Amerigo, padre di Maurizio Sarri: «Ero un corridore, mi allenavo con Bartali. Il calcio non lo seguo»- Corriere.it

Amerigo, padre di Maurizio Sarri: �Ero un corridore, mi allenavo con Bartali. Il calcio non lo seguo�

di Giuseppe Guastella

Il pap� dell’allenatore della Lazio: �Da dilettante vinsi una cinquantina di corse e sono stato due volte azzurro. Sono stato un professionista, lasciai perch� la paga non bastava. Correva anche mio figlio: smise perch� i suoi amici giocavano a pallone �

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Per tutti i �Parapei� sono i Sarri in questa terra di ciclisti, di partigiani, di persone serie che sanno non prendersi sul serio. Perch� poi li chiamino cos�, Amerigo Sarri non lo sa esattamente, ma suo figlio Maurizio, l’allenatore della Lazio e prima di Juventus, Chelsea e Napoli , quel soprannome al quale tiene come cosa cara l’ha fatto mettere in onore del nonno Goffredo, che fu partigiano, all’ingresso della stupenda villa incastonata nella collina che d� sul Valdarno, dove la dolce primavera attutisce le inquietudini di questi tempi. Amerigo, 94 anni a novembre, una forma strepitosa che gliene toglie venti, possiede la sobriet� di chi per tutta la vita ha fatto l’operaio e non si monta la testa per la fama del figlio, di cui � fierissimo, n� tanto meno per la ricchezza, evidente dall’opera di architettura in cui vive l’intera famiglia : la moglie Clementina di 88 anni, sposata nel 1957; il 63enne Maurizio, quando pu� tornare, e il figlio di questi, Nicol�, 36. Quando parla di ciclismo, gli occhi balenano al riaccendersi dei ricordi di una carriera da professionista lasciata all’inizio perch� non gli dava da vivere.

Quando � nata questa passione?

�Nel 1940. Ero con il mi’ babbo e vidi passare Coppi al Giro d’Italia. “C’� uno della Legnano che sta da solo, dicevano”. “Sar� il Bartali”, dissi io. Invece era il Coppi�.

E cominci� con la bici?

�No, avevo imparato a sei anni e non ho mai smesso. Probabilmente sono nato con la bicicletta nel cervello�.

Quali erano i suoi idoli?

�Bartali, Coppi...�.

Li ha conosciuti?

�Ci ho corso insieme, con il Bartali eravamo amici�.

Quando inizi� a correre?

�Nel ’46 come allievo, subito dopo la guerra, non c’erano n� strade n� ponti. Poi dilettante. Eravamo tanti, in ogni paese c’era una squadra�.

Com’era il ciclismo allora?

�Pi� bello di quello d’oggi. Pi� genuino. Sar� perch� son vecchio, quel ciclismo m’� rimasto nel cuore�.

Si guadagnava correndo?

�No. Nei dilettanti ho vinto pi� di cinquanta corse e due selezioni per i mondiali. Un dilettante che oggi vince cos� piglia un sacco di soldi�.

Quali gare ricorda?

�Tra le tante, una a Gaiole in Chianti, una barzelletta. Si rimase sull’ultima salita io e il Falsini (Valeriano, scomparso un anno fa, ndr) si imbocc� la discesa e alla prima curva mi salt� il filo di un freno, alla seconda anche l’altro. Falsini vide che ero senza freni, ma io gli dissi: “Ti batto lo stesso in volata”. A Gaiole vinsi io. Da professionista feci tre corse in Belgio, le Valli Varesine e chiusi con il Lombardia nel 1953�.

Perch� smise?

�I soldi non bastavano per campare e non mi piaceva l’ambiente�.

Mi dica di Bartali.

�Io ero coppiano, ma Bartali era una persona eccezionale. Quando passava in allenamento da Figline (Valdarno, paese di Amerigo Sarri, ndr.) si fermava con noi dilettanti e si andava assieme in bicicletta. La nostra amicizia � durata finch� � morto. Una persona di seriet� e correttezza enormi. Come atleta aveva tutto�.

Le ha mai parlato di quando faceva la staffetta per la Resistenza?

�Non era uno che ne parlava volentieri. Era riservato, non gli interessava nulla di mettersi in mostra. Ma si sapeva quello che aveva fatto�.

Basta con le gare, lavoro.

�Operaio: 10 ore al giorno e 5 nei festivi. Ho montato gru per un’impresa che mi mand� a Lovere, sul Lago d’Iseo, e poi a Napoli�.

Dove nacque suo figlio.

�Quando inizi� a parlare, parlava bergamasco (ride). Sentiva tutti che chiamano i padri “pap�” e lo faceva anche lui. “Nun so’ pap�, sono babbo”, gli dicevo, perch� in Toscana si usa cos�. Cominci� a chiamarmi “ba-p�”�.

A lui non piaceva la bici?

�Come no. Ha vinto anche delle corse da esordiente. Veniva in bicicletta con me. Una volta, mentre era svincolato, gli chiesero che partita gli sarebbe piaciuto vedere, rispose: “Se c’� una tappa del Giro d’Italia o del Giro di Francia, guardo quella�.

Che ciclista era?

�Forte in pianura, velocissimo, predisposto per le salite brevi. Smise da esordiente a 13 anni perch� gli amici giocavano a calcio e and� anche lui. C’era la fila dei direttori sportivi che non volevano che smettesse. Arriv� dilettante�.

Andava bene nel calcio?

�Insomma (sorride). Come ciclista poteva fare strada, come calciatore... Aveva un po’ i piedi per conto loro. Era un difensore, uno spogliatore�.

Cosa?

�Uno che con le buone o le cattive non ti faceva passare�.

E come allenatore?

�L’allenatore l’aveva nella testa da piccolo. Metteva in corridoio le figurine dei calciatori e gli faceva fare i passaggi�.

Era tifoso?

�Da bambino era per il Napoli. Una volta si and� a vedere Fiorentina-Napoli con la 500 targata Firenze. Sull’autostrada i napoletani ci salutavano. All’arrivo mi accorsi che aveva messo dietro un telone “Forza Napoli!”. Si and� in curva con i napoletani, ma la Fiorentina vinse 2-0�.

Ha lavorato in banca.

�� sempre stato bravissimo. Ha cominciato nella sede centrale della Banca Toscana, poi in Inghilterra, in Lussemburgo, in Olanda�.

Ne � orgoglioso.

�S�. Come figliolo�.

Parlate mai di calcio?

�Io il calcio non lo guardo�.

Non segue suo figlio?

�No. Se c’� da dare un po’ di tifo lo faccio per la Fiorentina. E faccio il tifo per mio figlio�.

Lui va ancora in bici?

�Ha una mountain bike qui, di quelle a pedalata assistita. Ci va nei boschi�.

Che gliene pare del ciclismo di oggi?

�Son forti tutti, troppo, non � possibile. Non so se per le biciclette o per la preparazione. Quello che non mi torna � tutta questa gente che gira nel ciclismo. Troppi direttori e preparatori atletici�.

Lei poi riprese a correre?

�Come cicloamatore, ho vinto un campionato italiano. Fino alla pandemia�.

Risalir� in sella?

�Meglio di no, per l’et�, ma se ci risalgo ci rivo’�.

20 aprile 2022 (modifica il 20 aprile 2022 | 10:44)