Giacomo Matteotti, 100 anni dalla morte: chi era e come ricordarlo | Studenti.it

Anniversari storici 2024: 100 anni dalla morte di Giacomo Matteotti

L'importanza di ricordare Giacomo Matteotti, sempre. Nel 2024, a 100 anni dal suo assassinio, ecco le iniziative per omaggiarlo

Anniversari storici 2024: 100 anni dalla morte di Giacomo Matteotti
getty-images

Anniversari storici 2024: 100 anni dalla morte di Giacomo Matteotti

Giacomo Matteotti
Fonte: getty-images

L'Italia non dimentica Giacomo Matteotti. Lo dimostra il fatto che sia stata approvata nell’Aula della Camera la proposta di legge che dà il via alle iniziative per le celebrazioni del centenario della morte del deputato socialista, assassinato il 10 giugno 1924 dai fascisti. Al termine della votazione, tutti i deputati si sono alzati in piedi per applaudire alla memoria di un grande italiano. Testo approvato all’unanimità, con 253 votazioni favorevoli e nessun contrario.

Chi era Giacomo Matteotti

Nato il 22 maggio 1885 a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, Giacomo Matteotti era un membro della Camera dei Deputati, oltre che segretario del Partito Socialista Unitario, PSU. L’avvento della guerra, la prima mondiale, aveva spaccato i socialisti su differenti fronti, come la necessità di intervenire o meno. Il risultato? Numerosi dissidi e svariati nuovi partiti. Potrebbe sorprendere ricordare come Mussolini iniziò la propria carriera politica tra i socialisti. Le sue posizioni interventiste, però, lo allontanarono sempre più dal partito, fino all’espulsione ratificata nel 1914.

Matteotti, invece, era sempre stato contrario allo scendere in campo dell’Italia. Nel dopoguerra, poi, i due si trovarono su fronti opposti, come acerrimi nemici. La voce di protesta di Matteotti si fece sempre più dura e forte, soprattutto dopo la marcia su Roma e il potere ottenuto da Mussoli da parte del Re.

Denunciò ripetutamente brogli elettorali e violenze condotte dai camerati fascisti per spegnere ogni sorta di protesta a quello che era a tutti gli effetti un regime.Un destino segnato dal suo accorato discorso alla Camera il 30 maggio 1924: “Voi volete rigettare il paese indietro, verso l’assolutismo. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano. Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora preparate il discorso funebre per me”.

Trascorsero pochi giorni e un gruppo di squadristi fascisti, guidati da Amerigo Dumini, lo rapì. Non si fece portar via in maniera docile e la sua costante resistenza spinse quelle belve a ucciderlo lungo il tragitto. Il suo corpo è stato poi ritrovato soltanto due mesi dopo, il 12 agosto.

L’eredità

Il coraggio di un singolo può consentire di scagliare la pietra necessaria ad abbattere un muro che vuole imprigionarci, corpo e mente. Il discorso di Giacomo Matteotti è un momento chiave della nostra storia. Il suo estremo coraggio, ben consapevole delle conseguenze, non potenziali ma concrete e certe, non dovrà mai essere dimenticato.

In una fase in cui il regime incombeva su tutti, con mano violenta e assassina, le parole di un singolo hanno dimostrato tutta la propria potenza. Il fascismo ha vacillato ed è stato costretto a rispondere con un atto estremo per evitare che la sua maschera venisse troppo a lungo sventolata.

Ciò che viene da pensare, dunque, è cosa sarebbe successo dinanzi a 100, 200, 300 Matteotti. Forse la storia sarebbe diversa ed ecco riassunta l’eredità di un politico vero: spingerci a lottare per un futuro migliore e per ciò che reputiamo giusto. Il dissenso non era ammesso, eppure il deputato parlò a gran voce, annunciando a tutti che di lì a poco sarebbe morto.

Fu lo stesso Duce ad attribuirsi, poi, la responsabilità dell’omicidio. “Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento ad oggi”.

Queste le sue parole nel tristemente celebre discorso del 3 gennaio 1925. Dinanzi a ciò il Parlamento non aveva più risorse per opporre resistenza. Non in maniera efficace. L’unica arma a sua disposizione era la voce dei singoli componenti. Nessuno, però, parlò come Matteotti, rischiò come lui e pagò altrettanto.

Abbattuto quest’ultimo ostacolo, si iniziò davvero la costruzione della dittatura. E allora, di nuovo, qual è l’eredità di Matteotti? Non ritenersi inutili e insignificanti dinanzi a grandi trasformazioni disumane. Una singola voce può accendere il fuoco di una rivoluzione, quantomeno interiore.

Le iniziative

Il testo approvato all’unanimità alla Camera mira a valorizzare la diffusa conoscenza e lo studio di quello che è stato il pensiero di Matteotti. Il tutto realizzato sulla base di un bando. È stata inoltre la giusta e necessaria chance per garantire un contributo straordinario di 50mila euro per la Casa Museo Matteotti di Fratta Polesine, a Rovigo, per un totale di due anni.

È giusto che il suo luogo di nascita venga sostenuto, tenendo così viva la memoria di un uomo coraggioso, che ha dato la sua vita per difendere ciò che di più caro abbiamo, la libertà. Sono stati inoltre stanziati 400mila euro, tanto per l’anno 2023 quanto per l’anno 2024, al fine di realizzare delle iniziative.

Un disegno di legge storicamente importante, ecco come lo ha definito Valentina Grippo, vicepresidente della Commissione Cultura della Camera. “Ha un valore speciale ciò che abbiamo l’onore di votare, dedicato alla memoria e alla celebrazione della figura e del pensiero di un grande italiano”. Ha sottolineato, poi, l’importanza di raccontare anche quelli che sono stati i suoi luoghi. Sono svariati, a partire dalla già citata casa, fino al monumento a Riano, dove è stato ritrovato il suo corpo il 16 agosto 1924, a distanza di due mesi dal sequestro.

Da sottolineare, poi, anche l’importanza del monumento sul lungotevere Arnaldo da Brescia e la Casa Museo di Giacomo Matteotti a Roma, così come l’archivio ora a Firenze.“Tanti i luoghi ed è importante che tutti vengano conosciuti, valorizzati e che diano corpo a quella parte che è forse la più significativa della legge, quella rivolta alle nuove generazioni”.

La memoria storica di un Paese tende a sfuggire via, rapida, finendo con l’essere dimenticata se non si interviene in maniera repentina e costante. Lasciar calare l’ombra sulle gesta di Matteotti sarebbe a dir poco gravoso.

La storia è infatti caratterizzata da corsi e ricorsi e, chi sa, potremmo aver bisogno di tener vivo il suo sacrificio più di quanto immaginiamo oggi.

Disegni di legge di questo tipo, dunque, consentono di visualizzare gli atti eroici di Matteotti, come spiegato da Grippo, rendendoli attuali, ancora vivi e presenti tra noi e, guardando al futuro, immortali.

Altri contenuti utili

Scopri gli altri contenuti utili che potranno ampliare la panoramica delle tue conoscenze:

Contenuto sponsorizzato: Studenti.it presenta prodotti e servizi che si possono acquistare online su Amazon e/o su altri e-commerce. Ogni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link presenti in pagina, Studenti.it potrebbe ricevere una commissione da Amazon o dagli altri e-commerce citati. Vi informiamo che i prezzi e la disponibilità dei prodotti non sono aggiornati in tempo reale e potrebbero subire variazioni nel tempo, vi invitiamo quindi a verificare disponibilità e prezzo su Amazon e/o su altri e-commerce citati

Un consiglio in più