Storia di Napoli: il regno dei Borbone

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Storia di Napoli: il regno dei Borbone nel post di Napoli Fans

In Piazza del Plebiscito a Napoli è possibile ammirare le due grandi statue bronzee che ricordano la storia del Regno: Ferdinando di Borbone e suo padre, Carlo di Borbone, i rappresentanti della dinastia che diedero lustro alla città. Infatti, all’epoca Napoli era capitale del grande Regno delle Due Sicilie e meta di intellettuali e artisti. I Borbone regnarono dal 1734 al 1861, segnando un avanzamento nell’arte, nell’industria e nella tecnologia. 

Ripercorriamo nel post a cura di Napoli Fans la storia del Regno dei Borbone e dei suoi principali protagonisti, che diedero grande lustro alla città e al Sud Italia, terminato con l’Unità d’Italia.

Carlo di Borbone

Primo della dinastia a conquistare Napoli, Carlo era figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese, duchessa di Parma. Carlo di Borbone segnò “l’ora più bella della storia napoletana”, secondo lo storico Giuseppe Galasso. Il re infatti liberò Napoli dagli austriaci e diede vita a un periodo di grande rinascita. Riunificò la legislazione napoletana nel Codice Carolino ed edificò la Reggia di Capodimonte, il teatro lirico San Carlo, la Reggia di Caserta, in antagonismo con quella di Versailles, oltre che la Reggia di Portici. 

Quando arrivò a Napoli nel 1734 Carlo di Borbone aveva solo 18 anni, e ricostruì la città allo stremo, da tutti i punti di vista: economico, sociale, politico. Bonificò i territori distrutti dalla malaria, imparò il napoletano, divenne uno dei sovrani più amati dell’epoca.

Nel 1759, infine, Carlo divenne re di Spagna e lascio a suo figlio Ferdinando di Borbone, il Regno delle Due Sicilie. 

Ferdinando di Borbone

Aveva soli 8 anni il figlio di Carlo di Borbone quando salì al trono. L’effettivo reggente era dunque il marchese Bernardo Tanucci, che si rifaceva ai suggerimenti che il sovrano di Spagna gli inviava con il loro fitto carteggio. 

Ferdinando di Borbone non era un intellettuale come il padre, ma amava la caccia e gli svaghi, pur avendo un occhio attento e intelligente verso gli affari del Regno. Creò un centro di eccellenza nell’industria tessile: la manifattura di San Leucio.

Per regolamentare gli affari, con i lavoratori stese il Codice di San Leucio, che – data l’epoca, il 1789 – era avanzatissimo. 

Solo nel 1816 si proclamò effettivamente il Regno delle Due Sicilie, fino a quel momento le due corone erano staccate e c’erano due capitali, una sicula, l’altra partenopea. 

Nel 1825 Ferdinando morì. Aveva 73 anni. Aveva governato per 66 anni. 

Il regno dei Borbone nell’800

Il regno dei Borbone non si esaurì con la morte di Ferdinando, ma continuò fino all’unità d’Italia. Uno dei sovrani più illuminati di epoca ottocentesca fu proprio il suo omonimo Ferdinando II di Borbone, che passò alla storia per essere stato il primo in Italia a concedere una Costituzione, in seguito ai moti del ‘48. 

Era un re innovativo, che migliorò l’intero regno. Risanò le finanze, costruì la prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici, creò le Officine di Pietrarsa e introdusse l’illuminazione a gas nella città di Napoli. 

Fu un visionario in campo economico e riuscì a utilizzare i principi di Colbert nel suo regno ed evitare l’indebitamento pubblico. Fu vittima di un soldato seguace di Mazzini, che lo aggredì con una baionetta all’uscita dalla Chiesa. Il colpo inferto non lo uccise, ma tre anni dopo perì per setticemia. 

L’Unità d’Italia del 1861 mise fine al Regno delle Due Sicilie, con il Sud che divenne a tutti gli effetti parte del neonato stato italiano. Da quel momento in poi tutto il territorio ha smesso di essere un motore di innovazione nei vari campi, dall’arte all’economia, e divenne negli anni una delle zone più povere dell’odierna UE.