Reichstadt1946
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Il dispotismo illuminato: Federico II di Prussia

Per molto tempo, un violento antagonismo oppose Federico Guglielmo I, detto il re sergente, a suo figlio Federico. Federico era intelligente, amava le lettere e le arti e soprattutto la musica. Stanco dei trattamenti che il padre gli faceva subire, cerco di fuggire quando aveva appena 18 anni. Fu ripreso ed imprigionato e fu obbligato ad assistere al supplizio dell’amico che lo aveva aiutato nella fuga.

Pur continuando la sua educazione militare ed amministrativa, si preparava a regnare leggendo e meditando. Scrisse anche un libro nel quale sosteneva che il principe deve comportarsi secondo la ragione e la giustizia.
Diventato re nel 1740 con il nome di Federico II, si considerava come il primo giudice, il primo generale, il primo ministro della società. Si considerava anche il primo servitore dello Stato, con l’obbligo di agire con onestà, con saggezza con un completo disinteresse come se ad ogni momento avesse dovuto rendere conto della sua amministrazione a suoi concittadini. In pratica il suo metodo era quello di applicare al governo le idee filosofiche degli Illuministi.
Dopo la guerra dei Sette anni, si sforzò di riparare le rovine che essa aveva causato e di ripopolare ed arricchire i suoi domini tramite l’immigrazione e la valorizzazione delle cattive terre e delle paludi. Il suo regno in venti anni aumento di 200.000 abitanti. Protesse le industrie: tessuti, metallurgia, porcellana. Volendo assicurare anche una giustizia equa, fece intraprendere la redazione di un Codice, che però fu pubblicato solo dopo la sua morte. Rese più solida la moneta, riorganizzo le finanze e il sistema doganale; per facilitare il commercio intervenne anche sul sistema di strade e di canali. Rispettò la libertà di stampa e di culto ed riservò molta attenzione all’insegnamento. Infatti, pur essendo indifferente ad ogni tipo di religione, accolse i Gesuiti cacciati dagli Stati cattolici perché trovava i loro metodi di insegnamento eccellenti. Inoltre fece dell’Accademia di Berlino un centro intellettuale di primo piano. Alla sua morte la Prussia era considerata uno dei Stati guida dell’Europa anche se la sua opera, a volte, è stata considerata piuttosto fragile.