Storia e declino della Camandone sede del Car per migliaia di ragazzi - Il Secolo XIX

Storia e declino della Camandone sede del Car per migliaia di ragazzi

La struttura oggi è in stato di abbandono: potrebbe essere riutilizzabile solo la palazzina comando

di Andrea Pomati
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L’ex caserma Camandone di Diano Castello, negli ultimi giorni balzata alle cronache per la possibile installazione all’interno della struttura di un centro di detenzione per migranti in attesa di rimpatrio, ha alle sue spalle una storia gloriosa, a cominciare dal nome che porta. Il capitano d’artiglieria Bruno Camandone, originario di Albenga, caduto sul fronte russo nel corso della seconda guerra mondiale fu infatti decorato di medaglia d’oro al valore militare per il coraggio che dimostrò nel corso della battaglia difensiva del Don, portato all’estremo, con il sacrificio della sua vita.

Nel 1975, con il riordino dell’esercito italiano nel dopoguerra, venne ricostituito, come battaglione, il 26mo reggimento di fanteria Bergamo sciolto nel 1859 e la sua sede fu appunto la caserma Camandone di Diano Castello. Nel 1993 il battaglione ottenne nuovamente il rango di reggimento e rimase alla Camandone fino al suo scioglimento, avvenuto nel 1999, anno che coincide con la chiusura della caserma. Per oltre vent’anni da Diano Castello sono passati migliaia di giovani provenienti da tutta Italia per affrontare i primi tre mesi di addestramento, il cosiddetto Car, dell’allora leva militare obbligatoria, prima di essere inviati alle loro definitive destinazioni. Artiglieri, bersaglieri, carristi e persino paracadutisti. In pratica tutte le uniformi dei corpi di terra sono passate da lì. Erano i tempi in cui tutto il territorio e Diano Marina in particolare brulicava di militari di ogni regione italiana. Dialetti diversi che si incrociavano in riva al mare, creando, soprattutto in occasione dei giuramenti svolti alla presenza dei parenti delle reclute, un enorme giro economico per bar, ristoranti, pizzerie, alberghi e locali pubblici in generale. Non a caso in quegli anni, proprio vicino alla caserma, sorse anche la struttura del bowling.

Un periodo d’oro, che ancora oggi viene ricordato da moltissimi ex militari che hanno costituito gruppi sui social, per ritrovarsi e tornare spesso a fare fotografie davanti alla loro ormai ex caserma, chiusa e in stato di abbandono ormai da quasi 25 anni.

In tutti questo periodo si sono sentite molte idee sulla destinazione futura della Camandone di Diano Castello. Nel 2014 sembrava che fosse a un passo la creazione di un parco divertimenti Mirabilandia. Ma non fu così. E oggi quella struttura di ben 10 ettari, con 31corpi edificati non stupisce possa essere guarda con interesse dai tecnici del ministero dell’Interno incaricati di individuare un centro ove collocare il Cpr. Non tanto per i 31 immobili presenti al suo interno, in quanto sono praticamente tutti in condizioni a dir poco fatiscenti, quanto per gli ampi spazi dove è molto facile costruire in poco tempo strutture prefabbricate.

Delle strutture della caserma, l’unica parte ancora facilmente riutilizzabile, eventualmente per collocarvi uffici e alloggi del personale, potrebbe essere la palazzina comando, ovvero la struttura principale di ingresso. Qui infatti fino a pochi anni fa alloggiava ancora personale militare e un suo recupero non sarebbe molto complicato. Per il resto si tratterebbe di ripulire e spianare i grandi piazzali interni, collocare strutture prefabbricate e una nuova recinzione. Poca spesa, massima resa. Brutto da dire e da pensare un così triste destino, per una caserma che ancora oggi trasuda ben altri ricordi e glorie del passato.

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