Lettere - La situazione del monfalconese nell'Ozak • Il Goriziano
Lettere - La situazione del monfalconese nell'Ozak

Lettere - La situazione del monfalconese nell'Ozak

La lettera

Lettere - La situazione del monfalconese nell'Ozak

Di Renato Antonini • Pubblicato il 10 Ott 2022
Copertina per Lettere - La situazione del monfalconese nell'Ozak

Ci scrive Renato Antonini ripercorrendo alcuni momenti della storia locale.

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Hitler con una sua ordinanza del 10 settembre 1943 costituì in Italia due zone di operazioni. L'Alpenvorland, che comprendeva le provincie di Belluno, Trento e Bolzano, e l'Adriatisches Künstenland, che riuniva le provincie di Udine,Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana.
Costituì queste due zone per garantire alla Wermacht le vie di comunicazione fra Germania ed i Balcani e per favorire le deportazioni in campi di concentramento di ebrei e altri, ritenuti criminali.
Mise a capo di Alpenvorland il Gauleiter del Tirolo Franz Hofer, mentre a capo di Adriatisches Künstenland nominò il Gauleiter della Carinzia Friedrich Reiner.
Vogliamo riferirci in particolare all'Adriatisches Künstenland, il Litorale Adriatico.
Il 15 ottobre del 1943 il comando tedesco di Trieste comunicò la creazione di un “Supremo Commissariato per la zona di operazioni del Litorale Adriatico”. La denominazione “Litorale Adriatico” fu inventata solo parzialmente dai nazisti, avendo un lontano precedente storico, quando dopo il crollo di Napoleone si ebbe nel Lombardo-Veneto la restaurazione absburgica e le autorità imperiali di Vienna crearono il Künstenland, cioè il “Litorale”, comprendente la zona di Trieste, la Contea Principesca di Gorizia e Gradisca ed il margraviato dell'Istria.
Ma ritorniamo a noi. L'Adriatisches Künstenland non era e non è mai stato terzo Reich; probabilmente ciò rientrava per il futuro nel disegno politico dei nazisti, ma non fu mai attuato. Dunque, era territorio italiano occupato dai tedeschi anche se la sovranità italiana venne di molto indebolita. Di ciò Mussolini ebbe modo di lamentarsi con Hitler, che sorvolò o addusse genericamente superiori questioni di sicurezza.
Nel Litorale Adriatico la moneta in circolazione era ed è sempre stata la lira italiana e non il marco tedesco. La legislazione vigente era quella italiana, se non in contrasto con gli editti del Gauleiter, e veniva gestita dai Tribunali italiani. C'erano poi le leggi speciali, che riguardavano i reati contro la sicurezza pubblica, contro la Wermacht, ecc. e che venivano trattate da una Corte Straordinaria composta paradossalmente da giudici italiani. Ad esempio, le pene di morte od altro ai partigiani venivano irrogate dalla Corte Straordinaria con sede nella Corte di Appello triestina.

Non c'era la coscrizione obbligatoria, ma ai primi di novembre 1943 il generale Esposito, che reggeva il Comando regionale delle forze armate italiane della Venezia Giulia, emise un bando di richiamo degli ufficiali e sottoufficiali. Il generale, invitato al Supremo Commissariato, venne vivamente deplorato per questa sua iniziativa dal Gauleiter Reiner che gli comunicò che nella zona di sua giurisdizione gli arruolamenti nelle forze armate italiane potevano avvenire solo sulla base di” presentazione volontaria”. Successivamente, però, e cioè ai primi di marzo 1944 Reiner avrebbe mobilitato le classi del 1923, 24 e 25 per “il servizio obbligatorio di guerra”. I giovani giuliani ed istriani vennero invitati a scegliere fra la polizia germanica, le SS, l'organizzazione Todt oppure il lavoro nella produzione bellica in Germania. Nessuno dei nostri giovani indossò la divisa germanica. Quelli che non si diedero alla macchia entrarono nella Todt impresa di costruzione di ponti, strade, opere difensive, linee di approvvigionamento essenziali per la Wermacht, ecc. Ricordiamo che la Todt, indipendente dalle forze armate tedesche dalla morte di Todt, era sottoposta al Governo centrale nazista sotto il controllo del ministro degli armamenti Alfred Speer.
Va rammentato che quando Hitler annesse l'Austria al terzo Reich, Mussolini non protestò eccessivamente; in seguito, a ciò ottenne una precisa dichiarazione di Hitler sul riconoscimento del Brennero come frontiera italiana. La lettera datata 11 marzo 1938 venne recapitata a Mussolini per mezzo del Principe Filippo d'Assia. Hitler, infatti, non parlò mai di annettere le zone di operazioni al 3° Reich anche se fece le orecchie da mercante quando qualche componente del suo governo ventilò questa possibilità.
L'Alsazia e la Lorena, che mostravano più di qualche analogia con le due zone italiane di operazioni, vennero di fatto annesse al terzo Reich. I vescovi, i prefetti e gli alti funzionari francesi vennero tutti espulsi e sostituiti da analoghi tedeschi; vennero espulse come indesiderabili 150.000 persone, di cui 100.000 dalla Lorena. La moneta in circolazione era il marco tedesco, come attestano i francobolli dell'epoca. Venne vietato l'uso della lingua francese e nelle scuole si insegnò solo il tedesco. Venne instaurato il servizio militare obbligatorio (malgré nous) che permise di reclutare 160mila giovani, buona parte dei quali fu inviata nell'Est contro i Russi. Tutte le vie vennero rinominate in lingua tedesca e venne avviata un'intensa opera di germanizzazione. Infine, il terzo Reich esigette da tutti i cittadini una sottoscrizione di fedeltà e di obbedienza. 

Nella foto il presidio a guardia del ponte di Salcano subito dopo l'otto settembre 43/Foto Facebook.

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