Francesco Giuseppe I d'Austria

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Francesco Giuseppe I d'Austria
Francesco Giuseppe in una fotografia scattata nel 1892
Imperatore d'Austria
Re Apostolico d'Ungheria
Stemma
Stemma
In carica2 dicembre 1848 –
21 novembre 1916
PredecessoreFerdinando I
SuccessoreCarlo I
Re del Lombardo-Veneto
In carica2 dicembre 1848 –
19 ottobre 1866
PredecessoreFerdinando I
Successoretitolo abolito
(Annessione del Veneto al Regno d'Italia)
Nome completoFrancesco Giuseppe Carlo d'Asburgo-Lorena
TrattamentoSua Maestà Imperiale e Reale Apostolica
Altri titolivedi sezione
NascitaCastello di Schönbrunn, Vienna, 18 agosto 1830
MorteCastello di Schönbrunn, Vienna, 21 novembre 1916 (86 anni)
Luogo di sepolturaCripta Imperiale, Vienna
DinastiaAsburgo-Lorena
PadreFrancesco Carlo d'Asburgo-Lorena
MadreSofia di Baviera
ConsorteElisabetta di Baviera
FigliSofia
Gisella
Rodolfo
Maria Valeria
Religionecattolica romana
Firma
Francesco Giuseppe d'Asburgo-Lorena
Franz Xaver Winterhalter, Ritratto dell'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria

Presidente della Confederazione Germanica
Durata mandato1º maggio 1850 –
24 agosto 1866
PredecessoreGiovanni d'Asburgo-Lorena come Reggente dell'Impero Tedesco
SuccessoreGuglielmo I di Prussia come Presidente della Confederazione tedesca del Nord
Dati generali
FirmaFirma di Francesco Giuseppe d'Asburgo-Lorena

Francesco Giuseppe I d'Austria (in tedesco Franz Joseph I; Vienna, 18 agosto 1830Vienna, 21 novembre 1916) è stato un sovrano austriaco.

Fu Imperatore d'Austria, re d'Ungheria, signore di Trieste, dal 1848 re di Boemia. Dal 1850 al 1866 diventò Presidente della confederazione germanica. Francesco Giuseppe I d'Austria regnò dal 1867 sul nuovo Impero austro-ungarico e fino al 1866 sul Regno Lombardo-Veneto[1]. Egli apparteneva alla casa degli Asburgo-Lorena e di fatto fu l'ultimo vero sovrano assoluto europeo per diritto divino fino alla sua morte, nel 1916, nonché l'ultimo grande rappresentante dell'Impero Asburgico.

Nel dicembre 1848 lo zio di Francesco Giuseppe I, Ferdinando I, ritenuto inadatto per affrontare una crisi politica, abdicò al trono presso la città di Olomouc in Moravia come parte del piano del principe Felix Schwarzenberg per domare le rivoluzioni in Ungheria. Questo fatto favorì il diciottenne Francesco Giuseppe I d'Austria nell'accedere al trono dopo che il padre Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena rinunciò alla successione del regno. Fu incoronato Imperatore d'Austria il 2 dicembre 1848 su richiesta proprio della sua famiglia.

Il regno di Francesco Giuseppe I d'Austria durò quasi 68 anni e superò la durata di ogni altro sovrano della sua dinastia, ma le scelte di governo in politica interna ed estera, ritenute troppo reazionarie, lo indicarono alla fine come l'unico responsabile del disgregamento e della dissoluzione dell'Impero austro-ungarico e del suo regno. Di carattere autoritario, monarchico feudale, nel 1851 Francesco Giuseppe I d'Austria abrogò le concessioni costituzionali e instaurò un regime assolutista e centralista secondo lo stile del periodo.

L'Impero a quel tempo fu travagliato per le spinte nazionaliste al suo interno. Le sconfitte militari del 1859 nella seconda guerra d'indipendenza italiana e del 1866 nella guerra austro-prussiana, videro il giovane Francesco Giuseppe I d'Austria costretto a scendere a patti con i magiari e convertire l'Impero austriaco in due regni di monarchie costituzionali: l'accordo, il compromesso del 1867, creò la doppia monarchia austro-ungarica, una vera e propria unione di due Stati, ponendosi in una situazione di neutralità che durò per più di 40 anni. Sotto il suo regno cresceva però l'opposizione verso la Russia nei Balcani e per la sua influenza, essa si avvicinò all'Impero tedesco, firmando la Duplice alleanza.

Il rifiuto di Francesco Giuseppe I d'Austria di avviare un processo di riforme nella Cisleitania, nelle Terre della Corona di Santo Stefano, il mancato riconoscimento dell'élite magiara ungherese e il sempre più ampio conflitto tra le diverse nazionalità, condussero l'Impero di Francesco Giuseppe I verso il collasso. Le tensioni in atto nei Balcani e la sovrastimata forza militare dell'Austria-Ungheria portarono quindi l'Austria, nell'estate 1914, a dichiarare guerra alla Serbia, atto che provocò, nel quadro del meccanismo di alleanze tra potenze europee, la prima guerra mondiale, conosciuta come la Grande Guerra.

Nella vita privata Francesco Giuseppe I d'Austria visse molte tragedie: nel 1867 la fucilazione del fratello Massimiliano in Messico; nel 1889 la morte del suo unico figlio maschio Rodolfo, erede al trono; nel 1896 la morte del fratello Carlo Ludovico; nel 1898 l'assassinio della moglie Sissi; e nel 1914 l'assassinio del nipote Francesco Ferdinando e di sua moglie a Sarajevo.

Alla morte di Francesco Giuseppe I d'Austria nel 1916, seguì anche la sconfitta militare austro-tedesca della Grande Guerra: i divergenti interessi nazionali dei popoli e la cacciata degli Asburgo-Lorena dall'Austria tramite la proclamazione della Repubblica, il 3 aprile 1919 portarono alla definitiva dissoluzione dell'Impero Austriaco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni e la successione al trono[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Giuseppe in braccio alla madre Sofia di Baviera

Francesco Giuseppe I d'Austria nacque nel Castello di Schönbrunn a Vienna, in Austria. Era il figlio maggiore dell'arciduca Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena, figlio minore di Francesco II d'Austria, e di Sofia di Wittelsbach, duchessa di Baviera.

Nel 1835 salì al trono imperiale lo zio di Francesco Giuseppe, Ferdinando I, ma fu colpito da malattia mentale e non riuscì a dare un figlio all'Impero Austriaco.

Intuendo la successione, l'arciduca Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena, che era il primo in linea di successione dopo il fratello, manovrato dall'ambiziosa moglie[senza fonte] rifiutò il trono e la scelta quindi ricadde su Francesco Giuseppe, giovane di appena 5 anni, che venne cresciuto dalla madre, l'arciduchessa Sofia, con l'intento di farne quindi un giorno l'erede al trono austriaco.

Francesco Giuseppe fu educato da due precettori, il diplomatico Heinrich Franz von Bombelles e il colonnello Johann Baptist Coronini Cronberg. Durante i festeggiamenti di compleanno per i suoi 13 anni, Francesco Giuseppe venne nominato giovane colonnello del 3º reggimento Dragoni[2].

Francesco Giuseppe aveva tre fratelli minori: Massimiliano (1832-1867), Carlo Ludovico (1833-1886), Ludovico Vittorio (1842-1919) e Maria Anna (1835-1839), l'unica sorella che morì alla tenera età di quattro anni[3]. A seguito della rinuncia da parte del cancelliere tedesco Metternich al suo impegno governativo durante le rivoluzioni del 1848, Francesco Giuseppe venne proposto per la successione dello zio Ferdinando I, impossibilitato a governare perché malato.

L'imperatore austro-ungarico sul rovescio della moneta da 1 corona del 1901

In quell'anno, il 6 aprile 1848, Francesco Giuseppe fu nominato governatore della Boemia, ma non assunse mai effettivamente l'incarico. Successivamente venne mandato al seguito del feldmaresciallo Radetzky come osservatore nella sua campagna militare partita da Milano il 29 aprile 1848 e assieme a questi vide lo svolgersi della battaglia di Santa Lucia il 6 maggio 1848 dal Bastione di Santo Spirito. In seguito alle rivolte del 1848 la corte di Vienna dovette fuggire verso la tenuta di Olomouc, in Moravia.

Le truppe militari comandate dal feldmaresciallo Alfred von Windisch-Graetz e quelle croate, al comando del Bano Josip Jelačić, diedero inizio il 26 ottobre 1848 al bombardamento dei quartieri popolari di Vienna che durarono una settimana e si conclusero con l'assalto alla baionetta delle ultime sacche di resistenza della popolazione rivoluzionaria. Oltre 2000 insorti furono trucidati e migliaia di altri cittadini furono condannati a morte o a lunghe pene detentive, tra cui anche Robert Blum che in spregio alla sua immunità parlamentare venne fucilato e gettato in una fossa comune.

Il feldmaresciallo Alfred von Windisch-Graetz, forte del suo successo nell'avvenuta soppressione della rivolta, sostenne Francesco Giuseppe I d'Austria nella successione al trono al posto dello zio Ferdinando I.

A Olomouc in Moravia il 2 dicembre 1848, in seguito all'abdicazione dello zio e alla rinuncia di suo padre, il giovane Franz fino ad allora così chiamato, poté assurgere al trono imperiale austriaco, assumendo il nome ufficiale di Francesco Giuseppe I[4]: il primo, in memoria del nonno e il secondo, dell'antenato Giuseppe II, uno dei massimi riformatori dell'Impero[5].

L'assolutismo imperiale, 1848-1860[modifica | modifica wikitesto]

Sotto la guida del nuovo primo ministro, il principe Felix Schwarzenberg, Francesco Giuseppe I d'Austria venne convinto a intraprendere una strada cauta, dopo la sua ascesa, concedendo allo Stato una Costituzione nel marzo del 1849. Allo stesso tempo si rendevano necessarie delle campagne militari nei confronti degli insorti ungheresi, ribellatisi all'autorità centralista degli Asburgo in nome della loro antica indipendenza.

Francesco Giuseppe in un ritratto del 1851 di Johann Ranzi

Francesco Giuseppe I d'Austria dovette ben presto fronteggiare nuove battaglie in territorio italiano contro il re Carlo Alberto di Savoia, il quale nel marzo del 1848 iniziò le ostilità per accogliere il desiderio della Lombardia di essere annessa al Piemonte costituzionale piuttosto che all'Austria. Ben presto la sorte lombarda propese per il militare Francesco Giuseppe I d'Austria e le sue giubbe bianche austriache; Carlo Alberto di Savoia venne sconfitto in maniera decisiva da Radetzky nella battaglia di Novara e il Re di Sardegna,che tanto aveva tentennato sulla scelta di entrare in guerra,scelse di abdicare per ritirarsi in esilio ad Oporto,dove morirà.

In Ungheria la situazione fu più pericolosa e la sconfitta austriaca risultò più evidente: Francesco Giuseppe I d'Austria, sentendo la necessità di assicurare i suoi diritti in quel territorio, chiese aiuto alla Russia richiedendo l'intervento dello zar Nicola I Romanov in modo da evitare che l'insurrezione ungherese si trasformasse in una calamità europea.[6] Le truppe russe entrarono in Ungheria in appoggio agli austriaci e quella rivoluzione venne spenta sul finire dell'estate del 1849.

Con il ricostituito ordine dell'impero, in base al dogma della monarchia per diritto divino, Francesco Giuseppe I d'Austria ritirò le concessioni costituzionali da lui realizzate e inaugurò una politica assolutista e centralista, guidata dal ministro dell'interno Alexander Bach[7]. Negli anni successivi l'Austria riprese le proprie posizioni sulla scena internazionale, dopo il disastro del 1848-1849 e sotto la guida di Felix Schwarzenberg come primo ministro, essa fu in grado di arginare lo schema prussiano di creazione di una nuova confederazione tedesca sotto la guida della Prussia, dalla quale proprio l'Austria sarebbe stata esclusa. Dopo la prematura morte di Felix Schwarzenberg avvenuta nel 1852, egli non poté essere sostituito con uno statista di eguale levatura e Francesco Giuseppe I d'Austria si ritrovò a dover svolgere lui personalmente l'incarico di primo ministro[8].

Il tentativo di assassinio e le sconfitte nel risorgimento italiano[modifica | modifica wikitesto]

Il tentativo di assassinio di Francesco Giuseppe (1853)
Il giovane Francesco Giuseppe in un ritratto del 1853

Il 18 febbraio 1853, mentre stava passeggiando con il conte Maximilian Karl Lamoral O'Donnell, Francesco Giuseppe I d'Austria fu aggredito dall'operaio tessile ungherese János Libényi, che intendeva vendicare le centinaia di martiri e vittime della rivolta magiara impiccati nella città di Arad nel settembre 1849 in Ungheria. Approfittando della disattenzione della scorta il ventiduenne Libényi tentò di pugnalare Francesco Giuseppe I d'Austria alla gola, ma la lama del fendente rimase incastrata in una fibbia di metallo che ornava il colletto della divisa, procurandogli solo lievi escoriazioni. L'attentatore ungherese fu immediatamente bloccato dai presenti e, dopo un rapido processo, Libényi fu impiccato nella prigione di Simmering lo stesso febbraio 1853[9][10]. Sul luogo dell'attentato venne eretta una Chiesa di ringraziamento allo scampato pericolo, costruita con i fondi ricavati da una colletta organizzata dal fratello minore Massimiliano.[11] L'edificio che si trova nei pressi dell'Università di Vienna lungo la Ringstrasse, in Austria, è conosciuto con il nome di Votivkirche, chiesa votiva.

L'arciduchessa madre Sofia aveva ritenuto che la decisione migliore per la dinastia austriaca fosse un matrimonio tra consanguinei e la scelta sarebbe potuta cadere solo su una delle due cugine di primo grado di Francesco Giuseppe I d'Austria: la diciannovenne Elena di Baviera, conosciuta col nome di Néné, oppure la sorella minore Elisabetta, Sissi. Entrambe le sorelle erano le figlie della duchessa Ludovica di Baviera e del duca Massimiliano in Baviera. Néné e Sissi vennero presentate alla corte austriaca in occasione del compleanno di Francesco Giuseppe I. Sissi, che all'epoca aveva 15 anni, fu alla fine offerta in sposa all'Imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria.

Francesco Giuseppe I d'Austria si sposò nella chiesa degli Agostiniani di Vienna[12] il 24 aprile 1854 e da allora Elisabetta I, Sissi, si dimostrò sempre una figura molto importante nelle scelte dell'Imperatore Francesco Giuseppe I, soprattutto per il mutato atteggiamento nei confronti dell'Ungheria.

La famiglia di Francesco Carlo e Sofia d'Asburgo nel 1861

Dal 1848 al 1866 le attenzioni di Francesco Giuseppe I d'Austria furono rivolte soprattutto verso l'Occidente, in particolare al mantenimento dei possedimenti austriaci sul territorio italiano e alla supremazia degli stati frammentati tedeschi. Dopo la morte di Felix Schwarzenberg però, l'Austria diventò sempre più centralizzata e con un regime repressivo dovuto ai processi di Mantova; alla repressione dei moti scoppiati il 6 febbraio 1853 a Milano, in Lombardia, che poi furono commessi per errori strategici vitali.

Il mancato intervento asburgico nella guerra di Crimea, isolò l'Austria dall'Europa intera e soprattutto consentì al sabaudo Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II di Savoia[13], di aumentare la sua influenza in Francia e in Inghilterra. Grazie alla promessa di cessione del territorio francese di Nizza e della Savoia e all'aiuto sabaudo, offerto nei balcani in Crimea, il Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II di Savoia ottenne così nel 1859 il sostegno di Napoleone III per combattere nella seconda guerra di indipendenza. In quella occasione, non soddisfatto dalla direzione strategica del feldmaresciallo Ferenc Gyulay, l'Imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria decise di rimuoverlo dall'incarico e di assumere lui personalmente il comando dell'esercito.

Il risultato militare in Italia fu disastroso e, dopo la sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino, Francesco Giuseppe I d'Austria si vide costretto a firmare l'armistizio di Villafranca che sanciva la cessione della Lombardia al Regno di Sardegna, ma riuscì a mantenere sotto il suo controllo il Veneto nonostante le pressioni diplomatiche tra loro opposte e costrinsero una parte di queste a ratificarlo subito, visto che Napoleone III intendeva concludere presto la guerra per non attirare critiche nei confronti della sua politica estera. Il 1867 rappresentò per Francesco Giuseppe I d'Austria un'ulteriore difficile condizione per il suo stato d'animo ormai provato: suo fratello Massimiliano, Imperatore del Messico eletto nel 1863 su proposta di monarchici, fu fucilato dai rivoluzionari messicani che stavano avviando una guerra d'indipendenza sempre più marcata contro i governi stranieri.

Dal 1866 a Sarajevo[modifica | modifica wikitesto]

L'incoronazione di Francesco Giuseppe a re d'Ungheria nel 1867

Le sconfitte militari del 1866 portarono Francesco Giuseppe I d'Austria a occuparsi dei territori Orientali del suo Stato e soprattutto dell'Ungheria, una questione mai risolta. Nel 1867 con il suggerimento della moglie Elisabetta I, Sissi e dell'ungherese conte Andrássy, gli austriaci arrivarono finalmente ad un compromesso, l'Ausgleich tedesco con gli ungheresi, che divideva in due i territori dell'Impero: la Cisleitania e la Transleitania, rispettivamente "al di qua" ed "al di là" del fiume Leita, mantenendo in comune il re monarca; il ministro degli esteri e il ministero della guerra. Da allora lo Stato ungherese retto però dalla monarchia asburgica venne chiamato Austria-Ungheria.

Durante gli anni settanta dell'Ottocento, l'Austria-Ungheria fu impegnata a livello internazionale in diverse alleanze, quali il Dreikaiserbund Alleanza dei tre imperatori: l'Impero tedesco di Otto von Bismarck, il cancelliere tedesco; l'Impero russo nel 1873; e la Duplice alleanza: l'Impero Duplice Tedesco nel 1879, ma divenuta poi nel 1882 Triplice alleanza con l'adesione anche del Regno d'Italia.

Nel 1878 all'Austria-Ungheria fu affidata l'amministrazione fiduciaria anche della Bosnia-Erzegovina, secondo quanto previsto dal Congresso di Berlino in Germania dello stesso anno. Questa amministrazione fiduciaria, come molti già presagivano, divenne poi un'annessione, approvata con un atto unilaterale dell'Impero, nel 1908.

La decisione austro-ungarica contribuì sostanzialmente all'allontanamento sempre più marcato della Russia e dell'Italia: anche se alleata quest'ultima non fu informata della imminente annessione, particolare che avrebbe fornito al regno d'Italia un appiglio diplomatico a cui aggrapparsi per denunciare proprio la Triplice Alleanza al momento dello scoppio della prima guerra mondiale, la Grande Guerra. Fino alla fine dell'Ottocento si susseguirono alcune riforme federalistiche: di Hohenwart del 1870, di Taaffe del 1879, fino ai ritorni del centralismo assolutista. Nel 1907 si tornò di nuovo a una riforma federale; fu concesso il suffragio universale, ma era probabilmente troppo tardi per alleviare le rivalità interne che ormai dilaniavano l'Impero. Dal 1910 l'Imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria, la cui moglie Elisabetta I era stata assassinata nel 1898 sul lago di Ginevra in Svizzera da un anarchico italiano, non utilizzò più l'ingresso principale della reggia Hofburg di Michaelerplatz a causa della costruzione di un nuovo edificio di fronte Looshaus su progetto dall'architetto Adolf Loos, considerato da lui "cosa orribile".

Gli ultimi anni: la prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Vetrata nella Cattedrale di Linz: l'imperatore prega dinanzi alla Madonna
Raro filmato d'epoca con l'imperatore Francesco Giuseppe, 1910 circa

Nonostante le difficoltà che l'Austria aveva dovuto attraversare nel 1898 per la morte di Elisabetta I e di tutti gli atroci fatti di sangue come la strage di centinaia di persone nella città di Arad in Ungheria in seguito alle rivolte magiare, l'immagine e la figura di Francesco Giuseppe I, poté restare di nuovo densa di un'aura patriarcale candida e immacolata, soprattutto grazie al controllo dei mezzi di informazione dell'epoca, che gli consentirono di ottenere ancora il rispetto e la fedeltà dei suoi sudditi. I rapporti intercorsi con Sissi prima della sua morte erano diventati molto tesi e delicati, poiché lei non riuscì mai ad adattarsi alla vita e all'etichetta di corte. Nel 1898 Elisabetta I fu uccisa in Svizzera dall'anarchico italiano Luigi Lucheni per motivi ancora sconosciuti; da allora Francesco Giuseppe I, conservò questo enorme peso e dolore per tutto il resto della sua vita, 20 anni circa, fino a quando lui stesso non si spense serenamente a Vienna nel 1916.

Il 28 giugno 1914 fu assassinato l'erede al trono d'Austria Francesco Ferdinando a Sarajevo, dall'irredentista bosniaco Gavrilo Princip che faceva parte della banda Mlada Bosna che uccise lui e la moglie, eredi al trono. Oggi il fatto è considerato ancora l'evento scatenante della prima guerra mondiale, la Grande Guerra, ma per Francesco Giuseppe I d'Austria rappresentò solo l'ennesimo evento luttuoso che lo colpì in quei duri anni di terrore che lui visse. In realtà, dopo la morte del cancelliere tedesco Otto Bismarck, la situazione dell'Impero si era evoluta verso la formazione di alleanze contrapposte, dopo la preoccupante aggressività tedesca in politica estera.

Fu un'Austria, quella di Francesco Giuseppe I, del 1914 che "si gettò a capofitto nell'aggressione" di Sarajevo, ex Iugoslavia attuale Bosnia-Erzegovina, e che alle spalle poteva contare solo sull'appoggio tedesco, ma non fu in condizione di vedere quali fossero le conseguenze di una guerra contro proprio quella, la Serbia, secondo il parere dello Stato maggiore e si sarebbe potuta limitare solo allo scenario balcanico, invece di espandersi sempre più verso Est.

Francesco Giuseppe sul letto di morte
La tomba di Francesco Giuseppe nella Kapuzinergruft di Vienna

Infatti con l'ultimatum umiliante inviato a Belgrado, Vienna diede inizio a una serie di automatismi: l'allarme russo generale; seguito dall'ultimatum inflitto alla Russia di sospendere la mobilitazione, poi rifiutato e la conseguente messa in atto del Piano Schlieffen e lo scoppio del conflitto che non si fermarono, finché tutte le maggiori potenze europee non si ritrovarono in guerra.

Francesco Giuseppe I d'Austria, stanco, all'età di 84 anni, ormai sarebbe stato piuttosto restio a firmare un atto di guerra verso la Serbia, ma non ebbe scelta, a causa delle forti pressioni dell'esercito militare e della sua diplomazia, che sosteneva la necessità di un intervento e, secondo l'aneddotica, il vecchio austriaco firmò, ammonendo i presenti con la celebre frase:

«La guerra! Lor signori non sanno cos'è la guerra! Io lo so … da Solferino.[14]»

La morte[modifica | modifica wikitesto]

L'Imperatore Francesco Giuseppe I morì a causa di una polmonite, nel palazzo di Schönbrunn a Vienna, in Austria, dove da alcuni anni viveva stabilmente; fu la sera del 21 novembre 1916, all'avanzata età di 86 anni e dopo 68 anni di regno. Dopo alcuni giorni la sua salma venne traslata dal castello imperiale al palazzo dell'Hofburg, dove il defunto venne imbalsamato secondo tradizione, ma per l'occasione venne utilizzata una tecnica di nuova concezione che deformò il corpo, che perciò non fu esposto al pubblico[senza fonte].

I funerali di Francesco Giuseppe I d'Austria si svolsero ufficialmente il 30 novembre 1916 successivo con una processione lungo la Ringstrasse, fredda e completamente coperta di neve. In testa vi erano due palafrenieri con fiaccole, seguiti da uno squadrone di cavalleria e da una lunga fila di berline nere, trainate da cavalli con i più alti funzionari dello Stato Asburgico. Seguiva il feretro Carlo I d'Austria in divisa con la moglie Zita di Parma e di Borbone, coperta di veli neri insieme con il giovane figlio Otto, principe. Il carro funebre era drappeggiato di nero con la bara, trainato da otto cavalli neri. Di fianco al carro, a destra, cavalcava il gran maestro delle scuderie, il conte Pallfy e ai due lati, vi erano ancora paggi con fiaccole ardenti e venti guardie. Dietro al carro funebre vi era un reparto di arcieri e uno della guardia ungherese a cavallo, poi una compagnia di fanteria e infine uno squadrone di cavalleria[15].

A Francesco Giuseppe I d'Austria successe poi il giovane pronipote Carlo I d'Austria, nuovo imperatore che cercò inutilmente di risolvere i gravissimi conflitti interni ed esterni all'Austria. Carlo I d'Asburgo, imperatore, era un fervente cattolico e fu l'unico dei sovrani che si spese per la pace, in un'epoca dominata dall'ideologia assoluta della "vittoria a ogni costo". Dopo la morte di Carlo I avvenuta nel 1922 a Madeira, in Portogallo, dove visse in esilio, nel 2004 fu dichiarato Beato da papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, un papa polacco della Chiesa cattolica.

Politica[modifica | modifica wikitesto]

Politica interna[modifica | modifica wikitesto]

Frontespizio della Patente di febbraio, la costituzione concessa da Francesco Giuseppe nel 1861

In politica interna, il primo atto di Francesco Giuseppe I al trono austriaco fu l'adozione della costituzione, adottata nel marzo del 1849 dopo le tensioni rivoluzionarie dell'anno precedente. Malgrado tutto, questa costituzione imposta, non venne mai pienamente messa in pratica e rimase in gran parte una pura formalità sino al 31 dicembre 1851 quando con il Brevetto di Capodanno venne definitivamente abolita. Le rivolte rivoluzionarie erano ormai sedate e Francesco Giuseppe I d'Austria poté a questo punto governare in maniera assolutista e centralizzata.

Furono però le sconfitte del 1859 nelle battaglie di Magenta e Solferino a invocare nuove riforme costituzionali: Francesco Giuseppe I, con il Diploma di ottobre del 1860 e poi con i documenti del 1861, tornò sui suoi passi e ripristinò le condizioni costituzionali del 1849. Francesco Giuseppe I proclamò con tale atto la Patente di febbraio, sottoscritta dal delegato liberale Anton von Schmerling, che di fatto fu una nuova costituzione per l'impero.

La sconfitta nella guerra austro-prussiana del 1866 portò a ulteriori concessioni a favore dell'aristocrazia in cambio di una resistenza passiva nello scontro. Dopo difficili negoziati si giunse al compromesso per la fondazione dell'Impero austro-ungarico che proclamava la formale separazione tra le due entità dello Stato. A tale scopo, l'8 giugno 1867 Francesco Giuseppe I d'Austria venne incoronato a Budapest, re apostolico d'Ungheria, proclamandone anche una costituzione separata da quella austriaca. La moglie consorte di Francesco Giuseppe I, Elisabetta I, Sissi, del resto, aveva largamente influito su questa scelta, essendo lei una delle principali sostenitrici del fascino culturale ungherese[16].

Ritratto di Francesco Giuseppe nel 1873

In quello stesso anno 1867, l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria fu costretto, suo malgrado, a istituire il Reichsrat, il primo parlamento austriaco che venne edificato sulla Ringstraße di Vienna. L'opposizione sommaria che Francesco Giuseppe I fece a ogni sorta di costituzione o di limitazione del proprio potere, fu in gran parte una delle cause che portarono all'aspirazione d'indipendenza, da parte dei popoli dello stesso regno che fu condotto al suo finale epilogo.

Politica estera[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto di Francesco Giuseppe a cavallo durante le guerre risorgimentali

In politica estera Francesco Giuseppe I vinse innumerevoli battaglie in ambito militare, ma perse tutte le guerre. Già all'epoca del giovane imperatore era ormai chiaro che l'Austria dovesse tendere a espandersi verso Est, in quanto a Ovest stavano nascendo Stati molto forti che avrebbero impedito un potente ruolo dell'impero. La rottura con la Germania e l'esclusione di Francesco Giuseppe I d'Austria dalla reggenza della Confederazione tedesca lo portarono quindi a orientarsi versi i territori dei Balcani che presentavano, però, in molti casi, culture totalmente diverse, da quella austriaca[17].

La prima problematica nell'espansione verso Est fu l'incontro-scontro con la Russia, ma proprio nell'ambito della rivoluzione ungherese del 1848, si raggiunsero i giusti mezzi verso la concordia: la Russia si offrì anche per il proprio interesse, di aiutare l'Austria a reprimere le rivolte in Ungheria. Fu però l'Impero russo a rimanere deluso, quando l'Austria si dichiarò neutrale nella guerra di Crimea del 1854, giungendo a scontrarsi con essa, per i medesimi interessi, nei Balcani.

La seconda guerra d'indipendenza italiana contro la Francia di Napoleone III e il Regno di Sardegna dei Savoia, si rivelò una totale sconfitta, per la mancata pianificazione degli scontri. Nella guerra d'indipendenza del 1866, l'Austria perse anche il Veneto, a favore del nuovo Regno d'Italia, per il supporto che la Prussia concesse all'Italia contro l'impero con cui lei stessa era in lotta per la supremazia sulla confederazione germanica[18].

Sebbene sconfitta nella battaglia terrestre di Sadowa, l'Austria non mancò, in quel caso, di eccellere negli scontri, come nella battaglia di Lissa, singolare episodio, considerato un unicum per la storia di quel periodo. Dopo decenni di insuccessi, il Congresso di Berlino del 1878 fu per l'Austria-Ungheria una boccata d'ossigeno, in quanto l'impero ricevette il mandato di occupare le due province ottomane di Bosnia ed Erzegovina, da lei stessa amministrate. Formalmente, le due regioni si trovavano a essere parte dell'Impero ottomano, ma de facto esse rappresentavano un pieno dominio austriaco e una sempre maggiore espansione verso l'Est.

Guglielmo II e Francesco Giuseppe in un dipinto d'epoca a simboleggiare la rinnovata alleanza tra i due imperi

Dopo il 1879, l'Austria iniziò una politica di avvicinamento con il nascente Impero tedesco, sotterrando i conflitti del passato e accettando il nuovo status dei fatti, l'Alleanza comprese anche l'Italia e fu conosciuta con il nome di Triplice alleanza.

Nel 1903 Francesco Giuseppe I utilizzò per l'ultima volta il suo diritto di veto al conclave contro il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, impedendogli di essere prescelto al soglio pontificio. Tale motivazione era dettata dalle amicizie francofile del cardinale di cui disponeva. Tale secolare privilegio, scarsamente utilizzato, ma molto pericoloso se sfruttato accuratamente, venne abolito definitivamente dal nuovo eletto, il patriarca pontefice veneziano Giuseppe Melchiorre Sarto, papa Pio X[19].

Nel 1908 le province di Bosnia ed Erzegovina vennero formalmente unite all'impero e fu aperta una crisi per l'annessione, in quanto la decisione non era stata prima ratificata dalle altre potenze d'Europa.

I conflitti militari, uniti agli interessi nei Balcani e le alleanze con i suoi automatismi politici verificatisi nel 1914, provocarono inevitabilmente lo scoppio della Grande Guerra. Nell'ambito di tali scontri, l'imperatore austriaco Francesco Giuseppe I, ormai ottantaquattrenne, si espresse in una lettera, datata 2 luglio 1914 e indirizzata ai suoi capi militari: «La Serbia è il punto nodale della politica pan-slava e come tale essa deve essere eliminata come fattore di potere politico nei Balcani […] Gli sforzi del mio governo devono essere indirizzati in futuro all'isolamento e alla riduzione della Serbia a provincia». Fu Francesco Giuseppe I in persona ad approvare l'ultimatum alla Serbia, dopo l'uccisione dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede designato[20], ma assassinato.

L'inizio delle ostilità fu concordato con Guglielmo II, il "Kaiser" tedesco, ma il Regno d'Italia, sebbene compreso nella Triplice, non venne mai informato di nulla e fu a conoscenza dell'ultimatum e del suo contenuto, solo al momento della sua formalizzazione. Il Regno d'Italia perciò si dichiarò neutrale, ma con esso aveva alcune rivendicazioni territoriali nei confronti dell'Austria da chiarire: Trentino, Trieste e il Litorale.

Fu così che dal 1915 il Regno d'Italia entrò a far parte della Triplice intesa, ottenendo come premio per la vittoria contro i nemici i territori pretesi. Ormai stanco, Francesco Giuseppe I si spense a Vienna nel 1916, quando la guerra non era ancora terminata. Nel 1917 entrarono nelle schiere dell'Intesa anche gli Stati Uniti, ma la Russia abbandonò, a causa di una rivoluzione interna, la rivoluzione d'Ottobre. L'anno successivo si pose fine alla prima guerra mondiale e l'Impero austro-ungarico si dissolse nel 1918.

La cultura dell'epoca di Francesco Giuseppe[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Giuseppe a un ballo di corte

Il boom economico dell'economia danubiana fu spesso associato a Francesco Giuseppe I. Dopo la demolizione delle mura medievali, per ordine dell'imperatore, Vienna venne completamente riqualificata, e venne creata la Ringstraße, un grande anello stradale di congiunzione che ancora oggi esiste, testimonianza vivente di quell'epoca. Attorno a quest'area si svilupparono quartieri raffinati, con edifici pubblici e case private secondo lo stile della seconda metà dell'Ottocento che affascinarono molto l'imperatore per la sua concezione di homo faber di una nuova capitale austriaca. Francesco Giuseppe I propose il gusto di un'Austria cattolica, promuovendo la costruzione e il restauro di importanti edifici di culto religioso. Aprì inoltre nuove università, come la Franz-Josephs-Universität Czernowitz, istituita nella città della Bucovina, nel 1875, per la diffusione della cultura. L'arte fu vista esclusivamente come un modo per celebrare la corte ufficiale, l'aristocrazia e la borghesia ricca, secondo uno stile formale e aulico che si ispirava alle correnti del neoclassico e del neo romantico; contro le convenzioni accademiche culturali nacque anche il movimento della Secessione viennese, guidato dal pittore austriaco Gustav Klimt.

La figura dell'Imperatore[modifica | modifica wikitesto]

Francesco Giuseppe in una fotografia del 1885

Francesco Giuseppe I era cresciuto prevalentemente con la madre Sofia, arciduchessa d'Austria, dalla quale egli apprese il vero modo di governare, pur non trascurando i suoi interessi principali. L'imperatore austriaco amava la caccia e il ballo che praticava con regolarità, apprezzando, nello specifico, le musiche di Strauss e i valzer che diventarono un tratto distintivo della sua personalità. Egli amava poco l'arte e la letteratura, leggeva pochissimo e riservava poca considerazione per i letterati, ma dimostrò stile nel suo regno.

Francesco Giuseppe I era dedito al lavoro, il pranzo consumato sulla sua scrivania, modesto e parco nei gusti consumando un solo piatto di carne e verdura, unitamente a un bicchiere di birra bavarese e per cena, dello yogurt e pane integrale, anche questi consumati sul tavolo di lavoro. La sontuosa vita di corte fu pertanto ridimensionata e attenuata, almeno per quanto riguardava Francesco Giuseppe I, che mangiava in modesti servizi di piatti, riservando quelli preziosi solo per le grandi occasioni; egli aveva inoltre alcuni vizi che a quel tempo erano molto popolari, come il consumo di sigari.

L'imperatore venne descritto come un uomo tradizionalista e legato sempre al suo passato: fu raccontato di lui che non usò mai il telefono, che all’inizio del Novecento ormai era diventato uno strumento indispensabile per il lavoro delle cancellerie e degli uffici di Governo, al punto da non tollerarne nemmeno il suono. Non amava nemmeno le automobili, perché rimase fedele sempre a carrozze e cavalli. Salì a bordo di un veicolo a motore una volta sola, in presenza del re d'Inghilterra che fu suo ospite. Francesco Giuseppe I avversò le tecnologie moderne e vestì sempre secondo le mode della sua adolescenza, non accettando mai d'installare a corte un bagno con acqua calda corrente, dal momento che era legato al bagno in tinozza. Una sola eccezione fu invece rappresentata dal telegrafo, un'invenzione di cui faceva largo uso.

Le cronache del tempo lo descrissero innamorato sempre della consorte Sissi, ma in realtà i rapporti tra i due coniugi erano molto più formali di quanto descritto, poiché l'imperatrice era spesso in viaggio, quindi lontana da Vienna.

Dal 1875 Francesco Giuseppe I d'Austria iniziò una relazione con la giovane quindicenne Anna Nahowski, la quale venne allontanata da corte nel 1885, a seguito di una sua presunta gravidanza da cui nacque Helene Berg. Nel 1883 Francesco Giuseppe I iniziò una relazione anche con Katharina Schratt che durò fino alla sua morte, nel 1916: questa relazione adulterina dell'imperatore fu l'unica tollerata dalla consorte Sissi. Egli acquistò, per poter avere Katharina sempre a sua disposizione, un'enorme villa nei pressi del Castello di Schönbrunn, Villa Felicitas e, oltre a coprire i debiti di gioco che Katharina Schratt aveva contratto, le regalò anche numerosi gioielli oltre a dedicarle moltissime attenzioni[21].

Francesco Giuseppe in una fotografia del 1914

Come i personaggi storici del suo tempo, Francesco Giuseppe I d'Austria è ancora oggi una figura estremamente ambigua nella storiografia biografica di quell'epoca.

L'imperatore si pose in posizione politicamente altalenante, nei confronti della rivoluzione del 1848 e dei suoi compromessi, da cui ne derivò l'assolutismo monarchico e i conseguenti sviluppi sociali accaduti nella seconda metà dell'Ottocento. Francesco Giuseppe I d'Austria è ancora oggi una figura dai molteplici volti, anche se la storiografia di orientamento liberale, dopo gli episodi del 1859, lo condannò politicamente e lo definì un tiranno. La storiografia italiana, in particolare, avversò l'imperatore austriaco, perché vedeva il Regno Lombardo-Veneto come un periodo di reggenza asburgica, basato su violenze e soprusi come mai visto prima di allora: lo stesso Manzoni,nei Promessi Sposi,ne fa velatamente accenno,pur scegliendo di ambientare la vicende in un'altra epoca storica.Questa idea così negativa non abbandonò mai gli storici dell'epoca, nemmeno quando il regno d'Italia fu alleato all'Austria, nella Triplice Alleanza e quando imbarazzò soprattutto Umberto I, re d'Italia.

Dopo ogni battaglia militare e crisi politica, l'impero di Francesco Giuseppe I d'Austria era spesso caratterizzato da molte concessioni rivolte ai liberali, per essere subito annullate, quando la situazione iniziava a stabilizzarsi; alcuni esempi furono la costituzione del 1849, abolita nel 1851 con la Patente di San Silvestro; le sconfitte militari del 1859 per concedere i diritti costituzionali nel 1860; alcune concessioni ulteriori e le costituzioni dell'Ausgleich austro-tedesco nel 1866, in seguito alla sconfitta contro la Prussia; infine la disgregazione dello stesso impero avvenuta già nel 1906, per concedere il suffragio universale maschile.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Leopoldo II d'Austria Francesco I di Lorena  
 
Maria Teresa d'Austria  
Francesco I d'Austria  
Maria Luisa di Spagna Carlo III di Spagna  
 
Maria Amalia di Sassonia  
Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena  
Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia Carlo III di Spagna  
 
Maria Amalia di Sassonia  
Maria Teresa di Napoli e Sicilia  
Maria Carolina d'Austria Francesco I di Lorena  
 
Maria Teresa d'Austria  
Francesco Giuseppe I d'Austria  
Federico Michele di Zweibrücken-Birkenfeld Cristiano III del Palatinato-Zweibrücken  
 
Carolina di Nassau-Saarbrücken  
Massimiliano I Giuseppe di Baviera  
Maria Francesca di Sulzbach Giuseppe Carlo del Palatinato-Sulzbach  
 
Elisabetta Augusta Sofia del Palatinato-Neuburg  
Sofia di Baviera  
Carlo Luigi di Baden Carlo Federico di Baden  
 
Carolina Luisa d'Assia-Darmstadt  
Carolina di Baden  
Amalia d'Assia-Darmstadt Luigi IX d'Assia-Darmstadt  
 
Carolina del Palatinato-Zweibrücken-Birkenfeld  
 

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Elisabetta Sissi di Wittelsbach, moglie e cugina di Francesco Giuseppe

Nel 1854 l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria sposò la sua prima cugina di famiglia, Elisabetta di Wittelsbach, figlia del duca Massimiliano Giuseppe in Baviera e della duchessa Ludovica di Baviera, sorella di sua madre Sofia, arciduchessa d'Austria.

La madre arciduchessa Sofia decise che per rafforzare internamente la dinastia, la scelta migliore doveva essere un matrimonio tra consanguinei. L'opzione dinastica cadde proprio sul casato di Wittelsbach e pertanto sulle cugine tedesche di primo grado Elena ed Elisabetta.

La scelta di Francesco Giuseppe I fu quella della quindicenne Elisabetta, che diventò sua moglie consorte imperatrice, il 24 aprile 1854, nella Augustinerkirche di Vienna. La coppia imperiale ebbe 4 figli:

Nulla mi è stato risparmiato su questa terra![modifica | modifica wikitesto]

«Nulla mi è stato risparmiato su questa terra!»: così pare abbia detto Francesco Giuseppe I d'Austria, secondo l'aneddoto, quando gli venne annunciata la morte della moglie Elisabetta I. La prima figlia di Francesco Giuseppe I, Sofia morì a Budapest in Ungheria nel 1857, in seguito a una sua visita lì con i genitori, e la sorella minore Gisella si ammalò anch'essa di polmonite, il fratello minore, Massimiliano, era stato nominato imperatore del Messico e venne fucilato dagli insorti a Santiago de Querétaro, in Messico, nel 1867. Sua madre Sofia morì nel 1872, di polmonite, in seguito alla tragica morte del figlio Massimiliano che l'aveva lasciata distrutta. Per l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria fu la fine di ogni sostegno emotivo, morale e politico. Il figlio di Francesco Giuseppe I ed erede al trono, Rodolfo morì tragicamente, suicida, durante i cosiddetti terribili fatti di Mayerling, del 1889, insieme alla baronessina Maria Vetsera, amante che lui frequentava; la moglie Sissi fu assassinata a Ginevra in Svizzera dall'anarchico italiano Luigi Lucheni nel 1898; il nipote di Francesco Giuseppe I Francesco Ferdinando fu ucciso a Sarajevo dallo studente serbo-bosniaco Gavrilo Princip nel 1914, un feroce atto tra quelli che in seguito scatenarono il primo conflitto mondiale.

Titolatura[modifica | modifica wikitesto]

1850-1868:

Grande

S.M.I. e R. Ap. Francesco Giuseppe I

per la grazia di Dio,

Imperatore d'Austria,

Re d'Ungheria e Boemia,

Re di Lombardia e Venezia, di Dalmazia, Croazia, Slavonia, Galizia e Lodomiria, e d'Illiria,

Re di Gerusalemme, ecc.,

Arciduca d'Austria,

Gran Duca di Toscana e Cracovia [1846]

Duca di Lorena, di Salisburgo, Stiria, Carinzia, Carniola e di Bucovina [1849]

Gran Principe di Transilvania,

Margravio di Moravia,

Duca d'Alta e Bassa Slesia, di Modena, Parma, Piacenza e Guastalla, d'Auschwitz e Zator, di Teschen, del Friuli, di Ragusa e Zara,

Conte principesco d'Asburgo, di Tirolo, di Kyburg, Gorizia e Gradisca,

Principe di Trento e Bressanone,

Margravio d'Alta e Bassa Lusazia e in Istria,

Conte di Hohenems, Feldkirch, Bregenz, Sonnenberg, ecc.,

Signore di Trieste, di Cattaro e della Marca dei Vendi,

Gran Voivoda del Voivodato di Serbia [1849]

ecc., ecc.

1868-1918:

Grande

S.M.I. e R. Ap. Francesco Giuseppe I

per la grazia di Dio,

Imperatore d'Austria,

Re d'Ungheria e Boemia, Dalmazia, Croazia, Slavonia, Galizia e Lodomiria, e d'Illiria,

Re di Gerusalemme, ecc.,

Arciduca d'Austria,

Gran Duca di Toscana e Cracovia,

Duca di Lorena, di Salisburgo, Stiria, Carinzia, Carniola e di Bucovina,

Gran Principe di Transilvania,

Margravio di Moravia,

Duca d'Alta e Bassa Slesia, di Modena, Parma, Piacenza e Guastalla, d'Auschwitz e Zator, di Teschen, del Friuli, di Ragusa e Zara,

Conte principesco d'Asburgo, di Tirolo, di Kyburg, Gorizia e Gradisca,

Principe di Trento e Bressanone,

Margravio d'Alta e Bassa Lusazia e in Istria,

Conte di Hohenems, Feldkirch, Bregenz, Sonnenberg, ecc.,

Signore di Trieste, di Cattaro e della Marca dei Vendi,

Gran Voivoda del Voivodato di Serbia,

ecc., ecc.

Media

S.M.I. e R. Ap. Francesco Giuseppe I

per la grazia di Dio,

Imperatore d'Austria,

Re Apostolico d'Ungheria,

Re di Boemia, di Dalmazia, Croazia, Slavonia, Galizia e Lodomiria, e d'Illiria,

Arciduca d'Austria,

Gran Duca di Cracovia,

Duca di Lorena, Salisburgo, Stiria, Carinzia, Carniola, Bucovina, Alta e Bassa Slesia

Gran Principe di Transilvania,

Margravio di Moravia,

Conte principesco d'Asburgo e Tirolo ecc., ecc., ecc.

Piccola

S.M.I. e R. Ap. Francesco Giuseppe I

per la grazia di Dio,

Imperatore d'Austria,

Re di Boemia ecc., ecc.,

Re Apostolico d'Ungheria ecc. Austria III. Titles of European hereditary rulers

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Alcune delle decorazioni straniere ricevute da Francesco Giuseppe I, oggi esposte all'Heeresgeschichtliches Museum di Vienna

Onorificenze austriache[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine di Milan il Grande (Regno di Serbia) - nastrino per uniforme ordinaria
— fino all'11 giugno 1903, Ordine soppresso

Titoli e gradi militari stranieri[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1903 Francesco Giuseppe I ebbe la nomina a maresciallo di campo britannico (Field Marshal), titolo che gli venne ufficialmente revocato nel 1915, quando l'Impero austriaco entrò in guerra contro il Regno Unito.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Karl Otmar, Baron von Aretin, Francis Joseph, in Encyclopædia Britannica, 14 agosto 2021. URL consultato il 19 aprile 2009.
  2. ^ Murad, p. 61.
  3. ^ Murad, p. 101.
  4. ^ In Italia. Fu chiamato anche Cecco Beppe, dall'unione di due forme familiari dei due nomi Francesco-Cecco e Giuseppe-Beppe.
  5. ^ Murad, p. 6.
  6. ^ Rothenburg, G. The Army of Francis Joseph. West Lafayette, Purdue University Press, 1976. p. 35.
  7. ^ Murad, p. 41.
  8. ^ Murad, pp. 41-42.
  9. ^ Murad, p. 42.
  10. ^ La notizia dell'attentato all'Imperatore giunse in Lombardia a Milano in giornata e, prima di sera, circolava la parodia di un verso popolare manzoniano, tratto da Il Conte di Carmagnola:

    «Ahi sventura ! Sventura ! Sventura !
    Perché mai una fibbia sì dura ?»

    Venuto a conoscenza del fatto tramite l'amico italiano Tommaso Grossi, lo scrittore Alessandro Manzoni smentì fermamente di essere stato l'autore della satira. (da: Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, Milano, 1934).

  11. ^ Konrad Kramar e Petra Stuiber, Die schrulligen Habsburger – Marotten und Allüren eines Kaiserhauses, Ueberreuter, ISBN 3-8000-3742-4.
  12. ^ Murad, p. 242.
  13. ^ , a Francesco Giuseppe I d'Austria, al regno di Vittorio Emanuele II di Savoia, due volte secondi cugini ed in comune, quattro bisnonni, a Leopoldo II d'Austria e sua moglie Maria Luisa di Borbone, regina infanta di Spagna, a Ferdinando I delle Due Sicilie e sua moglie Maria Carolina d'Asburgo-Lorena.
  14. ^ Vedi la presentazione di Giorgio Manacorda in Joseph Roth, La Marcia di Radetzky, Newton Compton Editori, 2010.
  15. ^ Nora Fugger, Gli splendori di un impero, traduzione di Ervino Pocar, Milano, Mondadori, 1932, SBN IT\ICCU\CSA\0045530.
  16. ^ Murad, p. 169.
  17. ^ Murad, pp. 150-151.
  18. ^ Murad, p. 151.
  19. ^ Murad, p. 127.
  20. ^ Palmer, pp. 328-331.
  21. ^ (DE) Villa Schratt, su eurothermen.at. URL consultato il 18 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2013).
  22. ^ Copia archiviata, su austro-hungarian-army.co.uk. URL consultato il 26 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2018).
  23. ^ Ordinul Carol I
  24. ^ a b c Per aver dichiarato guerra al Regno Unito nell'ambito della Prima Guerra Mondiale

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Imperatore d'Austria, Re Apostolico d'Ungheria Successore
Ferdinando I d'Austria, V d'Ungheria 1848-1916 Carlo I d'Austria, IV d'Ungheria
Predecessore Re di Boemia Successore
Ferdinando V 1848-1916 Carlo III
Predecessore Re del Lombardo-Veneto Successore
Ferdinando I 1848-1866 Titolo soppresso
Predecessore Presidente della Confederazione germanica Successore
Ferdinando I 1850-1866 Titolo passato a Guglielmo I di Prussia come Presidente della Confederazione Tedesca del Nord
Predecessore Colonnello in capo del 1st King's Dragoon Guards Successore
Titolo inesistente 1896-1914 Titolo soppresso
Predecessore Colonnello in capo del Reggimento di Granatieri della Guardia di Kexholm Successore
Titolo inesistente 1898-1914 Titolo soppresso
Predecessore Colonnello in capo del 12º Reggimento Ulani "Belgorod" Successore
Titolo inesistente 1898-1914 Titolo soppresso
Predecessore Colonnello in capo del 16° Ussari (Schleswig-Holstein) Successore
Titolo inesistente 1899-1914 Titolo soppresso
Predecessore Colonnello in capo del Füsilier-Regiment „Kaiser Franz Josef von Österreich, König von Ungarn“ (4. Württembergisches) Nr. 122 Successore
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