MARIA d’Ungheria, regina di Sicilia in "Dizionario Biografico" - Treccani - Treccani

MARIA d’Ungheria, regina di Sicilia

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 70 (2008)

MARIA d’Ungheria, regina di Sicilia

Nacque verso il 1255, seconda figlia del re Stefano V d’Ungheria e della principessa cumana Elisabetta. Nulla è noto della sua infanzia, trascorsa probabilmente a corte nelle residenze di Buda, Albareale o Visegrád.

Per iniziativa del re di Sicilia (Napoli) Carlo I d’Angiò, dalla primavera 1269 furono intavolate trattative fra gli Árpáden e gli Angioini per un doppio matrimonio, quello tra il principe ereditario angioino Carlo (il futuro Carlo II) e M. e quello tra l’erede al trono ungherese Ladislao (il futuro Ladislao IV) e la terza figlia di Carlo I, Isabella. Carlo I infatti vedeva nell’Ungheria un importante alleato per i suoi progetti di conquista dell’Impero bizantino. In dicembre le trattative erano concluse e il matrimonio tra Carlo e M., giunta a Napoli nella primavera 1270, fu celebrato il 6 ag. 1270.

Il contratto di matrimonio non è noto e ignota è quindi anche l’esatta consistenza della dote e del dotarium. Le speranze riposte da Carlo I sull’alleanza con gli Ungheresi, però, non si realizzarono, poiché Ladislao IV, succeduto al padre nel 1272 come re d’Ungheria, intraprese una politica filobizantina e Anna, sua sorella minore, alla fine dell’estate 1272 sposò Andronico II, figlio dell’imperatore bizantino Michele VIII Paleologo.

All’inizio dell’estate 1271 era nato il primo figlio di M., Carlo Martello. Negli anni successivi M. si trattenne soprattutto a Napoli e nei feudi del marito, che il 12 giugno 1272 era stato investito del Principato di Salerno. In uno dei paesi del Principato – Nocera dei Pagani – nel febbraio 1274 nacque il secondo figlio, Ludovico (il futuro s. Ludovico di Tolosa). Nel 1275 e nel 1276 M. ebbe rispettivamente Roberto – che succederà al padre come re di Sicilia (Napoli) – e Filippo, investito da Carlo II del Principato di Taranto nel febbraio 1294; presumibilmente qualche anno dopo ebbe la prima figlia, Margherita. Nel settembre 1278, con i figli Roberto e Filippo, M. accompagnò in Provenza Carlo, che lì esercitò il vicariato per suo padre sino alla primavera 1282.

In quel periodo M. non appare nelle vicende politiche e non è noto neppure se accompagnò Carlo nei suoi numerosi viaggi presso la corte francese e in Guascogna. Nei quasi quattro anni del suo soggiorno in Provenza nacque Raimondo Berengario e probabilmente Bianca. Anche dopo il ritorno nel Regno di Sicilia, nell’agosto 1282, a causa dello scoppio dei Vespri siciliani, la futura regina rimase defilata dalle vicende politiche.

Solo con la cattura di Carlo nella battaglia navale di Napoli, il 5 giugno 1284, per la prima volta M. fu costretta a prendere una decisione politica, quando liberò Beatrice di Hohenstaufen – sorella di Costanza, moglie di Pietro III d’Aragona, imprigionata in Castel dell’Ovo – sotto la minaccia, fatta dall’ammiraglio aragonese Ruggero di Lauria, di giustiziare Carlo. Probabilmente alla fine del 1282 o all’inizio del 1283 M. aveva avuto i figli Giovanni, morto in tenera età, e Tristano, nato presumibilmente poco dopo la cattura di Carlo.

Dopo la morte di Carlo I d’Angiò, nel gennaio 1285, M. non intervenne nel governo del Regno durante la reggenza che il cardinale Gerardo di Parma e Roberto di Artois esercitarono per Carlo II, che era ancora in prigione; comunque negli anni 1285-87 intervenne più volte nell’amministrazione della Contea di Provenza.

Nell’autunno 1287 M. prese parte in Provenza alle trattative per la liberazione di Carlo II, ancora imprigionato in Aragona, dopo che papa Onorio IV aveva annullato l’accordo di Oléron per la liberazione di Carlo II. Sebbene M. non potesse esercitare alcun influsso sulle trattative, il 24 marzo 1288 riuscì, insieme con il siniscalco provenzale Jean Scot, a concludere almeno una tregua con il re Alfonso III d’Aragona. Quando Carlo II, il 29 ott. 1288, lasciò finalmente la prigione, grazie all’accordo di Canfranc concluso il giorno precedente, M. rimase in Provenza con lui sino alla metà di aprile. Sulla via del ritorno a Napoli, il 29 maggio 1289, M. prese parte a Rieti all’incoronazione di suo marito a re di Sicilia da parte di papa Niccolò IV. Le fonti non chiariscono se anche M. fu formalmente incoronata regina.

Poiché Carlo II già nell’autunno 1289 tornò in Provenza per le trattative sulla questione siciliana, agli inizi del 1290 M., che nel 1289 aveva avuto la figlia Eleonora, lo seguì nel Sud della Francia. Nel soggiorno in Provenza, durato sino all’inizio del 1294, M. fu vicaria nella Contea per suo marito a causa dei frequenti viaggi di quest’ultimo in Francia e in Spagna. A Carlo II concesse inoltre numerosi prestiti dalle sue personali finanze e nel marzo 1290 diede in pegno alla compagnia lucchese dei Battosi persino i suoi gioielli per garantire il credito del re. In quegli anni nacquero gli ultimi figli: Giovanni (poi conte di Gravina e duca di Durazzo), Pietro (poi conte di Eboli), Maria e Beatrice.

Il 10 luglio 1290 fu ucciso Ladislao IV di Ungheria, fratello di M.; quindi dal settembre 1290 M., soprattutto dietro pressione del marito, avanzò pretese sul trono ungherese e il 6 genn. 1292 ad Aix-en-Provence rinunciò a tutti i diritti sul trono ungherese a favore del primogenito Carlo Martello, che dal marzo 1292 assunse anche il titolo di re d’Ungheria.

In un primo momento Carlo Martello e Carlo II non poterono far valere le loro pretese al trono ungherese, poiché solo in Dalmazia potevano contare su un limitato numero di sostenitori.

Nella quasi ventennale lotta per il trono ungherese M. compare molto raramente: solo quando, anche insieme con suo figlio, negli anni 1292-95 concesse più volte privilegi ai partigiani degli Angioini in Croazia e nell’Ungheria occidentale. La situazione non cambiò neppure dopo l’improvvisa morte di Carlo Martello, nell’agosto 1295, quando le rivendicazioni dinastiche si spostarono sul figlio Carlo Roberto (Caroberto). Apparentemente M. non partecipò alla decisione di suo marito di inviare Carlo Roberto in Ungheria nell’estate 1300. Solo alla fine del 1307, quando Carlo Roberto era già stato riconosciuto re in Ungheria, M. progettò un viaggio alla corte del nipote, che però non ebbe mai luogo.

Nella primavera 1294 M. fece ritorno nel Regno insieme con Carlo II. Nell’estate 1295 il re si trovava presso la Curia ad Anagni per concludere le trattative sulla fine della guerra dei Vespri siciliani e il 5 sett. 1295 M. fu nominata da papa Bonifacio VIII vicaria nel Regno insieme col figlio Filippo di Taranto; ricoprì il vicariato sino all’inizio del 1296 perché Carlo II era partito da Anagni verso la Catalogna per ratificare col re Giacomo II d’Aragona, agli inizi di novembre 1295, i trattati di Anagni. Anche in quell’occasione M. non acquisì un reale profilo politico, perché il papa le aveva esplicitamente vietato di concedere feudi.

Durante la lunga assenza di Carlo II, che fu a Roma, in Provenza e in Francia dall’ottobre 1296 al luglio 1298, M. esercitò di nuovo formalmente il vicariato nel Regno di Napoli, insieme con il terzogenito ed erede al trono Roberto; i suoi poteri dovevano però essere circoscritti, dato che quasi tutti i documenti erano emessi in nome di Roberto. Ugualmente si comportò nel corso di un terzo breve vicariato nel febbraio e nel marzo 1302, quando Carlo II si trovava in Curia a Roma. La nomina di M. era solo una «soluzione di necessità», perché l’erede al trono, Roberto, insieme con Carlo di Valois cercava di vincere la guerra per la Sicilia con un ultimo sforzo, mentre il fratello minore Filippo era prigioniero in Sicilia.

In realtà M. dal 1300 fu sempre più defilata dagli avvenimenti politici: in quegli anni, e sino alla sua morte, si dedicò soprattutto a fondazioni religiose. Il 31 marzo 1301 Bonifacio VIII le concesse di trasformare il convento di S. Pietro a Castello nel Castel dell’Ovo in un convento domenicano. Priora del convento fu, sino alla sua morte nel 1303, la cognata di M., Isabella (Elisabetta) d’Angiò – sorella di Carlo II e vedova del fratello di M. Ladislao IV – che nel 1300, dopo più di trenta anni, era tornata dall’Ungheria nel Regno. Le più importanti donazioni di M. riguardarono il convento di clarisse di S. Maria Donnaregina, che nel 1293 era stato gravemente danneggiato da un terremoto. Già nel 1298 M. aveva stanziato del denaro per la costruzione di un dormitorio e dal 1307 sovvenzionò la costruzione di una nuova chiesa con ripetute donazioni. Nel 1316 la costruzione era sostanzialmente compiuta e quattro anni più tardi fu ampliata, ma ancora nell’aprile 1322 M. assegnò al convento 10 onze d’oro per l’ultimazione definitiva della chiesa, e nel suo testamento del marzo 1323 lasciò al convento altre 300 onze d’oro per l’acquisto di terreni. Il 3 febbr. 1310 papa Clemente V le assegnò definitivamente il compito di restaurare e ampliare il convento di clarisse di S. Giovanni a Nido. Papa Giovanni XXII, il 29 nov. 1316, le accordò il permesso di mangiare e pernottare nel convento di S. Maria Donnaregina, ma non risulta alcuna prova del fatto che M. negli ultimi anni di vita si fosse ritirata nel convento come partecipante al Terzo Ordine (terziaria). Presumibilmente risiedette in Castelcapuano, che le era stato destinato come residenza da Carlo II nel testamento del 16 marzo 1308, o in una casa nel giardino del convento di S. Pietro a Castello fatta costruire da lei negli ultimi anni di vita.

Dal 1289 M. ebbe a disposizione una propria corte, con Cancelleria e Camera; dal settembre 1298 Carlo II stanziò annualmente per il suo sostentamento 2800 onze d’oro dalle entrate del fondaco e della gabella di Napoli. In base al testamento del re questo stanziamento annuale doveva essere portato a 4000 onze d’oro, ma nel 1311 la somma fu ridotta a 3000 dal figlio Roberto. M. fu anche investita dal marito dei feudi di Somma (entrate annue di 400 onze d’oro), Nocera dei Pagani (entrate annue di 150 onze d’oro), Maiori (entrate annue di 40 onze d’oro) e Castellammare di Stabia (entrate annue di 600 onze d’oro).

M. morì a Napoli il 25 marzo 1323.

Fu sepolta nella chiesa di S. Maria Donnaregina dove Tino da Camaino e Gagliardo Primario nel 1325-26 le innalzarono una sontuosa tomba. Dei suoi 14 figli 8 morirono nel corso della sua vita: Carlo Martello (agosto 1295), Ludovico (19 ag. 1297), Giovanni, Tristano (1288), Pietro (caduto il 29 ag. 1315 nella battaglia di Montecatini), Margherita (2 maggio o 31 dic. 1299), Bianca (13 ott. 1310) e Beatrice (circa 1320-21).

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