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Il potere del cane

2021
REGIA:
Jane Campion
CAST:
Benedict Cumberbatch (Phil Burbank)
Kirsten Dunst (Rose Gordon)
Jesse Plemons (George Burbank)

Il nostro giudizio

Il potere del cane è un film del 2021, diretto da Jane Campion.

Dopo una lunga pausa dal mondo del cinema, la regista neozelandese Jane Campion torna dietro alla macchina da presa con un adattamento del romanzo di Thomas Savage (1967), Il potere del cane, conquistando un Oscar alla regia, tre Golden Globe e un gran apprezzamento del pubblico. La storia racconta di Phil e George, due fratelli dai caratteri molto diversi, intenti a gestire un ranch nel Montana. Quando George decide di sposare la vedova Rose (Kirsten Dunst) e farsi carico del figlio Peter, il fratello Phil, geloso e possessivo, renderà la vita della donna molto difficile. Il figlio, anche lui oggetto di scherno e di vessazioni da parte di Phil, troverà invece il modo di manipolarlo, riuscendo a stanare i punti deboli dell’uomo e ad avvicinarlo a sé, per poi mettere in atto la propria vendetta e proteggere la madre. La fotografia sofisticata e ricercata immerge lo spettatore, sin dalle prime inquadrature, nel classico scenario western americano: campi lunghi, paesaggi naturali e colori caldi dominano le immagini. Gli amanti del genere avranno sicuramente notato come il piano sequenza iniziale che introduce il personaggio principale, interpretato da Benedict Cumberbatch, riprenda la scena d’apertura del celebre film di John Ford, Sentieri selvaggi: in entrambe le pellicole il protagonista viene inquadrato attraverso il rettangolo di luce creato dall’elemento della porta. Quest’ultimo rappresenta, nell’immaginario cinematografico, una metafora utilizzata per indicare una soglia, una linea da varcare, un confine da superare. Nel caso di Il potere del cane la linea in questione è rappresentata dal conflitto interiore che Phil vive ed esplica in modi infantili e aggressivi.

L’opera infatti si concentra su un accurato delineamento dei personaggi ed in particolare sulla contrapposizione tra i due fratelli. Phil imposta la propria vita sul rifiuto della sensibilità e dei sentimenti e soprattutto sulla repressione dei suoi istinti, per esaltare una virilità e una mascolinità che in vero non gli appartengono. Il film è infatti disseminato di piccoli indizi, sin dal principio, che suggeriscono la natura omosessuale del protagonista e che aiutano dunque a comprendere il finale del film. Tra i personaggi ne emerge uno in particolar modo, Bronco Henry, l’uomo che iniziò Phil alla vita nel ranch e di cui quest’ultimo si invaghì. Seppur non compaia mai sulla scena, risulta essere determinante a comprendere il carattere e il comportamento del protagonista. Questo nome torna ripetutamente nelle scene e soprattutto in momenti determinanti a comprenderne meglio i risvolti narrativi: ad esempio quando il fratello George fa l’amore per la prima volta con sua moglie Rose nella stanza accanto, Phil viene inquadrato con un primissimo piano che ne sottolinea lo sguardo commosso e nostalgico; l’inquadratura successiva lo mostra nel fienile intento ad ingrassare la sella appartenuta a Bronco Henry. La sequenzialità delle due scene fa comprendere come per lui la nostalgia sia legata alla figura di quell’uomo; questo pensiero viene enfatizzato dal dettaglio delle mani del protagonista che accarezzano la sella come fosse un corpo umano.

Per sottolineare ulteriormente l’attenzione che si è posta nei confronti della realizzazione dei personaggi, è opportuno rilevare come si assista ad una doppia evoluzione in direzioni specularmente opposte dell’uomo e del ragazzo: l’ultima parte della pellicola, infatti, si sofferma, oltre che sul personaggio di Rose, la quale per sopportare le minacce e le offese del fratello del marito diventerà alcolizzata, soprattutto sul legame che si instaura tra Phil e Peter. Se inizialmente l’uomo sminuisce e umilia il giovane per il suo animo intellettuale e creativo, in un secondo momento vede in lui una proiezione del rapporto che aveva con il suo mentore e cerca di riprodurlo. I due quindi si avvicinano, ma Peter ha un progetto…

Il ragazzo riuscirà nel suo intento, ma l’aspetto interessante a cui si giunge sul finale è che la storia consegna a chi la guarda tutti gli elementi per poter trarre delle valutazioni su come la crudeltà possa risiedere sia in un personaggio esplicito e aggressivo come Phil, sia nella scaltrezza e nell’azione sommessa del giovane Peter. Chi infine ne esce come un personaggio spiazzante e negativo sarà proprio il giovane, nella sua evoluzione tutt’altro che positiva. Ad essere positivo è invece il giudizio finale sul film: la sottigliezza con cui è costruito ogni singolo dettaglio porta lo spettatore a riflessioni inaspettate e ad un suo ruolo assolutamente attivo di fronte alla comprensione dell’opera.