Ogni anno il 12 aprile non possiamo fare a meno di pensare a Juana la Loca. L’infanta ribelle di Castiglia morta proprio in questo giorno. Passata alla storia come “la Pazza”, in realtà confinata in un palazzo lontano dai centri del potere a causa di una presunta infermità mentale, frutto di una cospirazione per sottrarle il legittimo ruolo di regnante.

Giovanna era nata il 6 novembre del 1479 nella bellissima e pittoresca città di Toledo, capitale del Regno di Castiglia. Era la terza figlia di Ferdinando II d’Aragona e di Isabella I di Castiglia, noti anche con l’appellativo di Re Cattolici. Nonostante fosse una bambina di salute fragile, aveva un carattere ribelle, tenace e volitivo. Crescendo, diventò una donna di grande cultura. Studiò diritto civile, genealogia e araldica, storia, matematica, filosofia, oltre a ortografia e scrittura.

Studiò inoltre le diverse lingue iberiche quali castigliano, leonese, galiziano-portoghese e catalano, ed era fluente in francese e latino. Se Giovanna amava moltissimo la cultura, ciò che proprio non sopportava erano i doveri regali e le cerimonie religiose. Queste ultime cercava di evitarle il più possibile. Cosa che, ovviamente, non era vista assolutamente di buon occhio dalla madre Isabella la Cattolica, la cui fede raggiungeva il fanatismo. Il comportamento di Giovanna nei confronti della religione era, infatti, motivo di frequenti liti con la madre. Quando era sopraffatta e non ne poteva più delle “scenate” di Isabella, Giovanna si ritirava in lunghe cavalcate solitarie.

Questo suo essere un po’ la “pecora nera” della famiglia più cattolica ed intransigente d’Europa la fece fin da subito apparire strana e anomala. Giovanna venne infatti giudicata timida e troppo distaccata dai lussi della corte.

Il matrimonio con Filippo il Bello.

I re cattolici combinarono per i loro cinque figli matrimoni molto vantaggiosi e prestigiosi. Sua sorella maggiore Isabella (la preferita della madre) divenne regina del Portogallo. Suo fratello Giovanni, principe delle Asturie. Sua sorella Maria divenne anch’ella regina del Portogallo dopo la morte prematura di Isabella. Infine, sua sorella Caterina d’Aragona divenne regina d’Inghilterra come prima moglie di Enrico VIII Tudor.

A Giovanna toccò Filippo d’Asburgo, detto il Bello. Egli era il figlio di Massimiliano I, Imperatore del Sacro Romano Impero. Il viaggio per raggiungere la nuova corte fu lungo e travagliato. Un intero mese dopo la sua partenza dalla costa iberica, Giovanna raggiunse finalmente i Paesi Bassi. Quando Filippo e Giovanna si videro per la prima volta si innamorarono immediatamente e perdutamente l’uno dell’altra. Le nozze furono celebrate il 21 ottobre del 1496 nella città belga di Lier. Negli undici anni successivi ebbero sei figli, due maschi e quattro femmine, tutti sopravvissuti e destinati a diventare imperatori o regine.

Ma questa non è una storia a lieto fine.

Il ritorno in Castiglia.

Durante la sua permanenza alla corte degli Asburgo Giovanna era al settimo cielo. Ella stessa viveva il matrimonio come fosse una sorta di atto liberatorio e la corte fiamminga era molto raffinata, completamente l’opposto dell’austerità alla quale era stata abituata. Ma questa felicità non durò a lungo. Filippo, infatti, si rivelò essere un marito fedifrago e le scenate di gelosia da parte di Giovanna erano all’ordine del giorno. Il 1500 è un anno chiave nella vita di Giovanna che fu segnato da una serie di sfortunati e tragici eventi. In seguito alla prematura morte della sorella maggiore Isabella e del fratello Giovanni, Giovanna diventò erede al trono di Castiglia. Due anni più tardi, Giovanna e Filippo arrivarono in Spagna e per lei fu l’inizio della fine. Filippo, infatti, non perse le cattive abitudini e si fece sedurre da una grande quantità di donne spagnole, scatenando la rabbia di Giovanna.

Il padre, re Ferdinando II, prese la palla al balzo e pensò bene di utilizzare le sfuriate e le scenate della figlia per instillare nella mente della corte il germe che ella fosse emotivamente e mentalmente instabile, dunque inadatta a regnare. Alla fine del 1504 morì la regina Isabella e Giovanna, secondo la norma, avrebbe dovuto assumere la reggenza del Regno di Castiglia.

La successione.

Bisogna sapere che con il matrimonio tra Ferdinando e Isabella, l’Aragona e la Castiglia non si erano fuse in uno stato unitario, ma erano rimaste due corone autonome, sottoposte alle proprie leggi. Ferdinando non sarebbe mai potuto diventare re anche del regno di Castiglia alla morte della moglie, in quanto il regno sarebbe passato direttamente all’erede designato: in questo caso Giovanna.

Uomini senza scrupoli.

A questo punto sia il padre, Ferdinando, sia il marito, Filippo, si accordarono tra di loro per fare in modo di allontanare Giovanna da ogni decisione politica. Filippo, tuttavia, morì improvvisamente nel 1506: Giovanna era distrutta dal dolore. La causa ufficiale della morte fu la febbre tifoide. L’opinione pubblica però sospettò che il suocero lo avesse avvelenato, proprio per non condividere il potere con lui. Ed è così che iniziò la lenta discesa verso gli Inferi di Giovanna di Castiglia. Sola, tremendamente addolorata dalla morte di Filippo, prigioniera della sua stessa famiglia, venne fatta dichiarata pazza dal suo stesso padre.

Ferdinando II fece circolare in tutta Europa voci sugli strani comportamenti di Giovanna. Comportamenti di cui non vi è documentazione o testimonianza che non provenga dagli ambienti di corte, il che fa ovviamente pensare che il tutto sia stato orchestrato a tavolino. Dal 1506 al 1520 Giovanna fu confinata, su ordine del padre, in un castello-monastero a Tordesillas, completamente isolata dal mondo esterno.

La prigionia di Giovanna.

La sua reclusione fu estremamente dura e fu resa ancora più dura sia dal rigoroso isolamento a cui fu sottoposta sia dai tentativi di costringerla a pratiche religiose, come la confessione, che ostinatamente rifiutava.

Nel 1516, alla morte di Ferdinando, salì al trono il figlio di Giovanna e Filippo con il nome di Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero ed erede delle due corone di Aragona e Castiglia. In questo modo la Spagna venne unificata e mezza Europa fu riunita in un unico impero. Nel 1517, Carlo (dopo anni di lontananza dalla madre) si recò a farle visita. Ma la sua non fu una visita disinteressata. L’incontro era, infatti, dettato dalla necessità di Carlo di ottenere da parte di Giovanna la legittimazione all’assunzione del potere.

Carlo continuò la politica infima del nonno e lasciò Giovanna nella stessa situazione in cui l’aveva trovata: prigioniera nel palazzo di Tordesillas. Spinta sull’orlo del baratro e lasciata irrimediabilmente sola, Giovanna iniziò a non mangiare più, salvo pane e formaggio, e a dormire sul pavimento senza mai cambiarsi d’abito.

Dopo innumerevoli torture e angherie, Giovanna venne ridotta a uno stato bestiale: ormai non era che un’ombra della ragazza testarda e ribelle di un tempo. Ciò che liberò Giovanna dalla sua prigionia fu la morte, che la prese con sé il 12 aprile del 1555. Sempre fedele ai suoi princìpi, rifiutò per l’ennesima volta la confessione. Le sue ultime ore le passò insieme a Francisco de Borja che la assistì e ne testimoniò la lucidità.

Giovanna: mai più “la Pazza”.

46 anni di ingiusta, durissima e ininterrotta prigionia avrebbero piegato e fatto davvero impazzire chiunque, alla fine. Ma molti storici sono concordi nell’ammettere che Giovanna pazza non era. Il suo anticonformismo in un’epoca dominata dal fanatismo, dall’oscurantismo e dal patriarcato non poteva che essere la sua croce e la sua condanna a morte. Quindi, prima di chiamarla impropriamente “la Pazza”, ricordiamo che Giovanna di Castiglia è stata una donna intelligentissima, di grande cultura, appassionata e innamorata sacrificata sull’altare del potere dal padre, dal marito e dal suo stesso figlio. Loro sì che si meriterebbero l’appellativo di “pazzi”.

Fonti

Antonio Caprarica, E non vissero per sempre felici e contente. 50 principesse fuori di fiaba, Mondadori Electa, 2022

Cinzia Giorgio, Amori Reali, Newton Compton Editori, 2018

Enciclopedia delle donne, Juana di Castiglia

Francesca Ferragina, Juana di Castiglia (detta “La Loca”) all’interno del podcast “Storie di Donne nella Storia”