Il laureato: recensione del film cult con Dustin Hoffman

Il laureato: recensione del film cult con Dustin Hoffman

In occasione del suo cinquantesimo compleanno, la nostra recensione de Il laureato, intramontabile cult di Mike Nichols con Dustin Hoffman e Anne Bancroft

Sono passati esattamente 50 anni da quel 21 dicembre del 1967 in cui vide la luce Il laureato, epocale pellicola di Mike Nichols capace di aprire uno squarcio nella morale comune del periodo e di anticipare i moti di ribellione giovanile e sociale che avrebbero scombussolato il mondo pochi mesi dopo. Un film che da quel giorno non è invecchiato di un minuto, grazie soprattutto alla folgorante performance di un non ancora trentenne Dustin Hoffman, nel ruolo di un giovane inesperto appena uscito dal college, e all’insuperabile prova di Anne Bancroft nei panni dell’iconica e malinconica Mrs. Robinson, fenomenali nel dare vita a una storia ai tempi proibita, perversa e inammissibile fra un ragazzo e una donna matura, resa immortale dalle sublimi musiche di Simon & Garfunkel.

Un manifesto del disagio dei giovani, in difficoltà nel trovare un proprio posto in una società classista e iniqua, ma anche un duro atto di accusa nei confronti della borghesia, che nasconde i suoi vizi e le sue contraddizioni dietro un muro di ipocrisia e perbenismo. L’emblema di un modo di fare cinema sempre più raro, capace di fondere in una miscela perfetta erotismo, ironia e severa critica sociale. L’istantanea di un’epoca lontana nel tempo, ma paradossalmente concettualmente vicina a quella che stiamo vivendo, caratterizzata da una frattura sempre più netta fra giovani e adulti e da una sfiducia sempre più palpabile nei confronti delle istituzioni e delle generazioni precedenti.

Il suono del silenzio: Il laureato compie 50 anni

Il laureato

Protagonista della storia è Benjamin Braddock (Dustin Hoffman), un giovane di buona famiglia che fa ritorno a casa dopo aver terminato con successo i propri studi. Spaesato e incerto sulla strada da prendere nella vita, il ragazzo viene coinvolto in festeggiamenti forzati e sgraditi, che non fanno che accentuare il suo senso di smarrimento. Durante la festa incontra Mrs. Robinson (Anne Bancroft), piacente e conturbante signora amica di famiglia che gli chiede di accompagnarla a casa, per poi flirtare decisamente con quello che potrebbe essere suo figlio. Sconvolto dalla situazione, Benjamin insiste per andarsene.

Pochi giorni dopo, il ragazzo, mosso dalla curiosità e dal desiderio, decide di contattare la signora Robinson, dandole appuntamento in un discreto ed elegante hotel. Nonostante i due siano profondamente diversi per carattere e mentalità, cominciano una relazione clandestina basata esclusivamente sul sesso e sul comune desiderio di fuga da un’esistenza che non li soddisfa. La loro storia viene però scombussolata nel momento in cui, sotto pressione dei genitori, Benjamin invita per un’uscita Elaine (Katharine Ross), la dolce e inconsapevole figlia di Mrs. Robinson.

Il laureato racconta il disagio esistenziale di una generazione

Il laureato

Nonostante sia fortemente radicato negli anni ’60 e in quello spirito di contestazione che avrebbe segnato indelebilmente gli anni successivi, Il laureato si dimostra ancora oggi una pellicola senza tempo e universale, capace di parlare alla pancia dello spettatore e di dare forma e sostanza al disagio esistenziale e al desiderio di abbattere regole e paletti da cui chiunque nel corso della propria vita si è sentito almeno una volta costretto. Un film intriso di una dirompente carica erotica, ironica e libertina, ma costantemente attraversato da un sottile ma tangibile filo di malinconia, emblematico della difficoltà di una generazione nel dare un seguito concreto e palpabile ai propri atti di rivoluzione e ribellione.

Dustin Hoffman è il sontuoso protagonista di un atipico racconto di formazione, scandito non dal cambiamento e dall’evoluzione verso l’età adulta, ma da una serie di bruschi e improvvisi risvegli, che accompagnano il giovane Benjamin nell’immersione dentro una società marcia e corrotta, alla disperata ricerca di evasione dai suoi autoimposti limiti. L’evento più importante e impresso nella memoria collettiva è certamente l’incontro del ragazzo con la sensuale e al tempo stesso inquietante Mrs. Robinson, che porta alla prematura e irrimediabile perdita d’innocenza del protagonista.

Il laureato: l’epocale storia di sesso fra un ragazzo e una donna matura

Alla sua opera seconda (premiata con un più che meritato Oscar alla regia), Mike Nichols dimostra una naturale e sorprendente maestria dietro la macchina da presa, traendo il meglio dai propri protagonisti ed esaltando i loro gesti, le loro espressioni e i loro dialoghi con alcune sequenze scolpite indelebilmente nella storia del cinema, come la sequenza iniziale all’aeroporto sulle note dell’epica The Sound of Silence (omaggiata da Quentin Tarantino nel suo Jackie Brown) o l’inquadratura di un riluttante e imbarazzato Benjamin Braddock dal buco creato dalla gamba flessa di Mrs. Robinson. Dustin Hoffman e Anne Bancroft, separati da soli 6 anni di età nella vita reale, duellano in bravura, dando vita a quello che non è soltanto un epocale e controverso rapporto fra ragazzo e donna matura, ma anche il reciproco sostegno di due persone sole, intrappolate in una vita che non comprendono e in cui non si riconoscono.

Il laureato

Dopo l’iniziazione di Benjamin Braddock al sesso, Il laureato passa a raccontare l’amore puro, dolce e travolgente, simboleggiato dall’angelico volto dell’Elaine di Katharine Ross. L’incontro del giovane con la figlia della sua compagna di letto risveglia i suoi sentimenti più nobili, portandolo a riassaporare la gioia delle piccole cose, come un panino mangiato in macchina o uno sfuggente bacio sul portone di casa. Emblematica in tal senso la scena al night club, feroce e tenera allo stesso tempo, con una lacrima di imbarazzo di Elaine che ridesta Benjamin dalla sua apatia riportandolo su una strada più nobile e appassionata.

La sintesi de Il laureato in un finale indelebilmente scolpito nella storia del cinema

Il terzo atto de Il laureato è quello più imperfetto dal punto di vista della scrittura, con qualche forzatura e repentino cambiamento di idea di troppo, ma anche quello più incalzante dal punto di vista narrativo, con un crescendo di emozioni e azioni e una sequenza finale semplicemente indimenticabile. Dopo l’affioramento della verità e l’inevitabile rottura fra Benjamin, Elaine e Mrs. Robinson, per il protagonista arriva il momento della presa di coscienza dei propri errori e della conseguente reazione. Il resto, come si suol dire, è storia, con la definitiva esplosione del contrasto generazionale segnato prima dal durissimo confronto fra Benjamin e il tradito Mr Robinson, poi da una disperata e spericolata ricerca da parte del ragazzo della chiesa dove Elaine sta per unirsi in matrimonio con un uomo che non ama per mettere a tacere i malumori dei genitori e seppellire sotto una coltre di falsità quanto successo.

Il laureato procede verso quello che sembra la più classica delle liete conclusioni, con il matrimonio interrotto all’ultimo secondo da Benjamin, una croce usata come arma di difesa e una precipitosa e spensierata fuga verso una vita felice e serena, in un’apoteosi della lotta fra generazioni straordinariamente resa da Mike Nichols con emblematici primi piani e con un confronto di rara forza e intensità fra giovani e adulti. Coerentemente con quanto raccontato in precedenza, il regista ferma nel tempo e nello spazio l’istantanea di un’epoca e di una generazione, con il sorriso di gioia dei ritrovati Benjamin ed Elaine che lentamente si trasforma in uno sguardo più serio e pensieroso, a simboleggiare l’incertezza e la preoccupazione per il futuro di un’intera generazione. Una sintesi cinematografica di straordinario impatto emotivo, che consegna alla storia della settima arte una pellicola che a 50 anni dall’uscita riesce ancora a divertire, sconvolgere e fare riflettere.

Il laureato: un film più attuale che mai

Il laureato

In 105 memorabili minuti, Il laureato precipita lo spettatore in un caleidoscopio di emozioni contrastanti, che racconta la solitudine, il senso di inadeguatezza e la ribellione nei confronti della società e della morale comune che chiunque ha provato nella vita. Un capolavoro più attuale che mai, che travalica i confini dello schermo, costringendoci a riflettere su chi siamo e cosa veramente vogliamo.

Regia - 5
Sceneggiatura - 5
Fotografia - 4
Recitazione - 4.5
Sonoro - 5
Emozione - 5

4.8