È sicuramente uno dei più grandi stilisti della storia: John Galliano per 15 anni è stato anima e volto di Dior, uno di quei rari casi in cui maison e designer diventano una cosa sola pur non avendo lo stesso nome. I giorni in cui nel backstage un assistente gli reggeva il portasigarette d’oro e un altro l’accendino vintage sembrano ormai lontani. Un’altra vita fuori dalla realtà. Nel 2011 uno spiacevole episodio sembra mettere fine alla sua brillante carriera: da ubriaco, insulta una coppia seduta a un tavolo di un ristorante. Le gravi accuse di antisemitismo rendono necessario prendere provvedimenti, anche perché la dipendenza da alcol e droga si è fatta insostenibile.

Beauty, Fashion, Hat, Headgear, Black hair, Fashion accessory, Photography, Fun, Night, Fedora, pinterest
Getty Images

Parte il rehab, durante il quale lo stilista consulta perfino i monaci Shaolin per imparare le tecniche di meditazione. Oggi a colazione prende tè verde, frutta di stagione, porridge con latte di mandorla e l’esercizio fisico è all’ordine del giorno. La seconda opportunità per Galliano prende il nome di Maison Margiela, una scommessa che grazie anche alle ultime sfilate parigine dedicate all’uomo pare vinta. Ma facciamo un passo indietro nella biografia di John Galliano, per capire chi è.

John Galliano, biografia dello stilista pirata

John Galliano, all’anagrafe Juan Carlos Antonio Galliano Guillén, nasce il 28 novembre 1960 a Gibilterra, il padre è un idraulico inglese e la madre un’insegnante di flamenco andalusa. È il secondo di tre figli, e tutti insieme decidono di trasferirsi nel sud di Londra quando John ha solo 6 anni. Nel 1984 si laurea in Fashion design presso l’illustre Central Saint Martins College of Art and Design con una collezione ispirata alla Rivoluzione Francese dal titolo Les Incroyables, talmente geniale da essere comprata in toto dall’esclusiva boutique Browns. Le porte della moda sono già spalancate.

La nascita del marchio John Galliano

Dopo appena un anno dal diploma, John Galliano è prontissimo a lanciare il marchio che porta il suo nome. La prima sfilata che sale in passerella urla già al mondo tutto l’anticonformismo che compone il DNA della maison, stravagante e oltraggioso, romantico e passionale. Con la sua etichetta vince il premio come Stilista Britannico dell’Anno la prima volta nel 1987, poi per due anni consecutivi nel 1994 e 1995 e nel 1997, anno in cui condivide il premio ex equo con Alexander McQueen, suo successore da Givenchy.

Sitting, Formal wear, Leg, Photography, Photo shoot, pinterest
Getty Images

Nonostante il supporto di diversi finanziatori, nel giro di qualche anno le sue visioni drammatiche e sopra le righe non sono accompagnate da una buona strategia commerciale: la bancarotta arriva nel 1990. Ma John ha un fascino ammaliante, e i grandi mecenati della moda, tra cui la portoghese Saõ Schlumberger, sembrano tutti pronti a supportarlo nel suo audace viaggio. E John si rialza, quasi senza accorgersi di essere appena caduto per la prima volta. La scalata riparte imperterrita e nel 2003 il marchio John Galliano debutta sulle passerelle d’Oltralpe, stesso anno in cui apre la prima boutique monomarca nel cuore di Parigi e vede la luce la neonata collezione dedicata all’uomo.

John Galliano da Givenchy e Dior

Adorato da chiunque entri in contatto con lui, John Galliano incontra nel 1995 Bernard Arnault, numero uno di Lvmh, ed entra a lavorare in Givenchy, diventando così il primo designer inglese a capo di una casa francese di alta moda. Rimane qui appena il tempo di qualche collezione, e nel 1996 gli viene assegnata la direzione creativa di Christian Dior (sempre nell’orbita del polo del lusso francese). Il debutto di Galliano coincide con l’anniversario dei 50 anni della maison, il 20 gennaio 1997. Tra le sue collezioni più famose si ricordano la Blanche Dubois del 2008 influenzata dal film Un tram chiamato desiderio del 1951, la Napoleone e Giuseppina del 1992 dedicata alla storia d’amore tra i due e la Principessa Lucrezia del 1993. L’amore per il teatro e l’esaltazione della femminilità sono sempre il motore delle sue creazioni: drappeggi, preziosismi, rouches, voile, volumi esasperati sono il fil rouge ricorrente.

Dress, Gown, Clothing, Carpet, Red carpet, Bridal party dress, Fashion model, Shoulder, Flooring, Formal wear, pinterest
Getty Images

Le sue muse sono Charlize Theron, che indossa capi unici creati ad hoc per lei durante gli Oscar del 2006 e i Golden Globes del 2005, e che incarna la figura di dorata testimonial dell’iconico profumo J’adior. Mentre per il lancio delle note di Midnight Poison, firmate dal designer, Galliano chiama la francese Eva Green, per la quale crea un abito completamente ricoperto di Swarovski. Altre celebrity molto legate al marchio sono la modella Kate Moss, amica di eccessi sempre presente al fianco dell’eccentrico stilista e che vorrà una sua creazione da indossare il giorno del suo matrimonio, ma anche Céline Dion, Cate Blanchett e Nicole Kidman, tutte innamorate dei look Dior pensati per loro in occasione delle diverse cerimonie degli Oscar.

Red, Fashion model, Fun, Event, Fashion design, pinterest
Getty Images

Il successo pericoloso di John Galliano

Giunto ai livelli massimi, quelli in cui non è più blasfemia essere etichettato come dio della moda, arrivano le esagerazioni e i gravi errori. Un video diventato virale mostra il designer, probabilmente ubriaco, seduto in un bar di Parigi mentre lancia insulti antisemiti a una coppia di clienti. È il 2011, e il licenziamento da parte del gruppo Lvmh arriva per direttissima. Divorato da alcol e droghe, il designer si rende conto di essere giunto al capolinea, non tanto dal punto di vista professionale, quanto da quello personale: "Non ero più io", commenterà dopo. Una sola consapevolezza lo muove: è il momento di prendere le distanze dal circo di cui si è autoproclamato addestratore e riappropriarsi della propria vita. Come per tutte le star, arriva il momento della disintossicazione.

La novità di Maison Margiela per l’uomo
Sfilate Uomo Parigi: Maison Margiela primavera estate 2019

La rinascita di John Galliano da Margiela

Per alcuni anni è il silenzio attorno alla sua figura. Poi l’annuncio: nel 2014 John Galliano viene nominato direttore creativo di Maison Margiela. È la legge del contrappasso, per cui una maison senza volto viene assegnata a uno stilista che di volti ne ha fin troppi, ma a quanto pare tutti caduti per fare spazio a un nuovo corso. Una rinascita. È stato Renzo Rosso a volerlo fortemente (il marchio è proprietà del gruppo Only The Brave-Otb), giudicandolo come unico successore possibile in una maison che ha sempre sfidato e innovato il mondo della moda.

Ho passato la vita a spingere me stesso e gli altri oltre i limiti, in nome della moda. Ora basta, voglio solo essere un creatore di vestiti

Oggi John Galliano non esce neppure in passerella al termine delle sfilate e raramente parla con la stampa: "Ho passato la vita a spingere me stesso e gli altri oltre i limiti, in nome della couture. Ora basta. Fine della storia. Voglio solo essere un creatore di vestiti". E lo sta facendo egregiamente, indagando l’estetica e la psicologia più profonde di Martin Margiela, senza ridurre il lavoro in pedana a impersonale e semplice retrospettiva. Pare che il fondatore abbia benedetto Galliano dicendo: "John, prendi quello che vuoi dal DNA della casa, proteggi te stesso e fallo tuo".