Cos'è un focolaio e cosa deve preoccuparci

Cos’è un focolaio e cosa deve preoccuparci

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-28

La definizione classica si riferisce a uno, due o più casi di infezione associati tra loro, quindi che si dimostrano avere un comune filo conduttore. Se siamo in vacanza e nelle vicinanze viene segnalato un focolaio, cosa dobbiamo fare?

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Il Corriere della Sera pubblica oggi una serie di domande e risposte sui nuovi focolai di Coronavirus SARS-COV-2 e di COVID-19 in Italia:  alle domande rispondono gli epidemiologi Stefania Salmaso e Massimo Ciccozzi e l’infettivologo Massimo Andreoni:

Che cos’è un focolaio?
La definizione classica si riferisce a uno, due o più casi di infezione associati tra loro, quindi che si dimostrano avere un comune filo conduttore. Secondo Stefania Salmaso però questa  classificazione non può valere per il Covid-19 «in quanto nel 30% delle situazioni si è trattato di trasmissione domestica, all’interno dello stesso gruppo familiare che ha contagiato i contatti durante l’isolamento. La definizione andrebbe riformulata».

E il cluster?
Si tratta di casi concentrati in una stessa area e ravvicinati nel tempo che non possono essere messi in collegamento fra loro. Sono molto temuti proprio per la loro incertezza.

Se siamo in vacanza e nelle vicinanze viene segnalato un focolaio, cosa dobbiamo fare?
Non c’è ragione di abbandonare il posto, a meno che non vengano date disposizioni dall’amministrazione locale. Si dovrebbe ragionevolmente continuare la vacanza accentuando il rispetto di comportamenti sicuri. Evitare il più possibile luoghi di assembramento, indossare le mascherine nei luoghi chiusi e nel caso non sia possibile mantenere la distanza di un metro anche all’aperto. Queste misure hanno  funzionato bene durante il lockdown.

tutti i nuovi focolai in italia
I nuovi focolai in Italia (La Repubblica, 26 giugno 2020)

La app Immuni potrebbe essere d’aiuto?
L’app di monitoraggio del contagio, che avvisa quando abbiamo avuto contatti a rischio con una persona poi risultata positiva, è stata scaricata da 4 milioni di italiani, troppo pochi. Se la sua  diffusione continua ad essere tanto limitata, l’applicazione perde la sua efficacia. Alcune Regioni hanno creato la loro app che però hanno una funzione molto limitata. Il governo farà presto un nuovo appello affinché Immuni venga scaricata. Dice il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: «Credo che ci siano molti pregiudizi su questa app. I dati non vengono rintracciati e non c’è
una schedatura».

Perché è importante scaricarla?
Quando scatta l’indagine epidemiologica per rintracciare i contatti di un caso positivo non sempre si riesce a ricostruire tutti i movimenti. L’app è un’ulteriore protezione.

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