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Canis lupus


Non ApplicabileCarente di DatiMinor PreoccupazioneQuasi MinacciataVUIn PericoloIn Pericolo CriticoEstinta nella RegioneEstinta in Ambiente SelvaticoEstinta

Tassonomia

RegnoPhylumClasseOrdineFamiglia
ANIMALIACHORDATAMAMMALIACARNIVORACANIDAE

Nome scientificoCanis lupus
DescrittoreLinnaeus, 1758
Nome comuneLupo

Informazioni sulla valutazione

Categoria e criteri
della Lista Rossa
Vulnerabile (VU) D1
Anno di pubblicazione 2013
AutoriFrancesca Marucco, Luigi Boitani, Paolo Ciucci
RevisoriUZI, Atit
CompilatoriCarlo Rondinini, Alessia Battistoni, Valentina Peronace, Corrado Teofili
RazionaleValutata Vulnerabile (VU) perché la stima massima di popolazione in Italia è di 800 individui sul territorio nazionale, quindi il numero di individui maturi è necessariamente molto inferiore alla soglia di 1000 per la quale una specie è valutabile in questa categoria.

Areale Geografico

DistribuzioneIl Lupo è distribuito in tutta la catena Appenninica, dalla Calabria alla Liguria, e nella parte occidentale di quella Alpina, verso le Alpi centro-occidentali e in Svizzera, fino all'Austria e la Germania. Per scopi gestionali, il Lupo in Italia è diviso in due popolazioni: la più larga e la più antica occupa l'intera catena appenninica fino alle aree collinari della Toscana centrale e a nord del Lazio. Nell'area montana della Puglia centro- occidentale è presente un piccolo, ma importante, nucleo di questa popolazione. L'estensione di questa popolazione perde continuità (ma non connettività funzionale) tra il centro e il sud Italia nelle province di Avellino e Benevento che sono ad elevata densità abitativa e con attività di agricoltura intensiva. L'areale occupato da questa popolazione è stimato di circa 60.000 km2. Nel 1992 ha cominciato ad insediarsi nelle Alpi occidentali una nuova popolazione, originatasi dall'espansione della popolazione peninsulare, che si è fermamente consolidata occupando sia il versante italiano sia francese delle Alpi. L'area occupata sul versante italiano è di 5500 km2.

Popolazione

PopolazioneLa dimensione della popolazione peninsulare è stimata con una presenza (minima) di 600-800 individui (Ciucci e Boitani 2004, Apollonio et al. 2004, Ciucci & Boitani 2010, Caniglia et al. 2012) Per quanto riguarda le aree alpine italiane di presenza stabile, in Piemonte (zona Alpi) e nella zona transfrontaliera al confine con la Francia, gli ultimi dati confermano la presenza di 18 branchi (14 branchi nella zona piemontese e 4 nella zona a cavallo con la Francia). La stima più recente del numero di individui presenti in territorio alpino piemontese è pari a 70 lupi all'inizio inverno (fra i quali 5 lupi solitari) e 61 alla fine inverno (fra i quali 5 lupi solitari). La stima del numero di branchi è da considerarsi accurata, mentre la stima del numero di individui è da considerarsi una stima minima. Da numerosi studi si evince che le nuove stime di popolazione, determinate tramite modelli di cattura-ricattura non-invasive, stimano in media il 10-30% di animali in più rispetto ai metodi tradizionali (Marucco et al. 2010, 2012).
Tendenza della popolazioneIn aumento

Habitat ed Ecologia

Habitat ed EcologiaIl Lupo è una specie particolarmente adattabile, come risulta evidente dalla sua amplissima distribuzione geografica; frequenta quasi tutti gli habitat dell'emisfero settentrionale, con le uniche eccezioni dei deserti aridi e dei picchi montuosi più elevati. In Italia le zone montane densamente forestate rappresentano un ambiente di particolare importanza, soprattutto in relazione alla ridotta presenza umana in tale habitat. La presenza del lupo è stata riscontrata da 300 m s.l.m. in Toscana fino a oltre 2500 m s.l.m. sulle Alpi occidentali (P. Ciucci & L. Boitani in Boitani et al. 2003).
AmbienteTerrestre

Minacce

Principali minacceL'uccisione illegale rimane la principale causa di mortalità, in particolar modo a causa di esche avvelenate, e si sta diffondendo sempre di più in modo incontrollato, come documentato per il Piemonte (Marucco et al. 2009, 2010). In aumento anche l'ibridazione con i cani segnalata in molte aree dell'Appennino centrale e considerata come una minaccia molto importante (Ciucci 2008, Randi 2008). Le popolazioni alpine sono principalmente minacciate da mortalità accidentale dovuta ad investimenti stradali, uccisione illegale, che agiscono su popolazioni e branchi comunque di ridotte dimensioni. Più in generale la frammentazione amministrativa delle istituzioni locali e l'assenza di qualsiasi autorità nazionale sulla questione della gestione del lupo rappresentano due elementi importanti che interferiscono sulle possibilità di gestire attivamente la specie. Inoltre la debolezza di uno stretto e coordinato collegamento fra evidenze scientifiche, stakeholder e soggetti istituzionali interessati dalla presenza del lupo rappresenta un elemento di criticità che andrebbe affrontato nella maniera adeguata.

Misure di conservazione

Misure di conservazioneIl Italia la specie è legalmente protetta ed oggetto di ricerca dal 1971 (P. Ciucci & L. Boitani in Boitani et al. 2003). Il Lupo è elencato in appendice II, IV della direttiva Habitat (92/43/CEE), incluso nell'appendice II della CITES e nell'appendice II della Convenzione di Berna (1979) in base alla quale sono proibiti l'uccisione ed il commercio e la distruzione delle tane. La Convenzione di Berna ha anche approvato un Piano d'Azione per una strategia comune di conservazione della specie a livello europeo (Boitani 2000) ed è stato redatto un Piano d'Azione Nazionale (Genovesi 2002) che però non è mai stato attuato dal momento dell'approvazione, per carenza di fondi o di supporto politico. Rispetto al problema dell'ibridazione, è stato attuato il progetto LIFE -IBRIWOLF (2011-2014) per definire il problema e iniziare ad effettuare delle azioni per "rimuovere" gli ibridi in due aree della Toscana: questa minaccia potrebbe essere la chiave per la conservazione a medio-termine del lupo.

Un problema molto importante è legato alla predazione sulle specie domestiche. I danni sono molto seri soprattutto in alcune zone della Toscana (Ciucci & Boitani 1998b). Non esiste un database nazionale che tiene conto dei danni e delle operazioni di rimborso (Boitani 2010). Una stima generale potrebbe aggirarsi sull'ordine di 1,5-2 milioni di euro all'anno spesi per i soli indennizzi dovuti a fenomeni di predazione da parte di questa specie. Questo problema è (scarsamente) gestito in diversi modi dalle amministrazioni regionali, le cui azioni vanno da nessun intervento alla provvigione di fondi per metodi di prevenzione (cani da guardia, recinti elettrificati…), ad incentivi finanziari per la sottoscrizione di polizze assicurative contro la predazione da lupi. Sulle Alpi, i danni sembrano essere limitati grazie agli intensivi programmi di prevenzione attuati dalla Regione Piemonte: recinti elettrificati, cani da guardia e supporto veterinario ai pastori e gli allevatori. Il totale delle perdite dirette è stato di 68,000€ per il 2010 e circa 73,000€ per il 2011.

Bibliografia

Boitani, L. (2000), Action Plan for the conservation of wolves in Europe (Canis lupus). Nature and Environment SeriesConvention on the Conservation of European Wildlife and Natural Habitats, Council of Europe, Strasburgo

Boitani, L., Lovari, S. & Vigna Taglianti, A. (2003), Fauna d'Italia, Mammalia III: Carnivora - Artiodactyla Calderini, Bologna

Verardi, A., Lucchini, V. & Randi, E. (2006), Detecting introgressive hybridisation between free-ranging domestic dogs and wild wolves (Canis lupus) by admixture linkage disequilibrium analysis Molecular Ecology


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