Coltivare il mais in casa è facile e divertente. Non sai come fare? Niente paura, scopri le cose importanti da fare se sei alle prime armi.
Il mais dolce(Zea mays) è una pianta che difficilmente trova spazio negli orti familiari, è molto più semplice vederlo nelle coltivazioni intensive di pianura.
Questo ortaggio assicura rese elevate e un prodotto buonissimo, eppure gli hobbisti dal pollice verde non lo coltivano. Forse perché non sanno che questa pianta non ha esigenze particolari.
Conosciamo meglio il mais e vediamo di che cosa ha bisogno per essere coltivato nell’orto di famiglia.
Il mais dolce è una pianta che in meno di 4 mesi può regalarvi un raccolto abbondante, l’importante è assicurarle:
Quando si coltiva il mais, la rincalzatura è una pratica normale, un lavoro che consiste nello scavare tra le file ed apportare terra smossa alla base dei vegetali per migliorarne la stabilità.
La rincalzatura ha però altri effetti positivi: smuovendo il suolo attorno alle piante si eliminano le erbacce e al contempo si ha la possibilità creare delle canalette, fossati che tornano utili per irrigare i vegetali senza correre il rischio di bagnare la vegetazione.
Il mais viene considerato dai botanici una specie monoica perché ogni singola pianta di mais sviluppa fiori sia maschili che femminili.
Queste infiorescenze sono differenti rispetto a quel che si è soliti pensare:
Il mais dolce ha un ciclo colturale molto breve e in alcuni casi può dirsi concluso a soli 70 giorni dalla semina. Questo ortaggio va raccolto immaturo per evitare che i grani perdano sapore e consistenza, proprio come accade alle zucchine.
Si raccoglie nei mesi estivi, tra agosto e settembre: precisamente, il raccolto inizia 20 giorni dopo la formazione delle barbe sulle pannocchie.
Prima di impegnarvi in questo lavoro, controllate empiricamente la maturazione del mais: provate a tagliare un chicco con un’unghia affilata, se il seme non pone resistenza e dal suo interno fuoriesce un lattice, significa che le pannocchie hanno raggiunto il corretto grado di maturazione e vanno raccolte.
Il mais possiede tantissimi nomi comuni, per lo più di derivazione dialettale, che sono utilizzati in zone geografiche limitate. Il termine granturco ha però superato i confini regionali ed è di uso comune in tutta la Penisola. Ma perché mai definire il mais “grano turco”?
Esistono molte teorie, alcuni dicono che all’epoca fosse comune definire “turco” tutto ciò che proveniva dall’estero, ma l’ipotesi più accreditata racconta di come il mais, arrivato in Europa dopo la scoperta delle Americhe, avesse trovato il suo ambiente ideale nella penisola balcanica. Raggiunse l’Italia solo in un secondo momento e acquisì il nomignolo di “grano turco” perché era importato direttamente dai paesi dell’est Europa.