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Il focus
Il minoxidil, un farmaco originariamente nato per curare l'ipertensione, si è rivelato una risorsa nel trattamento della calvizie, o alopecia androgenetica, la principale causa di caduta dei capelli negli uomini. Una scoperta fatta quasi per caso, che ha portato il farmaco a essere – insieme alla finasteride - l’unico approvato ufficialmente dalla Food and Drug Administration (l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione di cibi e farmaci) per la cura della calvizie.
Il minoxidil agisce dilatando i vasi sanguigni, favorendo quindi il flusso del sangue e dei nutrienti verso i follicoli piliferi. In questo modo la crescita dei capelli migliora, inoltre il farmaco sembra anche favorire lo sviluppo di capelli più forti e più spessi. Ad oggi è utilizzabile in diverse soluzioni (liquida, schiuma o spray) con formulazioni al 2% o al 5%, a seconda delle indicazioni del medico curante e delle esigenze. I controlli medici sono fondamentali, anche perché il farmaco agisce solo sull’alopecia androgenetica e non su altri tipi di calvizie. Ovviamente, il minoxidil continua a essere utilizzato anche per il trattamento dell’ipertensione: in questo caso viene solitamente somministrato per via orale.
L’utilità del Minoxidil per il trattamento della calvizie è stata scoperta quasi per caso. Nato negli anni ‘60 come farmaco per l’ipertensione, durante i primi studi i ricercatori hanno notato che alcuni pazienti trattati per questa patologie manifestavano una sorprendente ricrescita dei capelli. Da lì sono iniziate le prime ricerche per capire come questo farmaco potesse aiutare a curare la calvizie: dopo una serie di studi avvenuti negli anni ’80, nel 1988 l’FDA ha ufficialmente approvato l'uso del minoxidil per il trattamento dell’alopecia androgenetica.
L’alopecia androgenetica, più comunemente conosciuta come calvizie, è la principale causa di caduta dei capelli negli uomini. Le cause sono principalmente attribuite a fattori genetici ed ereditari, ma anche gli ormoni sessuali come il testosterone possono interferire con la funzionalità dei bulbi piliferi.
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