Si tratta della modesta replica di un probabile originale perduto di van Orley, noto solo attraverso numerose derivazioni, una delle quali, anch’essa ora perduta, ma dalla quale proviene l’esemplare di Ambras (inv. 5615), secondo Schütz (1992, p. 361) si deve al Maestro della Leggenda della Maddalena.

Al dipinto appena nominato si accostano altre copie note, come quella dei Musées Royaux des Beaux Arts di Bruxelles (inv. 4059), a torto talora ritenuta autografa; quella del Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa (inv. 184), di qualità inferiore; quella dello Stedelijk Museum di Ieper; una ad Hampton Court (inv. 623) e altre in collezioni private o comparse sul mercato: vendita Kleinberg, Londra 1927 (n. 106) e vendita Arnat, Parigi, 3-4 luglio 1969 (n. 80) (Friedländer 1972, VIII, pp. 63 e 111, nn. 151 a-g). La nostra versione, che non è nota al Friedländer, fu pubblicata dalla Ghidiglia Quintavalle in occasione della mostra del 1968 (p. 69) con un’assegnazione all’area del Mostaert, ma l’inventario manoscritto della Galleria riporta l’attribuzione a van Orley, poi corretta in “copia da van Orley” da Pietrogiovanna (1985-86, pp. 13-15).

È Friedländer a notare che tutte queste varianti di un originale perduto si differenziano nel modo in cui le mani sono atteggiate. Nel nostro caso fra le mani della principessa compare un cagnolino, aggiunta che – secondo Pietrogiovanna (1985-86, p. 15) – corrisponde all’analoga soluzione di gusto italiano che si trova anche in un dipinto attribuito a van Orley battuto da Sotheby’s l’11 dicembre 1974.

Figlia di Massimiliano d’Asburgo, sorella di Filippo il Bello e zia di Carlo V, Margherita d’Austria fu amante delle lettere e delle arti. Educata alla corte di Francia come futura sposa del re Carlo VIII, fu da questi rifiutata e allontanata dalla Francia nel 1491. Più tardi, nel 1497, sposò l’erede al trono di Spagna Giovanni di Castiglia, che però morì lo stesso anno, e nel 1501 Filippo di Savoia, che morì nel 1504. In seguito a queste drammatiche sventure, la dama scelse come sua divisa il motto Fortune infortune fort une (Nanti 1989, pp. 186-187) e si fece frequentemente rappresentare, come in questo caso, in abito vedovile. Nel 1507 fu nominata dall’imperatore suo padre reggente dei Paesi Bassi, carica che mantenne fino al 1530, anno della sua morte. Stabilita la residenza a Mechelen, ne fece uno straordinario polo di attrazione per letterati e artisti. Mecenate e raccoglitrice instancabile di opere d’arte, la sua enorme collezione – secondo lo Schlosser (1974 [1908], pp. 52-53) – anticipa il carattere delle collezioni principesche del XVII secolo. La presenza di questa modesta copia nella collezione parmense può essere spiegata dal fatto che Margherita d’Austria precedette l’omonima Margherita di Parma nel ruolo di governatrice delle Fiandre.

Scheda di Caterina Limentani Virdis tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Cinquecento, Franco Maria Ricci, Milano, 1998.