Alessandra di Danimarca

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Alessandra di Danimarca
La regina Alessandra nel 1905
Regina consorte del Regno Unito e dei Dominion Britannici d'Oltremare
Imperatrice consorte d’India
Stemma
Stemma
In carica22 gennaio 1901 –
6 maggio 1910
Incoronazione9 agosto 1902
PredecessoreAlberto di Sassonia-Coburgo-Gotha come Principe consorte
SuccessoreMaria di Teck
Nome completoAlexandra Carolina Marie Charlotte Louise Julia
TrattamentoMaestà Imperiale e Reale
Altri titoliPrincipessa di Galles (1863-1901)
Principessa reale di Danimarca
Principessa reale di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg
NascitaCopenaghen, Danimarca, 1º dicembre 1844
MorteSandringham House, Norfolk, Regno Unito, 20 novembre 1925
Luogo di sepolturaCappella di San Giorgio, castello di Windsor, 28 novembre 1925
Casa realeSchleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg per nascita
Sassonia-Coburgo-Gotha per matrimonio
PadreCristiano IX di Danimarca
MadreLuisa d'Assia-Kassel
Consorte diEdoardo VII del Regno Unito
FigliAlberto Vittorio
Giorgio V
Luisa
Vittoria
Maud
Alessandro Giovanni
Religioneluteranesimo di nascita
anglicanesimo per matrimonio
Firma

Alexandra Carolina Marie Charlotte Louise Julia di Slesvig-Holsten-Sønderborg-Lyksborg (Copenaghen, 1º dicembre 1844Sandringham, 20 novembre 1925) italianizzata in Alessandra di Danimarca, fu moglie di Edoardo VII e nuora della regina Vittoria; principessa del Galles dal 1863, nel 1901 divenne regina del Regno Unito e imperatrice d'India; alla morte di Edoardo VII e con l'ascesa al trono del loro secondo figlio come Giorgio V divenne regina madre e fu comunemente chiamata Sua Maestà, la regina Alessandra.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia e giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Le principesse Alessandra e Dagmar di Danimarca
Alessandra e le sorelle minori, Dagmar e Thyra

La principessa Alexandra Caroline Marie Charlotte Louise Julia, detta Alix nell'ambito familiare, nacque nel Palazzo Giallo, edificio del XVIII secolo adiacente ad Amalienborg nel complesso reale di Copenaghen[1]. Suo padre era il principe Cristiano e sua madre la principessa Luisa d'Assia-Kassel[2]. Nonostante le ascendenze nobiliari, la sua famiglia viveva un'esistenza relativamente normale: vantava infatti entrate di circa 800 sterline dovute a un precedente incarico militare di Cristiano, e l'abitazione dove viveva era concessa in usufrutto gratuito senza canone di locazione[3]. Lo scrittore Hans Christian Andersen era uso essere invitato a casa per raccontare fiabe ai bambini di casa prima che andassero a letto[4].

Nel 1848 il re Cristiano VIII di Danimarca morì e gli succedette l'unico figlio Federico VII, il quale aveva già due matrimoni alle spalle, ma era senza figli; ciò significava che il principe Cristiano di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, discendente di un cugino del re, poteva essere l'erede al trono di Danimarca e dello Schleswig-Holstein. In Holstein la legge salica impediva la successione tramite linea femminile, mentre in Danimarca non c'era distinzione; l'Holstein, essendo prevalentemente tedesco, si proclamò indipendente e chiamò in aiuto la Prussia. Nel 1852 le grandi potenze tennero una conferenza a Londra per discutere della successione danese: le condizioni di pace prevedevano la nomina del principe Cristiano a successore di Federico VII, a discapito delle rivendicazioni degli altri pretendenti, fra i quali vi erano la suocera di Cristiano e suo cognato.[5]

Cristiano ottenne dunque il titolo di principe di Danimarca e con la famiglia si trasferì nella residenza ufficiale di Palazzo Bernstorff. Sebbene lo status della famiglia si fosse alzato, ci fu solo un piccolo incremento nella rendita e Cristiano e i suoi non parteciparono alla vita di corte a Copenaghen, poiché non desideravano incontrare la terza moglie di Federico, un tempo sua amante, Louise Rasmussen, che aveva un figlio illegittimo, nato da una precedente relazione.[6] Nella nuova dimora Alessandra occupava un aerato attico insieme alla sorella Dagmar, futura zarina di Russia, si cuciva da sola gli abiti e serviva a tavola le sue sorelle.[7] A Bernstorff Alessandra stava diventando una donna: imparava l'inglese dal suo cappellano a Copenaghen e fu cresimata a Christiansborg.[8] nella confessione luterna della chiesa danese. Alessandra dopo la conversione a seguito del matrimonio fu devota per tutta il resto della vita ai precetti dell'Alta chiesa anglicana.[9]

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Alessandra con il suo promesso coniuge Edoardo del Galles in una foto del 1862

La regina Vittoria e il principe consorte Alberto erano preoccupati nel trovare una sposa al figlio ed erede Edoardo Alberto, principe del Galles, e chiesero aiuto a una delle loro figlie, Vittoria, principessa ereditaria di Prussia. Inizialmente Alessandra non fu la loro prima scelta, poiché i danesi erano in disaccordo con i prussiani sulla questione dello Schleswig-Holstein e la famiglia reale britannica aveva maggiori relazioni con l'ambiente tedesco. Alla fine, però, dopo aver respinto altre possibilità, la loro scelta cadde sulla principessa Alessandra, dalle nobili origini e di stirpe reale, ritenuta «l'unica che può essere scelta».[10]

Il 24 settembre 1861 la principessa Vittoria presentò ufficialmente Alessandra al principe Edoardo a Spira, ma fu quasi un anno dopo, il 9 settembre 1862, dopo la morte di suo padre, che Edoardo chiese ufficialmente in sposa Alessandra al castello di Laeken, residenza di suo zio, il re Leopoldo I del Belgio.[11]

Pochi mesi dopo, Alessandra si mise in viaggio dalla Danimarca verso l'Inghilterra a bordo della nave reale HMY Victoria and Albert e arrivò a Gravesend, nel Kent, il 7 marzo 1863. Sir Arthur Sullivan compose della musica per il suo arrivo e Alfred Tennyson scrisse un'ode in suo onore:

(EN)

«Sea King's daughter from over the sea,
Alexandra!
Saxon and Norman and Dane are we,
But all of us Danes in our welcome of thee,
Alexandra!»

(IT)

«Figlia del re marino da oltre il mare,
Alessandra!
Sassoni e Normanni e Danesi siam noi,
Ma tutti Danesi nel nostro benvenuto a te,
Alessandra!»

La coppia venne sposata tre giorni dopo, nella cappella di San Giorgio a Windsor, da Thomas Longley, arcivescovo di Canterbury.[12] In quei giorni la corte era ancora in lutto per il principe Alberto e il vestiario delle dame era dunque ristretto al grigio, lilla e malva.[13] La coppia, durante la luna di miele a Osborne House, sull'isola di Wight.

L'anno seguente il padre di Alessandra divenne re di Danimarca, il fratello Giorgio divenne re di Grecia e sua sorella Dagmar venne fidanzata allo zarevic di Russia.[14] L'ascesa al trono di suo padre causò un peggioramento delle relazioni tra Danimarca e Schleswig-Holstein, scoppiò la Seconda guerra dello Schleswig e la Confederazione germanica invase i territori danesi, tanto che la Danimarca ne uscì sconfitta, con la riduzione a due quinti delle proprie terre. Con grande irritazione delle regina Vittoria e della principessa di Prussia, il principe Edoardo e Alessandra sostennero i danesi durante la guerra. La conquista delle terre danesi da parte della Prussia aumentò la profonda avversione di Alessandra nei confronti dei tedeschi, un sentimento che l'accompagnò per il resto della sua vita.[15]

Il primo figlio di Alessandra, Alberto Vittorio, era nato prematuro di due mesi nel 1864 e a lui seguirono altri cinque figli, tra maschi e femmine.

La principessa era estremamente dedita ai suoi figli: «Era felicissima quando poteva correre alla nursery, indossare un grembiule di flanella, lavare da sola i suoi figli e vederli addormentarsi nei loro lettini», disse Mrs. Blackburn, la capo-infermiera reale.[16] In pubblico Alessandra era dignitosa e affascinante, in privato affettuosa e allegra.[7][17] La divertivano molte attività sociali, fra le quali la danza e il pattinare sul ghiaccio, ed era anche un'esperta cavallerizza e guidava il tandem.[18] Le piaceva anche cacciare, con grande costernazione della regina Vittoria, che inutilmente le chiese di smettere.[19] Anche dopo la nascita del primo figlio, continuò le sue attività ancor più intensamente di prima e ciò portò ad una frattura tra la regina e la giovane coppia, aumentata dalla ripugnanza di Alessandra nei confronti dei tedeschi e dalla parzialità di Vittoria nei loro confronti. Apparentemente tutti i bambini di Alessandra nacquero prematuri: poiché ella non voleva che la regina Vittoria fosse presente ai suoi parti, ingannava deliberatamente la suocera sulle sue probabili date di parto.[20] Durante il terzo parto, nel 1867, le complicazioni aggiunte a una febbre reumatica misero a rischio la sua vita, lasciandole per sempre un'andatura zoppicante.[21]

Principessa del Galles e Regina[modifica | modifica wikitesto]

Alessandra di Danimarca, Principessa del Galles

La coppia fece un viaggio di sei mesi visitando l'Austria, la Spagna, la Grecia e l'Egitto tra il 1868 e il 1869. Arrivarono anche in Turchia, dove Alessandra fu la prima donna a sedere a tavola con il sultano Abdul Aziz.[22]

Edoardo VII, quando salì al trono nel 1901, insignì la moglie dell'Ordine della Giarrettiera, che fino ad allora era riservato ai soli uomini, eccezion fatta per i sovrani donna come le regine Elisabetta I d'Inghilterra, Anna di Gran Bretagna e Vittoria del Regno Unito. La consuetudine fu confermata poi da Giorgio V, che diede l'Ordine alla moglie Maria e, successivamente, Giorgio VI alla consorte Elizabeth Bowes-Lyon. Durante la vita di Alessandra, alcuni monarchi furono per la prima volta degradati ed espulsi dall'Ordine: gli imperatori Guglielmo II di Germania e Francesco Giuseppe I d'Austria furono espulsi nel 1915 quando i loro imperi mossero guerra all'Inghilterra.[23]

La regina Alexandra indossa la sua corona e l'abito dell'incoronazione, 1902

Sia come regina dal 1901 al 1910 sia come regina madre poi, fu molto amata dal popolo britannico. Nel 1912, in occasione del 50º anniversario del suo arrivo in Inghilterra, indisse l'Alexandra Rose Day, giorno dedicato alla vendita a Londra di rose artificiali fatte da disabili, il cui ricavato veniva devoluto in opere caritatevoli. Ancora oggi esiste ed è patrocinato dalla principessa Alessandra di Kent, una sua bis-nipote.

Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]

Memoriale della regina Alessandra in Marlborough Road, a Londra

Nel 1919 fu raggiunta dalla sorella Dagmar, fuggita dalla Russia dopo la rivoluzione bolscevica che aveva portato alla morte di suo figlio, lo zar Nicola II, e della sua famiglia.

Il 20 novembre 1925 morì per un attacco di cuore a Sandringham e fu tumulata a Windsor, accanto al marito.

Per la sua benevolenza, le sono state dedicate diverse opere: l'Alessandra Palace, il Teatro Reale Alessandra a Toronto, il Ponte Regina Alessandra a Sunderland. Si ritiene che la squadra di calcio, fondata nel 1877, Crewe Alexandra F.C. porti il suo nome.

Nei media[modifica | modifica wikitesto]

A lei è dedicata l’opera La Fanciulla del West di Giacomo Puccini. È stata rappresentata in televisione, sulla BBC, nel 1975 da Helen Ryan nello sceneggiato Edoardo VII principe di Galles e nel 1999 da Maggie Smith nel film All the King's Men. Nel 2003 Bibi Andersson la interpreta nella minisierie The Lost Prince.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Alessandra ventenne, ritratta da Franz Xaver Winterhalter nel 1864

Dal matrimonio tra Alessandra e Edoardo VII del Regno Unito nacquero:

Titoli e trattamento[modifica | modifica wikitesto]

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Federico Carlo di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Beck Carlo Antonio di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Beck  
 
Federica di Dohna-Leistenau  
Federico Guglielmo di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg  
Federica di Schlieben Carlo Leopoldo di Schlieben  
 
Maria Eleonora di Lehndorff  
Cristiano IX di Danimarca  
Carlo d'Assia-Kassel Federico II d'Assia-Kassel  
 
Maria di Hannover  
Luisa Carolina d'Assia-Kassel  
Luisa di Danimarca Federico V di Danimarca  
 
Luisa di Hannover  
Alessandra di Danimarca  
Federico d'Assia-Kassel Federico II d'Assia-Kassel  
 
Maria di Hannover  
Guglielmo d'Assia-Kassel  
Carolina Polissena di Nassau-Usingen Carlo Guglielmo di Nassau-Usingen  
 
Carolina Felicita di Leiningen-Dagsburg  
Luisa d'Assia-Kassel  
Federico di Danimarca Federico V di Danimarca  
 
Giuliana Maria di Brunswick-Lüneburg  
Luisa Carlotta di Danimarca  
Sofia Federica di Meclemburgo-Schwerin Luigi di Meclemburgo-Schwerin  
 
Carlotta Sofia di Sassonia-Coburgo-Saalfeld  
 

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze britanniche[modifica | modifica wikitesto]

Lady del Nobilissimo Ordine della Giarrettiera (LG) - nastrino per uniforme ordinaria
— 13 febbraio 1901, prima Lady reale creata[25]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eilers, Queen Victoria's Descendants, p. 171
  2. ^ Montgomery-Massingberd, Burke's Royal Families of the World, Volume 1
  3. ^ Duff, Alexandra: Princess and Queen, pp. 16–17
  4. ^ Duff, p. 18
  5. ^ Battiscombe, Queen Alexandra, p. 8
  6. ^ Duff, pp. 19–20
  7. ^ a b Priestley, The Edwardians, p. 17
  8. ^ Duff, p. 21
  9. ^ Battiscombe, pp. 125; 176
  10. ^ Frase del principe Alberto riferita in Duff, p. 31
  11. ^ Battiscombe, pp. 27–37
    Duff, p. 43
  12. ^ Le sue damigelle erano Diana Beauclerk, Victoria Montagu-Douglas-Scott, Victoria Howard, Elma Bruce, Agneta Yorke, Emily Villiers, Eleanor Hare e Feodora Wellesley.
  13. ^ Duff, pp. 48–50
  14. ^ Lui morì pochi mesi dopo il fidanzamento e lei sposò suo fratello Alessandro, futuro zar.
  15. ^ Purdue, "Alexandra (1844–1925)", Oxford Dictionary of National Biography (Oxford University Press).
  16. ^ Duff, p. 115
  17. ^ Battiscombe, pp. 127, 222–223
  18. ^ Duff, p. 143
  19. ^ Hough, Edward & Alexandra: Their Private And Public Lives, p. 102
  20. ^ Hough, p. 116
  21. ^ Battiscombe, pp. 82–86
    Duff, pp. 73-81
  22. ^ Duff David "Alexandra: Princess and Queen", Londra(1980) ISBN 0002166674, pag.93-100
  23. ^ Similmente, l'Imperatore Hirohito del Giappone venne espulso nel 1941, ma Elisabetta II lo riammise nel dopoguerra.
  24. ^ https://www.thegazette.co.uk/London/issue/24539/page/113
  25. ^ https://www.thegazette.co.uk/London/issue/27284/supplement/1139
  26. ^ H. Vickers, Royal Orders. Boxtree, 1994, p. 166. ISBN 1852835109

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Regina consorte del Regno Unito Successore
Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha
Come principe consorte
1901-1910 Maria di Teck
Predecessore Imperatrice consorte d'India Successore
Nessuno
Titolo inesistente
1901-1910 Maria di Teck
Controllo di autoritàVIAF (EN268757034 · ISNI (EN0000 0001 0823 0829 · SBN UBOV541715 · BAV 495/116972 · ULAN (EN500091988 · LCCN (ENn50033332 · GND (DE118648039 · BNF (FRcb12480694m (data) · J9U (ENHE987007257510105171 · WorldCat Identities (ENlccn-n50033332
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