Inghilterra al voto: il nodo Londra, i rischi per Sunak e la prima volta del documento di identità - la Repubblica

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Inghilterra al voto: il nodo Londra, i rischi per Sunak e la prima volta del documento di identità

Inghilterra al voto: il nodo Londra, i rischi per Sunak e la prima volta del documento di identità

Oggi le elezioni locali nella capitale e nel resto della nazione: il sindaco Khan cerca il terzo mandato, il primo ministro spera in una disfatta “soft”. E torna in campo Boris Johnson

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LONDRA - Oggi è Election Day in Inghilterra e si vota per il sindaco di Londra, a Blackpool e per oltre 2600 seggi in 107 consigli comunali. Sono elezioni importanti, per vari motivi. Innanzitutto, per la prima volta su così ampia scala è necessario mostrare un documento di identità al seggio per poter votare. Può sembrare assurdo in un Paese come l’Italia, ma nel Regno Unito non esistono carte d'identità e sinora si andava direttamente al seggio - dove si veniva registrati preventivamente dal Comune - annunciando semplicemente il proprio nome. Ora, invece, è necessario mostrare la patente, il passaporto, la tessera del bus per gli over 60 o uno di altre decine di documenti ammessi, come da legge approvata dall’allora primo ministro Boris Johnson.

A Londra, il sindaco laburista e primo musulmano della storia Sadiq Khan cerca il suo terzo mandato alla guida della capitale britannica. La sua principale sfidante è Susan Hall dei conservatori, che però nei sondaggi è stata sempre 20 punti sotto e che accusa il sindaco di aver perso il controllo della città in termini di sicurezza, vista l’epidemia di accoltellamenti, l’ultimo due giorni fa alla stazione della metropolitana di Hainault. Ma Khan, nonostante sia strafavorito, non è ancora sicuro della vittoria, per due motivi.

Uno è proprio l’introduzione dell’obbligo di documento di identità, avversato dai laburisti, dalla sinistra e dalle ong perché sfavorirebbe le classi meno agiate, che molto spesso votano Labour ma non hanno un passaporto o nemmeno la patente. Il secondo è un altro cambiamento alla legge elettorale, per cui stavolta l’elettore può esprimere solo una preferenza e non, come in passato, un voto disgiunto tra candidato a sindaco e un partito. Qualcosa che Khan teme per il suo consenso trasversale. In ogni caso, i risultati ufficiali delle elezioni a Londra non si sapranno fino a sabato.

L’altro aspetto da seguire in queste elezioni è quanto sarà grave la probabile batosta per Rishi Sunak. Qualora questa tornata si rivelasse un bagno di sangue per i conservatori, i critici del primo ministro nel partito torneranno a chiedere la sua testa. A quel punto, Sunak potrebbe decidere di convocare le elezioni nazionali a luglio (al momento non c’è ancora una data decisa). Cruciali saranno i risultati dell’elezione suppletiva di Blackpool (nel 2019 vinta dai conservatori di misura) e quella dei sindaci delle West Midlands e Tees Valley, anche queste aree solo di recente in mano ai tories, con Andy Street e Ben Houchen.

Curioso, in questo senso, è stato l’attivismo di Boris Johnson nelle ultime ore. L’ex primo ministro britannico, dopo mesi di “autoesilio” poiché si considera ancora vittima di una congiura di Sunak per defenestrarlo, ha fatto campagna proprio per Houchen, in pieno “Red Wall”. Ossia quelle aree del centro e del nord dell’Inghilterra di ex operai, molto spesso bianchi e brexiter, in passato dominate dai laburisti ma poi conquistate in massa proprio da Johnson alle elezioni 2019. Se Houchen dovesse essere confermato e se l’ex primo ministro volesse davvero sporcarsi le mani, Boris potrebbe tornare molto utile ai conservatori per riconnettersi con il “Muro Rosso” e cercare di cambiare il destino delle elezioni generali tra qualche mese. Destino che pare segnato per i tories, almeno a vedere i sondaggi dominati dal Labour e da Keir Starmer. Ma un impegno forte di Johnson potrebbe cambiare molte dinamiche.

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