Reichstadt1946
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Federico Guglielmo I di Prussia - Riforma militare

All’inizio del XVIII secolo, lo stato prussiano fu sottoposto ad una riforma nel campo militare promosse dall’imperatore Federico Guglielmo I. In questo modo la Prussia passò da truppe irregolari ad un vero e proprio esercito. Inizialmente, l’imperatore si basò sul sistema del Kompaniewirtschaften, cioè su corpi militari, gestiti da ufficiali che reclutavano con la forza i soldati fra i contadini e gli emarginati, come gli evasi, i disoccupati o i mendicanti.
In questo modo, però, un siffatto esercito costituiva una fonte di inquietudine e una lacerazione sociali e al suo interno presentava notevoli disgregazioni. Per ovviare a tale forma di debolezza, furono allora costituito gli Organismi di commissariato il cui scopo era di sovraintendere alle attività e al funzionamento dei reparti militari. Con questa nuova istituzione, nel giro di pochi anni, Federico Guglielmo I riuscì a garantire un esercito stabile di circa 30.000 unità. Pur essendo già un notevole passo di qualità in avanti, fu solo nel biennio 1732-1733 che furono poster le basi delle grandi riforme militari che permisero la formazione di un esercito prussiano numeroso, stabile ed efficiente. La riforma si articolava in due punti:
1) Regolamentazione delle coscrizioni e arruolamento dei contadini
2) Creazione di un apparato omogeneo di ufficiali
Le masse dei contadini, insieme ai volontari stranieri, diventarono il serbatoio privilegiato delle nuove coscrizioni, a cui, però, faceva riscontro l’esenzione dall’arruolamento a favore della nobiltà, degli abitanti delle città e di coloro che erano occupati nelle manifatture. Il periodo di licenza fu notevolmente allungato per permettere agli arruolati-contadini di dedicarsi ai lavori agricoli. Ai fini dell’arruolamento, il regno fu diviso in cantoni e ogni anno, in ciascuno di essi, veniva stabilita la quota degli individui da arruolare, stilando una lista con un certo anticipo. Questo permetteva alle future reclute di organizzare per tempo il loro lavoro nei campi e poneva così fine all’iniquo sistema dell’“arruolamento volontario. Il sistema cantonale rappresentava un tentativo da parte della monarchia di stabilizzare i rapporti fra apparato militare e apparato produttivo agricolo. In questo modo, l’esercito prussiano assunse un carattere rurale che avrebbe mantenuto a lungo nel tempo. È anche vero che il contadino si trovava così, ad essere doppiamente suddito: del nobile, proprietario delle terre coltivate e dell’ufficiale militare. Di conseguenza il contadino-recluta veniva così inserito all’interno di un contesto più ampio, quello dell’esercito, che era espressione dello Stato.
Federico Guglielmo I cercò di coinvolgere anche i nobili. Per questo motivo, egli creò un ceto elitario di ufficiali rispettarti e ben retribuiti. Fondò anche una scuola per cadetti, offrendo così la possibilità ai nobili meno facoltosi di fare carriera militare. Tuttavia, la formazione di un corpo ufficiale, formato prevalentemente da sudditi, avvenne soltanto per gradi, perché a lungo tempo, parti della classe nobiliare continuarono a mostrare la propria ostilità nei confronti dell’esercito regio. Comunque, agli inizi del XVIII secolo, le cose cominciarono a cambiare: la carriera militare iniziò ad essere più stimata dall’opinione pubblica, e gli stipendi erano tutt’altro che irrilevanti per cui il sistema militare inizio ad attirare sempre più la gioventù aristocratica.