Giovanna la Pazza, la Regina di Castiglia imprigionata a vita da padre e figlio

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Giovanna la Pazza, la Regina di Castiglia imprigionata a vita da padre e figlio

La maggior parte degli storici concorda nel considerare Giovanna di Castiglia una vittima delle ambizioni del padre, dello sposo e anche del figlio Carlo I, che decise di perpetrarne la prigionia fino alla morte.

Giovanna di Trastámara, o Giovanna di Aragona e Castiglia, conosciuta anche come Giovanna La Pazza, è stata Duchessa consorte di Borgogna, Regina di Castiglia dal 1504, e di Aragona dal 1516. Dall’unione di questi due regni si evolse e nacque la Spagna moderna.

Alla morte di suo marito, Filippo Il Bello (Filippo IV di Francia), la Regina Giovanna di Castiglia s’incamminò in una lunga processione per tutto il Regno, per accompagnare la bara del Re defunto. Per otto mesi, Giovanna camminò accanto al catafalco del suo consorte, causando inquietudine e timore tra la popolazione. Questo principio di pazzia ne causò la detenzione nel castello di Tordesillas (nei pressi di Valladolid), fino alla sua morte, avvenuta quarantasei anni dopo. Nella discussione attuale tra gli storici, ci si chiede se suo padre, Ferdinando “Il Cattolico” (Ferdinando II d’Aragona), colui che la fece imprigionare, scelse deliberatamente di approfittare dello stato mentale della figlia, apparentemente transitorio, per allontanarla dalla Corona. Nata a Toledo nel 1479, Giovanna di Castiglia ricevette un’educazione umanistica, grazie al volere di sua madre, Isabella di Castiglia. Molto presto, l’infanta di Castiglia si fece notare per le sue doti nell’apprendimento delle lingue romanze, del latino, della musica e della danza. Si trattava della classica educazione riservata ai membri cadetti della Famiglia Reale e fino alla maturità, Giovanna non dette segni di particolari squilibri mentali. Nel contesto politico dell’epoca, gli Asburgo erano impegnati a isolare politicamente la Francia, motivo per cui decisero di consolidare una serie di alleanze con i Re Cattolici, che prevedevano il matrimonio tra Filippo I d’Austria detto “Il Bello”, con l’infanta Giovanna.

Nel 1496, Giovanna di Castiglia contrasse matrimonio, all’età di 17 anni. Cominciava una vita segnata dalle diverse infedeltà di Filippo e dall’assoluta solitudine. In risposta, la figlia dei Re Cattolici cominciò a mostrare un carattere ossessivo, con diversi episodi caratterizzati da stati d’ira. Un carattere che la morte di suo fratello Giovanni, erede al trono, e di sua sorella maggiore Isabella, nel 1497, resero ancora più instabile.

Non molto tempo dopo, nel 1504, la morte di Isabella “La Cattolica”, dette inizio ad una disputa tra Ferdinando “Il Cattolico” e Filippo “Il Bello” per il controllo della Castiglia. A peggiorare un decennio marcato dalle morti di persone care, si aggiunse il decesso del consorte, Filippo I, nel 1506, che fu Re di Castiglia per solo due mesi.

L’atteggiamento della Regina durante il corteo funebre, che durò otto mesi, e che portò il corpo del marito attraverso buona parte della Castiglia, diffuse tra la popolazione il dubbio che soffrisse di gravi disturbi mentali.

Fino a che punto il dubbio fosse fondato, non è dato sapere. Certo è che il padre ne approfittò,e la fece rinchiudere a Tordesillas, per potersi appropriare della Corona di Castiglia. Giovanna La Pazza, Regina di Castiglia, rimase imprigionata per 46 anni, e neanche l’ascesa al trono di suo figlio, Carlo I, mutò le condizioni della sua prigionia. Nel 1520, durante le prime ribellioni della nascente borghesia contro i privilegi della nobiltà, i “Comuneros” si diressero a Tordesillas per liberare Giovanna e chiedere il suo sostegno. Anche se la Regina non era propensa a sostenere la loro causa, dovettero comunque rendersi conto che la persona che avevano di fronte non corrispondeva affatto all’immagine tragica e instabile che tanto Ferdinando che Carlo I, avevano voluto diffondere tra la popolazione. Era una donna capace di conversare intelligentemente, e la sua mente era chiara e lucida.

Di fatto, la descrizione che fecero i “Comuneros” della Regina ha portato poi molti storici a mettere in dubbio la sua pazzia, che potrebbe esser stata solo transitoria, considerate le molte morti avvenute in poco tempo nel contesto familiare.

Secondo la storica Cristina Segura Graiño, i cronisti dell’epoca, i pittori e gli storici la descrissero come una donna impazzita per eccesso d’amore, senza ricordare che, anche nei momenti più critici, Giovanna aveva comunque agito con sufficiente lucidità e lealtà verso la sua famiglia.

Ciò che troppo raramente viene ricordato è che, a differenza di sua madre, la principale ragione per cui Giovanna non lottò per mantenere la sua Corona fu semplicemente la mancanza di interesse e ambizione. La figlia, a prescindere dal fatto che soffrisse o meno di disturbi mentali, non mostrò mai la fame politica o il talento di sua madre, che sopravvisse ad altrettante morti di familiari senza mai perdere lucidità. Dopo la morte di Filippo I, Giovanna dimostrò di essere politicamente inutile, se non addirittura dannosa.

Dopo tanti anni di prigionia, la Regina cominciò a mostrare segni di schizofrenia, una malattia che forse fiorì in un contesto di malinconia, solitudine e paranoia.

Nel 1552, Filippo II ordinò al Padre Gesuita Francisco de Borja, di andare a visitare Giovanna, di velarla e pregare per la salvezza della sua anima.

Il gesuita la trovò fuori di sé, ossessionata dalla convinzione che le sue dame di compagnia la credessero una strega che sporcava l’acqua benedetta e sputava sui simboli religiosi.

Un altro gesuita che andò a visitarla la trovò spaventata a morte da un gatto che, secondo la versione della stessa Giovanna, aveva mangiato diversi suoi familiari e adesso si prestava a mangiare lei.

Il carattere di Giovanna La Pazza oscillava rapidamente tra l’euforia e la malinconia. Gli esperti tendono a pensare che potesse soffrire di qualche disturbo compulsivo o di bipolarismo, e comunque non così grave da arrivare a privarla del trono. Bisogna però ricordare che la Dinastia dei Trastámara aveva un antecedente diretto di pazzia, nella figura di Isabella di Portogallo, madre di Isabella “la Cattolica” e nonna di Giovanna.

Come nel caso di Giovanna La Pazza, anche Isabella di Portogallo presentava un quadro clinico di depressioni e atteggiamenti malinconici. Anche per la figura della nonna, è difficile stabilire se realmente soffrisse di qualche disturbo mentale o se invece ci fossero motivazioni politiche dietro la decisione di imprigionare anche lei a vita.

Francesca Passini

Sitografia: abc.es; nationageographic.com.es

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11 Dicembre 2022

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