SALENTO – Avrebbero acquistato abbonamenti pirata abusivi di pay tv, come Sky, Dazn, Mediaset Premium, tramite bonifico o ricariche Post Pay, da gennaio del 2017 a giugno 2020. E con questo stratagemma, piuttosto consolidato, potevano prendere visione di programmi streaming criptati a pagamento. In 23 erano stati raggiunti da un decreto di citazione diretta a giudizio. In nove non avevano avanzato richiesta di riti alternativi e sono stati assolti perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”.
Nelle motivazioni, contestuali alla sentenza emessa dalla giudice monocratica Bianca Maria Todaro, si fa riferimento alle modifiche apportate negli anni sul diritto d’autore che chiariscono come l’acquisto venne effettuato per uso personale e con l’applicazione della sanzione amministrativa di 154 euro con l’esclusione della condotta che ravvisa il reato di ricettazione. Accolta, dunque, la tesi difesniva sostenuta dagli avvocati difensori – Pompeo Demitri, Fabio Ruberto, Luigi Suez, Riccardo Cuppone, Francesco Piro, Federica Maggio, Gabriele Borlizzi – che avevano sostenuto come la violazione fosse effettivamente di natura amministrativa e lo avevano dimostrato evidenziando una sentenza (la numero 47164 del 2005) delle sezioni unite della Corte di Cassazione.
Parte civile al processo Rti Spa (la società che ha assorbito Mediaset Premium nell’aprile del 2019) aveva invocato una richiesta risarcitoria pari a 80mila euro. Altri 12 clienti verranno giudicati, il 12 novembre prossimo, in abbreviato, rito scelto nell’udienza pre-dibattimentale del 30 gennaio scorso.