Il ricordo di Goria, l’uomo nuovo del dialogo in politica - La Stampa

Il 30 luglio Giovanni Goria avrebbe compiuto 80 anni. Morì invece quando ne aveva poco più di 50, ad Asti, la città dove era e dove aveva iniziato un intenso percorso politico che assai presto lo portò fino a Roma: Goria fu il più giovane ministro del Tesoro e il più giovane presidente del Consiglio. Di lui si legge nel Dizionario biografico degli italiani Treccani: «La sua immagine, un po’ al di fuori di quella tradizionale del politico italiano, di persona più vicina alla gente e al comune buon senso contribuirono ad accrescerne la popolarità, facendone “l’uomo nuovo” della Democrazia Cristiana».

A 80 anni dalla nascita, la Fondazione Giovanni Goria, presieduta dal figlio Marco, ricorda lo statista con una serie di iniziative, a partire da una video intervista a don Luigi Berzano, parroco di Valleandona dal 1975 e professore emerito dell'Università di Torino.

«Il suo agire politico rappresenterebbe oggi una grande utopia, perché quello che avveniva allora noi oggi, ritornando al passato, lo vediamo come utopia, perché oggi il mondo della politica non si interseca più con le grandi passioni di tipo sociale e umano e anche di tipo religioso», dice don Berzano nella videointervista del giornalista Carlo Cerrato diffusa sui social della Fondazione Goria. Il parroco ricorda gli anni giovanili dello statista, l'impegno sociale e politico negli anni pre-Sessantotto, gli studi in economia a Torino, le prime esperienze di dialogo tra cattolici e comunisti. Ricorda inoltre la propria esperienza di vice parroco a Mombercelli e ad Asti nella Parrocchia di San Pietro.

Qui, nel 66, nei mesi della occupazione delle Ferriere Ercole nacque l'esperienza di Pensieri Nuovi periodico di approfondimento e dibattito politico culturale. Ne uscirono otto numeri, Gianni Goria era uno degli animatori del gruppo di cui facevano parte studenti, operai, sindacalisti di diversa estrazione. Berzano si sofferma anche sull'amicizia con padre Enzo Bianchi, astigiano di Castel Boglione e coetaneo di Goria. «Pensieri Nuovi aveva per ogni numero un tema monografico – racconta Berzano - Il primo era sulla confessione: questo dice come le tematiche interne alle comunità cristiane erano presenti. In quel periodo si cominciava a capire che la confessione spesse volte sostituiva la psicanalisi. Confessione come momento terapeutico fondamentale per i cristiani. Questo è un elemento che spesso oggi nel mondo della politica non esiste più, il mondo della religione rimane staccato. In Gianni Goria tutte queste varie dimensioni rimanevano molto presenti».

Berzano ricorda: «L'ultima volta che venne alla parrocchia di Valleandona, disse: «Non vengo per confessarmi, ma per parlare». Questo è l'elemento della confessione come confronto sincero tra i credenti». Le iniziative per gli 80 anni di Goria accompagneranno al 2024, anno in cui ricadono il trentesimo della sua scomparsa e il ventesimo della costituzione della Fondazione culturale a lui dedicata.

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