoperto, esito inaccettabile della ricerca tutti i costi di un capro espiatorio di fronte a una morte avvenuta sì sul lavoro, ma senza alcuna relazione causale con i rischi del lavoro svolto. Confidiamo che in sede di appello la sentenza verrà riformata'', conclude il difensore di Fuortes.

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