Giovanni Marcora

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Giovanni Marcora

Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato
Durata mandato28 giugno 1981 –
1º dicembre 1982
Capo del governoGiovanni Spadolini
PredecessoreFilippo Maria Pandolfi
SuccessoreFilippo Maria Pandolfi

Ministro dell'agricoltura e delle foreste
Durata mandato23 novembre 1974 –
18 ottobre 1980
Capo del governoAldo Moro
Giulio Andreotti
Francesco Cossiga
PredecessoreAntonio Bisaglia
SuccessoreGiuseppe Bartolomei

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato5 giugno 1968 –
5 febbraio 1983
LegislaturaV, VI, VII, VIII
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneLombardia
CollegioVimercate
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studioGeometra
ProfessioneImprenditore

Giovanni Marcora, nome di battaglia "Albertino"[1] (Inveruno, 28 dicembre 1922Inveruno, 5 febbraio 1983), è stato un partigiano, imprenditore e politico italiano, nonché più volte ministro della Repubblica Italiana.

Divenne famoso anche per essere stato l'ispiratore della legge 15 dicembre 1972 n. 772, che disciplinò l'obiezione di coscienza alla leva obbligatoria in Italia ed introdusse il servizio civile nel paese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Partecipò alla resistenza italiana, militando nella "Brigata Val Toce" una formazione inquadrata tra le Brigate Fiamme Verdi di orientamento cattolico che nel 1945 conterà circa 20 000 partigiani, molto attiva nella liberazione della val d'Ossola e comandata anche da Alfredo Di Dio e di cui lui diventerà vicecomandante nel Raggruppamento divisione Fratelli Di Dio.[2]
Dopo la fine della guerra, si dedicò all'imprenditoria e nel contempo alla carriera politica, militando nella Democrazia Cristiana. Nel secondo dopoguerra fu insignito del distintivo d'onore per i patrioti "Volontari della Libertà".

Nel 1953 promosse la fondazione della rivista La Base e dell'omonima corrente della DC, di cui fu segretario amministrativo per trent'anni. Entrato nel consiglio nazionale dello Scudo Crociato nel 1962 ed eletto senatore nel 1968 (e sempre confermato fino alla morte), entrò nella direzione nel partito nel 1969 diventandone vicesegretario nazionale nel 1973.

Fu promotore e relatore della legge 15 dicembre 1972, n. 772, che per la prima volta riconobbe e disciplinò l'obiezione di coscienza al servizio militare di leva in Italia, consentendo anche di svolgere un servizio civile alternativo, obbligatorio, sostitutivo di quello armato.

Fu poi Ministro dell'agricoltura e delle foreste dal 1974 al 1980, fu poi a capo del dicastero dell'Industria e presidente della delegazione democristiana dal 1981 al 1982, cercando di fronteggiare la crisi produttiva ed occupazionale.

Muore per un male incurabile il 5 febbraio 1983.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Albertino fu il suo nome di battaglia durante la Resistenza
  2. ^ Centro studi Marcora - Scheda, su centrostudimarcora.it. URL consultato il 25 marzo 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Saltini Intervista con Giovanni Marcora. Perché e come ho voluto il Piano, Terra e Vita, n. 50, 24 dic. 1977
  • idem Marcora conclude con un trionfo la presidenza Cee, idem n. 23, 7 giu. 1980
  • idem Una giornata in azienda con Marcora. Consuntivi e progetti nelle vacanze verdi di un ministro agricoltore, idem, n. 35, 6 sett. 1980

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro dell'agricoltura e delle foreste Successore
Antonio Bisaglia 23 novembre 1974 - 18 ottobre 1980 Giuseppe Bartolomei
Controllo di autoritàVIAF (EN69828393 · ISNI (EN0000 0000 5690 152X · LCCN (ENn80030127 · GND (DE123153026 · WorldCat Identities (ENlccn-n80030127