Lucy, la recensione del film di Luc Besson con Scarlett Johansson

Lucy, la recensione del film di Luc Besson con Scarlett Johansson

Lucy, di Luc Besson, fu uno straordinario successo al botteghino nel 2014 (anche grazie alla splendida Scarlett Johansson). Action, fantascienza e un pizzico di drama criminale alla coreana. Ma com’è invecchiato Lucy a distanza di quasi dieci anni? Ecco la nostra recensione!
Lucy, la recensione del film di Luc Besson con Scarlett Johansson

Dal 22 luglio 2023, su Infinity+ è disponibile Lucy, di Luc Besson, con Scarlett Johansson. Rilasciato nel 2014, questo action dai contorni fantascientifici fu uno straordinario successo al botteghino. Incassò quasi dieci volte il suo budget di produzione, diventando il secondo maggiore incasso francese di sempre e il maggiore incasso della storia per un film non americano, titolo precedentemente detenuto da Les Misérables (2012). A distanza di quasi dieci anni, cosa resta di Lucy? Supera la prova del tempo? Scopriamolo.

Una sensazione di déjà vu

Trailer di Lucy

Iniziamo col dare a Cesare quel che è di Cesare. A inizio film, Morgan Freeman, vestito da scienziato, ci parla della famosa teoria secondo cui l’uomo utilizzerebbe soltanto il 10% del proprio cervello. A qualcuno potrebbe sovvenire il ricordo di un’altra pellicola. Parliamo di Limitless, del 2011, con Bradley Cooper. Come in Lucy, anche in Limitless Bradley Cooper, grazie ad una sostanza chimica, riesce a massimizzare le sue capacità cognitive oltre quel famoso 10%. Quindi Lucy ha copiato Limitless? Non proprio. Entrambi i film si rifanno al mito dello sfruttamento del 10% del cervello umano, che è, per l’appunto, solo un mito. Mentre Limitless porta avanti discorso di dipendenze e una leggera seppur divertita critica sociale, Lucy punta tutto sulla fanta-neuroscienza, dalla deriva quasi supereroistica.

Altro che Marvel, altro che Wonder Woman. Secondo confronti effettuati con personaggi del calibro del Professor X, Il Dottore, Scarlet Witch e Tetsuo (Akira), Lucy potrebbe essere il personaggio più potente mai creato, capace di trasformare la materia, controllare le menti e avere accesso ad ogni informazione nell’universo. Dire che Lucy è una sorta di John Wick al femminile sarebbe riduttivo. Non è la possibilità di essere sconfitta da nemici umani che minaccia Lucy, la tensione narrativa risiede in un altro elemento. È una lotta contro il tempo, non vi diciamo altro.

Quando il troppo stroppia

Scarlett Johansson e Morgan Freeman nel film
Scarlett Johansson e Morgan Freeman nel film

Se Lucy volesse soltanto essere un film in cui la Johansson acquisisce dei poteri e fa strage di chiunque le si pari davanti, avremmo poco da eccepire. Ma Lucy è molto di più: può modificare il suo corpo, controllare gli elettrodomestici e non prova dolore. Lucy può essere tutto quello che vuole e può fare qualunque cosa: il film, purtroppo, non riesce a starle dietro. Quando hai un personaggio che lentamente si evolve da essere umano a divinità, l’aspetto psicologico non può essere relegato un paio di monologhi tra un cazzotto e l’altro. Soprattutto perché la componente action non si mostra particolarmente elaborata (completa di banchetto del mercato vittima sacrificale di un inseguimento automobilistico).

Sembra di vedere due film condensati in uno solo. Da un lato, la bellissima e bravissima Scarlett Johansson che picchia come se ancora indossasse la tuta da Vedova Nera, dall’altro un dramma esistenziale su cosa significa essere umani, una sorta di Ghost in the Shell (in cui, per splendida ironia, la Johansson reciterà da protagonista nel 2017). L’action soffoca il dramma esistenziale, che rimane una sorta di fantasma sullo sfondo. Ogni tanto Besson tenta di riacchiapparlo, ma non trova mai il tempo di indagare a fondo quel tema narrativo che lui stesso ha introdotto. Lucy vuole essere troppe cose, resta da capire se riesca nell’impresa o finisca per raccontarne solo il 10%.

Scarlett è sempre Scarlett

Scarlett Johansson come Lucy
Scarlett Johansson come Lucy

Il successo ottenuto da Lucy è senza dubbio straordinario e la presenza di una protagonista femminile, scelta non particolarmente diffusa nell’action, ha avuto il suo ruolo nella popolarità del film. E allora parliamo di lei, del vero cuore di Lucy: Scarlett Johansson. È bella, brava e onnipotente, e, per fortuna dell’umanità, è votata al bene, o avrebbe sterminato l’umanità dopo i primi quarantacinque minuti di film (avessero mandato lei a combattere Thanos, ci saremmo risparmiati Endgame). Scarlett rende Lucy magnetica. Riprendendo il dare a Cesare quel che è di Cesare, diamo a Scarlett il merito di aver contribuito, con la sua performance, a farci provare empatia per una donna che sembra perdere la sua umanità con l’acquisto progressivo di capacità cognitive.

Come ricordato nel film, Lucy è anche il nome “della prima donna, l’australopiteco che tutti abbiamo studiato scuola. Lucy l’ominide è distante anni luce da un uomo, eppure contiene in sé un bagliore di umanità. La Lucy del film si è ormai evoluta in una creatura onnisciente e onnipotente, ma conserva gelosamente il briciolo di umanità rimastole. Quale delle due creature possa essere considerata più umana è una domanda a cui dovrà rispondere lo spettatore.

E voi avete già visto Lucy? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti

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