MARGHERITA di Savoia, regina d'Italia in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

MARGHERITA di Savoia, regina d'Italia

Enciclopedia Italiana (1934)

MARGHERITA di Savoia, regina d'Italia

Maria Luisa Giartosio

Figlia di Ferdinando di Savoia, duca di Genova, e di Maria Elisabetta di Sassonia, Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia nacque a Torino nel palazzo Chiablese il 20 novembre 1851, morì a Bordighera il 4 gennaio 1926. Nacque in un periodo tormentoso per l'Italia per la recente disfatta di Novara e presto (11 febbraio 1855) perdette il padre: crebbe fra Torino e Stresa, in un'atmosfera raccolta di studio, accanto alla madre e al fratello Tommaso. Sotto la guida della contessa Monticelli di Castelrosso dapprima e poi della viennese Rosa Arbesser palesò subito quelle doti di mente e di cuore che dovevano poi renderla cara a ogni italiano. Conchiusa nel 1866 la guerra con l'Austria, Vittorio Emanuele II per suggerimento del generale L. F. Menabrea pensò di far sposare il figlio Umberto con la cugina e il matrimonio avvenne a Firenze il 22 aprile 1868. Gli sposi iniziarono poi il giro di tutta l'Italia e si stabilirono a Napoli, dove l'11 novembre 1869 nacque Vittorio Emanuele principe di Napoli, poi Vittorio Emanuele III. Nel gennaio 1871 i principi si trasferirono a Roma nel Palazzo del Quirinale, e quivi il tatto e la grazia squisita della principessa giovarono assai ad attirare alla monarchia l'aristocrazia romana devotissima al papato, e a evitare ogni malinteso. Il 9 gennaio 1878 Umberto I salì al trono, e M. divenne così la prima regina d'Italia. Il 7 novembre avvenne il primo degli attentati che funestarono il regno di Umberto I, quello di G. Passanante: gettando sul viso dell'attentatore un mazzo di fiori ella contribuì a salvare la vita al consorte. Il 20 aprile 1893 furono festeggiate in tutta ltalia le nozze d'argento dei sovrani, il 24 ottobre 1896 furono celebrate quelle del principe ereditario con Elena di Montenegro. Spentosi appena il ricordo dell'attentato Acciarito alle Capannelle di Roma (22 aprile 1897), il 29 luglio 1900 avvenne la tragedia di Ponza che privò l'Italia del suo re. Da allora M. di Savoia visse beneficando e accogliendo dotti, artisti e poeti nel palazzo Boncompagni a Roma, che divenne il centro del movimento letterario e artistico. Nel 1915 accolse con entusiasmo l'intervento dell'Italia nella guerra mondiale; trasformò in ospedale parte della sua dimora e circondò di ogni cura i feriti. Nel dopoguerra, accolse con slancio l'opera ricostruttrice del Fascismo, che trovò in lei la più completa comprensione. Si presentò in pubblico per l'ultima volta alla inaugurazione del monumento ai caduti di Ventimiglia poche settimane prima di morire nella villa di Bordighera.

In ogni momento della sua vita M. di Savoia fu sovrana indimenticabile e donna perfetta. Piissima, senza essere intransigente, concepì la vita come un dovere, e madre tenerissíma, ma severa, crebbe il figlio al senso del dovere e della fermezza nel bene, occupandosi assai della sua educazione, per cui volle a consiglieri M. Minghetti e R. Bonghi. Partecipò sempre alle gioie e ai dolori del suo popolo, pronta ad accorrere ovunque, e del popolo amò gli usi, le leggende, i costumi. Predilesse la vita all'aperto e i lunghi soggiorni in montagna, soprattutto a Gressoney. Seguì ogni forma di progresso. Instancabile nell'aiutare ogni miseria, appoggiò mons. G. Bonomelli nella sua opera di assistenza agli emigranti, e favorì il sorgere e lo sviluppo della Croce Rossa. Promosse la cultura femminile, dando impulso nuovo alle arti industriali, nel desiderio che al rinnovamento politico seguisse quello delle arti, scienze e lettere.

Amantissima delle arti, pittrice e musicista ella stessa, in quegli anni in cui si reagiva al vecchio accademismo dalle scuole di Napoli, Firenze e Milano, protesse artisti e frequentò studî ed esposizioni: nel campo musicale istituì a Roma la Società del Quartetto e a corte il Quintetto della Regina, diretti dallo Sgambati, introducendo nella reggia l'uso di concerti e riesumando le opere dei nostri primi musicisti, apprezzando i moderni, da Verdi, di cui vide l'apogeo, a Puccini, di cui aiutò gl'inizi. Il suo influsso sulle sfere intellettuali fu grandissimo. Creò a Roma la Casa di Dante; avvicinò gli uomini più eminenti del tempo, di qualsiasi partito, da T. Mamiani, L. Correnti, F. Gregorovius, alla Ristori, a M. Minghetti, A. Boito, G. Giacosa, A. Fogazzaro, che a lei ricorse nell'ora del dolore, Carducci, di cui acquistò la ricchissima biblioteca, A. Oriani, che nelle parole a lei rivolte preannunziò la leggenda della regina Margherita. Ma della cultura ella si valse soprattutto per raccogliere intorno a sé gl'intelletti migliori, in quel tempo in cui il sentimento unitario monarchico non era troppo forte: il fascino del suo sorriso e il suo intuito finissimo portarono a molte conversioni politiche e seppero conciliare uomini dei partiti più avversi. Ne è un simbolo quel convegno del 1878 a Bologna, rocca del repubblicanismo, in cui G. Carducci, già fiero nemico dei re, a lei s'inchinò e in un'ode rimasta famosa cantò in lei lo spirito eterno della nazione. Questa fu la politica di M. di Savoia, che raramente intervenne negli affari del paese, se anche in tante sue aspirazioni precorse il fascismo, come nell'auspicato risanamento dell'Agro Romano e nella desiderata conciliazione fra Stato e Chiesa.

Fra le moltissime effigie della regina Margherita, si ricordino i ritratti di F. P. Michetti, R. Bompiani (1879), G. Favretto, G. De Sanctis (1888), F. Magliani (1889), F. von Lenbach, M. Aureli (1894), M. Gordigiani (1892), Corcos (1922), i busti di G. Monteverde (1877), O. Fantacchiotti (1868), G. Dadolini (1888), L. Guglielmi (1899), P. Canonica (1903) e la statua equestre di L. Gaugeri (1881).

Bibl.: Una bibl. completa sino al 1901, in O. Roux, La Iª regina d'Italia, Milano 1901, dove è pure una lista di scritti e poesie a lei dedicati. Tra questi si ricordino: G. Prati, Opere varie, Milano 1875; G. Carducci, Alla regina d'Italia, ode, Bologna 1878; id., Confess. e battaglie, Roma 1884; id., Eterno femminino regale, 1882; M. Serao, Come un fiore, Firenze 1900. Cfr.: F. Zampini Salazar, M. di Savoia. La sua vita e i suoi tempi, Roma 1912; U. Ojetti, La regina M., in Cose viste, Milano 1923; E. Morozzo della Rocca, M. di Savoia, regina d'Italia, Bologna 1926; G. Gallavresi e L. Broggi, M. di Savoia, Milano 1926; S. Lopez, Commem. di S.M. la regina M., 1° febbraio 1926; E. Lesca, M. di Savoia e la poesia, Firenze 1926; A. Grasselli Barni, La Iª regina d'Italia, Roma 1930; P. Vasili (J. Adam Lamber), La société de Rome, Parigi 1887; C. Hugo, Rome, Roma 1887; F. Gregorovius, Diari Romani (trad.), Milano 1895; Warren, The Queen of Italy, in The woman at home, gennaio 1895; J. von Kopf, Lebenserinn. eines Bildhauers, Stoccarda 1899; H. Gardner, The Queen and country of Italy, Londra 1900; V. J. Bordeux, M. of Savoia late Queenmother of Italy, Londra 1929.

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