La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton, la vera storia dietro la serie Netflix - Movieplayer.it

La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton, la vera storia dietro la serie Netflix

La grande cura dietro certi elementi presenti ne La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton non è affatto casuale, dato che i protagonisti di questa storia sono realmente esistiti. Lo sapevate?

La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton, la vera storia dietro la serie Netflix

Il grande successo su Netflix e in tutto il mondo di Bridgerton, la serie TV prodotta da Shonda Rhimes e basata sui romanzi di Julia Quinn, ha rapidamente portato a uno spin-off dedicato a uno dei personaggi centrali della storia: La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton. In particolare, questa miniserie racconta del matrimonio di Carlotta con il Re Giorgio, riallacciandosi anche ad altri protagonisti che abbiamo visto nelle due stagioni precedenti. E se vi dicessimo che la regina in questione e il suo re sono personaggi realmente esistiti?

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Queen Charlotte: A Bridgerton Story: un'immagine della serie Netflix

Nella fantasia rosa di questi lavori per il piccolo schermo si celano alcune trame che hanno realmente calcato il palcoscenico del mondo, scrivendo pagine della storia inglese ancora indelebili. La Regina Carlotta di Meclemburgo-Strelitz (nella serie interpretata da India Ria Amarteifio) e il suo difficile rapporto con il consorte, il Re Giorgio III (Corey Mylchreest), hanno alimentato per anni la curiosità di studiosi, storici e sociologi, tanto da approfondirne le dinamiche attraverso la successiva pubblicazione e lo studio di documenti reali provenienti dalla corrispondenza reale. Questo avvenne moltissimi anni dopo la loro scomparsa, sotto il regno di Elisabetta II.

Chi era veramente Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, e quanto è stato fedele il mondo di Bridgerton nel rappresentarla?

La storia della Regina Carlotta, almeno quella che ci interessa approfondire, inizia poco dopo la metà del 1700, quando Adolfo Federico IV di Meclemburgo-Strelitz (il fratello) e sua madre, all'epoca vedova, cominciarono a organizzare il matrimonio della principessa, che allora aveva appena compiuto 17 anni. Furono loro a decidere per il matrimonio con Giorgio III, il futuro Re d'Inghilterra, che all'epoca sembrava essere interessato ad altre giovani donne della sua età.
Sembra che il primo a parlare di Carlotta a Giorgio III sia stato il colonnello Graeme, che all'epoca stava viaggiando per le varie corti tedesche alla ricerca della sposa perfetta per lui. I tratti che lo intrigarono di più, poi descritti al Re, erano strettamente legati all'intelligenza della ragazza. Sembra che Carlotta fosse una donna brillante e, sebbene non straordinaria dal punto di vista estetico, fosse più che adeguata secondo gli standard richiesti. Il 15 agosto del 1761, quindi, venne firmato un contratto prematrimoniale tra la principessa Elisabetta Albertina, la madre di Carlotta, e l'ambasciatore britannico Earl Harcourt, che fissava i termini di questo matrimonio, approvato in nome di Re Giorgio III (questa parte appare fugacemente in La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton e, sebbene leggermente modificata, è stata trasmessa in modo abbastanza fedele).

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Queen Charlotte: A Bridgerton Story: un'immagine della serie Netflix

Dopo la firma del contratto, Carlotta partì quasi immediatamente verso l'Inghilterra. Il viaggio fu piuttosto lungo e si vocifera che durante quel periodo la giovane imparò a suonare l'inno nazionale inglese con il clavicembalo, anticipando così la sua particolare inclinazione per le arti e la musica che la distinse alla corte. Arrivata a terra, l'ultimo tratto del viaggio si concluse l'8 settembre nella città di Londra, e subito dopo si celebrò il matrimonio nella cappella reale del Palazzo di St. James. Successivamente, i due furono incoronati nell'Abbazia di Westminster il 22 settembre.
Sul matrimonio, oltre alle questioni legate alla salute di Re Giorgio III, non ci sono molte voci di scandali. Le fonti riportano che i rapporti fra Carlotta e la suocera, la principessa Augusta di Sassonia-Gotha-Altenburg (Michelle Fairley nella serie), non erano dei migliori, ma non ci sono dubbi sulla fedeltà continua del marito, con cui Carlotta ebbe ben 15 figli.

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Giorgio III o contadino Giorgio?

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Queen Charlotte: A Bridgerton Story: un'immagine della serie Netflix

Uno dei punti centrali su cui La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton pone grande enfasi è la gravità della malattia mentale di Giorgio III e che non lo abbandonerà mai per tutta la vita. Stiamo parlando di un Re su cui ancora oggi gli studiosi di psicologia si stanno interrogando per cercare di dare una risposta definitiva riguardo ai suoi attacchi. I primi segni di squilibrio risalgono circa al 1765, almeno stando alle testimonianze che ci sono giunte. Questi primi episodi sono poi progrediti gradualmente, senza mai lasciarlo.
Esistono numerose ipotesi degli esperti sulla condizione mentale di Giorgio III. Secondo alcuni, tutto è collegato a una forma di porfiria (una malattia ereditaria del sangue). C'è chi ha ipotizzato che potesse trattarsi di un avvelenamento da piombo, causato dall'uso comune di pentole realizzate con quel materiale nelle cucine dell'epoca, sostenendo che i sintomi di questa intossicazione possono essere simili a quelli della porfiria. Intorno al 2005 alcuni studiosi hanno analizzato campioni dei suoi capelli, riscontrando valori di arsenico al di sopra della media, e collegando i crolli mentali a un'intossicazione di questo tipo.

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Queen Charlotte: A Bridgerton Story: un'immagine della serie Netflix

Ne La Regina Carlotta: Una storia di Bridgerton vediamo la protagonista in diretto contatto con il lato oscuro del consorte, in una narrazione che alterna momenti estremamente emotivi a una critica nei confronti dell'ignoranza medica dell'epoca. La cura nel rappresentare questo capitolo della sua vita non è casuale, dato che si collega alla battaglia che la stessa Carlotta di Meclemburgo-Strelitz ha dovuto affrontare nel corso della propria esperienza matrimoniale.

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L'amicizia con Maria Antonietta e le voci sulle origini africane

Una cosa che purtroppo non viene affrontata ne _La Regina Carlotta: Una storia di Bridgerto_n è la relazione di amicizia puramente epistolare tra Carlotta e Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena, regina consorte di Francia e Navarra nello stesso periodo. Gli studiosi hanno più volte riportato questo particolare legame di amicizia tra le due attraverso l'analisi delle lettere che si scambiarono. Sembra che, nonostante le differenze di età, Carlotta e Maria Antonietta avessero molti interessi in comune nell'arte e nella musica. Una parentesi del genere nella serie TV Netflix avrebbe sicuramente distolto l'attenzione dalla storia privata della coppia inglese, ampliando il contesto storico fino a includere anche la Rivoluzione Francese che portò all'esecuzione di quest'amica corrispondente.

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Queen Charlotte: A Bridgerton Story: un'immagine della serie Netflix

Un aspetto su cui la serie cerca di giocare, invece, è l'ipotesi della sua ascendenza africana (c'è una scena in particolare che coinvolge il pittore di corte proprio in questo senso). Ad aprire il dibattito fu Mario de Valdes y Cocom, un esperto di storia che aveva dedicato parecchi anni della sua vita allo studio della diaspora africana, sostenendo che il medico di Carlotta l'avesse definita "una vera faccia da mulatta" in uno dei suoi rapporti. Successivamente, lo studioso si appellò a una serie di dipinti realizzati da Allan Ramsay, in cui sembra che l'artista avesse cercato più volte di sottolineare questa particolare caratteristica del suo colore della pelle. Inoltre de Valdes y Cocom sostenne che un dipinto di Ramsay dell'incoronazione della regina riportasse una sua descrizione che la definiva "discendente dei Vandali".
Nella sua teoria, la presunta ascendenza africana, nord o subsahariana si potrebbe rintracciare nei caratteri somatici ereditati da Carlotta da tre linee genealogiche specifiche relative a un'antenata di nono grado: Margarita de Castro e Souza. Ovviamente, si tratta di uno studio teorico che non riscosse troppi consensi dai critici e dagli studiosi di tutto il mondo.