“Abbiamo definito le modalità di intervento per la Torre Garisenda” che verrà messa in sicurezza grazie “ai tralicci utilizzati per la Torre di Pisa”, ha spiegato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d’Accursio, a proposito dei lavori di ristrutturazione di una delle due torri simbolo del capoluogo emiliano. I tralicci utilizzati in precedenza per la Torre di Pisa, opportunamente modificati, consentiranno di accorciare i tempi della fase di messa in sicurezza e i costi dell’intervento.

Il gruppo di esperti nominati dal Comune (i professori Nunziante Squeglia, Stefano Podestà, Massimo Majowiecki e l’architetto Francisco Giordano) – d’accordo con l’ingegner Gilberto Dallavalle, il progettista incaricato dei primi interventi di messa in sicurezza, il responsabile unico del progetto e i suoi collaboratori – ha avanzato questa soluzione dopo un attento vaglio tra diverse ipotesi di intervento.

Il nuovo gruppo di lavoro ha esaminato e approfondito i diversi studi a disposizione, tra cui l’insieme di documenti, relazioni e prove commissionate dal comitato precedente, di cui è stata fatta ampia rilettura. Gli scenari ipotizzati dal precedente Comitato Tecnico prevedono che, a seguito della crisi della sezione muraria nella parte basamentale, si attivi un meccanismo di rototraslazione rispetto a diverse direzioni. Tale aspetto evidenzia come, fatto salvo l’incremento della resistenza della parte basamentale della muratura, sia necessario cautelarsi rispetto ad un meccanismo di rotazione della torre. Per questa ragione si è previsto di realizzare due torri di contrasto e mettere così in sicurezza la Garisenda.

“L’obiettivo – ha detto Lepore – è fare presto, fare bene e mettere in sicurezza la Torre Garisenda entro il 2024. Grazie ai tralicci potremmo installare all’interno della cerchia dei container rossi le due strutture che tireranno la Garisenda per evitarne un eventuale crollo. Questo consentirà di mettere in sicurezza la torre e riportare l’area nella zona verde che vuol dire sicurezza per tutti e anche una possibile riapertura al pubblico della Torre Asinelli”.

Il lavoro di consolidamento e restauro vero e proprio, che va ancora progettato, entrerà nel vivo nel 2025 e nel 2026. Intorno alle Due Torri rimarranno i container rossi, che sono stati posizionati negli ultimi mesi per garantirne la sicurezza. “Le strutture che hanno salvato la Torre di Pisa – ha detto Lepore – ci aiuteranno anche a salvare la Torre di Bologna. Per completare i lavori saranno sufficienti i 19 milioni di euro che abbiamo già raccolto, che serviranno per questi interventi e per tante altre cose”.

Articolo Precedente

Viaggio a Caivano, tra sprazzi di legalità e proteste per gli sfratti di famiglie in difficoltà: “Non è questo il metodo per colpire la camorra”

next
Articolo Successivo

Offre una torta all’hashish alla fine del turno di lavoro, 4 colleghi finiscono in ospedale: “Forse ho esagerato con lo stupefacente”

next