Tumore al seno, tante donne finite in miseria per la malattia: le loro storie raccolte da Andos | Corriere.it

Tumore al seno, tante donne finite in miseria per la malattia: le loro storie raccolte da Andos

diFrancesco Di Frischia

Sono centinaia a Roma le pazienti che devono combattere anche contro la «tossicità finanziaria» legata alla perdita o alla riduzione del lavoro determinata dal carcinoma: lo racconta l'Associazione Andos

Una affermata professionista della comunicazione di 38 anni, madre single che vive a Testaccio, non può lavorare durante la malattia e il suo reddito mensile crolla vertiginosamente: esauriti i risparmi, si trova in serie difficoltà finanziarie per sé e per i figli. Una impiegata part time di 40 anni di Tor Bella Monaca finisce per non avere neanche i soldi per prendere un taxi per andarsi a curare. Va anche peggio a una colf di 53 anni che lavora in nero: viene licenziata per le frequenti assenze e da 600 euro al mese non guadagna più nulla da un giorno all'altro. Per non parlare dell’addetta a un call center di 43 anni, con contratto precario, che perde il lavoro ed è costretta a tornare a vivere dai suoi genitori pensionati a Boccea. Sono centinaia le donne a Roma con il cancro al seno finite sul lastrico per gli effetti devastanti non solo sulla salute, ma anche sulle loro condizioni economiche e sociali causate dalla malattia. L’allarme socio-sanitario lo lancia Franca delle Fratte, coordinatrice clinica del «Percorso oncologico senologico» della Asl Roma 2 (ospedali Pertini e Sant' Eugenio) a margine di un incontro organizzato dall’Associazione nazionale donne operate al seno (Andos), di cui lei è una volontaria. 

I problemi economici riducono le probabilità di guarigione

«La malattia non sospende la realtà e anzi, dove c'è disagio, la esaspera – sottolinea la ginecologa-oncologa -. Tutti gli studi concordano che la tossicità finanziaria aumenta la percentuale di insuccesso delle cure, ovvero il peggioramento della situazione economica riduce le probabilità di guarigione, mentre la solidità finanziaria è un valore aggiunto per lo sviluppo delle capacità e competenze personali che concorrono ai migliori esiti». Tornando alla difficile situazione nella quale vivono centinaia di donne a Roma, Delle Fratte spiega: «Sul nostro territorio il problema è ancor più grave quando va a incidere su categorie sociali e aree periferiche, dove già è evidente il disagio sociale. Si tratta delle ricadute economiche che conseguono per la paziente alla diagnosi della malattia per le ripercussioni sulla vita sociale, familiare e lavorativa che si traducono in un aggravio di spese». In questo scenario «l’aspetto più drammatico è l’impossibilità di produrre reddito per la perdita di lavoro, il precariato o i salari non adeguati – spiega l’esperta -. Anche spese apparentemente non rilevanti, come i costi da sostenere per gli spostamenti per le visite o per dispositivi post-operatori come reggiseni e parrucche dopo la chemioterpia, possono rivelarsi devastanti». A dare una mano alle pazienti, però, ci sono «le Breast Unit» (centri senologici, ndr) che «rilevano queste criticità nel loro lavoro quotidiano e aprono la strada all’intervento delle associazioni come l’Andos per far fronte a queste emergenze – aggiunge Delle Fratte -. La buona sanità non significa mettere solo farmaci a disposizione dei medici e dei pazienti. Significa prendersi cura del soggetto a 360 gradi. Su questo aspetto il sistema pubblico deve migliorare per soddisfare i bisogni dei malati».

I numeri del disagio in Italia

Secondo l’associazione ogni anno in Italia ci sono circa 14mila donne (il 26% dei 55.700 nuovi casi di carcinoma mammario) colpite dalla problemi economici legati al tumore al seno. E non vanno dimenticate, ricorda l’Associazione italiana oncologia medica (Aiom), le 834mila donne che vivono dopo la diagnosi di carcinoma mammario. Le spese di tasca propria che le donne devono sostenere (quando se lo possono permettere) variano dai 2mila ai 40mila euro l'anno a seconda degli studi in materia: di queste spese, quelle non rimborsate dal Servizio sanitario nazionale sono circa il 20% (esami diagnostici e viste specialistiche fatte nei centri privati per aggirare le liste d’attesa, acquisto di integratori, oltre alla consulenza con psicologi e nutrizionisti). Inoltre il carico economico del cancro (tutti i tipi di neoplasia) in Italia è stato calcolato dal sito “Canceratlas.org”: 18,5 miliardi ogni 12 mesi. Inoltre nelle persone che vivono lo stress economico da malattia oncologica il rischio di morte aumenta del 20%. 

Il questionario per le malate

Per avere un quadro della situazione più definito l’Andos ha promosso un questionario realizzato con Crea Sanità (Centro per la ricerca economica applicata in sanità, ndr) che sarà somministrato alle donne operate al seno su tutto il territorio nazionale. Il professor Federico Spandonaro, economista e presidente del comitato scientifico di Crea sanità sostiene che l’obiettivo dell’iniziativa è «misurare, attraverso la rete territoriale dell’Associazione l’incidenza del fenomeno di impoverimento causato dalla malattia su questo specifico target». La presidente dell’Andos, Flori Degrassi, precisa: «Molto si è fatto per migliorare la diagnosi e la terapia, però oggi nel Lazio e in molte altre regioni si cominciano a riscontrare problemi legati alla difficoltà di ottenere appuntamenti diagnostici anche durante il follow-up legati alla mancanza di presa in carico delle donne e alle difficoltà di essere trattate chirurgicamente e terapeuticamente nei tempi prescritti. E con l’abbassarsi dell’età media delle donne con diagnosi di tumore della mammella stanno aumentando velocemente i problemi economici». «Le differenze economiche tra uomini e donne non si fermano alla retribuzione e alla carriera, ma emergono anche di fronte ad una diagnosi di cancro - sottolinea Simona Saraceno, presidente del Comitato Andos di Roma - e le differenze di reddito aumentano la sofferenza economica se è la donna ad ammalarsi. Essere donna infatti è un fattore di rischio primario per la tossicità finanziaria: un recente studio di Jama Network Open ha calcolato la presenza di difficoltà economiche nel 35,3% delle donne con cancro al seno dei paesi ad alto reddito e nel 78,8% di quelli a medio reddito».
Preoccupazioni condivise da Johann Rossi Mason, direttrice dell’Osservatorio per la riduzione del rischio in medicina (Mohre): «I problemi economici rientrano tra i determinanti sociali di salute. Le condizioni e i contesti di vita hanno un peso sia sul rischio di ammalarsi che sulla possibilità di sopravvivenza. Basti pensare che uno studio appena pubblicato su Journal of Public Health ha evidenziato che circa il 25% dei decessi per cancro interessa persone con basso livello di istruzione».  

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28 marzo 2024 ( modifica il 28 marzo 2024 | 15:12)