Maria José del Belgio: storia, biografia e il rapporto con i Savoia | Studenti.it

Maria José del Belgio: biografia, storia e il rapporto con i Savoia

Biografia e storia di Maria José del Belgio, l'ultima regina d'Italia, sovrana con il più breve regno nella storia dell'Italia unita.
Maria José del Belgio: biografia, storia e il rapporto con i Savoia
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1Maria José del Belgio, la figlia del “re cavaliere”

Maria José del Belgio
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Maria José è una dei tre figli di Alberto I, re del Belgio, e della duchessa di Baviera Elisabetta di Wittelsbach, sorella minore di Leopoldo e Carlo Teodoro (la sua prozia è la principessa Sissi!) 

Sin da piccolissima riceve un’istruzione ampia e ricca di stimoli: conosce e ama la letteratura, è un’abile pianista, studia anche il violino, seguendo le passioni sportive del padre pratica l’alpinismo e l’equitazione

Viene presto destinata al matrimonio con l’erede dei re d'Italia e pertanto riceve un'educazione impostata sulla cultura italiana, apprendendo la lingua e la storia al in collegio della Ss. Annunziata a Firenze, ma compie gli studi anche in Inghilterra e in Belgio, seguendo i continui trasferimenti imposti dalla famiglia per ragioni di sicurezza. 

Durante la Grande Guerra in Inghilterra viene raggiunta dai fratelli, mentre in Belgio il padre si mette personalmente al comando dell'esercito e la madre coordina i soccorsi ai feriti di guerra. Una volta finita la guerra, nel 1919 si iscrive al collegio delle suore del Sacro Cuore di Linthout in Belgio per completare gli studi. 

2Il matrimonio tra Maria José del Belgio e il principe Umberto

Matrimonio di Maria José del Belgio e Umberto II di Savoia al Quirinale. Roma, 8 gennaio 1930
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Dal 1922 in Italia c'è il governo fascista capeggiato da Benito Mussolini e l’opinione pubblica belga disapprova apertamente l'unione di una componente della famiglia reale con un casato che appoggia il fascismo. Eppure l’accordo matrimoniale rimane, per tradizione l'annuncio del fidanzamento deve avvenire nel paese di origine della principessa e il 24 ottobre 1929 il principe Umberto è in visita ufficiale in Belgio.

Un antifascista, Francesco De Rosa, si mette appositamente in viaggio per seguirlo in Belgio e, durante una tappa del cerimoniale, gli spara mancandolo di poco, ma il tribunale belga gli riconosce tutte le attenuanti e lo condanna ad appena 5 anni di carcere.

Maria José sposa il principe del Piemonte l'8 gennaio 1930 nella Cappella Paolina al Quirinale di Roma e subito dopo vengono ricevuti da papa Pio XI, un’azione ulteriore a conferma del clima di distensione nei rapporti fra Italia e Stato del Vaticano. 

Dopo un breve periodo a Torino, i due sposi si trasferiscono a Napoli dove nascono 3 dei 4 figli, ma la famiglia vive generalmente tra il palazzo reale di Torino, il castello di Racconigi dove trascorrono gli autunni, i soggiorni estivi a villa Maria Pia a Posillipo a Napoli e la Valle d'Aosta. 

3Maria José, una regina troppo moderna per la corte italiana

Maria José del Belgio con i suoi figli Maria Pia, Vittorio Emanuele, Maria Gabriella e Maria Beatrice
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Molto presto il rapporto con la corte italiana si rivela per lei deludente: la principessa è intelligente, colta e disinvolta ma il suo comportamento viene giudicato snob ed eccessivo. Maria José è una donna sicura di sé e del proprio rango e ignora volutamente l'etichetta di corte, bevendo e fumando e concedendosi il piacere di giocare a carte quando le va e scegliendo le proprie compagnie.

Anche il rapporto con il marito non è facile perché Umberto è devoto alle regole di corte e ai suoi cerimoniali, sottomesso al rigore del re suo padre e molto religioso, mentre la moglie riserva un interesse molto tiepido alla chiesa.

Non viene consentito che i principini frequentino la scuola pubblica, ma Maria José ottiene per loro una istitutrice montessoriana, la signorina Paolini.

Maria José è abituata a un ambiente dinamico e moderno e non trovandolo nella corte italiana, lo costruisce da sé riunendo un circolo di intellettuali.

4Il rapporto con il fascismo

Maria José del Belgio: principessa consorte di Piemonte come moglie di Umberto II di Savoia
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Benché la principessa mantenga inizialmente rapporti cordiali con Mussolini, la sudditanza politica italiana nei confronti della Germania la preoccupa e la indispettisce. Ne risente anche il rapporto con il marito, più conciliante verso il governo e le sue scelte, e anche se la loro relazione rimane protetta dalla massima discrezione, l'OVRA mette in circolo voci sulla presunta omosessualità di Umberto e su un presunto ricorso alla fecondazione assistita per le quattro gravidanze.

Maria José si tiene lontana dall'aristocrazia piemontese per ragioni personali e gradualmente anche dalla politica, disapprovando in modo più o meno evidente il governo fascista, ma è ben voluta dal popolo per il suo impegno sociale.

La situazione politica italiana si fa però più precaria:

  • con la Guerra d'Etiopia nel 1935-36, l’Italia viene sanzionata dalla Società delle Nazioni,
  • nel 1936 viene firmato il trattato di amicizia tra Italia e Germania, il cosiddetto Asse Roma-Berlino,
  • nel 1938 vengono emesse le leggi razziali,
  • nel 1939 il fascismo svuota di senso lo Statuto Albertino sostituendo la camera dei deputati con la camera dei Fasci, quindi rappresentanti scelti direttamente dal governo fascista.

Maria José continua a frequentare intellettuali di suo gradimento la cui unica caratteristica in comune è l'antifascismo; diventa amica della marchesa Giuliana Benzoni, antifascista e favorevole alla repubblica, nel 1937 va in visita ufficiale in Libia con il marito e vi torna più volte ospite di Italo Balbo. Mussolini la fa sorvegliare dal capo della polizia e proibisce ai mezzi di informazione di riferirsi a Maria José e Umberto come principi ereditari, ma solo come Principi del Piemonte. 

5Prendere posizione

Nel 1939 allo scoppio della guerra, Maria José viene nominata presidente della Croce Rossa e, dovendo visitare ospedali e campi, si convince che il governo italiano stia per fare un grosso azzardo. 

Nell'aprile del 1940 convoca segretamente a Roma Italo Balbo e il cognato Amedeo d'Aosta, per discutere di un possibile intervento presso Mussolini ed evitare così l'entrata in guerra dell'Italia, che avviene comunque il 10 giugno del 1940. 

Leopoldo, re del Belgio e suo fratello, subisce l'invasione tedesca e viene confinato con la famiglia nel castello di Laeken. Maria José chiede un colloquio privato con Hitler a Berchtesgaden il 10 ottobre 1940, per intercedere per lui e ottenere la liberazione dei 140.000 prigionieri di guerra belgi oltre all'autorizzazione di aiuti da parte della Croce rossa alla popolazione

Le condizioni dell'Italia vengono taciute presso l’opinione pubblica e la principessa se ne rende conto durante le visite come ispettrice generale della Croce rossa. 

6Missione diplomatica per il paese

La principessa intraprende in segreto azioni per porre fine alla guerra, grazie anche alla frequentazione di intellettuali schierati contro il regime:

  • organizza un incontro a Cogne nell'agosto del 1942 con il maresciallo Badoglio, obbligato a restare in disparte dopo la disfatta in Grecia,
  • incontra anche l'ex presidente del consiglio Ivanoe Bonomi, politico antifascista ritirato a vita privata.

Maria José riceve l'informazione che gli alleati avrebbero accettato con clemenza il ritiro dell'Italia dall'Asse e cerca di utilizzare i propri contatti allo scopo di:

  • cercare di negoziare la resa con gli alleati,
  • patteggiare la fine dei bombardamenti,
  • garantire il supporto militare in caso ovvio di reazione tedesca,
  • mantenere la monarchia sabauda a capo dell’Italia.

Di ogni mossa informa anche il ministro della Real Casa Pietro Acquarone, che a sua volta ne informa il re Vittorio Emanuele III, preoccupato di moderare le iniziative della nuora. Maria José cerca di ottenere un accordo usando l'intermediazione del capo del governo portoghese, vicino agli inglesi, ma questi rifiutano le condizioni pretendendo la resa incondizionata e lei ne informa il re, che il 6 agosto le ordina di ritirarsi spontaneamente per la sicurezza dei figli e di cessare ogni attività anti fascista, collocandola nella residenza estiva di Sant'Anna di Valdieri

7Dopo l’armistizio

Adolf Hitler e Umberto II di Savoia
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Il sovrano, dopo il bombardamento su Roma del 19 luglio 1943, ha deciso di prendere l’iniziativa ma non tutte le scelte si rivelano corrette. Dopo l'armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943, Badoglio è a capo del nuovo governo, mentre il re Vittorio Emanuele si rifugia a Brindisi, contro il parere del figlio Umberto (che comunque gli ubbidisce) e “abbandonando” al suo destino il popolo italiano.

Maria José porta al sicuro i figli in Svizzera, ma il 29 aprile rientra in Italia passando a piedi per il valico del San Bernardo, in compagnia di due guide e di una piccola scorta, raggiunge Racconigi e poi vola a Roma. 

Di fatto appoggia il nuovo governo ed assieme a Umberto, che nella capitale è luogotenente del regno, conduce vita ritirata per un anno; la loro presenza a Roma è anche l’ultimo baluardo rappresentativo della monarchia in fuga. Per non compromettere ulteriormente la posizione del marito e del suocero, non raccoglie l’invito di molti intellettuali ad assumere una reggenza temporanea a favore del primogenito.

8La regina di maggio

Vittorio Emanuele III nel 1930
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All'abdicazione del suocero Vittorio Emanuele III, Maria José diventa regina a fianco del marito, ma non collabora alla campagna elettorale in vista del referendum, anche se il suo ruolo nella Croce rossa gioca a favore della reputazione dei Savoia.

Il 2 giugno del 1946 gli italiani votano con pochissimo margine la repubblica e il casato di Savoia non può più legalmente rimanere in Italia.

Umberto impone a Maria José di partire per il Portogallo dove lui si reca per raggiungere la sorella; anche Maria José si reca a Sintra partendo da Napoli, ma riparte subito per la Svizzera con il solo figlio maschio per sottoporsi a un’operazione agli occhi; le figlie la raggiungono dopo alcuni anni. La separazione della coppia può diventare ufficiale, l'ex regina compra il castello di Merlinge in Svizzera, mentre il marito risiede a Cascais in Portogallo.

Maria José viaggia molto, soprattutto in paesi di matrice socialista, pubblica ricerche sulla casata dei Savoia e, in seguito alla morte del marito, il governo italiano le consente di tornare in Italia

Vive brevemente in Messico dal 1992 al 1996 per poi tornare in Svizzera, dove muore nel 2001; alla sua morte viene sepolta nell'abbazia di Altacomba in Alta Savoia accanto al corpo del marito, come da sua richiesta.