Maria Santissima Madre di Dio. Omelia dell’Arcivescovo – Chiesa di Cagliari
Omelie

Maria Santissima Madre di Dio. Omelia dell’Arcivescovo

Cattedrale di Cagliari, 1 gennaio 2021

Maria Santissima Madre di Dio

 

È la Vergine Madre, carissimi, che apre la porta del nuovo anno, che ci siamo augurati buono, sereno o anche solo migliore del precedente.

Oggi la Chiesa celebra la 54a Giornata mondiale della pace dal tema: La cultura della cura come percorso di pace. Gli avvenimenti vissuti nel 2020, soprattutto il diffondersi della pandemia, ma anche le tragedie connesse alle migrazioni, alle guerre e ai conflitti nel frattempo continuati o iniziati, «ci insegnano – scrive il Papa nel suo Messaggio – l’importanza di prenderci cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza». L’affermarsi della pace dipende infatti dalla capacità della «cultura della cura» di «debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente».

È Gesù l’apice della rivelazione dell’amore del Padre che si prende cura dell’uomo bisognoso. Gesù si prende cura degli uomini che incontra, si pone, come buon samaritano, a servizio dell’uomo in stato di difficoltà, operando per la sua salute e il suo benessere, opponendosi alla malattia e allo star male. Prendersi cura è una premura, un prendersi a cuore chi sta male, facendosi carico della sua situazione e operando per la sua salute/salvezza con attenzione e rispetto, nella condivisione e compassione.

Gesù stesso continua a dire a ciascuno di noi: «Va’ e anche tu fa’ così» (Lc 10,37). Fin dalla sua prima epoca, la Chiesa ha praticato le opere di misericordia come espressione dell’amore alla vita di ogni persona nella sua integrità, unicità e irripetibilità. La carità cristiana ha per questo eretto numerose istituzioni a sollievo dell’umanità sofferente: ospedali, ricoveri per i poveri, orfanotrofi e brefotrofi, ospizi, ecc. Anche in questi tempi di pandemia la comunità cristiana ha saputo dare ospitalità all’uomo bisognoso con le sue mense, i presidi sanitari, la distribuzione di abiti e viveri, i centri di ascolto.

Prendersi cura degli uomini significa farsi carico delle ferite del corpo dell’uomo e dell’inesauribile domanda di senso che alberga nel loro cuore. Il contrario della cura è l’incuria che si lega sempre all’indifferenza e all’egoismo. Indifferente è colui che guarda da un’altra parte; egoista è chi guarda soltanto al proprio interesse. Diventiamo incuranti, indifferenti ed egoisti quando restiamo sordi alle domande della realtà, specie della sua parte più fragile, che mette in crisi la nostra logica di dominio. E invece Gesù si prendeva cura perché ascoltava chi si rivolgeva a lui. Si tratta di saper guardare la realtà e le sue domande, provando a rispondere in modo adeguato e creativo ai suoi appelli. La cultura della cura, – scrive il Papa – è una via privilegiata per la costruzione della pace perché è impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti.

«Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4,4-5). La verginità feconda di Maria ha donato alla storia degli uomini e all’intera creazione il luogo della vera pace: «Cristo è… tutto in tutti, – scrive S. Massimo il Confessore –  egli che tutto racchiude in sé secondo la potenza unica, infinita e sapientissima, della sua bontà – come un centro in cui convergono le linee – affinché le creature del Dio unico non restino estranee e nemiche le une con le altre ma abbiano un luogo comune dove manifestare la loro amicizia e la loro pace» (Massimo il Confessore, Mistagogia, I). Cristo è la vera pace perché è il centro verso cui tutto converge, il luogo dove tutte le creature possono riconoscersi amiche.

Guardiamo Maria come la videro i poveri pastori nella grotta di Betlemme. Nella sua persona la cura è tutt’uno con l’amore verginale, l’amore pronto a farsi tutto a tutti, sull’esempio di Cristo. Guardati da lei ci sentiamo amati, conosciuti, guidati e siamo certi che tra le cose che Maria custodisce nel suo cuore (cf. Lc 2,19), ci siamo anche noi. In lei ci scopriamo singolarmente preziosi e spinti a guardare con la stessa attenzione i nostri prossimi. Lasciamoci amare da Maria e condurre da lei ai nostri fratelli.

A voi tutti l’augurio e l’annuncio della grazia, della misericordia e della pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro.

Amen.

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