Aretha Franklin - I Never Loved A Man The Way I Love You :: Le Pietre Miliari di OndaRock

Aretha Franklin

I Never Loved A Man The Way I Love You

1967 (Atlantic)
soul

Aretha ne ha fin sopra i capelli. Ventiquattro anni compiuti, ma son tutti ancora a dirle cosa fare. Prima il padre Clarence Franklin, noto prete della chiesa battista, adesso il marito Ted White, che la porta a giro a mo' di pacco postale. Ma c'è stato anche il team della Columbia, che non ha saputo valorizzarla presso il grande pubblico lungo nove album di studio, mentre adesso, il management dell'Atlantic, col quale ha firmato il nuovo contratto, elargisce obblighi e promesse, ma le causa anche una bella scazzottata in Alabama. Che deve fare una ragazza? La risposta è sempre nella musica: una canzone di Otis Redding, rigirata come un calzino con l'aiuto delle sorelle Emma e Carolyn ai cori, e i membri della Muscle Shoals Rhythm Section a pestare sui pedali, un inno all'indipendenza tanto caparbio e ruggente quanto diretto e preso alla lettera - ci fa persino lo spelling:

R E S P E C T
Come a dire: datevi una calmata e lasciatemi respirare. Inizia proprio così "I Never Loved A Man The Way I Love You", con una delle canzoni-simbolo di Aretha Franklin: "Respect", un classico senza tempo che le regala anche il suo primo n. 1 in classifica. Lo stesso Otis rimane impressionato dalla versione di questa giovane ragazza così inusitatamente matura e perspicace; eccola seduta al pianoforte a condurre la band con l'orecchio preciso d'un Duke Ellington, salvo poi sfoderare una strabordante voce carica dell'intera esperienza afroamericana, dai pantani del blues alla sacralità del gospel e la vibrante speranza della marcia su Washington. È nata una stella? Meglio, è nata la Queen of Soul.

Alabama, anno zero

Facile, oggi, godere dell'ascolto di uno degli album più inossidabili del Novecento, un canzoniere di prim'ordine intonato da una voce riconoscibile tra mille. Ma la sua realizzazione non è stata lineare.
Innanzi tutto, Aretha ha da smarcarsi della scarsa reputazione accumulata sotto la Columbia, che le ha fatto intonare vellutate produzioni di pop orchestrale spesso pensate col gusto di un'America segregata; le vendite sono state talmente scarse che la stessa cantante, a scadenza del contratto, è ancora in debito. Fortunatamente, le opzioni non mancano; se la Motown era stata scartata a priori anni addietro dallo stesso padre Clarence, che non ha di buon occhio i metodi di Berry Gordy, la giovane Aretha adesso potrebbe entrare sotto Stax e lavorare con Isaac Hayes - un connubio potenzialmente molto interessante.
Ma alla Atlantic hanno il team migliore: Arif Mardin, l'impresario col buon gusto, Jerry Wexler, il produttore tutto-fare, e Tom Dowd, l'esperto tecnico del suono. Un trio di discografici "vecchio stampo", di quelli che san fare soldi ma hanno passione, orecchio per la qualità e voglia di raccogliere la prossima sfida. Sono anche furbi, va detto, perché sanno che il talento nella popolazione nera abbonda come l'ossigeno, basta saper connettere i puntini.

Così Aretha viene spedita per direttissima ai FAME Studios di Muscle Shoals, in Alabama, a lavorare con una sezione di musicisti capaci di creare quel tocco southern che va a nozze col suo ricco timbro vocale. La sinergia in sala è subito palpabile, nel giro di poche ore vengono già stesi due brani; "I Never Loved A Man (The Way I Love You)", scritto di pugno dall'autore Ronnie Shannon su richiesta del marito Ted, è un accorato blues accentuato da scoppi d'ottoni e smottamenti pianistici, con Aretha che sembra sempre su punto di detonare mentre tenta di rimettere in ordine le emozioni contrastanti che prova nei confronti di un uomo tanto sbagliato quanto irresistibile. Di controparte, c'è il lato B "Do Right Woman, Do Right Man", perentoria ballata sottolineata da un filo d'organo, lungo la quale l'interprete mette in riga anche l'ascoltatore più disattento, insegnando - ancora una volta - l'arte del rispetto. Sono semplici canzoni d'amore in fondo, eppure il suono della band, così limpido e scattante, le fa brillare come raggi di sole sull'acqua, e la voce di Aretha vi si tuffa dentro a volo d'angelo, finalmente libera come il jazz e potente come il gospel, per riemergere infine Musa di quell'espressione che più di tutti tocca l'anima umana: il soul, appunto.

Ma il soul, talvolta, è anche troppa passione, e le sessioni di registrazione in Alabama presto finiscono in malora. I fatti si confondono sensibilmente a seconda delle fonti, probabilmente anche abbelliti con l'andare del tempo per alimentare la leggenda, ma tutti ricordano la rissa che scoppia tra il marito Ted e uno dei trombettisti, accusato di aver fatto apertamente il filo ad Aretha. Wexler ricorda anche una notevole tensione razziale, dal momento che il proprietario dello studio, Rick Hall, ha assemblato una band composta praticamente solo da musicisti bianchi, nonostante l'espressa richiesta di non farlo - soli nel profondo sud delle piantagioni di cotone, attorniati da un gruppo di sconosciuti, Ted e Aretha tengono gli occhi aperti anche sulla nuca. C'è addirittura chi parla di una pistola, chi di una lite trascinatasi di fronte all'hotel dove alloggiano gli ospiti; esagerazioni, forse, quel che si sa per certo è che la mattina dopo Aretha e il marito sono già sul primo volo di ritorno a New York. Spetta sempre al produttore Wexler rimediare alla tragedia e spedire alcuni tra i più calmi musicisti di Muscle Shoals nella Grande Mela qualche settimana più tardi per continuare le sessioni.

Synecdoche, New York

Il grosso di "I Never Loved A Man The Way I Love You" viene quindi registrato negli studi cittadini dell'Atlantic, in un set che mantiene intatto il calore del sud, ma è più consono e sicuro per la cantante, anche grazie alla presenza in sala di altre tre donne d'eccezione: Emma e Carolyn Franklin, sorelle della stessa Aretha, e la leggendaria cantante gospel Cissy Houston, qui già madre di una piccola Whitney. È in questo nuovo stato d'equilibrio che "I Never Loved A Man The Way I Love You" diventa quel che è: un album in verità alquanto semplice e parco d'artificio, nel quale sono le vicissitudini della condizione umana a prendere la parola con istintiva naturalezza. Così, l'intensa "Drown In My Own Tears" vibra come l'essenza stessa della vita senza mai scadere nel melodramma, mentre "Good Times", originariamente di Sam Cooke, viene riproposta con tutto lo scanzonato savoir faire di una festicciola che si spinge sino alle ore piccole. E quando arriva il turno della sognante "Soul Serenade", è come se le voci di milioni di donne in tutto il mondo si trovassero improvvisamente assieme in un complice abbraccio.

Non sono da meno i brani autografi co-firmati da Aretha. Il passo di bossa nova "Don't Let Me Lose This Dream" dona la giusta dose di varietà stilistica all'ascolto senza opporsi dall'organico dell'album, anzi presto si apre a ventaglio sul ritornello più implorante e caloroso della collezione. Tutt'altra pasta il coriaceo blues chitarristico di "Save Me", nero come le radici dei propri antenati e intonato con una punta di disperazione, pur senza mai perdere il senso di dignità di un popolo che ha saputo tirarsi su da solo a fronte di continue tragedie. E poi c'è la celebre "Dr. Feelgood (Love Is A Serious Business)", che attacca come una predica dal pulpito, avvolta da ruggenti ottoni, un ritmo a indugio e l'interprete che lascia duettare piano e voce con tale naturale enfasi da farsi materia sacra come il gospel - perché l'amore è davvero una cosa seria.
Tuttavia, è "Baby, Baby, Baby" a lasciare basiti, tale è l'intensità con la quale Aretha si arrampica sulla melodia, implorando a pieni polmoni come fosse responsabile per le sorti di ogni amante al mondo - in momenti come questo, il soul si presenta all'ascoltatore in tutto il suo eterno fascino, capace com'è di comunicare istintivamente emozioni universali a fior di pelle travalicando ogni confine linguistico e geografico.

Da Washington al resto della storia

Nonostante qualche iniziale rimostranza, Aretha sceglie di chiudere il proprio album con un gesto inequivocabile: "A Change Is Gonna Come", sempre di Sam Cooke, brano-simbolo dei moti di rivolta per i diritti civili che hanno scosso l'America degli anni Sessanta. L'assassinio di Cooke, avvenuto nel dicembre del 1964 in circostanze tutt'oggi ancora sospette, ha scosso nel midollo l'intera comunità afroamericana, creando un fermento che è destinato solo a peggiorare - Malcom X viene assassinato nel febbraio del 1965, Martin Luther King Jr poco più tardi, nell'aprile del 1968. Sono mesi tesissimi, sottrarsi a tali politiche è impossibile e finanche criminale considerata la situazione. Ma per Aretha, Cooke non è stato solo un grande cantautore quanto un personale mentore, incontrato tante volte sin da piccola quando il padre Clarence lo ospitava nella casa di famiglia a Detroit. Sorretta dal piano e poi progressivamente abbellita da fili di ottoni e il gonfiare della batteria, questa versione di "A Change Is Gonna Come" è pervasa dall'intimo raccoglimento di una torch song nella quale speranza e dolore viaggiano di pari passo, verso la conclusione di un album non solo memorabile dalla prima all'ultima nota ma adesso anche storicamente importante.

Non si veda semmai la scelta di ricordare "I Never Loved A Man The Way I Love You" come un caso isolato nella discografia di Aretha, pur essendo cronologicamente la prima pubblicazione a introdurre l'autrice al grande pubblico con un'attitudine tutta nuova. Se il successivo "Aretha Arrives", pubblicato pochi mesi più tardi sempre nel 1967, forse manca della stessa carica iconica, l'anno successivo vede la pubblicazione di altri due strabilianti album, "Lady Soul" e "Aretha Now", a dimostrazione di un brillante periodo d'oro durante il quale Aretha Franklin è stata un simbolo per la propria comunità e per il resto d'America. Tutt'oggi, viene ancora ricordata e celebrata come l'incontrastata Queen of Soul del Novecento.

21/04/2024

Tracklist

  1. Respect
  2. Drown In My Own Tears
  3. I Never Loved A Man (The Way I Love You)
  4. Soul Serenade
  5. Don't Let Me Lose This Dream
  6. Baby, Baby, Baby
  7. Dr. Feelgood (Love Is A Serious Business)
  8. Good Times
  9. Do Right Woman, Do Right Man
  10. Save Me
  11. A Change Is Gonna Come

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