Urso: 'Chi vuole costruire auto in Italia deve farle a prezzo accessibile'. Tesla esclusa?

Urso: 'Chi vuole costruire auto in Italia deve farle a prezzo accessibile'. Tesla esclusa?

Urso: 'Chi vuole costruire auto in Italia deve farle a prezzo accessibile'. Tesla esclusa?
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Il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, è tornato a parlare del settore dell'automotive in Italia, ed in particolare degli interessi delle aziende straniere a realizzare vetture sul nostro territorio.

Da più parti, negli ultimi giorni, si è ventilata la possibilità che Tesla costruisca i suoi camion elettrici in Italia, ma stando alle recenti parole dell'esponente del governo Meloni, questa ipotesi sembra poco credibile.

Ospite due sere fa del programma Porta a Porta, su Rai Uno, ha infatti spiegato chiaramente che le case automobilistiche straniere che devono produrre auto in Italia devono realizzare auto a prezzi accessibili.

Abbiamo condiviso con Stellantis e Tavares l'obiettivo di realizzare nel giro di breve tempo un milione di veicoli – ha detto - ma sul tempo ci stiamo misurando, dobbiamo invertire la produzione rispetto al declino degli ultimi anni, siamo tutti consapevoli che con un unico produttore non si può sostenere un indotto straordinario come quello che abbiamo, siamo l'unico Paese in Europa, negli altri Paesi ci sono 4 o 6 case automobilistiche, di conseguenza noi siamo aperti ad investimenti esteri, a coloro che vogliono realizzare auto che siano ad un prezzo accessibile ai nostri cittadini”.

Tenendo conto del fatto che le auto debbano essere ad un prezzo economico, sembra quindi esclusa Tesla, visto che le sue vetture hanno un prezzo d'attacco di 42mila euro, e anche se estremamente apprezzate, sono tutt'altro che accessibili a tutti.

Urso ha poi sottolineato: “Nel nostro dicastero si sono affacciate 4 o 5 case automobilistiche non soltanto cinesi”, per poi ricordare che: “Stellantis si arrabbia? Stellantis è partner di un'azienda automobilistica cinese (Leapmotor ndr) e insieme vogliono realizzare uno stabilimento in Europa e mi pare curioso che debba essere l'unica a farlo, ben venga a farlo in Italia. Non possiamo chiudere le porte ad altri investitori cinesi e americani – ha aggiunto – ma devono rispettare le nostre regole quindi devono essere consapevoli che le componenti vanno realizzate nel nostro Paese con il nostro indotto automobilistico”.

Il ministro ha parlato infine anche del clamoroso cambio di nome dell'Alfa Romeo da Milano a Junior, precisando: “Una vicenda nata da un fatto che è chiaro a tutti, un'automobile che è realizzata interamente in Polonia, per altro su una linea produttiva con componenti francesi, motore francese, non può assumere il nome che richiama nel consumatore l'eccellenza italiana. La legge del 2003 parla chiaro, legge che tutela il consumatore, non si possono dare indicazioni fallaci che inducono in errore il consumatore, e fu fatta per questo. Allora tanti prodotti nel mondo subivano questa concorrenza sleale dell'italian sounding perchè venivano apposte bandierine tricolori, dell'immagine dell'Italia, per far credere che quel prodotto fosse realizzato in Italia".

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