I paesaggi familiari di Luigi Franciosini - Giornale dell'Architettura
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I paesaggi familiari di Luigi Franciosini

Presso la rinnovata Galleria del Progetto del Politecnico di Milano una mostra indaga poetica e approcci dell’architetto orvietano

 

MILANO. Temi ricorrenti si susseguono delineando una lettura critica del progetto di architettura, indagata attraverso il disegno a mano che ne interpreta i luoghi. 

L’esposizione “Luigi Franciosini. Paesaggi Familiari”, allestita presso lo spazio mostre della Scuola AUIC del Politecnico di Milano, dà avvio a un ciclo di mostre prodotte dalla Scuola e dal Dipartimento ABC dedicate ai protagonisti dell’architettura italiana contemporanea, che per affinità o differenze possano alimentare il dibattito disciplinare sul progetto di architettura. Un’ulteriore sfaccettatura che si affianca allo sguardo multidisciplinare delle mostre più recenti (“Arrigo Arrighetti, un eroe in incognito a Milano”).

 

Lo spazio mostre di Vittoriano Viganò

L’allestimento ha luogo all’interno della Galleria del Progetto, negli spazi già progettati da Vittoriano Viganò per le mostre della Facoltà di Architettura (1970-85) e rinnovati nel gennaio 2023 dai docenti del Politecnico Massimo Ferrari e Claudia Tinazzi con Annalucia D’Erchia per incarico della Scuola AUIC e del Rettorato. In stretta continuità con gli spazi semipubblici su via Ampère, si tratta di 700 mq distribuiti su due livelli che ampliano quelli immaginati da Viganò grazie alla connessione con l’ala precedentemente costruita su progetto di Gio Ponti. Attraverso azioni puntuali, il progetto, di cui è completata la prima fase, garantisce configurazioni flessibili: una struttura ortogonale di binari ridefinisce il sistema d’illuminazione e consente di sospendere elementi divisori o grafici; una gradonata posta in prossimità del salto di quota assicura luoghi di sosta per piccoli eventi o proiezioni; la parte al piano rialzato, dotata di pareti mobili, può accogliere all’occorrenza altre funzioni (conferenze, lezioni, inaugurazioni). 

 

Temi di affezione

La mostra, che occupa per la prima volta l’intero spazio espositivo, è dedicata all’attività progettuale, di ricerca e didattica maturata negli anni da Luigi Franciosini (Orvieto, 1957), professore ordinario di progettazione architettonica e urbana presso l’Università Roma Tre e architetto che ha ottenuto premi internazionali e nazionali (si pensi alle recenti scuole ad Ariano Irpino e a Reggio Emilia o alla valorizzazione delle Sette Sale sul Colle Oppio a Roma).

Tre suggestioni chiave si delineano attraverso testi, citazioni e fotografie dei luoghi d’origine (l’Etruria, con la sua archeologia e tracce antropiche), confermando l’esperienza fondativa e culturale del suo operare: la storia e la memoria dei luoghi, con la presenza dell’uomo; la tecnica e le forme dell’architettura, riassunta nella perifrasi “come la forma deve essere fatta”; la topografia, la forma del suolo e il legame con la terra, che sono cifre ricorrenti nelle atmosfere dei suoi spazi. 

 

Quattro sessioni in mostra

L’allestimento si contraddistingue a seconda dei materiali e progetti esposti, individuando specifiche “sessioni”. La prima (“Realtà e astrazione”) illustra una selezione di architetture costruite a partire dagli anni ’90 (dal progetto per il ponte pedonale e ciclabile a Orvieto fino alla valorizzazione dell’area archeologica di Tindari, a Messina). La narrazione accosta coppie di lavori, scelti per temi e scale dimensionali: i curatori hanno composto un vero e proprio “arcipelago di progetti” che riflette sulle articolazioni del lavoro di Franciosini. Indagati dal dettaglio alla visione d’insieme, s’incontrano tipi di spazi differenti (scuole, case, piazze, ponti, parchi, ecc.) in periferie e centri abitati (Orvieto, Sutri, Gallese, Roma, Milano, Mantova…). 

La seconda sessione (“Dialoghi romani”) si concentra sui progetti per la città di Roma (Mercati di Traiano, Fori Imperiali, Colle Oppio, Città della Scienza), luogo di continua ricerca; qui, disegni incorniciati al vivo concedono un’immersione in viste aeree e prospettive (riprendendo l’eredità della “scuola romana”), e i modelli offrono nuovi scenari possibili (tra cui spicca il grande plastico per l’Area Archeologica Centrale di Roma). 

La terza (“Archeologia e progetto”) si sofferma sull’esperienza di didattica, maturata in oltre vent’anni, tramite tesi di laurea, workshop, ricerche confluite in pubblicazioni. 

La sessione conclusiva espone una selezione dei taccuini di architettura in originale: quaderni a quadretti dove a volte il foglio non basta a contenere il disegno, che si spande in altri pezzi aggregati con nastro adesivo. La varietà degli strumenti (matite, penne biro, pastelli) e delle tecniche di rappresentazione (lo schizzo ideativo, il dettaglio in sezione, la prospettiva, l’assonometria), testimonia l’importanza del disegno come metodo d’indagine, essenziale per il mestiere dell’architetto. 

Due video-interviste realizzate ad hoc, nel suo studio e per le strade di Roma, fanno emergere in Franciosini l’attitudine al racconto dell’architettura e alla critica del progetto, mossa dalla curiosità di comprendere i contesti e affinare l’indagine tecnica e costruttiva, che la mostra – assieme al ricco apparato di disegni, modelli e taccuini – riesce a trasmettere con estrema attenzione. 

Un palinsesto di eventi alimenterà il dibattito durante tutta la durata della rassegna. 

 

Immagini copertina © Scuola AIUC, Politecnico di Milano

 

Per aproffondire: LUIGI FRANCIOSINI. PAESAGGI FAMILIARI 

10 aprile – 27 maggio 2024

Politecnico di Milano, spazio mostre, via Ampère 2, Milano

A cura di Massimo Ferrari, Claudia Tinazzi, Annalucia D’Erchia, Cristina Casadei con Francesca Belloni, Tommaso Brighenti, Luca Cardani, Elvio Manganaro, Claudia Sansò, Valerio Tolve; video di Roberto Dassoni.

Autore

  • Laura Pujia

    (Lamezia Terme 1982), architetto, Ph.D. e Doctor Europaeus in Architettura (Iuav, Venezia), è ricercatrice in composizione architettonica e urbana (Università di Sassari). Si è specializzata a Roma Tre laureandosi con lode. Tra i suoi temi di ricerca: il progetto di architettura per il patrimonio e il paesaggio culturale, i luoghi dell’archeologia e della memoria, gli spazi museali, l’architettura pubblica e i maestri moderni, le forme della città contemporanea, le culture dell’abitare, i luoghi di apprendimento. Membro di gruppi di ricerca internazionali, svolge attività progettuale ricevendo premi e menzioni, e quella editoriale per riviste e collane. Tra le sue pubblicazioni: Giuseppe Samonà. La casa popolare come organismo moderno (CLEAN, 2022); Luigi Franciosini. Progetti e contesti per l’architettura degli spazi di apprendimento (ListLab, 2023).

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Last modified: 26 Aprile 2024