Paolo Emilio Signorini arrestato per corruzione con Toti in Liguria - La Stampa

TORINO. L'aveva voluto a tutti i costi il sindaco di Genova, Marco Bucci, ma era sponsorizzato pure dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Anche a dispetto delle critiche di quanti sostenevano che il suo curriculum non fosse adatto all'incarico. Paolo Emilio Signorini, ex numero uno dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale, arrestato stamane a Genova per corruzione, era stato nominato amministratore delegato di Iren ad agosto, dopo le dimissioni di Vittorio Armani passato in Enel. Un ad in parte "dimezzato" perché parte delle sue deleghe erano comunque state affidate al presidente della multiutility, Luca Dal Fabbro, che ha guidato l'azienda per mesi, prima che si sciogliesse la riserva su Signorini e passasse la volontà di Bucci di averlo come presidente. Genova, infatti, detiene le maggiori quote di capitale di Iren, il 18,85%, contro il 13,8% di Torino e il 6,42% di Reggio Emilia. E quindi, come da patto di sindacato, è proprio il capoluogo ligure che doveva indicare l'ad mentre a Torino spettava il presidente. Signorini sarebbe dovuto rimanere in carica fino all'inizio del 2025, quando poi si sarebbe dovuto scegliere se rinnovarlo o no. L'arresto di oggi per corruzione stravolge i piani. Si è infatti riunito in fretta e furia il Consiglio di amministrazione di Iren che gli ha revocato il mandato di amministratore delegato.

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La riunione straordinaria del cda di Iren

Il Consiglio di Amministrazione di Iren si è riunito oggi d’urgenza, in via straordinaria, in seguito alla diffusione di notizie di stampa relative all’arresto di Signorini. Il CdA, «nel prendere atto dell’oggettiva impossibilità temporanea da parte dell’amministratore delegato di esercitare le proprie deleghe e con l’obiettivo di assicurare stabilità e continuità alla gestione aziendale», ha attivato quanto previsto dal contingency plan interno al Gruppo e ha deliberato di revocare temporaneamente le deleghe all’AD, assegnandole agli altri due Organi Delegati.

In particolare, al presidente Luca Dal Fabbro oltre alle deleghe attuali (ovvero: Comunicazione, Relazioni Esterne e Public Affairs; Associazioni; Internazionalizzazione e Progetti Strategici; Affari Regolatori; Permitting; Innovazione; Finanza e Investor relations; Segreteria Societaria; M&A) sono state affidate anche le seguenti deleghe: Business Unit Ambiente; Business Unit Energia; Business Unit Mercato; Business Unit Reti; Affari Legali; Energy Management; Amministrazione, Pianificazione e Controllo.


Al vice presidente Moris Ferretti, oltre alle deleghe attuali, (ovvero Affari Societari, Corporate Social Responsibility e Comitati Territoriali; Internal Audit e Compliance; Personale e Organizzazione sono state affidate anche le deleghe ad approvvigionamenti, Logistica e Servizi; Tecnologie e Sistemi informativi; Risk Management.

«Questo assetto – si legge in una nota di Iren – garantisce la piena continuità delle attività aziendali per il conseguimento degli obiettivi contenuti nel Piano Industriale».

Le accuse a Signorini

Secondo le indagini l’amministratore delegato di Iren avrebbe ricevuto 15.000 euro in contanti e gli sarebbero stati pagati 22 soggiorni di lusso all’Hotel de Paris di Montecarlo inclusivi di giocate al casinò, servizio in camera, massaggi e trattamenti estetici. Oltre a una poltrona al Master di tennis del Principato, fiches per giocare al casinò, una borsa Chanel e un bracciale in oro di Cartier del valore di 7200 euro (da regalare). Spinelli avrebbe anche offerto un incarico da 300.000 euro a Signorini una volta terminato il mandato all’Autorità portuale e la possibilità di usare le sue carte di credito durante un viaggio progammato a Las Vegas.

La scalata in Iren

Tra le critiche che gli erano state mosse, quella di non avere esperienza alla guida di una multiutility. La sua nomina, infatti, è stata vissuta più come una scelta politica di sistema, interna al centrodestra (a sponsorizzarlo pure il viceministro Rixi), che una decisione legata alle competenze.

Nato a Genova nel 1963, Signorini si è laureato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze proseguendo gli studi presso la Yale Law School (Yale University). Ha iniziato la sua carriera presso la Banca d'Italia e al Ministero dell'Economia e delle Finanze, successivamente è stato Capo del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento delle politiche economiche presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (2008-2013) e Capo Dipartimento per le Infrastrutture, i Sistemi Informativi e Statistici presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2013-2015). È stato componente di consigli di amministrazione di società operanti nel settore delle infrastrutture e dei trasporti quali Italferr and Telt SaS. Ha ricoperto, infine, la carica di Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale (2016-2023).

Mesi, quelli che Signorini ha trascorso in Iren, passati a studiare più che a incidere davvero. Cosa succederà ora è ancora presto per dirlo. Di certo la notizia dell'arresto ha provocato un terremoto sia tra i sindaci del patto sia in Borsa dove il titolo della società dell'energia accusa una flessione del 3% a 1,827 euro, ma è arrivato a scontare un ribasso anche superiore al 7%, mentre il Ftse Mib è in campo positivo.

«Iren – si legge in una nota diffusa dall’azienda – ha appreso stamane dalla stampa dell’applicazione di un’ordinanza di misure cautelari nei confronti dell’amministratore delegato Paolo Signorini disposta dall’Autorità Giudiziaria di Genova. I reati contestati e riportati nel comunicato stampa della Procura della Repubblica di Genova sono riferiti al suo precedente ruolo di presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale e non riguarderebbero quindi Iren. Il Gruppo ha già attivato le procedure necessarie a garantire da subito piena continuità aziendale».

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