L’Ambizione che uccide: la tragica fine di Massimiliano d’Asburgo – Vanilla Magazine

L’Ambizione che uccide: la tragica fine di Massimiliano d’Asburgo

Povero Francesco Giuseppe, aveva ragione a dire che nella vita nulla gli era stato risparmiato. Aveva perso una figlia piccola, Sofia, nel 1855, il fratello, Massimiliano, fucilato nel 1867, il figlio Rodolfo suicida nel 1889, la moglie Elisabetta uccisa nel 1898, il nipote erede al trono Francesco Ferdinando nel 1914.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Massimiliano d’Asburgo-Lorena in tenera età ritratto da Joseph Karl Stieler nel 1838

Una di queste morti però poteva essere evitata, quella di Massimiliano, che pagò con la vita l’ambizione e il complesso del figlio cadetto. Un uomo così colto avrebbe potuto fare una vita stupenda, coltivare le sue tante passioni, svolgere incarichi di rappresentanza per l’Impero, ma non volle piegarsi a un’esistenza di secondo piano, all’ombra del fratello.

Questo desiderio di unicità fu pagato caro, sia da lui sia dalla moglie, altrettanto ambiziosa

La principessa Charlotte del Belgio, imperatrice del Messico (1840-1927)

Massimiliano era nato nel 1832. Era molto intelligente e istruito, interessato alle arti, alla botanica e alle scienze. Era anche di aspetto gradevole e aveva molte cose in comune con la cognata Sissi, con la quale andava molto d’accordo.

L’affiatamento era forte anche con la moglie Carlotta del Belgio, molto apprezzata dalla suocera Sofia che la vedeva come l’immagine di una buona imperatrice, ed era però era in pessimi rapporti con la cognata, forse per gelosia.

Massimiliano imperatore del Messico

Era militare di carriera ma, come il nipote Rodolfo, era un progressista, un liberale, e quando fu nominato Viceré del Lombardo Veneto tentò di ammorbidire il dominio austriaco, scontrandosi con il fratello imperatore e uscendone sempre sconfitto.

Massimiliano fotografato nel 1858

Forse se gli avessero dato più fiducia le cose sarebbero andate diversamente, invece l’Austria perse la Lombardia e si formò la futura Italia.

Massimiliano, dopo il congedo, si ritirò nel Castello di Miramare, che aveva fatto costruire. Amava molto Trieste, ne aveva fatto ammodernare il porto e, appassionato di marina, aveva in pratica costituito una seria flotta militare austriaca.

Il castello di Miramare, ove soggiornaro Massimiliano e Carlotta del Belgio. Fotografia di Pier Luigi Mora condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:

Non vedeva però alcuno sbocco per la sua carriera, sovrastato dal fratello, e la sua ambizione di potere probabilmente ne soffriva.

Per lui non c’erano possibilità di governo in Europa

Nel 1859 venne contattato dalla nobiltà messicana per diventare Imperatore del Messico. Sulle prime rifiutò, ma quando ad opera dei francesi venne destituito il presidente Benito Juarez e proclamato l’Impero, Napoleone III tornò ad offrirgli la corona imperiale, che Massimiliano infine accettò.

L’austriaco non sapeva nulla del Messico, della gente, dell’indole centro americana. Viene quasi da pensare che l’offerta fosse stata fatta a lui proprio per giocare sulla sua ambizione, sulla sua voglia di essere qualcuno tanto da non pensare alle conseguenze che erano facilmente immaginabili.

Massimiliano d’Asburgo ritratto da Franz Xaver Winterhalter

Massimiliano non si consultò col fratello se non a cose fatte, e Francesco Giuseppe gli impose la rinuncia alla successione e a tutti i titoli imperiali.

Il nuovo monarca arrivò in Messico nel 1864, ignorando quello che lo aspettava. Sembra che a bordo della nave che lo portava in Messico scrivesse le regole della futura corte. Lui era un Asburgo, vissuto in Europa, aveva in mente l’etichetta imperiale, un’etichetta che era mal conciliabile con la realtà messicana.

Non si rendeva conto che il popolo Messicano non voleva essere governato da uno straniero, tanto meno voleva un imperatore, e che neppure gli Stati Uniti gradivano ingerenze europee in un territorio confinante.

Ritratto di Massimiliano I, imperatore del Messico, dipinto di Albert Graefle, 1864

Massimiliano I del Messico tentò di adottare molte idee liberali per compiacere Benito Juarez, inimicandosi la nobiltà e non riuscendo a fare un solo passo avanti con lo stesso ex-presidente, il quale rifiutò di riconoscere l’autorità imperiale.

L’Imperatore consentì a fare una riforma terriera, a promuovere la libertà di religione e a dare l’estensione del diritto di voto alle classi contadine

A Juarez venne concessa l’amnistia ma questi rifiutò, e Massimiliano, abituato alla spiccia giustizia imperiale europea, diede l’ordine di fucilare tutti i suoi sostenitori incarcerati, segnando in questo modo il suo futuro e la sua condanna a morte.

Alla fine della guerra di secessione statunitense l’Imperatore tentò di arruolare i generali per costituire un proprio esercito contro Juarez (tentò anche il “gran colpo” con George Custer) ignorando che gli americani stavano vendendo armi in Messico che finivano tutte nelle mani dei repubblicani.

Ritratto di Carlotta in costume della Brianza

Napoleone III, in un contesto di evidente malcontento popolare e di scontento anche della classe dirigente messicana, decise di ritirare le truppe francesi a supporto del Regno. Carlotta partì per l’Europa alla ricerca di aiuti e alleanze, recandosi anche dal Papa, ma il suo appello rimase senza risposta. Preoccupata per il marito e per la situazione, che sembrava in grado di precipitare da un momento all’altro, cadde in una profonda confusione mentale che la obbligò a fermarsi nel vecchio continente. Venne ricondotta in Belgio, dove visse al Castello di Bouchout a Meise sino alla morte (avvenuta il 19 gennaio 1927).

Massimiliano, del quale ormai in tantissimi attendevano soltanto l’abdicazione, si ritirò nel febbraio 1867 a Santiago de Querétaro, dove rimase assediato fino al Maggio dello stesso anno quando tentò una fuga fra le linee nemiche.

Catturato dalle truppe rivoluzionarie, fu processato da una corte marziale e condannato alla fucilazione. Dall’Europa furono in moltissimi a scrivere in Messico affinché fosse risparmiata la vita dell’Asburgo emigrato, ma invano. Garibaldi, Victor Hugo e tantissimi altri non furono in grado di dissuadere l’inamovibile Juárez, il quale decise di mantenere la sentenza inalterata per lanciare il monito che il Messico non avrebbe più accettato ingerenze straniere.

Rara foto dell’esecuzione di Massimiliano

Il 19 Giugno 1867 Massimiliano I del Messico venne fucilato insieme ad alcuni suoi generali. Il suo corpo fu imbalsamato e rispedito a Vienna, dove giunse l’anno dopo e dove fu infine tumulato nella Cripta dei Cappuccini.

L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano di Édouard Manet


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