Uova imperiali. I doni dello zar Nicola II alla madre Marija Fëdorovna - Le fotografie che hanno fatto la storia
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Uova imperiali. I doni dello zar Nicola II alla madre Marija Fëdorovna

Fra il 1885 e il 1917 furono realizzate ben 52 uova Fabergé come doni pasquali. Una raccolta di tutte le meravigliose uova donate prima da Alessandro III e poi da Nicola II alle donne della loro vita: la zarina Maria Fëdorovna e la zarina Alessandra.

L’uovo orologio blu con serpente fu il primo uovo pasquale donato all’imperatrice Maria Fëdorovna dal figlio Nicola nel 1895 per continuare la tradizione avviata dal padre, prematuramente scomparso l’anno precedente.
Il gioiello ha funzione di orologio (il primo in assoluto) ed è realizzato a forma di anfora, smaltato in blu traslucido.
Le due anse sono decorate con foglie d’acanto e diamanti.
Il quadrante anulare mobile è una fascia orizzontale smaltata di bianco con bordi d’oro incastonati di diamanti e i numeri romani, pure incastonati di diamanti; un serpente tempestato di diamanti avvolge con le sue spire il piede dell’anfora e punta in alto la testa, la sua lingua a forma di freccia indica l’ora.
L’uovo poggia su un alto piedistallo a tre lati, smaltati di bianco opalescente e decorati con rilievi in quattro colori che rappresentano le arti e le scienze.

Donato da Nicola II alla madre per la Pasqua del 1896, l’uovo dei dodici monogrammi è d’oro rosso, smaltato di blu. File di diamanti lo dividono in dodici pannelli, ognuno dei quali reca un monogramma coronato disegnato con diamanti: nella parte superiore quello dell’imperatrice vedova Maria “MF” mentre quello dell’imperatore Alessandro “AIII” compare nei sei pannelli inferiori.
Un sottile disegno foliato in oro rosso, che ad occhio nudo sembra dipinto sulla superficie, in realtà è stato ottenuto con la tecnica dello champlevé, scavando lo spazio per lo smalto nell’oro del guscio.
Due diamanti tagliati come lastre sottili, circondati da diamanti più piccoli, sono posti alle estremità superiore ed inferiore.
La sorpresa è purtroppo andata perduta.

Il quarto uovo (il terzo è andato purtroppo disperso) donato da Nicola II alla madre è l’uovo del pellicano.
Il gioiello è uno dei pochi non smaltati sulla maggior parte della superficie e si compone da un uovo in oro rosso inciso e da un pellicano che sta nutrendo i suoi piccoli nel nido, simbolo dell’amore materno, colorato in smalto opalescente grigio, blu e rosa e tempestato di diamanti.
La sorpresa è che l’uovo stesso, tolto dal suo supporto, si dispiega rivelando otto miniature dipinte ad acquerello su ovali di avorio bordati di perle, che ritraggono i palazzi sede di altrettante istituzioni patrocinate dell’imperatrice vedova Marija.

Se nella Pasqua del 1899 la zarina Alessandra ricevette l’uovo dei gigli, la zarina madre ricevette invece l’uovo delle viole.
Si tratta di un uovo scolpito in nefrite ed è sostenuto, con la punta verso il basso, da un supporto d’argento dorato che ha la forma di un fascio di foglie dalle quali spuntano cinque fiori e cinque gemme di viola del pensiero, con i petali smaltati in varie sfumature di viola.
La sorpresa è una placca a forma di cuore, smaltata di bianco opalescente su uno sfondo di raggi di sole, decorata con diamanti e sormontata dalla corona dei Romanov anch’essa tempestata di diamanti. La placca poggia su un cavalletto d’oro impreziosito da motivi floreali e decorato con oro, pietre preziose e perle. La placca ha undici cornici ovali, nascoste da coperchi d’oro smaltati di rosso fragola, ciascuno con il monogramma di uno dei principali membri della famiglia imperiale; tutti collegati da un grande “M” realizzata in diamanti. Premendo un pulsante i coperchi si aprono simultaneamente rivelando i ritratti in miniatura dei membri della famiglia imperiale.

Nella Pasqua del 1900, lo zar Nicola II donò alla madre, l’imperatrice vedova Marija, l’uovo con galletto.
Si tratta di un orologio a cucù incastonato nel guscio d’oro smaltato di viola.
Il quadrante è avvolto da un cerchio di perle e contornato nella parte superiore da un arco di rami d’alloro baccati su una griglia decorata con diamanti e perle e nella parte inferiore da una frangia traforata e decorata con diamanti, alla quale sono appese nappe e festoni di frutta.
La sopresa consiste in un nuovo automa di Fabergé: sulla parte posteriore del guscio è posto un pulsante che, quando viene premuto, apre una griglia circolare d’oro traforato sopra l’uovo, dal quale emerge una piattaforma d’oro con sopra un galletto con vere piume, zampe d’oro e occhi di rubini.
Questo originale cucù canta muovendo le ali ed il becco; alla fine del canto, ridiscende dentro l’uovo e la griglia si chiude.

L’uovo Fabergé dell’imperatrice Marija del 1901 è lo splendido uovo del palazzo di Gatčina.
L’uovo d’oro è ricoperto di smalto bianco translucido e dipinto con un delicato disegno di rose rosa e ghirlande di foglie verdi e oro legate con fiocchi di nastri rossi in una varietà di festoni.
File di perline dividono l’uovo in dodici pannelli.
La sorpresa è una raffinata riproduzione in miniatura del palazzo di Gatčina, la residenza invernale della zarina.
La miniatura in quattro ori differenti, riproduce nei dettagli anche l’area attorno al palazzo, sono presenti cannoni, una bandiera, una statua di Paolo I, ed elementi del paesaggio.

L’uovo di nefrite donato all’imperatrice Marija nel 1902 può essere considerato il più esotico della serie.
Si tratta di “un uovo in una cornice d’oro su due colonne di nefrite, all’interno ritratti condotto. Kn. Olga Aleksandrovna e il Principe P. A. Oldenburg”.
Attualmente è di proprietà di un privato e le informazioni a riguardo sono piuttosto ridotte.

Per la Pasqua del 1903, Nicola II donò alla madre l’uovo reale danese, andato purtroppo disperso.
Dalle descrizioni dell’epoca sappiamo alcuni dettagli della sorpresa e del suo aspetto: «Miniature incorniciate del defunto re di Danimarca e della sua regina costituiscono la sorpresa nell’uovo imperiale. La superficie esterna è in smalto azzurro e bianco con ornamenti in oro e pietre preziose. Sulla parte superiore vi è lo stemma araldico della Famiglia reale danese ed è sostenuto da leoni araldici danesi.»

Dopo due anni di restrizioni dovute alla guerra russo-giapponese, nel 1906 Fabergé tornò al lavoro creando per la zarina Marija l’uovo con cigno.
Si tratta di un gioiello in oro smaltato in color malva con all’esterno una trama d’oro di nastri e fiocchi decorati con diamanti tagliati a rosa.
La sorpresa è una miniatura in oro e argento di un cigno su un “lago” di acquamarina. Avvolgendo l’ingranaggio sotto una delle ali, si fanno muovere il collo e le ali del cigno.

Nella Pasqua del 1907, la zarina Marija ricevette dal figlio Nicola l’uovo dei trofei d’amore.
Il gioiello è sicuramente uno dei più vistosi della serie e si compone di un uovo appoggiato orizzontalmente in una culla, formata da una fascia d’oro sbalzata con corone d’alloro, sostenuta da quattro colonne a forma di faretre smaltate d’azzurro e piene di frecce di Cupido incastonate di diamanti.
Ad ogni colonna e tra una colonna e l’altra, sono appesi pesanti festoni di rose e foglie smaltate, incastonate con diamanti e perle.
L’uovo è d’oro, smaltato in azzurro e decorato da ovali bianchi circondati da foglie e fiori.
L’uovo è sormontato da un cestino d’oro traforato, decorato con festoni di perle, pieno di rose smaltate tra fogliame incastonato di diamanti.
Il tutto è sorretto da una base ovale scolpita in onice bianco, intarsiata con rettangoli di smalto azzurro decorati in oro verde e rosso.
La sorpresa è purtroppo andata perduta.

L’uovo con pavone creato per la Pasqua del 1908 è da considerarsi un vero e proprio capolavoro di gioielleria e ingegneria.
Si tratta di un uovo di cristallo inserito in una montatura d’argento dorato, cesellata in volute rococò che permette a questo prezioso scrigno di chiudersi con un fermaglio sulla parte superiore. Tutto poggia su un supporto d’argento dorato formato da volute cesellate in stile rococò.
La sorpresa, visibile attraverso il cristallo, è un incredibile automa a forma di pavone, in oro e smalto, appollaiato su di un albero d’oro cesellato con fiori di smalto e pietre preziose.
Il pavone può essere tolto dall’albero e se caricato e posto su una superficie piana, cammina impettito, muove la testa e, a intervalli, apre e chiude la coda smaltata multicolore.

Pagato 14.700 rubli dell’epoca e donato alla zarina Marija, l’uovo di Alessandro III a cavallo è formato da un guscio di cristallo di rocca finemente intarsiato e ricoperto nella parte superiore, da una preziosissima retina in platino, cosparsa di diamanti.
L’uovo è sormontato da un grande diamante, inciso con l’anno “1910” e incorniciato da una fila di piccoli diamanti taglio rosetta e da foglie d’acanto in platino.
Ai lati, due aquile bicipiti in platino con corone di diamanti taglio rosetta.
L’uovo è sostenuto da quattro cherubini fusi in platino, fissati con una voluta alla base di cristallo quadrilobata.
L’uovo, che oggi è preziosissimo, aveva all’epoca un valore inferiore rispetto ad un uovo d’oro poiché il platino veniva considerato un metallo meno nobile.
La sorpresa, visibile attraverso il cristallo, è una riproduzione in oro verde di un monumento allo zar Alessandro III, posta su una base rettangolare di lapislazzuli bordata da due file di diamanti.

Donato all’imperatrice Marija per la Pasqua del 1911, l’uovo dell’alloro, come suggerisce il nome, ricrea la chioma di un albero grazie ad una profusione di foglie finemente venate scolpite in nefrite su una intricata struttura di rami.
I frutti sono diamanti champagne, ametiste, rubini pallidi e citrini mentre i fiori sono di smalto bianco con pistilli di diamanti.
Il tronco cesellato imita la corteccia ed è posto all’interno di un vaso di quarzo bianco decorato con perle, rubini e oro.
Il tutto poggia su una base quadrata di nefrite con quattro colonne rifinite in oro e collegate da catene d’oro formate da fiori di perle e foglie di smalto traslucido verde.
La sorpresa è celata dalla chioma dell’albero: tra le foglie di alloro sono nascosti il buco di una serratura ed una piccola leva camuffata come un frutto, che apre una sezione circolare sulla sommità dell’albero.
Da questa emerge un uccellino coperto di vere piume che batte le ali, gira la testa, apre il becco e, grazie ad un piccolo mantice all’interno, canta mentre l’intero albero ruota sul suo tronco.

L’uovo napoleonico, donato da Nicola II alla madre nel 1912, celebra il centenario della battagli di Borodino del 1812.
L’uovo è ricoperto di smalto verde e impreziosito da decorazioni dorate in stile neoclassico. Un motivo di rami d’alloro su fasce di smalto rosso, contornate da file di diamanti a taglio rosetta, divide il guscio in sei pannelli.
La sorpresa consiste in un sei pannelli dipinti con miniature dipinte su avorio.
Ogni miniatura ha una cornice ottagonale d’oro decorata con diamanti e smalto traslucido verde smeraldo; il retro dei pannelli è smaltato di bianco e reca al centro, in diamanti, il monogramma in caratteri cirillici dell’Imperatrice vedova sormontato dalla corona imperiale.

L’uovo dell’inverno è il dono pasquale di Nicola II alla madre nella primavera del 1913.
Fu la nipote del supervisore del progetto a disegnare l’uovo, ispirata dai cristalli di ghiaccio visibili dalla finestra.
Il sottile guscio trasparente dell’uovo dell’inverno è fatto di cristallo di rocca finemente cesellato all’interno per simulare cristalli di ghiaccio, simili motivi in platino, coperti con 1.308 diamanti taglio rosetta, sono applicati in scanalature incise sull’esterno. L’uovo si apre verticalmente in due metà incernierate, con i bordi di platino scalettati attorno alla cerniera e decorati con 360 brillanti.
L’uovo è sostenuto da un base di cristallo di rocca scolpita come un blocco di ghiaccio in fusione, sulla quale sono applicati rivoletti di diamanti montati su platino.
La sorpresa è un cestino a due manici di platino, sospeso ad un gancio pure di platino, tempestato con 1.378 diamanti taglio rosetta e pieno di anemoni dei boschi che emergono da un letto di muschio d’oro. Ogni è fiore è realisticamente scolpito in un unico pezzo di quarzo bianco con il centro formato da un granato demantoide, gambo e stami di filo d’oro e le foglie delicatamente scolpite nella nefrite.

Nel 1914, Nicola II donò alla madre l’uovo di Caterina la Grande.
Si tratta di un uovo in oro con vari pannelli smaltati in rosa con dipinti che simulano un cammeo.
Ogni pannello è circondato da perline e festoni di diamanti e oro.
La sorpresa è andata perduta, ma ne abbiamo una descrizione dell’epoca: «Il signor Fabergé in persona mi ha portato questo splendido uovo. All’interno c’è una portantina trasportata da due mori con dentro Caterina la Grande e lei ha una coroncina in testa. Dai la carica ed i mori camminano. Te lo immagini? È un’opera incredibilmente bella ed un lavoro superbo.»

L’uovo della croce rossa con ritratti è il gemello ideale dell’uovo della croce rossa regalato alla zarina Alessandra nel 1915.
In piena prima guerra mondiale infatti, la zarina e le due figlie maggiori si erano arruolate come infermiere volontarie, mentre i palazzi imperiali venivano adibiti ad ospedali provvisori. Marija Fëdorovna invece era la presidentessa del ramo russo della Croce Rossa Internazionale.
L’uovo con ritratti venne donato all’imperatrice Marija e si compone in un uovo in argento smaltato di bianco opalescente diviso in fasce bordate d’oro.
Due croci in smalto rosso trasparente, sulle facce opposte dell’uovo, recano una la data “1914” e l’altra “1915”. Tra le croci vi è un’iscrizione in caratteri stilizzati di smalto color oro che recita: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.”
La sorpresa è un pannello pieghevole con cinque miniature firmate che raffigurano la granduchessa Ol’ga Aleksandrovna Romanova, sorella di Nicola II, la granduchessa Ol’ga Nikolaevna Romanova, sua figlia maggiore, la zarina Aleksandra Fëdorovna, la granduchessa Tat’jana Nikolaevna Romanova, seconda figlia dello zar e la granduchessa Maria Pavlovna, cugina prima dello zar, tutte vestite con l’uniforme di infermiere della Croce Rossa.

L’uovo dell’Ordine di San Giorgio del 1916 fu l’ultimo uovo che l’imperatrice vedova ricevette prima degli eventi della rivoluzione russa.
L’uovo d’argento è smaltato di bianco perlaceo e decorato con un pergolato di foglie verdi e piccole croci di San Giorgio.
Un nastro dell’Ordine Imperiale di San Giorgio, in smalto arancio traslucido e nero, è drappeggiato attorno all’uovo e forma dei fiocchi. Sotto due dei fiocchi, contornate dal nastro, sono poste due medaglie che, per mezzo di piccoli pulsanti, si aprono sollevandosi.
Su una di queste è raffigurata la croce dell’Ordine di San Giorgio in smalto bianco e rosso; aprendola rivela un ritratto in miniatura dello Zar Nicola II.
Sull’altro lato dell’uovo una medaglia di San Giorgio d’argento reca il profilo di Nicola II, che si apre per rivelare un ritratto in miniatura dello Zarevic Aleksej.

L’uovo di betulla della Carelia fu l’ultimo uovo imperiale Fabergé.
Creato nel 1917, sarebbe dovuto arrivare all’imperatrice Marija che però no lo ricevette mai.
Dopo l’abdicazione del 15 marzo, il 25 aprile Fabergé inviò la fattura a Nicola II non rivolgendosi più a lui come allo zar, ma bensì come ” Sig. Romanov, Nikolai Aleksandrovich”.
L’uovo è fatto di pannelli di betulla della Carelia fissati in una cornice d’oro. Si tratta di un design molto diverso dalle uova precedenti, che erano molto più ornate e preziose. Tale cambiamento fu dovuto alle misure di austerità adottate a seguito della prima guerra mondiale, sia dalla famiglia imperiale russa che dalla Maison Fabergé.
La sua sorpresa era un elefante meccanico in miniatura, coperto di piccoli diamanti tagliati a rosa, con una piccola chiave tempestata di pietre preziose.

 

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