Jean-Claude Juncker

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Jean-Claude Juncker
Jean-Claude Juncker nel 2019

Presidente della Commissione europea
Durata mandato1º novembre 2014 –
1º dicembre 2019
Vice presidenteFrans Timmermans[1]
PredecessoreJosé Barroso
SuccessoreUrsula von der Leyen

Primo ministro del Lussemburgo
Durata mandato20 gennaio 1995 –
4 dicembre 2013
MonarcaGranduca Giovanni
Granduca Enrico
PredecessoreJacques Santer
SuccessoreXavier Bettel

Presidente del Consiglio europeo
Durata mandato1º luglio 1997 –
31 dicembre 1997
PredecessoreWim Kok
SuccessoreTony Blair

Durata mandato1º gennaio 2005 –
30 giugno 2005
PredecessoreJan Peter Balkenende
SuccessoreTony Blair

Ministro del tesoro
Durata mandato23 luglio 2009 –
4 dicembre 2013
Capo del governose stesso
PredecessoreLuc Frieden
Successorevacante

Ministro delle finanze
Durata mandato14 luglio 1989 –
23 luglio 2009
Capo del governoJacques Santer
se stesso
PredecessoreJacques Santer
SuccessoreLuc Frieden

Ministro del lavoro e dell'occupazione
Durata mandato20 luglio 1984 –
7 agosto 1999
Capo del governoJacques Santer
PredecessoreJacques Santer
SuccessoreFrançois Biltgen

Presidente dell'Eurogruppo
Durata mandato1º gennaio 2005 –
20 gennaio 2013
PredecessoreLuc Frieden
SuccessoreJeroen Dijsselbloem

Dati generali
Partito politicoPartito Popolare Cristiano Sociale
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità di Strasburgo
ProfessioneAvvocato
FirmaFirma di Jean-Claude Juncker

Jean-Claude Juncker (pron. lussemburghese: [ˈʒɑ̃ːkloːt ˈjuŋkɐ]; Redange-sur-Attert, 9 dicembre 1954) è un politico e avvocato lussemburghese, presidente della Commissione europea dal 2014 al 2019.

È stato primo ministro del Lussemburgo dal 20 gennaio 1995 al 10 luglio 2013[2] e presidente dell'Eurogruppo dal 2005 al gennaio 2013.

Si candida per il Partito Popolare Europeo alla presidenza della Commissione europea alle elezioni europee del 2014, e dopo averle vinte di misura contro il candidato socialista Martin Schulz, viene indicato dal Consiglio europeo come presidente della stessa[3]. Il 15 luglio ottiene la fiducia dal Parlamento europeo, con 422 voti favorevoli, 250 contrari e 47 astenuti[4].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Redange-sur-Attert, cresce nella regione delle miniere dove il padre lavorava nell'industria siderurgica.[5] Studia al liceo Michel Rodange della città di Lussemburgo ottenendo la maturità classica (baccalauréat classique-littéraire), prima di trasferirsi all'Università di Strasburgo, dove consegue una laurea in giurisprudenza (maîtrise en droit). Si è congedato dalla carriera di avvocato nel febbraio 1980 e non ha più esercitato questa professione.

È sposato dal 1979 con Christiane Frising, conosciuta in gioventù. I due non hanno avuto figli.[5]

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Membro del Partito Popolare Cristiano Sociale (PCS/CSV) dal 1974, ne divenne, nell'ottobre 1979, il segretario parlamentare e presidente fra il gennaio 1990 e febbraio 1995.

Fu nominato nel dicembre 1982 segretario di Stato al Lavoro e alla Sicurezza Sociale.

Nel giugno 1984, Jean-Claude Juncker fu eletto per la prima volta al Parlamento lussemburghese e fu nominato ministro del Lavoro e ministro delegato al Bilancio nel primo governo diretto da Jacques Santer e poi, dopo le elezioni legislative del giugno 1989, fu nominato ministro delle Finanze e ministro del Lavoro.

Primo ministro del Lussemburgo[modifica | modifica wikitesto]

Jean-Claude Juncker nel 2006

La designazione di Jacques Santer a presidente della Commissione europea da parte del Consiglio europeo e la sua conferma da parte del Parlamento europeo, portò S.A.R. il granduca Giovanni di Lussemburgo a nominare Jean-Claude Juncker primo ministro, il 20 gennaio 1995. Anche da capo del governo continuò ad esercitare le funzioni di ministro delle Finanze, ministro del Lavoro e ministro del Tesoro.

Dopo le elezioni legislative del giugno 1999 vinte dal Partito Cristiano-Sociale, Jean-Claude Juncker fu nuovamente posto alla testa del nuovo governo, composto da rappresentanti cristiano-sociali e del Partito Democratico, mettendo così fine ad una coalizione durata 15 anni tra il PCS e il Partito Socialista Operaio lussemburghese. Jean-Claude Juncker mantenne anche il portafoglio di Finanza e Comunicazione.

Governatore della Banca Mondiale dal 1989 al 1995, Jean-Claude Juncker assunse dal 1995 la responsabilità di governatore del Fondo monetario internazionale (FMI) e di governatore della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS).[6]

Nel giugno 2004, dopo la vittoria del suo partito, che con oltre il 35% dei voti vinse 24 dei 60 seggi alle elezioni legislative e 3 dei 6 seggi a quelle europee, Jean-Claude Juncker rifiutò, malgrado la amichevole pressione della maggioranza dei dirigenti europei, il posto di presidente delle Commissione europea.

Presidente permanente dell'Eurogruppo[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º gennaio 2005 Jean-Claude Juncker entrò in carica come primo presidente permanente dell'Eurogruppo. Fino ad allora la presidenza dell'Eurogruppo era assicurata dal ministro delle Finanze dello stato esercitante la presidenza semestrale del Consiglio dell'Unione europea.

Come presidente di questo consiglio, durante il primo semestre 2005, dovette far fronte alla mancata ratifica del progetto di Costituzione europea da parte di Francia e Paesi Bassi. Fu anche in disaccordo con il primo ministro britannico Tony Blair a riguardo del budget europeo. Il ruolo di Juncker ha assunto particolare rilevanza durante la crisi economica iniziata nel 2008. Il 30 aprile 2012 Juncker ha annunciato la sua decisione di dimettersi dalla carica di presidente dell'Eurogruppo perché "stanco" delle ingerenze franco-tedesche nella gestione della crisi[7]. A succedergli, nella presidenza dell'Eurogruppo, è stato Jeroen Dijsselbloem, entrato in carica il 21 gennaio[8].

Dimissioni da Primo ministro ed elezioni anticipate del 2013[modifica | modifica wikitesto]

Jean-Claude Juncker annuncia le sue dimissioni dal governo del Lussemburgo l'11 luglio 2013, a seguito di uno scandalo riguardante i servizi di intelligence[9], accusato di aver costituito una vera e propria polizia politica segreta e di aver schedato illegalmente centinaia di migliaia di cittadini[10].

Il suo partito resta la prima formazione del Lussemburgo nelle elezioni del 2013, ma perde molti voti[11] e Juncker non viene riconfermato alla sua posizione.[12] Viene sostituito da Xavier Bettel.

Presidente della Commissione europea[modifica | modifica wikitesto]

Juncker al Summit di Bratislava il 16 settembre 2016

Il 6-7 marzo del 2014, durante il congresso del Partito Popolare Europeo (PPE), che si è tenuto a Dublino in Irlanda, Jean-Claude Juncker è stato eletto come candidato per la presidenza della Commissione europea, prevalendo su Michel Barnier. Juncker ha guidato la campagna del PPE per le elezioni per il Parlamento europeo del 22-25 maggio 2014 visitando gli Stati membri dell'UE e partecipando ai dibattiti presidenziali. In base all'articolo 17 del trattato di Lisbona, il presidente della Commissione europea sarà scelto, per la prima volta, tenendo conto del risultato le elezioni europee del 2014. Juncker ha pubblicamente dichiarato di aspirare a diventare il presidente della Commissione europea qualora il PPE dovesse vincere le elezioni andando a costituire il più grande gruppo politico al Parlamento europeo.

Jean Claude Juncker in conferenza stampa con il primo ministro della Romania Viorica Dăncilă a Palazzo Victoria l'11 gennaio 2019

Il 28 giugno 2014 è stato designato da 26 capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi membri dell'Unione europea come nuovo presidente della Commissione.[3] È la prima volta che il presidente della Commissione viene scelto a maggioranza qualificata e non all'unanimità a causa del dissenso sollevato dal Conservatore britannico primo ministro David Cameron e dal primo ministro dell'Ungheria, l'euroscettico di destra Viktor Orbán[4].

Il 15 luglio è stato eletto dal Parlamento europeo, con 422 voti favorevoli, 250 contrari e 47 astenuti[4]. Il suo incarico è iniziato il 1º novembre 2014,[13] dopo che la sua commissione è stata approvata dal Parlamento e dal Consiglio.

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: LuxLeaks.

Ha destato scalpore un'inchiesta giornalistica condotta dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti investigativi (ICIJ), definita dai media internazionali Luxembourg Leaks o LuxLeaks,[14] che ha pubblicato nel novembre 2014 i nomi di oltre trecento aziende multinazionali direttamente coinvolte nelle decisioni fiscali prese tra il 2002 e il 2010 dall'allora governo lussemburghese da lui presieduto, che avrebbero consentito accordi fortemente vantaggiosi per queste ultime sui prezzi di trasferimento globale (pagamenti inferiori all'1% di tasse), e collegati con speciali direttive dell'Unione europea che interessano il regime fiscale del Lussemburgo. Grazie a quegli accordi fiscali particolari, il Lussemburgo con premier Juncker ha attirato 220 miliardi di dollari. Le rivelazioni hanno attirato l'attenzione internazionale e messo in luce speciali meccanismi di elusione fiscale elaborati e portati avanti dal Lussemburgo.[15] Tra evasione e elusione sono stati sottratti mille miliardi l'anno.[16]

Problemi di salute e presunto alcolismo[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso del 2013, durante lo scandalo per spionaggio e corruzione che costrinse Juncker a dimettersi da premier, in un resoconto di un incontro con Marco Mille, capo dei servizi segreti del Lussemburgo, si fece riferimento a suoi problemi di alcolismo.[17][18] Nel resoconto, preparato dall'agente dei servizi segreti André Kemmer, questi affermava che Juncker aveva abusato di alcolici:[19][20]

«Verso sera, ci incontrammo nel suo ufficio... Aveva un odore di tabacco stantio e nell'aria c'era una nota inquietante di alcool. Mezzo barcollando, si alzò dalla scrivania... Juncker era ubriaco fradicio.»

Successivamente il ministro delle finanze olandese Jeroen Dijsselbloem definì Juncker un "bevitore e fumatore incallito",[17] accuse riprese in diversi articoli apparsi in seguito, tra l'altro, su Der Spiegel[20], The Telegraph[21], Il Giornale[17], Daily Mail[19].

Da queste accuse Juncker si difese in un'intervista, apparsa su Liberation,[22] affermando di avere gravi problemi di deambulazione a seguito di un drammatico incidente stradale occorsogli nell'autunno del 1989 che gli causò un coma di due settimane e successivamente sei mesi su una sedia a rotelle. Tale incidente, sommato a una sciatica di cui Juncker aveva precedentemente fatto menzione, lo avrebbe portato ad avere un'andatura claudicante.[23][24][25]

«Ho un problema di equilibrio con la gamba sinistra che mi costringe ad afferrare il corrimano quando sono su una scala. Un ministro olandese, che avevo afferrato per un braccio dopo pranzo, disse che ero ubriaco. Questo problema risale a un grave incidente automobilistico. Nel 1989 ho trascorso due settimane in coma, poi sei mesi su una sedia a rotelle.»

Nella stessa intervista Juncker attribuì la nascita della storia riguardo al suo presunto alcolismo a una ritorsione di Jeroen Dijsselbloem per le critiche alla sua gestione della crisi cipriota da parte dello stesso Juncker ovvero al tentativo di screditarlo o metterlo in ridicolo.[22]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze lussemburghesi[modifica | modifica wikitesto]

Jean-Claude Juncker presso il Municipio di Aquisgrana nell'ambito del Premio Carlo Magno 2019 il 30 maggio 2019 ad Aquisgrana.

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Premio Quadriga, 2003, con Einars Repše, Primo ministro della Lettonia

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del presidente della Repubblica»
— Roma, 19 novembre 2007[26]
Collare pro Merito Melitensi - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del principe e gran maestro dell'Ordine di Malta»
— 2010
Gran croce dell'Ordine reale norvegese al merito - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del re di Norvegia»
— 2014

Accademiche[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Primo Vicepresidente.
  2. ^ È rimasto in carica fino al 4 dicembre per il disbrigo degli affari correnti
  3. ^ a b Juncker designato presidente della Commissione Ue, in Ansa.it, 27 giugno 2014. URL consultato il 29 giugno 2014.
  4. ^ a b c (EN) Parliament elects Jean-Claude Juncker as Commission President
  5. ^ a b Anna Maria Angelone, Juncker, il vecchio per la "nuova" Europa, in news.panorama.it, 27 giugno 2014. URL consultato il 30 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2014).
  6. ^ FONTI NON INDICATE
  7. ^ Juncker lascia la guida dell'Eurogruppo per «ingerenze franco-tedesche», su corriere.it, Corriere della Sera, 30 aprile 2012. URL consultato il 30 aprile 2012.
  8. ^ (EN) Dijsselbloem appointed Eurogroup president (PDF), su consilium.europa.eu, Consiglio dell'Unione europea, 21 gennaio 2013. URL consultato il 21 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2013).
  9. ^ «Fragilisé par un scandale touchant les services secrets du Luxembourg, Juncker démissionne», mis en ligne le 10 juillet 2013.
  10. ^ «Luxembourg : Jean--Claude Juncker démission», Le Nouvel Observateur, mis en ligne le 10 juillet 2013.
  11. ^ «Luxembourg : Juncker en tête des législatives, mais affaibli», in Le Figaro, lundi 21 octobre 2013, page 8.
  12. ^ Luxembourg : Jean-Claude Juncker pourrait être poussé vers la sortie, Le Monde.fr, 21 octobre 2013
  13. ^ Presidente della Commissione europea, su eur-lex.europa.eu, EUR-Lex. URL consultato il 25 marzo 2017.
  14. ^ Sul modello del più celebre Wikileaks
  15. ^ Carr, Wayne and Kelly, Lux Leaks Revelations Bring Swift Response Around World, su International Consortium of Investigative Journalists, 6 novembre 2014.
  16. ^ Juncker killer d'Europa, su espresso.repubblica.it, 29 ottobre 2018. URL consultato il 30 ottobre 2018.
  17. ^ a b c L'euro presidente? "Un ubriacone, fa colazione col cognac", in ilGiornale.it. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  18. ^ Entire government of Luxembourg resigns after spying and corruption scandal forces its prime minister to quit, in Mail Online. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  19. ^ a b c Simon Walters e Glen Owen, A drunk who has cognac for breakfast, in Daily Mail, 22 giugno 2014. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  20. ^ a b Melanie Amann e Christoph Schult, EUROPAWAHLEN: Achtung, Alkoholkontrolle!, in Der Spiegel, 3 febbraio 2014. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  21. ^ (EN) Peter Dominiczak, Fears over Jean-Claude Juncker's drinking, 26 giugno 2014. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  22. ^ a b (FR) Jean-Claude Juncker, verre de rage, in Libération.fr. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  23. ^ (EN) Luxembourg Presidency - Jean-Claude Juncker, su eu2005.lu. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  24. ^ “Juncker ubriaco? Nessuna sbornia, ha la sciatica”. Commissione Ue smonta gossip sul presidente, in Fanpage. URL consultato il 14 luglio 2018.
  25. ^ Juncker barcolla al vertice Nato. Il portavoce: era sciatica, basta speculare, in Il Sole 24 ORE. URL consultato il 14 luglio 2018.
  26. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  27. ^ Boletín Oficial del Estado

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente della Commissione europea Successore
José Manuel Durão Barroso 1º novembre 2014 – 30 novembre 2019 Ursula von der Leyen
Predecessore Presidente dell'Eurogruppo Successore
Luc Frieden gennaio 2005 – gennaio 2010 Jean-Claude Juncker I
Jean-Claude Juncker gennaio 2010 – aprile 2012 Jeroen Dijsselbloem II
Predecessore Presidente del Consiglio europeo Successore
Wim Kok 1º luglio – 31 dicembre 1997 Tony Blair I
Jan Peter Balkenende 1º gennaio – 31 luglio 2005 Tony Blair II
Predecessore Primo ministro del Lussemburgo Successore
Jacques Santer 20 gennaio 1995 – 4 dicembre 2013 Xavier Bettel
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