Liz Truss, chi è e quali sono le sue idee politiche

Perché il Regno Unito potrebbe cambiare con Liz Truss al timone

Terza donna nella storia del Paese a diventare primo ministro, cosa potrebbe cambiare in tema di diritti e parità di genere?

Liz Truss, attualmente ministra degli esteri britannica, vicinissima a Boris Johnson e candidata del partito conservatore alle prossime - imminenti- elezioni, è una politica (e una donna) difficile da definire. Di certo, fa sentire sempre forte e chiara la sua voce. Non chiamatela nuova Thatcher, né tantomeno Lady di Ferro. Con la storica prima ministra britannica, Liz Truss, in un certo senso, ha poco in comune. Certo, è stata proprio lei ad affermare di ispirarsi alla Thatcher, e in molti rintracciano nelle sue pose e nel suo stile un che thatcheriana memoria. Eppure, se la prima donna premier del Regno Unito aveva non poche difficoltà a comunicare con le persone, la futura candidata ha fatto della comunicazione uno dei suoi cavalli di battaglia. A partire dall'annuncio della sua candidatura, apparso attraverso un editoriale sul Telegraph e sul suo profilo Twitter, che ora si chiama "Liz for Leader". Per non parlare della sua passione per Instagram, dove conta oltre 41mila followers e in cui si definisce "amante della libertà". Tra i suoi post, che la ritraggono determinata, dallo stile sobrio ma non banale, una buona parte è dedicata agli scatti con altre politiche, dalla sua omologa canadese alla prima ministra estone, includendo anche volti di donne comuni che stanno sostenendo la sua campagna. Segno che il mondo politico britannico è forse stanco di figure maschili, soprattutto se poco popolari come quella di Boris Johnson. Fedelissima all'ideologia Tory, a cui ha aderito solo nel momento in cui è arrivata a Oxford per studiare politica - i suoi genitori erano infatti convinti laburisti - Liz fa paura a molti. Innanzitutto per le sue proposte in materia economica, che affondano le loro radici nel liberismo sfrenato dell'economista Patrick Minford.

Per non parlare della Brexit, di cui la Truss è stata responsabile per i negoziati e su cui ha mantenuto sempre una linea intransigente e antieuropeista. Ma, oltre alla promessa di ridurre le tasse, cosa c'è nell'agenda di questa determinata quarantasettenne dalla carriera politica di lungo corso? Nel 2019, poco dopo essere diventata ministro per le donne e le pari opportunità, Liz Truss aveva promesso che si sarebbe allontanata dalla “politica dell'identità” di sinistra. In un'intervista, aveva infatti affermato che rifiutava l'idea che in politica, ma anche altrove, venissero dati dei ruoli alle donne solo perché donne, parlando addirittura della possibilità di istituire un "ministro della libertà". Ma non solo. A sorpresa rispetto alle idee di Johnson - contrario, ad esempio, alle terapie di conversione per le persone trans - Truss ha sempre votato per la parità dei diritti LGBTQ+, dichiarandosi sempre favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Evidentemente però, questo non è bastato, dato che è stata definita "ministro delle ineguaglianze" ed è stata accusata di aver fatto poco per promuovere i diritti LGBTQ+ da quando è diventata ministro per le pari opportunità nel 2019. Sono state infatti tante le critiche rivolte alla Truss: a partire proprio dalle accuse per non aver istituito un nuovo comitato consultivo LGBT+, quasi nove mesi dopo aver sciolto uno con cui si era scontrata per "disaccordi fondamentali". Per non parlare della sua opposizione all'autodeterminazione delle persone trans che vogliono cambiare legalmente il loro genere. Truss ha affermato che "non sarebbe giusto avere una autoidentificazione senza controlli nel sistema" nei commenti al quotidiano conservatore britannico The Telegraph, ma ha aggiunto di avere "pieno rispetto per le persone transgender". Insomma, il clima generale è quello di grande insoddisfazione, nonché di preoccupazione, e i diritti LGBT+ sono diventati un argomento scottante nella corsa a Downing Street, anche perché la posizione dello sfidante - il quarantaduenne Rishi Sunak - appare alquanto fumosa. E il confronto tra Sunak e Truss in tema di aborto, liberà religiosa, diritto alla vita, educazione e contrasto alle ideologia gender e transgender e famiglia vede in vantaggio positivo Liz Truss.

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