Giovanni di Sassonia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando altri omonimi, vedi Giovanni di Sassonia (disambigua).
Giovanni di Sassonia
Giovanni di Sassonia nel 1860 circa
Re di Sassonia
Stemma
Stemma
In carica9 agosto 1854 –
29 ottobre 1873
PredecessoreFederico Augusto II
SuccessoreAlberto
Nome completotedesco: Johann Nepomuk Maria Joseph Aston Xaver Vincenz Aloys Franz de Paula Stanislaus Bernhard Paul Felix Damasus
TrattamentoSua Maestà
NascitaDresda, 12 dicembre 1801
MortePillnitz, 29 ottobre 1873 (71 anni)
Luogo di sepolturaCattedrale di Dresda
Casa realeWettin
PadreMassimiliano di Sassonia
MadreCarolina di Parma
ConsorteAmalia Augusta di Baviera
FigliMaria Augusta
Alberto
Maria Elisabetta
Federico
Giorgio
Maria Sidonia
Anna Maria
Margherita
Maria Sofia
ReligioneCattolicesimo

Giovanni I di Sassonia (Dresda, 12 dicembre 1801Pillnitz, 29 ottobre 1873) fu re di Sassonia e membro della casata di Wettin.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni ritratto in giovane età da Carl Christian Vogel von Vogelstein nel 1832

Giovanni era il sesto figlio del principe ereditario Massimiliano di Sassonia, e della sua prima moglie, la principessa Carolina di Borbone-Parma. Suo padre era il figlio più giovane di Federico Cristiano di Sassonia mentre sua madre era una nipote dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria.

Inizialmente Giovanni aveva poche possibilità di ereditare la corona sassone. Nel 1822, però, quando suo fratello maggiore Clemente morì celibe in Italia, Giovanni era preceduto solo da un altro fratello maggiore Federico Augusto.

Nel 1827, quando suo zio Antonio divenne re, Giovanni divenne terzo in linea di successione al trono e, dopo che suo padre rinunciò ai propri diritti di successione nel 1830, divenne secondo in linea di successione. Nel 1836 suo fratello Federico Augusto divenne re e Giovanni divenne l'erede al trono.

Nel 1829 gli fu offerta la corona reale di Grecia dalla Francia, ma rifiutò[1].

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Amalia Augusta di Baviera ritratta da Joseph Karl Stieler nel 1823, Galerie Neue Meister, Dresda
Fotografia del re Giovanni e di sua moglie Amalia Augusta, 1872

Giovanni sposò, il 21 novembre 1822 a Dresda, la principessa Amalia Augusta di Baviera (13 novembre 1801-8 novembre 1877), figlia del re Massimiliano I di Baviera e della sua seconda moglie, Carolina di Baden.

La coppia ebbe nove figli:

Re di Sassonia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni divenne re di Sassonia alla morte del fratello Federico Augusto II, avvenuta nel 1854 senza eredi legittimi. La riforma giudiziaria del 1855, l'espansione della rete ferroviaria e l'introduzione della libertà di commercio sono principalmente dovute alla sua esperienza nell'amministrazione del regno.

Sotto di lui, la Sassonia si trasformò in uno degli stati tedeschi più moderni. Inoltre, fu concluso un trattato commerciale con la Francia (1862) e fu riconosciuto il neonato Regno d'Italia. Sotto l'influenza del suo ministro, Friedrich Ferdinand von Beust, fece una campagna per la soluzione dell'unificazione della Grande Germania (compresa l'Austria). Il Regno di Sassonia combatté quindi a fianco dell'Austria nella guerra tedesca del 1866. Durante la guerra, la famiglia reale si ritirò per alcune settimane nella villa reale di Ratisbona. Come dopo la sconfitta di Königgrätz, il primo ministro prussiano Otto von Bismarck convinse il re Guglielmo I a mantenere la Sassonia come stato indipendente, la Sassonia si unì finalmente alla Confederazione della Germania settentrionale e nel 1871 all'Impero tedesco sotto l'egemonia del Regno di Prussia. Tuttavia, quando Guglielmo I fu proclamato imperatore a Versailles il 18 gennaio 1871, fu rappresentato da suo figlio, il principe Giorgio.

Venne concesso un finanziamento speciale per le scuole e l'istruzione superiore. L'Accademia delle Scienze sassone fu sponsorizzata da lui e fu fondata nel 1863 la rivista "Nuovo Archivio di Storia sassone". Oltre alla politica, Giovanni si dedicò alla letteratura. Con lo pseudonimo di Filalete tradusse in tedesco la Divina Commedia di Dante; alcune parti di quest'opera furono collocate nello Schloss Weesenstein. Il distretto di Dresda di Johannstadt è stato intitolato a lui.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Tomba di Johann von Sachsen nella Cappella Wettin, Dresda

Giovanni morì a Pillnitz e venne sepolto nella Cripta Wettin di Dresda. Fu succeduto sul trono di Sassonia dal figlio Alberto.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Augusto III di Polonia Augusto il Forte  
 
Cristiana Eberardina di Brandeburgo-Bayreuth  
Federico Cristiano, Elettore di Sassonia  
Arciduchessa Maria Giuseppa d'Austria Giuseppe I, Sacro Romano Imperatore  
 
Guglielmina Amalia di Brunswick-Lüneburg  
Massimiliano, Principe Ereditario di Sassonia  
Carlo VII, Sacro Romano Imperatore Massimiliano II Emanuele, Elettore di Baviera  
 
Teresa Cunegonda Sobieska di Polonia  
Duchessa Maria Antonia di Baviera  
Arciduchessa Maria Amalia d'Austria Giuseppe I, Sacro Romano Imperatore  
 
Guglielmina Amalia di Brunswick-Lüneburg  
Giovanni di Sassonia  
Filippo I, Duca di Parma Filippo V di Spagna  
 
Elisabetta Farnese  
Ferdinando I, Duca di Parma  
Luisa Elisabetta di Francia Luigi XV di Francia  
 
Maria Leszczyńska  
Principessa Carolina di Parma  
Francesco I, Sacro Romano Imperatore Leopoldo, Duca di Lorena  
 
Elisabetta Carlotta d'Orléans  
Arciduchessa Maria Amalia d'Austria  
Maria Teresa d'Austria Carlo VI, Sacro Romano Imperatore  
 
Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel  
 

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze sassoni[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paul Arras, Quellenbuch zur Sächsischen Geschichte, 1912, pp. 125.
  2. ^ a b Königlich sächsischer Hof-Civil-und Militär-Staat, Weidmann, 1828, pp.  52., 74..
  3. ^ Staatshandbuch für den Freistaat Sachsen: 1854, Heinrich, 1854, p.  24..
  4. ^ (ES) Francisco Guerra, Caballeros Existentes en la Insignie Orden del Toison de Oro, in Calendario manual y guía de forasteros en Madrid, 1828, p. 44. URL consultato il 24 agosto 2020.
  5. ^ Luigi Cibrario, Notizia storica del nobilissimo ordine supremo della santissima Annunziata. Sunto degli statuti, catalogo dei cavalieri, Eredi Botta, 1869, p. 113. URL consultato il 4 marzo 2019.
  6. ^ "A Szent István Rend tagjai" (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2010).
  7. ^ (DE) Gustaf Lehmann, Die Ritter des Ordens pour le mérite 1812–1913 [The Knights of the Order of the Pour le Mérite], vol. 2, Berlin, Ernst Siegfried Mittler & Sohn, 1913, p. 585.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN78619265 · ISNI (EN0000 0001 0814 4883 · SBN NAPV035300 · BAV 495/166215 · CERL cnp00398639 · LCCN (ENnr00031973 · GND (DE118712322 · BNF (FRcb16939728n (data) · J9U (ENHE987007263563405171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr00031976