Marta di Svezia

Marta è stata principessa di Svezia e principessa di Norvegia in quanto moglie del re Olav V; l’attuale re di Norvegia, Harald V, è suo figlio.

Nata principessa

Marta nacque il 28 marzo 1901 al palazzo reale di Stoccolma, secondogenita del principe Carlo di Svezia, duca di Västergötland, e della principessa Ingeborg di Danimarca. Carlo era il fratello minore del re di Svezia Gustavo V, mentre Ingeborg era la sorella sia del re Cristiano X di Danimarca che del re Haakon VII di Norvegia: una famiglia di stirpe reale nel vero senso della parola. La sua sorella maggiore, Margaretha, sarebbe diventata principessa di Danimarca per matrimonio, mentre la sua sorella minore, Astrid, sarebbe salita sul trono del Belgio; il suo fratello minore, Carl Bernadotte, avrebbe invece ereditato il titolo del padre.

Come ogni membro della famiglia reale, Marta crebbe ricevendo un’istruzione privata, approfondendo anche la pedagogia e nozioni di primo soccorso. Anche se non veniva considerata la più bella delle sorelle (quel titolo spettava ad Astrid), era descritta come la più forte e dotata di autostima.

Principessa di Norvegia

Fu in occasione delle Olimpiadi estive di Amsterdam nel 1928 che fu annunciato il fidanzamento tra Marta e suo cugino Olav, figlio del re di Norvegia. L’annuncio venne accolto con favore come simbolo di pace tra le due nazioni dopo le tensioni seguite allo scioglimento dell’unione tra Norvegia e Svezia. Non si trattava, però, solo di un accordo politico: tra i due giovani c’era anche un vero sentimento di affetto, cosa che convinse i genitori ad acconsentire, nonostante inizialmente come sposa di Olav fosse stata scelta Astrid, perché più giovane di due anni. 

Marta e Olav si sposarono nella cattedrale di Oslo il 21 marzo 1929, celebrando il primo matrimonio reale in Norvegia dopo più di tre secoli. Il matrimonio si rivelò solido e felice, proprio grazie all’amore che i due coniugi nutrivano l’uno per l’altro; ben presto nacquero due figlie, Ragnhild e Astrid, e infine l’erede maschio, Harald. La coppia reale risiedeva presso la residenza estiva di Skaugum; Marta divenne ben presto un membro molto amato della famiglia reale, ligia ai suoi doveri di principessa, e anche attiva nel prendere parte a iniziative e discorsi in pubblico, cosa ancora inusuale per una donna a quei tempi. 

La guerra

Nonostante il matrimonio felice, la sfortuna colpì la principessa Marta con una prima tragedia nel 1935: la morte dell’amata sorella Astrid, regina del Belgio. Fu un duro colpo per Marta, dal quale probabilmente non si riprese mai; lei e la sorella maggiore, Margaretha, si impegnarono a restare vicine ai nipoti in Belgio. Poco dopo, nel 1938, morì la regina madre, la regina Maud, suocera di Marta e, nel 1939, scoppiò la Seconda Guerra Mondiale: Marta si mobilitò sin da subito a organizzare la resistenza della Norvegia, incoraggiando attivamente le donne norvegesi a dare il loro contributo. Quando i tedeschi invasero la Norvegia, fu deciso che la principessa Martha e i suoi figli fuggissero in Svezia, suo paese natale, mentre il principe e il re sarebbero rimasti in patria. 

Marta fuggì oltre il confine, raggiungendo infine Stoccolma, ma la sua presenza lì metteva a repentaglio la neutralità della Svezia. Fu allora invitata dal presidente degli Stati Uniti Roosevelt a rifugiarsi negli Stati Uniti: cosa che la principessa accettò, nonostante il parere contrario dello zio re di Svezia. Marta e i figli riuscirono a raggiungere gli Stati Uniti partendo da un porto finlandese; Olav e il padre re di Norvegia, invece, trovarono rifugio in Inghilterra, dove continuarono a governare in esilio.

Marta e Olav rimasero quindi separati per gran parte della guerra, ma la presenza di Marta negli Stati Uniti contribuì a rafforzare i rapporti tra Roosevelt e la Norvegia. Il presidente degli Stati Uniti, infatti, portò con sé la principessa fino a Terranova per un incontro con il primo ministro Churchill, e le fece dono di un cacciasommergibile per le Forze Armate esiliate norvegesi. Durante il suo soggiorno negli Stati Uniti, Marta si impegnò moltissimo a favore degli interessi norvegesi, lavorando attivamente anche per la Croce Rossa americana, cosa che impressionò molto Roosevelt, cambiando probabilmente il suo approccio ai rapporti con la Norvegia. Nel 1942, Marta si recò a Londra in occasione del compleanno del re di Norvegia, e ricevette l’ordine di Saint Olav per il suo impegno instancabile a sostegno della Norvegia.

Madre della Nazione

Al termine della guerra, Marta rientrò in patria e fu accolta come un’eroina, la “madre della Nazione”, amata incondizionatamente dal proprio popolo. La principessa ricambiò la fiducia impegnandosi senza sosta per far rinascere la Norvegia dalle proprie ceneri e assicurare il benessere dei propri sudditi. La sua salute, però, divenne sempre più debole. Anche quella di re Haakon cominciò a vacillare, motivo per cui il principe e la principessa dovettero far fronte a un sempre maggiore numero di impegni ufficiali. Marta non si tirò indietro, e dal 1946 al 1950 fu lei a parlare per conto della famiglia reale in occasione del discorso di Capodanno. 

 

Nel 1954, tre anni prima che Olav salisse al trono, Marta morì di cancro nell’ospedale di Oslo. La sua morte fu un duro colpo non solo per la Norvegia, ma anche per gli Stati Uniti e la Svezia. In suo onore, vennero erette tre statue identiche, una all’esterno dell’ambasciata norvegese a Washington, una nel cortile del palazzo reale di Oslo, e una a Stoccolma. La Corona norvegese istituì inoltre un fondo di beneficenza a suo nome.

A cura di Chiara.