Psicologia del tango

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Il tango, un ballo passionale e sensuale originario dell’Argentina, va ben oltre i movimenti coreografici. È un’espressione artistica intrisa di emozioni, relazioni interpersonali e dinamiche psicologiche complesse. Vediamo di saperne di più.

Cosa è il tango?

Il tango è sia un genere musicale, sia un ballo.

Come è nato il tango?

Del tango si è detto che “è un pensiero triste che si balla” ed in effetti questa danza non è nata, almeno all’inizio, in un contesto di felicità e di divertimento: le sue origini sono nei postriboli argentini, affollati da molti di quei cinque milioni di immigrati, provenienti da tutte le parti del mondo, che fra il 1875 e il 1914 sbarcarono a Buenos Aires.

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Perché si chiama così?

Non si sa.

A cosa si ispira il tango?

Il tango si ispira ad altre danze popolari, come il candombe, la milonga, il tango andaluz o la habanera.

Come si balla?

La tradizione vuole che questo sia un ballo di coppia, caratterizzato da eleganza e passionalità, basato sull’improvvisazione e dunque fortemente creativo: l’uomo decide i passi da eseguire e conduce la donna verso figure mutevoli usando una serie di Marcacion. La posizione di ballo è un abbraccio frontale più o meno asimmetrico, a seconda dello stile, in cui l’uomo con la destra cinge la schiena della ballerina e con la sinistra le tiene la mano.

Il tango ebbe subito successo?

No. L’alta società argentina, all’inizio fu molto ostile al tango, in quanto espressione di fasce povere ed emarginate della popolazione. Solo dai primi anni del Novecento la classe più elevata piano piano si lasciò conquistare da questo ballo, i cui passi di danza vennero all’uopo ribattezzati e resi più accettabili.

Il successo internazionale è del 1910, anno in cui il tango divenne di moda nei grandi saloni delle capitali europee. Una volta accettato il ballo, furono ripuliti dalle volgarità anche i testi delle canzoni del tango, eliminando anche qualunque riferimento alla droga e all’alcool.

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Fu anche censurato?

Si. Molte condanne e proibizioni arrivarono alla moda di ballare il tango dalla Chiesa cattolica: “una danza che, venuta da oltremare, costituisce un grave oltraggio al pudore, essendo stata per questo stesso motivo già condannata da tanti illustri vescovi e proibita anche in tanti paesi protestanti”.

Sul piano del linguaggio del corpo, cosa esprime il tango?

Il tango è una forma di comunicazione non verbale estremamente potente. Ogni passo, ogni movimento è carico di significato. Attraverso il contatto fisico e il movimento ritmico, i ballerini trasmettono emozioni, desideri e stati d’animo. Il contatto ravvicinato nel ballo crea una connessione profonda tra i partner, permettendo loro di percepire e rispondere agli stati emotivi reciproci in tempo reale.

Questa forma di comunicazione corporea può essere terapeutica, a livello di coppia?

Si, può offrire un’opportunità unica per esprimere e comprendere le proprie emozioni. Infatti, mentre i ballerini si abbracciano e si muovono insieme, si crea un legame intenso e intimo, che può avere un impatto significativo sul benessere psicologico della coppia. Attraverso il tango, le persone imparano a fidarsi dei propri partner, ad aprirsi emotivamente e a mostrare le proprie vulnerabilità. Questa esperienza può favorire la crescita personale e la consapevolezza di sé, aiutando i partecipanti a superare le barriere emotive e a sviluppare relazioni più profonde e significative.

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In che modo si esprime il sentimento di fiducia nel tango?

Nel tango c’è un partner che guida il movimento, l’altro che segue con fiducia. Imparare a guidare con fermezza e allo stesso tempo con gentilezza, così come imparare a sentirsi guidati, lasciandosi andare all’altro, può essere di aiuto nel riconquistare l’armonia sessuale.

Può essere anche un modo per superare lo stress?

Si, ballare il tango è un’esperienza di meditazione in movimento, che permette di entrare in contatto con il proprio io interiore in un modo profondo e significativo, permettendo, grazie alla musica e alla danza, una certa liberazione emotiva.