Made For a Woman e l'impegno per una moda etica e sostenibile - Donna Moderna
Eileen Akbaraly Made for A Woman

Eileen Akbaraly racconta Made For A Woman

Designer e imprenditrice, ha fondato Made For A Woman, primo marchio di fashion sostenibile al femminile del Madagascar, che in 5 anni ha dato lavoro, dignità e speranza a oltre 350 artigiane sull’isola africana. Ecco com’è arrivata fino a qui questa giovane forza della natura con un sogno nel cassetto: vestire Zendaya alla notte degli Oscar

Prima ha collaborato con organizzazioni umanitarie e studiato Fashion Business e Global Communications. Poi, nel 2019, l’italo-indo-malgascia Eileen Akbaraly ha fondato l’atelier Made For A Woman nel Paese in cui è cresciuta, l’isola africana del Madagascar. L’obiettivo? Ridefinire il panorama globale del lusso con accessori e capi creati grazie a un impegno etico e sostenibile. E tessere un futuro migliore per oltre 350 artigiane provenienti da situazioni difficili. Il risultato? Borse, cappelli e abiti pieni di gioia realizzati soprattutto con rafia naturale, nella cui lavorazione le donne malgasce sono insuperabili. Il modello di business di Made for A Woman e la bellezza delle creazioni hanno dato vita a collaborazioni deluxe con Chloé  e brand del Gruppo LVMH e ha portato importanti riconoscimenti. La sua storia? Ce la racconta la stessa Eileen, tosta, sognatrice, nata solo 30 anni fa ma che sta già cambiando il mondo, un intreccio alla volta.

Già da bambina Eileen creò un piccolo atelier per aiutare le donne senza lavoro

Come è arrivata fino a qui?

«A 8 anni conoscevo già il mio destino: mettere la mia creatività al servizio della popolazione del Madagascar, uno dei Paesi più poveri al mondo ma anche uno dei più ricchi di risorse e materie prime. Crescere qui non è stato facile: da piccola portavo di nascosto giocattoli, cibo e vestiti ai bambini di strada. Poi nel 2015, nel pieno di un colpo di Stato, ho creato un micro atelier dove, insieme a un piccolo gruppo di donne rimaste senza lavoro, ho iniziato a creare vestiti per bambini e anziani, gettando così le basi del modello di business di Made For A Woman».

In soli 5 anni ha trasformato un sogno in una realtà meticolosamente organizzata. Come ci è riuscita?

«Non è stato facile mettere in piedi una simile struttura in Madagascar, dove il supporto istituzionale, le risorse economiche e i diritti dei lavoratori sono spesso inesistenti. Ma ho sempre concepito Made For A Woman come un’impresa sociale attivamente coinvolta nel benessere e nella tutela degli artigiani e dell’ambiente. Per questo la maggior parte del fatturato viene reinvestito ogni anno per espandere e consolidare il nostro impatto sociale: in soli 4 anni siamo passati da 15 a 350 artigiani impiegati nel nostro atelier! Tutte le nostre azioni si basano su analisi minuziose dei bisogni reali loro e delle loro famiglie: fornire i giusti strumenti per migliorare la qualità della loro vita è imprescindibile per avere un impatto duraturo e concreto. È un progetto folle, ma ne vado orgogliosa».

le lavoratrici di  Made for A Woman
Un’artigiana al lavoro nell’atelier di Made for A Woman

Etica e sostenibilità sono due facce della stessa medaglia?

«Senza dubbio! I nostri principi etici, radicati nel rispetto dell’individuo e dell’ambiente, ci aiutano a prendere decisioni responsabili e sostenibili in ogni fase della catena di produzione, dai materiali alle tecniche produttive, dalla distribuzione al riciclo. Per esempio, la rafia avanzata non viene gettata, ma usata per creare i pezzi unici della linea Rainbow. Il tutto nel rispetto dei diritti umani e dei principi fissati dalle Nazioni Unite. Guardiamo al presente, ma pensiamo alle generazioni future».

In Made for A Woman viene lavorata la rafia naturale

M4W ha il supporto di una ventina di partner, realtà esperte ognuna in un campo diverso. Anche in questo risiede la sua forza?

«Sicuramente è così: da sola non sarei mai stata in grado di realizzare tutto ciò che avevo in mente. Ho iniziato quindi a sviluppare una rete di partnership con i ministeri locali, importanti organizzazioni internazionali ed enti locali: ciascuno apporta il proprio contributo per raggiungere obiettivi comuni. In questo modo siamo riusciti a creare un “ecosistema” che ci dà le risorse per affrontare qualsiasi ostacolo».

La rafia è una fibra grossolana che, nelle mani delle artigiane malgasce, diventa capolavoro. Cos’hanno di speciale le borse di Made for A Woman?

«La nostra rafia è naturale e arriva da un parco nazionale protetto, dove viene raccolta nel rispetto dell’ambiente e poi tinta con pigmenti certificati AZO-free, privi di metalli pesanti, o con piante tintorie naturali. Il risultato è un materiale resistente, morbido, flessibile e brillante, lavorato interamente a mano: il crochet, la tessitura e il ricamo fanno infatti parte del patrimonio culturale del Madagascar, una tradizione millenaria che permette alle nostre artigiane di trasformare ogni creazione in un’opera d’arte. Alcuni modelli richiedono fino a due settimane di lavoro».

Eileen Akbaraly Made for A Woman
Un cappello della collezione Made For A Woman Chloé, per l’estate 2024

Come le è venuta l’idea delle etichette dotate di un QR Code speciale? Pensa che comunicare alla clientela finale il “dietro le quinte” sia un plus importante?

«Le nostre etichette sono fatte con la tradizionale carta Antaimoro di fiori pressati. Ognuna include un codice QR che presenta un ritratto dell’artigiana che ha creato il prodotto. Made For A Woman non vuole solo vendere, ma costruire un ponte, una piattaforma online che colleghi in modo diretto il punto di partenza e quello d’arrivo della catena produttiva. Sul nostro sito madeforawoman.shop c’è una sezione dedicata proprio alle artigiane: inquadrando il QR Code sull’etichetta, ogni cliente può scoprire chi sono». 

Grazie a Made for A Woman molte donne ritrovano stabilità e serenità

La più bella storia che le è capitato di ascoltare in atelier?

«Sono tante le vicende struggenti e meravigliose che ogni giorno mi parlano di forza e resilienza. Come quella di Tojonirina, costretta a prostituirsi e a vivere per strada con il suo bambino. Concluso il percorso di reinserimento e assistenza sociale e psicologica fornito da Made For A Woman, ha ritrovato stabilità e serenità: grazie al suo lavoro può permettersi un alloggio per sé e per suo figlio, che frequenta l’asilo nel nostro atelier, e costruirsi un futuro migliore».

Siete partite da borse e cappelli, siete approdate alle passerelle con la collezione Faly. Qual è il prossimo step?

«Faly significa felicità: con questa collezione abbiamo lanciato un messaggio di speranza e leggerezza, per ricordare a tutti che la vera gioia deriva dal vivere in armonia con se stessi, con gli altri e con l’ambiente. I colori brillanti e le forme distintive delle nostre creazioni ci permettono di esprimere la nostra personalità, la nostra creatività e i nostri valori: non c’è felicità maggiore che essere noi stessi».

Un sogno nel cassetto?

«Vestire Zendaya per la notte degli Oscar…»

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