Ludovico Sforza detto il Moro: ascesa e caduta di un principe del Rinascimento | Studenti.it

Ludovico Sforza detto il Moro: ascesa e caduta di un principe del Rinascimento

Ludovico Maria Sforza detto il Moro: biografia e pensiero del principe a capo del Ducato di Milano dal 1480 al 1494. La sua corte fu una delle più splendide del Rinascimento europeo
Ludovico Sforza detto il Moro: ascesa e caduta di un principe del Rinascimento

1Il contesto storico

1.1Le Signorie e il Rinascimento

Ritratto di Ludovico Maria Sforza, detto Ludovico il Moro (1452-1508), Duca di Milano
Fonte: getty-images

L’Italia visse un periodo di fondamentale importanza tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo: mentre la cultura rinascimentale fioriva dando i suoi più maturi frutti, la penisola, diversamente dal resto d’Europa, rimaneva divisa in tante distinte entità politiche.     

Nell’Italia centro-settentrionale già da tempo si erano imposte le Signorie - come i Medici a Firenze, gli Este a Ravenna, i Gonzaga a Mantova - che alla fine del ‘400 avevano ormai raggiunto il massimo splendore rendendo le proprie corti centri all’avanguardia dell’arte e della cultura, grazie anche alla loro competizione, non soltanto culturale, e alla loro lunga tradizione di autonomia politica.     

1.2Gli Sforza a Milano

A Milano, successivamente ai Visconti, alla metà del ‘400 si impose la famiglia Sforza, che raggiunse l’apice del governo cittadino come duchi del capoluogo lombardo; tra loro troviamo Ludovico Maria Sforza, detto “Il Moro”. È forse il personaggio più conosciuto, e si può affermare che il motivo di questa sua fama sia duplice: da un lato sotto il suo governo Milano raggiunse l’apogeo sul piano economico, politico e culturale, dall’altro, con le sue scelte politiche, talvolta spregiudicate, “il Morocontribuì alla fine di quell’età dell’oro, coinvolgendo le potenze straniere nelle vicende della penisola e dando avvio al turbolento periodo delle “Guerre d’Italia”, che sancì la fine delle cosiddette “libertà italiane”.   

2La gioventù e l’ascesa al potere

2.1La nascita di Ludovico Sforza

Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti
Fonte: ansa

Ludovico Maria Sforza nasce nell’estate del 1452, come quinto figlio frutto dell’unione tra Francesco Sforza, primo duca della dinastia, e Bianca Maria Visconti; riguardo l’esatta data di nascita, come anche sul luogo, esistono ad oggi delle incertezze che non permettono di contestualizzare con esattezza i suoi natali. L’ipotesi più probabile è che il parto avvenne il 24 luglio dello stesso anno nel castello di Vigevano, ad appena 36 chilometri da Milano, centro del potere degli Sforza. 

2.2Le origini del soprannome

Le fonti dell’epoca lo descrivono come fisicamente robusto, di statura superiore alla media, e dai tratti somatici tendenti allo scuro visti i capelli corvini, gli occhi neri e la carnagione marcatamente olivastra. E’ probabile che da questa conformazione fisica sia derivato il soprannome che lo renderà celebre come “il Moro”; altre ipotesi vogliono che il nomignolo derivi dalla coltivazione del gelso, che durante il suo governo lo stesso Ludovico si impegnerà a diffondere nelle campagne milanesi.

2.3L’educazione

In tutti i casi, come figlio quintogenito per il giovane Ludovico le possibilità di giungere al ruolo di Duca sono per il momento precluse. Nonostante questo, per volontà dei genitori riceverà un’educazione completa venendo istruito alle lettere classiche e alle arti, come anche alla scherma, all’equitazione e al tiro con l’arco, grazie all’opera di alcuni celebri precettori dell’epoca, dimostrando fin dalla più tenera età una pronta intelligenza e una sensibilità vivace.

2.4La morte del padre

Ritratto di Francesco Sforza (1401-1466)
Fonte: getty-images

Nel 1466 il padre Francesco Sforza muore, e il governo della signoria passa al figlio maggiore Galeazzo Maria; durante i successivi dieci anni di governo del fratello Ludovico rimarrà al servizio della sua dinastia in veste di signore locale e di diplomatico.

Nel dicembre 1476 Galeazzo Maria viene però assassinato da una congiura di nobili milanesi, contrari alla politica dispotica del duca: a succedergli è il figlio di appena 7 anni Gian Galeazzo, ma nei fatti il potere reale finisce nelle mani di Cicco Simonetta, uno scaltro consigliere diplomatico, nelle vesti di reggente del piccolo duca.

2.5L’ascesa al potere

Il “Moro” intuisce che si è aperta un’opportunità per impadronirsi del potere: tenta prima di sbarazzarsi con una congiura del consigliere; fallito il tentativo e dichiarato nemico di Milano viene costretto all’esilio

Passano appena tre anni e nel 1479 Ludovico riesce, grazie anche alle sue alleanze politiche, a ritornare in città, acclamato dalla folla e forte di ottomila uomini armati, costringendo ad un accordo Cicco Simonetta. Il suo avversario verrà di lì a poco condannato a morte, nell’ottobre del 1480, grazie ad un processo istituito con grande abilità dallo stesso Ludovico. 

L’ambizione del Moro è testimoniato da un altro episodio: quando la nobiltà milanese inizia a manifestare insofferenza per la nuova situazione e a guardare con interesse al fratello di Ludovico Ascanio Sforza, questo non perderà tempo nel farlo arrestare. Nei fatti, dal 1480, il “Moro”, ad appena 28 anni, diventa padrone di Milano: nell’attesa che il piccolo Gian Galeazzo raggiunga l’età per il governo, con astuzia e abilità, Ludovico si impadronisce del potere che reggerà, per conto del nipote, fino al 1494.

3L’apogeo del Ducato di Milano

Negli anni della reggenza di Milano il governo di Ludovico il Moro si caratterizza fin da subito per la grande abilità politica e per il grande impulso dato alle arti rinascimentali. La corte di Ludovico, nel momento di massimo splendore del Rinascimento, è infatti il luogo dove si radunano molti artisti e letterati del tempo che contribuiranno con il loro operato al lustro della città meneghina, che al centro di un notevole tessuto produttivo ed economico in quel periodo può contare su una popolazione di oltre centomila abitanti, una delle maggiori in Europa.  

La più grande personalità che si legherà al governo del “Moro” è certamente Leonardo da Vinci: nella primavera-estate del 1482 Leonardo giunge in città, probabilmente grazie all’indicazione di Lorenzo de’ Medici, per allacciare i contatti con Ludovico Sforza, promettendogli in quell’occasione di contribuire con il suo straordinario ingegno alle campagne militari, alle opere ingegneristiche e alle realizzazioni artistiche che Ludovico, per conto della città, vorrà commissionargli.   

Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci
Fonte: ansa

Nel 1483 Leonardo riceve il primo incarico da Ludovico Sforza, realizzando laVergine delle Rocce”, un dipinto ad olio inizialmente pensato per far parte di un trittico, terminato da Leonardo nel 1486. Il capolavoro, attualmente esposto al Louvre, è solo il primo dei numerosi lavori di Leonardo a Milano, che contribuirà alle decorazioni del castello sforzesco nel 1488 prima di cimentarsi in un’opera che non vedrà mai compimento: la realizzazione di un maestoso cavallo di bronzo in onore del padre di Ludovico Francesco Sforza, interrotta solamente a causa dell’inizio delle Guerre d’Italia.

L'ultima cena di Leonardo da Vinci
Fonte: ansa

Nel 1494 Leonardo riceverà una nuova e importante commissione da Ludovico: nelle idee del Moro il complesso milanese di Santa Maria delle Grazie deve diventare il luogo dove celebrare la grandezza degli Sforza, e Leonardo riceve l’incarico di realizzare un dipinto a muro, con la tecnica dell’affresco, su uno dei lati minori del convento. E’ così che prende forma L’ultima cena(o “Cenacolo”) ancora oggi considerato il maggior capolavoro di Leonardo e il simbolo per eccellenza del Rinascimento italiano

Non è il solo Leonardo a contribuire alla fama di Milano e degli Sforza negli anni della reggenza di Ludovico: grazie al mecenatismo del Moro l’architettura riceverà un notevole impulso con la fine dei lavori della Certosa di Pavia e l’avanzamento di quelli nel Duomo; gli studi letterari matureranno con la presenza di numerosi umanisti e con il potenziamento delle strutture universitarie padovane, mentre in tutto il territorio lombardo numerose opere di ingegneria civile e militare verranno realizzate per sostenere l’economia e le guerre del ducato sforzesco.

4L’inizio delle “Guerre d’Italia” e la caduta di Ludovico il Moro

Certamente gli anni alla guida della signoria milanese furono per Ludovico anni di grande lustro per la sua personalità e per la sua corte, ma anche un periodo estremamente convulso sul piano politico, che vide il “Moro” riuscire a uscire indenne da numerosi conflitti militari e da altrettante congiure volte a spodestarlo. Sebbene Ludovico Sforza detenesse il potere nei fatti, l’ambigua situazione con il quale governava per conto del nipote Gian Galeazzo, nel frattempo divenuto adulto, lasciava inoltre un certo margine di incertezza sulle possibili evoluzioni del loro rapporto.

Beatrice d'Este in un dipinto di Leonardo da Vinci, 1485
Fonte: getty-images

Tra il 1490 e il 1491 si celebrarono due importanti matrimoni: il 17 gennaio 1491 Ludovico il Moro sposò Beatrice d’Este a Pavia, mentre poche settimane prima, nel dicembre del 1490, il nipote Gian Galeazzo aveva sancito la sua unione con Isabella d’Aragona a Napoli. Nei fatti, con quest’ultimo matrimonio, si era creata una autentica diarchia tra due differenti corti, quella di Ludovico a Milano e quella di Galeazzo e Isabella a Pavia. Sebbene il nipote di Ludovico non manifestasse alcuna volontà di reclamare il potere, la consorte Isabella era invece sempre più insofferente rispetto allo strapotere del Moro e ad una reggenza che sembrava non avere più fine. 

Nel 1493 Isabella d’Aragona si rivolse, attraverso una lettera, al padre Alfonso II denunciando la situazione: divenuto re di Napoli Alfonso II si decise, l’anno seguente, a muovere guerra al Moro, radunando attorno alla sua casata, legata dinasticamente alla Spagna, importanti alleati come Firenze e il Papato, desiderosi di porre un freno alle ambizioni politiche di Ludovico, che per la prima volta vedeva profilarsi all’orizzonte il serio rischio di una sua fine politica.

Vistosi accerchiato, Ludovico ricorse ad una mossa disperata cercando un’alleanza con il potente re di Francia Carlo VIII, a sua volta desideroso di impossessarsi del Regno di Napoli. Con questa scelta Ludovico apriva per la prima volta ad una potenza straniera le porte della penisola, dando inizio al convulso periodo che sarebbe divenuto noto con l’appellativo di “Guerre d’Italia”; la discesa in Italia di Carlo VIII scompaginò le alleanze politiche del tempo, dando inizio ad una fase di grande incertezza e instabilità politica.  

Mentre Carlo VIII procedeva alla sua discesa, il nipote di Ludovico Gian Galeazzo moriva in circostanze sospette nell’estate del 1494. Il giorno seguente, Ludovico il Moro assumeva ufficialmente il titolo di duca. Ben presto Ludovico si rese però conto che il potente alleato, che aveva nel frattempo conquistato Napoli, era divenuto molto più ingombrante del previsto, e timoroso delle ingerenze nel suo governo rovesciò le alleanze nel giro di pochi mesi, riuscendo a ricacciare i francesi a seguito della battaglia di Fornovo nel luglio del 1495 grazie anche all’aiuto di Venezia.

Ritratto di Carlo VIII re di Francia, opera scultorea di scuola fioretina
Fonte: ansa

Ludovico interpretò la ritirata di Carlo VIII come il trionfo della sua abilità politica sopra i propri nemici, mentre in realtà era solo l’inizio della fine: il re francese morirà nel 1498, ma il suo successore, Luigi XII, non dimenticherà il tradimento subito, organizzando una nuova spedizione in Italia nel 1499 con l’obiettivo di prendere il controllo sia di Napoli che di Milano. Questa volta l’abilità politica del Moro nulla potè contro la forza d’urto francese: nel settembre del 1499 la città verrà catturata, e nonostante un tentativo di riconquista, il Moro verrà definitivamente sconfitto nell’aprile del 1500.

Catturato e portato in Francia, Ludovico vivrà gli ultimi anni della sua vita da prigioniero, meditando sulle sue scelte politiche fino alla morte avvenuta il 27 maggio del 1508, all’età di cinquantasette anni. I suoi due figli naturali, Massimiliano e Francesco II, riusciranno a riportare Milano sotto il dominio degli Sforza, ma solo per un breve periodo; dopo di loro la città perderà la sua indipendenza politica, rimanendo per quasi 4 secoli sotto il dominio straniero.

5Guarda il video sulle Signorie italiane nel Quattrocento

    Domande & Risposte
  • Chi fu il primo Duca di Milano?

    Gian Galeazzo Visconti.

  • Come nasce il Ducato di Milano?

    Il Ducato di Milano nasce nel 1395, quando Gian Galeazzo Visconti ottenne il titolo di duca di Milano.

  • Quali sono le opere che Ludovico il Moro fece realizzare a Leonardo da Vinci?

    La Vergine delle Rocce, L’ultima cena, l’incompiuto Cavallo di bronzo in onore del padre Francesco Sforza.