Juncker, Jean-Claude nell'Enciclopedia Treccani - Treccani - Treccani

Juncker, Jean-Claude

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Uomo politico lussemburghese (n. Rédange-sur-Attert 1954). Esponente del Partito cristiano sociale (CSV), eletto al Parlamento nel 1984, ha rivestito la carica di primo ministro del Lavoro e delle Finanze nel governo di J. Santer. Governatore della Banca mondiale nel 1989-95, convinto europeista, è stato fra i principali architetti del Trattato di Maastricht e ha occupato varie cariche negli organismi dell’Unione Europea. Nominato nel gennaio 2005 primo presidente permanente dell'Eurogruppo, nel gennaio 2013 gli è subentrato J. Dijsselbloem. Premier del Lussemburgo dal gennaio 1995, nel luglio 2013 ha rassegnato le dimissioni a seguito di un suo presunto coinvolgimento in uno scandalo sui servizi segreti. Le consultazioni legislative svoltesi anticipatamente nell’ottobre dello stesso anno hanno registrato per il Partito cristiano sociale i peggiori risultati dal 1999, e dopo quasi 19 anni di premiership di J. l’incarico di formare il nuovo governo è stato conferito a X. Bettel. Candidato nel 2014 alla presidenza della Commissione europea dal Partito popolare europeo, nel novembre 2014 ha assunto la carica, subentrandogli dal 1° dicembre 2019 U. von der Leyen.

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