Nitti, Francesco Saverio nell'Enciclopedia Treccani - Treccani - Treccani

Nitti, Francesco Saverio

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Uomo politico italiano (Melfi 1868 - Roma 1953). Liberale, giornalista, economista e meridionalista di orientamento democratico, come capo del governo affrontò la riforma elettorale, la questione fiumana e le trattative di pace di Parigi. Esule sotto il fascismo, nel dopoguerra fu promotore dell'Unione democratica italiana, membro della Costituente e senatore.

Vita e attività

Di modeste condizioni economiche, si laureò in giurisprudenza nel 1890 e iniziò a collaborare con La Scuola positiva e Il Mattino. Liberale e sostenitore di una politica radicaldemocratica in direzione dell'espansione produttiva, diresse dal 1894 La Riforma sociale. Fu prof. di materie economiche alla Scuola superiore di Portici (1895) e all'univ. di Napoli (1899) e si occupò in particolare di rapporti tra Nord e Sud, divenendo tra i più ascoltati studiosi della questione meridionale. Nel 1907 fu eletto deputato e indirizzò la sua azione, anche in polemica con i provvedimenti particolaristici del governo Giolitti, verso interventi strutturali e di lungo periodo. Ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio del governo Giolitti (marzo 1911 - marzo 1914), N. contribuì alla creazione dell'Istituto nazionale delle assicurazioni e sostenne la modernizzazione produttiva del Mezzogiorno attraverso l'espansione delle società di elettricità. Fu poi ministro del Tesoro nel governo Orlando (ott. 1917 - genn. 1919), impegnandosi nello sforzo bellico e nella ripresa economica. Dal giugno 1919 al giugno 1920 fu capo del governo, alle prese con la riforma elettorale, con la questione fiumana (che riuscì solo in parte a comporre sul piano internazionale), con i tentativi di riformare i trattati di Versailles e, soprattutto, con i problemi economici e sociali del dopoguerra. Rieletto alla Camera nel 1921 ma politicamente isolato e bersaglio delle violenze fasciste (fenomeno del quale non valutò appieno la portata), nel maggio 1924 emigrò in Svizzera e dal 1926 visse in Francia. Nell'ag. 1943, a Tolosa, fu arrestato dalle SS e deportato nel Tirolo. Fu liberato nel maggio 1945, tornò in Italia e costituì con B. Croce, V. E. Orlando e I. Bonomi l'Unione democratica italiana. Eletto alla Costituente e poi senatore di diritto. Le opere sono state pubblicate in edizione nazionale, 16 voll., 1958-68.

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