GIOVANNI FEDERICO il Magnanimo, Elettore di Sassonia in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

GIOVANNI FEDERICO il Magnanimo, Elettore di Sassonia

Enciclopedia Italiana (1933)

GIOVANNI FEDERICO il Magnanimo, Elettore di Sassonia

Walter Platzhoff

Nato nel 1503, succedette nel 1532 a suo padre Giovanni, ch'egli aveva assistito nel regno quando era ancora principe Elettore. Uomo profondamente pio e coscienzioso, sentì come una missione il consolidamento della chiesa del suo paese. Ma a una politica attiva egli non era adatto per la sua lentezza e l'eccessiva prudenza; quindi venne presto in conflitto con Filippo d'Assia, col quale divideva la direzione della Lega di Smalcalda, e raggiunse un accomodamento con l'imperatore cooperando così al Frankfurter Anstand (Armistizio di Francoforte) del 1539. Per lungo tempo si lasciò sedurre dalla diplomazia di Carlo V e assistette inerte alla deposizione di suo cognato, il duca Guglielmo di Jülich-Kleve. Più di tutto funesta fu per lui l'antica discordia coi suoi cugini Albertini, che andò sempre più acuendosi dopo l'assunzione al trono del giovane ambizioso duca Maurizio. Nel conflitto per i beni ecclesiastici di Wurzen del 1542 si sarebbe arrivati a una guerra aperta, se all'ultimo momento non fosse intervenuto il langravio d'Assia. Allo scoppio della guerra di Smalcalda G. F. condusse le sue truppe nella Germania meridionale, ma tornò presto indietro, quando insieme col re Ferdinando anche il duca Maurizio invase i suoi paesi. L'Elettore si mostrò capace di tener fronte ad ambedue gli avversarî, in modo che lo stesso imperatore Carlo V dovette venir loro in aiuto nella primavera del 1547. Presso Mühlberg, il 24 aprile 1547, G. F. fu battuto sulla Lochauer Heide mentre combatteva valorosamente, e fatto prigioniero. Condannato a morte come ribelle, con la capitolazione di Wittenberg del 19 maggio 1547 la sua condanna a morte fu commutata in prigionia ed egli rinunziò per sé e per la sua casa a favore del duca Maurizio alla dignità elettorale e agli elettorati; fu lasciato a suo figlio solo un piccolo territorio nella Turingia, da Weimar fino a Coburgo. Per cinque anni soffrì con dignità la prigionia, suscitando ammirazione nei suoi stessi nemici. Il 1° settembre 1552 egli fu liberato dai principi ribelli all'imperatore e ritornò nei paesi rimastigli. Nel 1554 ottenne dal successore di Maurizio, l'Elettore Augusto, una rettifica dei confini del suo territorio. Morì il 3 marzo 1554 a Weimar.

Bibl.: G. Mentz, J. F. d. Grossmütige, voll. 3, Jena 1903-1908.