Fabio Capello

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Fabio Capello
Capello nel 2014 alla guida della Russia
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 177[1] cm
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1980 - giocatore
9 aprile 2018 - allenatore[2]
Carriera
Giovanili
1962-1964SPAL
Squadre di club1
1964-1967SPAL49 (3)
1967-1970Roma62 (11)
1970-1976Juventus165 (27)
1976-1980Milan65 (4)
Nazionale
1969-?Bandiera dell'Italia Italia B[3]3 (0)
1972-1976Bandiera dell'Italia Italia32 (8)
Carriera da allenatore
1981-1982MilanBerretti
1982-1986MilanPrimavera
1986-1987MilanVice
1987MilanInterim
1991-1996Milan
1996-1997Real Madrid
1997-1998Milan
1999-2004Roma
2004-2006Juventus
2006-2007Real Madrid
2007-2012Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra
2012-2015Bandiera della Russia Russia
2017-2018Jiangsu Suning
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Fabio Capello (Pieris, 18 giugno 1946) è un ex calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo centrocampista.

Cresciuto calcisticamente nel settore giovanile della SPAL, con la quale ha esordito in massima serie nella stagione 1963-1964, ha speso la propria carriera agonistica tra Roma, Juventus e Milan, vincendo quattro campionati (tre con la Juventus e uno con il Milan) e due Coppe Italia (una con la Roma e una con il Milan). Dal 1972 al 1976 ha collezionato 32 presenze in nazionale maggiore realizzando 8 gol, compreso quello che ha permesso all'Italia di vincere per la prima volta in casa dell'Inghilterra a Wembley nel 1973.

Conclusa la carriera da calciatore, ha intrapreso una proficua carriera da allenatore, affermandosi come uno dei migliori tecnici della propria generazione.[4] Nel suo palmarès può vantare la vittoria di cinque campionati italiani (quattro con il Milan e uno con la Roma) e due spagnoli (entrambi con il Real Madrid), quattro Supercoppe italiane (tre con il Milan e una con la Roma) nonché una UEFA Champions League nella stagione 1993-1994 e la Supercoppa UEFA del 1994, entrambe con il Milan. Dal 2007 al 2012 è stato il commissario tecnico dell'Inghilterra, che ha guidato al campionato mondiale 2010, dove è stato eliminato dalla Germania agli ottavi di finale, e dal 2012 al 2015 è stato il selezionatore della Russia, che ha condotto durante il campionato mondiale 2014, non andando oltre il terzo posto nel girone eliminatorio. Entrato nella Hall of Fame del calcio italiano nel 2013,[5] ha chiuso la propria carriera di allenatore nel 2018, dopo aver guidato i cinesi dello Jiangsu Suning.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nativo di Pieris, frazione di San Canzian d'Isonzo, all'epoca in provincia di Trieste, Capello è nipote di Mario Tortul,[6][7] calciatore professionista nel secondo dopoguerra e fratello minore di sua madre Evelina (1920-2017).[8]

Il nonno paterno Eduardo Capello, noto in Ungheria come Eduárd Kapelló, era un fabbro nativo della zona di Pieris, residente a Himesháza durante la prima guerra mondiale e rientrato in Italia con la moglie, Mary Olívó, poco dopo la nascita a Himesháza del figlio Guerrino (1915-1983); quest'ultimo, padre di Fabio, prestò il servizio militare come carabiniere[9] e visse l'orrore dei campi di sterminio nazisti, venendo deportato in sei lager.[10]

Durante gli anni trascorsi a Ferrara, Capello conobbe Laura, che diventerà sua moglie nel 1969; dal matrimonio ebbero due figli.[10]

Grande intenditore di vini e amante del viaggio, della caccia e dell'arte astratta, Capello ha raccontato di non aver mai voluto mescolare la propria famiglia con il calcio, negando perciò a moglie e figli il permesso di conoscere la sua lettura delle partite; ha ammesso anche di aver sempre cercato di scegliersi gli amici più stretti tra le persone che non facevano parte del proprio ambito lavorativo.[10] Coniò il neologismo «cassanata» per riferirsi ai comportamenti fin troppo esuberanti e spesso contrari ai regolamenti mostrati in diverse occasioni da Antonio Cassano, fantasista che Capello allenò nelle esperienze alla Roma e al Real Madrid.[10]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Capello (al centro) sigla, con un suo tipico tiro da fuori area, il gol del momentaneo 2-1 per la Juventus sul Leeds Utd nella finale di andata della Coppa delle Fiere 1970-1971 (2-2).

Regista dai piedi perfetti e freddo rigorista, Capello è stato il punto di riferimento a centrocampo per tutte le squadre in cui ha militato. Veniva ammirato per la semplicità del suo gioco, l'intelligenza tattica e la spiccata propensione al gol. Il forte carattere che sempre lo ha contraddistinto lo rendeva leader in campo, essendo sempre stato pronto a stimolare i propri compagni di squadra.

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

«Quando si arrabbia sono pochi quelli che osano guardarlo negli occhi, e se ti offre una possibilità e tu non la sfrutti puoi anche andare a vendere salsicce fuori dallo stadio. Nessuno va da lui a parlargli dei suoi problemi. Capello non è tuo amico. Non chiacchiera con i giocatori, non a quel modo. Lui è il sergente di ferro, e quando ti chiama in genere non è un buon segno. D'altro canto non puoi mai sapere. Lui distrugge e costruisce.»

La forte personalità di Fabio Capello lo rese un allenatore severo, esigente e inflessibile, tanto da ricevere il soprannome di "sergente di ferro": durante le sue gestioni imponeva un rigido rispetto delle regole, soprattutto in ritiro, sostenendo che non osservarle comportasse un danno per lo spogliatoio.[12] Il punto di forza di Capello risiedeva nel riuscire ad adattarsi alle diverse squadre in cui lavorava, studiando i giocatori a disposizione e riconoscendo tra loro i veri e i falsi leader, ponendosi così un obiettivo da raggiungere;[12] inoltre, considerava importante osservare e imparare dagli altri colleghi in panchina, in modo da riproporre poi le idee più valide ai propri giocatori, i quali a loro volta dovevano essere stimolati dai migliori elementi della rosa.[12] Il modulo più usato durante la sua carriera da allenatore è stato il 4-4-2, caratterizzato da una robustezza difensiva e da un gioco basato sulla velocità e sulle ripartenze.[13]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

SPAL[modifica | modifica wikitesto]
Capello alla SPAL nella stagione 1966-1967.

Capello iniziò a giocare a calcio nella squadra della sua località natale, il Pieris, dove aveva già militato il padre. Fu notato all'età di sedici anni da Paolo Mazza, il quale lo portò a Ferrara per due milioni di lire, anticipando Giuseppe Viani, il quale voleva tesserarlo per il Milan; fu proprio il padre Guerrino a precludere un primo passaggio del figlio ai rossoneri, nonostante l'insistenza di Viani, affermando di voler mantenere la parola data al dirigente ferrarese.

Trascorse due anni nelle giovanili della SPAL,[6] il secondo dei quali nella primavera guidata da Giovan Battista Fabbri; l'esordio in prima squadra arrivò il 29 marzo 1964, a quasi diciotto anni, nella partita di Serie A persa per 3-1 in casa della Sampdoria.[6][14] Collezionò appena 4 presenze nella sua prima stagione in massima categoria, al termine della quale gli Estensi retrocedettero in Serie B.

La SPAL tornò però subito in massima serie, grazie anche alla mano di Mazza il quale fortificò la rosa, e il diciannovenne Capello divenne già il riferimento per il centrocampo oltreché il rigorista di una formazione che si riaffacciò sulle grandi ribalte del calcio italiano. La stagione 1966-67 fu amara per Capello, poiché un infortunio al ginocchio gli fece perdere metà campionato, al termine del quale concluse la sua esperienza in maglia biancazzurra.

Roma[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1967 venne acquistato per 260 milioni di lire dalla Roma,[6] nel mezzo di un mercato estivo in cui la società giallorossa mise a segno diversi importanti colpi al fine di costruirsi un solido futuro, investendo su giocatori di esperienza come il brasiliano Jair, ma anche su giovani speranze come lo stesso regista friulano.

Capello (terzo in piedi da sinistra) alla Roma durante la stagione 1967-1968.

Ad accoglierlo fu il mister Oronzo Pugliese, il quale non poté però puntare molto su Capello durante la stagione: i problemi fisici già accusati a Ferrara continuarono infatti a farsi sentire. Fu così impiegato solamente in 11 partite di un deludente campionato giocato dalla formazione capitolina, che chiuse all'undicesimo posto. Segnò la sua prima rete in giallorosso contro la Juventus il 5 novembre 1967, decisiva per l'1-0 finale.

L'annata 1968-1969 fu tutta un'altra storia, grazie all'arrivo in giallorosso del Mago Helenio Herrera il quale fece di Capello il perno della squadra. Nonostante il non esaltante ottavo posto in Serie A, i giallorossi portarono a casa la Coppa Italia, primo trofeo conquistato dal giovane centrocampista, che segnò una doppietta nell'ultima giornata del girone finale contro il Foggia & Incedit.

L'ultima stagione di Capello in maglia giallorossa vide l'ennesimo deludente piazzamento in campionato, ancora undicesimo, contrastato da un avvincente percorso della squadra in Coppa delle Coppe terminato alle semifinali. Nell'estate del 1970 il nuovo presidente romanista Alvaro Marchini scatenò l'ira dei tifosi e di mister Herrera mettendo sul mercato i cosiddetti gioielli della quadra, Landini, Spinosi e lo stesso Capello, il quale lasciò così la Capitale dopo 84 presenze ufficiali e 18 reti messe complessivamente a segno.

Juventus[modifica | modifica wikitesto]
Capello (a sinistra) e il compagno di squadra Roberto Bettega alla Juventus nel 1972.

Nel 1970 si trasferì così, assieme agli altri due gioielli Landini e Spinosi, alla Juventus.[3] Come quando passò alla Roma, Capello si trovò in una società totalmente rivoluzionata da numerosi nuovi innesti e affidata a un nuovo allenatore, Armando Picchi. Come Herrera, anche Picchi lo mise al centro del gioco della squadra, ma appena pochi mesi dopo, durante la prima esperienza da allenatore di una grande squadra, al tecnico sopraggiunse la tragica morte.

Capello (in primo piano), inseguito da José Altafini, esulta dopo avere aperto le marcature in Juventus-Sampdoria (2-0) del 9 maggio 1976.

Nel corso della stagione 1970-1971 l'eredità di Picchi venne affidata al tecnico delle giovanili bianconere, Čestmír Vycpálek, il quale trascinò la squadra alla finale di Coppa delle Fiere, dove Capello segnò una rete nel 2-2 dell'andata a Torino contro il Leeds Utd, ma che con l'1-1 del ritorno in Inghilterra, rese inutili le speranze per la Vecchia Signora di aggiudicarsi il trofeo per via della regola dei gol in trasferta. Durante la stagione 1971-1972, Capello mise a segno il suo record personale di marcatore in campionato (9), contribuendo alla vittoria del quattordicesimo scudetto del club torinese, nonché il suo primo in carriera.

L'annata seguente, sempre con il cecoslovacco in panchina, subì la sconfitta ai tiri di rigore nella finale di Coppa Italia contro il Milan, ma più sofferente fu quella per 1-0 nella finale di Coppa dei Campioni contro l'Ajax di Johan Cruijff. La delusione per le due finali, perse entrambe da titolare e con la maglia numero dieci sulle spalle, fu mitigata dalla vittoria del campionato, che arrivò solamente all'ultima giornata, traendo vantaggio dall'inciampo del Milan nella "fatal Verona".

Dopo un'altra stagione agli ordini di Vycpálek, terminata con un secondo posto in campionato, Capello si confermò colonna portante della Juventus anche sotto la guida di Carlo Parola, conquistando il suo terzo scudetto nella stagione 1974-1975, e sfiorando il titolo l'edizione seguente, perdendo la corsa scudetto contro i concittadini e rivali del Torino.

Milan[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1976 fu oggetto di un clamoroso scambio con il capitano milanista Romeo Benetti, il quale fu voluto alla Juventus dal nuovo tecnico Giovanni Trapattoni, passato a giugno proprio dai rossoneri, dove affiancava in panchina Nereo Rocco con mansioni di responsabile tecnico, ai bianconeri, dove avrebbe ricoperto il suo primo incarico da allenatore di prima squadra. Il Trap riteneva che la squadra piemontese avesse bisogno più di un centrocampista di nerbo, come il suo pupillo milanista, che di uno di qualità come il numero dieci bianconero, perciò Benetti raggiunse il suo allenatore facendo ritorno a Torino dopo sette anni, mentre Capello si trasferì a Milano per quella che sarà l'ultima tappa della sua carriera da giocatore.

Capello con la maglia del Milan nel 1976.

Alla prima stagione con la sua maglia rossonera, Capello venne subito impiegato come titolare da Giuseppe Marchioro prima e dal paròn Rocco poi, riuscendo subito a conquistare la Coppa Italia 1976-1977, la sua seconda in carriera dopo quella vinta otto anni prima a Roma. Anche con il ritorno di Nils Liedholm in panchina nella stagione 1977-1978, Capello continuò a giocare con continuità nel Milan, con il quale raggiunse il quarto posto in campionato assicurandosi la qualificazione in Coppa UEFA.

Tutto cambiò l'annata dopo, quando gravi problemi fisici gli tolsero la maglia da titolare, e riuscì a scendere in campo in campionato solamente per 8 volte; ciò gli bastò però per conquistare lo scudetto della stella, il suo quarto in carriera.[3]

Nella stagione seguente, la sua ultima da giocatore, Capello totalizzò appena tre presenze in campionato e 1 presenza, con 1 gol, in Coppa Italia. Rendendosi conto di essere arrivato al capolinea, lasciò il calcio giocato nel 1980; i suoi compagni, dopo essere stati declassati dal terzo posto conquistato in campionato per via delle sentenze sul calcioscommesse, retrocedettero per la prima volta in Serie B.[15]

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Capello (accosciato, primo da sinistra) in nazionale per l'amichevole contro gli Stati Uniti tenutasi a Roma nel 1975.

Il 13 maggio 1972, durante gli anni di militanza nella Juventus, esordì nella nazionale maggiore italiana, contro il Belgio, convocato dal commissario tecnico Ferruccio Valcareggi.[3]

Ne divenne una presenza fissa nella prima metà degli anni 1970, totalizzando 32 presenze e 8 reti,[3] tra le quali spiccò negli annali il gol segnato il 14 novembre 1973 a Wembley, grazie al quale l'Italia vinse per la prima volta nella sua storia in casa dell'Inghilterra, e garantendosi la partecipazione al campionato del mondo 1974 in Germania Ovest, dove l'Italia uscì al primo turno. In quel torneo realizzò il gol del definitivo 2-1 nella partita persa contro la Polonia,[14] ma l'eliminazione dal torneo fu, secondo lo stesso Capello, uno dei ricordi più amari della sua carriera.

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Prima di conseguire la qualifica da allenatore, frequentò le scuole manageriali della Fininvest.[16] Già plurivittorioso sul campo, condusse varie formazioni al successo dalla panchina, tanto da ricevere il soprannome di "Don Fabio" ai tempi dell'esperienza in Spagna.[17]

Milan[modifica | modifica wikitesto]

Gli esordi in panchina, l'intermezzo dirigenziale[modifica | modifica wikitesto]
Capello alla sua prima esperienza sulla panchina del Milan, mentre posa con il trofeo della Coppa Super Clubs 1987.

Dal 1981 intraprese la carriera di allenatore, guidando inizialmente varie squadre giovanili del Milan. Nella stagione 1981-1982 allenò la formazione Berretti, portandola alla vittoria del campionato nazionale dopo avere battuto in finale gli omologhi del Bari.[18] Successivamente passò sulla panchina della squadra Primavera,[19] conducendola dapprima alla finale nazionale 1983-1984, persa contro la Roma, per poi aggiudicarsi la Coppa Italia Primavera 1984-1985.

Fu quindi promosso vice della prima squadra, agli ordini del suo ex tecnico Nils Liedholm, per la stagione 1986-1987. Sul finire della stessa debuttò come tecnico in Serie A, subentrando ad interim allo svedese nel frattempo esonerato:[20] guidò così i rossoneri durante le ultime sei giornate di campionato,[21] garantendo loro la qualificazione in Coppa UEFA grazie alla vittoria nello spareggio di Torino contro la Sampdoria.[22]

Seguì un periodo da dirigente della Polisportiva Mediolanum in varie discipline, tra cui hockey su ghiaccio, baseball, pallavolo e rugby.[23][24]

Il ritorno in panchina e il ciclo di successi[modifica | modifica wikitesto]

Capello abbandonò nuovamente la scrivania in favore del campo quando il Milan, nel giugno del 1991, ebbe necessità di sostituire Arrigo Sacchi, chiamato a dirigere la nazionale italiana.[25] Accolto da un'iniziale perplessità per la sua scarsa esperienza in panchina ed etichettato frettolosamente come uno yes man dei vertici societari, Capello accettò di raccogliere la difficile eredità del tecnico romagnolo, capace a posteriori di segnare la storia del calcio, e inaugurò uno dei più prolifici cicli di vittorie della sponda rossonera di Milano. Fra il 1991 e il 1996, infatti, la squadra allenata dal bisiaco si aggiudicò quattro scudetti,[26] di cui tre consecutivi (1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996), e una Champions League (1993-1994),[27] e disputò altre due finali della massima competizione continentale per club nel 1993 e nel 1995; stabilì inoltre numerosi primati, tra cui il maggior numero di risultati utili consecutivi in Serie A (58).[28][29]

Capello (a destra) e il presidente milanista Silvio Berlusconi nel precampionato 1991-1992

Capello ereditò in larga parte giocatori e schemi tattici del predecessore Sacchi, rimpiazzando il centrocampista Carlo Ancelotti con il giovane Demetrio Albertini e inserendo il portiere titolare Sebastiano Rossi.[30] La prima stagione alla guida del Milan si concluse in modo trionfale, con la vittoria dello scudetto da imbattuti, fatto senza precedenti nella storia del calcio italiano.[30] Nell'estate del 1992 il Milan, sborsando 15 miliardi di lire per assicurarsi la promettente ala del Torino Gianluigi Lentini, concluse la più costosa operazione di calciomercato della storia fino a quel momento;[30] in rossonero arrivarono poi anche Fernando De Napoli, Stefano Eranio, Jean-Pierre Papin, Dejan Savićević e Zvonimir Boban.[30] Il forte organico, che poteva già contare su nomi del calibro di Marco van Basten, Ruud Gullit, Paolo Maldini e Frank Rijkaard, fu gestito dall'allenatore friulano con un impiego frequente del turnover, di cui Capello è stato tra i precursori in ambito calcistico.[30] Lo schema tattico prevedeva l'adozione di Rijkaard e Albertini quali centrocampisti difensivi che consentivano alle ali maggiore libertà di attacco.[30] La squadra dominò il campionato di Serie A 1992-1993, confermandosi campione,[31] e raggiunse da imbattuta la finale di Champions League, dove venne sconfitta per 1-0 dall'Olympique Marsiglia.[32] Nel corso della stagione il club rossonero stabilì una striscia di imbattibilità di 58 partite di Serie A, dal 26 maggio 1991 al 21 marzo 1993, record per il calcio italiano.[30][33]

Capello, allenatore del Milan, viene portato in trionfo dai propri giocatori dopo la vittoria del quattordicesimo scudetto rossonero, nella stagione 1993-1994.

Nel costruire la squadra per la stagione 1993-1994, Capello fece acquistare, tra gli altri, Christian Panucci e Marcel Desailly.[30] Impiegando quest'ultimo davanti alla difesa, il tecnico consentì al resto del centrocampo di proporsi con maggiore copertura ed efficacia in avanti.[30] Pur sconfitto nella Coppa Intercontinentale dal San Paolo e nella Supercoppa UEFA dal Parma, competizioni a cui partecipò in luogo dello squalificato Olympique Marsiglia, in ambito nazionale il Milan riuscì ad aggiudicarsi lo scudetto per la terza volta di fila[30] e contestualmente si aggiudicò la Champions League battendo per 4-0 in finale il Barcellona allenato da Johan Cruijff.[30][34] A causa degli infortuni patiti da numerosi elementi dell'attacco rossonero, van Basten in primis, il Milan realizzò appena 36 gol in 34 partite di campionato, ma confermò la solidità del reparto arretrato, con soli 15 gol subiti (miglior difesa della Serie A).[35] La linea difensiva milanista dell'epoca, composta dai quattro italiani Mauro Tassotti, Franco Baresi, Alessandro Costacurta e Maldini, è ancora considerata una delle più valide di tutte le epoche.[36][37][38][39][40][41][42] Della compattezza difensiva dell'undici di Capello beneficiò il portiere Rossi, la cui porta, nel campionato di Serie A 1993-1994, rimase inviolata per 929 minuti di gioco consecutivi, dal 12 dicembre 1993 al 27 febbraio 1994, stabilendo un record[43] che sarà battuto solo nel campionato di Serie A 2015-2016, dallo juventino Gianluigi Buffon.[44]

Capello (a destra) al ritorno in Italia con il trofeo della Champions League, dopo la vittoriosa finale del 1994 ad Atene contro il Barcellona.

Con le partenze di Van Basten e Papin, Capello ottenne il ritorno a Milano dell'olandese Gullit, ceduto appena un anno prima alla Sampdoria, e l'ingaggio della mezzapunta Paolo Di Canio. L'inizio della stagione 1994-1995 sembrò favorevole, con la vittoria della terza Supercoppa italiana consecutiva contro la Sampdoria; ma ben presto vide i rossoneri stentare in campionato, abdicando precocemente nella difesa dello scudetto, e, sul finire dell'anno solare, uscire sconfitti dalla Coppa Intercontinentale contro gli argentini del Vélez Sarsfield.[30] Nei mesi seguenti la squadra si riprese parzialmente, aggiudicandosi a febbraio la Supercoppa UEFA, battendo l'Arsenal,[45] e raggiugendo per la terza volta consecutiva la finale di Champions League, dove venne tuttavia sconfitta di misura dall'Ajax.[30] Il campionato si chiuse con un quarto posto, un piazzamento deludente a fronte del ruolino rossonero nella prima metà del decennio, utile solo alla qualificazione alla successiva Coppa UEFA.

Anche a seguito di ciò, la campagna acquisti per la stagione 1995-1996 fu di primo livello: il patron rossonero Silvio Berlusconi consegnò all'allenatore bisiaco, tra gli altri, due tra i maggiori attaccanti del panorama internazionale dell'epoca, Roberto Baggio e George Weah. Capello, che già disponeva di Di Canio, Lentini, Savićević, Eranio, Roberto Donadoni e Marco Simone, dovette gestire una notevole abbondanza di uomini nel ruolo di ala[30] e lo fece con un uso sapiente del turnover, modificando occasionalmente il modulo 4-4-2 in un 4-3-3 in cui la punta centrale Weah, nel frattempo insignita del Pallone d'oro 1995, era supportata da Baggio e Savićević, consentendo così ai due playmaker di giocare vicini a centrocampo.[30] Il Milan chiuse la stagione aggiudicandosi lo scudetto, il quarto in cinque anni, con un margine di otto punti sulla seconda classificata, la Juventus campione uscente.[46]

Real Madrid[modifica | modifica wikitesto]

Nell'estate 1996 venne ingaggiato dal Real Madrid del presidente Lorenzo Sanz, concretizzando voci già diffusesi nei mesi precedenti.[47] Chiamato a risollevare le sorti di una squadra che si era piazzata sesta nella stagione precedente (peggior piazzamento dal 1977), non guadagnando la qualificazione alle competizioni europee, il tecnico portò in Spagna Clarence Seedorf, prelevato dalla Sampdoria,[48][49] e spinse subito per l'acquisto di Roberto Carlos: venuto a sapere della messa sul mercato del terzino brasiliano, il tecnico contattò immediatamente Sanz e fece chiudere la trattativa con l'Inter nel giro di poche ore.[50] Capello riuscì a realizzare un efficace equilibrio tattico: le incursioni di Roberto Carlos in avanti e i lanci di Fernando Hierro conferirono sostanza alla manovra offensiva,[51] ispirata da Raul e Predrag Mijatović.[52]

Entrato in conflitto con Sanz,[53] l'allenatore preannunciò la propria partenza già in primavera;[54] l'esperienza iberica si concluse tuttavia in modo trionfale, con la conquista del titolo grazie al margine di due punti sul Barcellona.[55]

Ritorno al Milan[modifica | modifica wikitesto]

«La mia avventura al Real Madrid finì con una telefonata di Berlusconi che mi chiese di tornare ad allenare il Milan. A lui dovevo tutto e non potevo dirgli di no.[50]»

Dopo il suo addio dal Real Madrid, Capello fece ritorno al Milan, anche per riconoscenza nei confronti di Berlusconi.[55] Reduce da una stagione fallimentare, la compagine meneghina non migliorò, tuttavia, i propri risultati, classificandosi decima nel campionato di Serie A 1997-1998 e mancando la qualificazione alle coppe europee per il secondo anno consecutivo.[56] Di maggiore caratura risultarono le prestazioni offerte in Coppa Italia, dove la squadra, dopo un cammino caratterizzato dalla storica vittoria sull'Inter per 5-0 nell'andata dei quarti di finale,[57] capitolò in finale contro la Lazio, in maniera rocambolesca: dopo avere vinto per 1-0 l'andata a San Siro, venne sconfitta per 1-3 al ritorno all'Olimpico, peraltro dopo l'iniziale vantaggio siglato all'inizio della ripresa, subendo tre gol in appena dieci minuti.[28] A causa dei deludenti risultati, Capello venne esonerato al termine della stagione.[28][58]

Roma[modifica | modifica wikitesto]

Capello (a destra), tecnico della Roma, festeggia la vittoria della Supercoppa italiana 2001 con il capitano giallorosso Francesco Totti.

Trascorsa la stagione 1998-1999 nel ruolo di commentatore per la Rai,[59] nel giugno 1999 Capello fu ingaggiato dalla Roma.[60][61] Dopo due anni in cui la squadra giallorossa aveva giocato con un offensivo 4-3-3 sotto la guida di Zdenḝk Zeman, Don Fabio vi riportò una tattica più equilibrata, abbandonando le tre punte con lo spostamento di Marco Delvecchio sull'ala, e cominciando a costruire una solida intelaiatura che vedeva, tra gli altri, Damiano Tommasi a centrocampo, e la linea brasiliana Aldair-Zago-Cafu in difesa.[62] La prima stagione alla guida dei giallorossi offrì alcune buone prestazioni, su tutte il 4-1 nel derby alla Lazio futura scudettata, ma il campionato venne concluso soltanto al sesto posto.[62]

Rinforzata dagli acquisti di Walter Samuel, Emerson e soprattutto Gabriel Batistuta,[62] la squadra di Capello volò da subito in testa alla classifica del campionato 2000-2001 e riuscì a mantenere per tutta la stagione un buon vantaggio sulla Juventus inseguitrice.[63][64] Il 17 giugno 2001, nell'ultima giornata di campionato, battendo il Parma per 3-1 la Roma si laureò campione d'Italia per la terza volta nella sua storia:[65] per il tecnico bisiaco fu il quinto trionfo in carriera.[62]

Due mesi più tardi, il 19 agosto, i giallorossi trionfarono per la prima volta anche in Supercoppa italiana, superando la Fiorentina di Roberto Mancini.[66] Fu l'unico trofeo di quella stagione per Capello, poiché nel campionato 2001-2002, pur guidando una squadra ulteriormente rinforzata dal talento di un giovane Antonio Cassano, nonostante il simbolico titolo di campione d'inverno[67], non riuscì a centrare il bis tricolore, vinto dalla Juventus,[68] mentre in Champions League il club capitolino venne eliminato nella seconda fase a gironi.[62] Don Fabio restò alla guida dei giallorossi per altre due stagioni, 2002-2003 e 2003-2004,[62] raggiungendo la finale di Coppa Italia, persa contro il Milan, durante la prima,[69] e il secondo posto in campionato, dietro agli stessi rossoneri, durante la seconda.[70]

Juventus[modifica | modifica wikitesto]

Capello, tecnico della Juventus, firma un autografo a metà degli anni duemila.

Nel maggio 2004 divenne l'allenatore della Juventus,[71] fatto vissuto come un «tradimento» dai tifosi romanisti:[72] lo stesso tecnico, appena pochi mesi addietro,[73] aveva infatti dichiarato di non nutrire interesse per la panchina bianconera.[74] Al termine di un testa a testa protrattosi per tutta la stagione, fu lo scontro diretto dell'8 maggio 2005 a San Siro, terminato 0-1 per la Juventus contro il Milan di Carlo Ancelotti,[75] a decidere de facto il campionato.[76]

Anche la stagione successiva, seppure iniziata malamente con la sconfitta 0-1 in Supercoppa italiana contro l'Inter ai tempi supplementari, si concluse con la vittoria dello scudetto, il ventinovesimo della storia bianconera e l'ottavo in carriera per Capello, dopo la vittoria per 2-0 contro la Reggina sul campo neutro del San Nicola di Bari.[77] I due titoli vennero tuttavia revocati a seguito dello scandalo di Calciopoli, scoppiato nel maggio del 2006. Durante l'intero biennio con Capello la squadra torinese stabilì un primato, rimanendo in testa alla classifica per 76 giornate di Serie A (dal 12 settembre 2004 al 14 maggio 2006),[78] mentre in ambito europeo furono due formazioni inglesi, il Liverpool poi laureatosi campione d'Europa nel 2004-2005, e l'Arsenal poi finalista nel 2005-2006, a spegnere i sogni di gloria dei bianconeri in UEFA Champions League, sempre ai quarti di finale.

Alla Juventus Capello rinsaldò i legami tra l'ambiente e l'attaccante francese David Trezeguet[79] e valorizzò il promettente svedese Zlatan Ibrahimović,[80] mentre visse un rapporto conflittuale con il capitano della squadra Alessandro Del Piero, il quale in tale biennio fu impiegato con minore frequenza rispetto al passato.[81][82]

Ritorno al Real Madrid[modifica | modifica wikitesto]

Capello nel 2007, alla sua seconda esperienza alla guida del Real Madrid.

Nell'estate 2006, dopo il declassamento d'ufficio della Juventus in Serie B a causa dei già citati eventi di Calciopoli, Capello fece ritorno al Real Madrid, dove ritrovò ai suoi ordini Cassano.[83][84][85] Dopo un inizio di stagione difficoltoso, che vide tra l'altro l'esclusione dello stesso Cassano dalla rosa,[86][87] i madrileni riuscirono a migliorare i propri risultati: pur eliminati dal Bayern Monaco negli ottavi di Champions League,[88] si imposero sul fronte nazionale sopravanzando il Barcellona per l'esito favorevole degli scontri diretti.[89]

Malgrado il successo, Capello venne esonerato dal presidente Ramón Calderón pochi giorni dopo.[90]

Nazionale inglese[modifica | modifica wikitesto]

Nel dicembre 2007 venne chiamato alla guida della nazionale inglese, reduce dalla mancata qualificazione per l'Europeo.[91] Ad accompagnarlo era uno staff interamente italiano, con Italo Galbiati allenatore in seconda.[92] Dopo una serie di amichevoli,[93][94][95] affrontò il primo banco di prova con le eliminatorie dei Mondiali 2010:[96][97] una striscia di 8 vittorie consecutive assicurò ai britannici la qualificazione per il torneo.[98][99][100][101][102] Grazie ai risultati ottenuti Capello fu nominato — dopo Vicente del Bosque — il secondo miglior commissario tecnico del 2009, in base alla classifica stilata dall'IFFHS.[103] La rassegna iridata si concluse per i Leoni negli ottavi di finale, contro la Germania.[104]

Confermato in panchina,[105] il tecnico friulano condusse gli inglesi a qualificarsi senza sconfitte per l'Europeo 2012.[106][107][108] Nel febbraio precedente il tecnico rassegnò tuttavia le proprie dimissioni,[109] in seguito alla scelta della FA di destituire John Terry dei gradi di capitano per il comportamento razzista di quest'ultimo verso Anton Ferdinand.[110]

Nazionale russa[modifica | modifica wikitesto]

Capello sulla panchina russa nel 2014

Nell'estate 2012 divenne il commissario tecnico della nazionale russa.[111][112] L'esordio avvenne il 15 agosto, con un pareggio nell'amichevole contro l'Uruguay.[113] Nell'autunno 2013 la selezione russa conquistò l'accesso diretto al Mondiale[114], costringendo il Portogallo agli spareggi.[115]

Il torneo si concluse però in breve tempo per la squadra, con l'immediata eliminazione nella fase a gruppi: la sconfitta col Belgio condannò i russi al terzo posto, con due punti in classifica (per via dei pareggi con Corea del Sud e Algeria).[116] Nonostante l'iniziale conferma giunta dalla Federazione locale,[117] nell'estate 2015 il contratto venne risolto.[118]

Jiangsu Suning[modifica | modifica wikitesto]

Capello, tecnico del Jiangsu Suning, in occasione di un'amichevole contro il CSKA Sofia nel 2018.

L'11 giugno 2017 venne annunciato ufficialmente come nuovo tecnico dello Jiangsu Suning, squadra di proprietà del gruppo Suning; lo staff tecnico era completato da Gianluca Zambrotta e Cristian Brocchi come assistenti, Franco Tancredi come preparatore dei portieri e Gian Piero Ventrone come preparatore atletico.[119] Esordì nella sconfitta interna per 1-0 contro il Changchun Yatai.[120] Dopo appena un mese alla guida del club cinese venne eliminato al quinto turno della Coppa della Cina dal Shanghai Shenxin. In campionato condusse la squadra al dodicesimo posto e centrò una sofferta salvezza. Il 28 marzo 2018, dopo appena 3 partite di campionato (in cui aveva totalizzato una vittoria e 2 sconfitte), rescisse consensualmente il contratto.[121]

Dopo la risoluzione del contratto con lo Jiangsu Suning, il 9 aprile 2018 annunciò il proprio ritiro da allenatore dopo 37 anni di carriera.[2]

Dopo il ritiro[modifica | modifica wikitesto]

In parallelo alla carriera in panchina, Capello ha intrapreso anche l'attività di commentatore televisivo: l'esordio fu nel 1983 a Telemontecarlo dove, alternandosi con Altafini e Bulgarelli, affiancava Luigi Colombo.[122] Ha poi svolto tale incarico anche per Fininvest e Tele Capodistria.[16][123] Durante la stagione 1998-99 collaborò con Bruno Pizzul per le gare della nazionale italiana,[59] ruolo svolto anche nel periodo precedente l'esperienza inglese.[124]

Dal 2013 al 2018 è stato opinionista per Fox Sports, passando poi a Sky Sport.[125]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Nell'estate 1994 fu interrogato per il presunto coinvolgimento in una combine, dopo che la sconfitta casalinga del Milan contro la Reggiana (all'ultimo turno di campionato) aveva consentito ai reggiani di salvarsi, causando contestualmente la retrocessione del Piacenza.[126] Nei mesi successivi, dopo un'altra gara con i reggiani, fu squalificato per accuse di parzialità rivolte all'arbitro Loris Stafoggia.[127]

Durante il periodo alla Juventus, di comune accordo con la società, vietò ai propri calciatori di interrompere il gioco per consentire le cure mediche agli avversari infortunati,[128] ritenendo che questi potessero trarne un vantaggio illecito.[129]

Nel gennaio 2007 mostrò il dito medio ai tifosi del Real Madrid, la cui dirigenza non accettò le scuse,[130] multando l'allenatore.[131] Poche settimane dopo ringraziò le frange più estreme del tifo madrileno per non averlo contestato, subendo un richiamo dalla Federazione.[132]

Indagato per evasione fiscale nel gennaio 2008,[133] nella primavera seguente venne accusato di falsa testimonianza circa il processo di Calciopoli.[134]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Presenze e reti nei club[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1963-1964 Bandiera dell'Italia SPAL A 4 0 CI 0 0 - - - - - - 4 0
1964-1965 B 9 0 CI 1 0 - - - - - - 10 0
1965-1966 A 20 1 CI 3 0 - - - - - - 23 1
1966-1967 A 16 2 CI 1 1 - - - - - - 17 3
Totale SPAL 49 3 5 1 - - - - 54 4
1967-1968 Bandiera dell'Italia Roma A 11 1 CI 1 0 - - - CM+CdA 0 0 12 1
1968-1969 A 25 6 CI 8 4 - - - - - - 33 10
1969-1970 A 26 4 CI 5 0 CdC 8 3 CdL+CAI 2+4 0+0 45 7
Totale Roma 62 11 14 4 8 3 6 0 90 18
1970-1971 Bandiera dell'Italia Juventus A 27 5 CI 2 0 CdF 11 3 TP 1 0 41 8
1971-1972 A 29 9 CI 9 3 CU 7 1 - - - 45 13
1972-1973 A 27 3 CI 9 2 CC 9 0 - - - 45 5
1973-1974 A 27 4 CI 8 0 CC 2 0 - - - 37 4
1974-1975 A 28 3 CI 6 1 CU 9 2 - - - 43 6
1975-1976 A 27 3 CI 1 2 CC 1 0 - - - 29 5
Totale Juventus 165 27 35 8 39 6 1 0 240 41
1976-1977 Bandiera dell'Italia Milan A 26 1 CI 6 0 CU 5 3 - - - 37 4
1977-1978 A 28 3 CI 5 0 CdC 2 1 - - - 35 4
1978-1979 A 8 0 CI 0 0 CU 3 0 - - - 11 0
1979-1980 A 3 0 CI 1 1 CdC 0 0 - - - 4 1
Totale Milan 65 4 12 1 10 4 - - 87 9
Totale carriera 341 45 66 14 57 13 7 0 471 72

Cronologia presenze e reti in nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
13-5-1972 Bruxelles Belgio Bandiera del Belgio 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1972 - Ingresso al 46’ 46’
17-6-1972 Bucarest Romania Bandiera della Romania 3 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
21-6-1972 Sofia Bulgaria Bandiera della Bulgaria 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
20-9-1972 Torino Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia Amichevole - Uscita al 72’ 72’
7-10-1972 Lussemburgo Lussemburgo Bandiera del Lussemburgo 0 – 4 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1974 1
21-10-1972 Berna Svizzera Bandiera della Svizzera 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1974 -
13-1-1973 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera della Turchia Turchia Qual. Mondiali 1974 -
25-2-1973 Istanbul Turchia Bandiera della Turchia 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1974 -
31-3-1973 Genova Italia Bandiera dell'Italia 5 – 0 Bandiera del Lussemburgo Lussemburgo Qual. Mondiali 1974 -
9-6-1973 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera del Brasile Brasile Amichevole 1
14-6-1973 Torino Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole 1
29-9-1973 Milano Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Svezia Svezia Amichevole -
20-10-1973 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Svizzera Svizzera Qual. Mondiali 1974 -
14-11-1973 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole 1
26-2-1974 Roma Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera della Germania Ovest Germania Ovest Amichevole - Uscita al 87’ 87’
8-6-1974 Vienna Austria Bandiera dell'Austria 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
15-6-1974 Monaco Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera di Haiti Haiti Mondiali 1974 - 1º turno -
19-6-1974 Stoccarda Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera dell'Argentina Argentina Mondiali 1974 - 1º turno -
23-6-1974 Stoccarda Polonia Bandiera della Polonia 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Mondiali 1974 - 1º turno 1
28-9-1974 Zagabria Jugoslavia Bandiera della Jugoslavia 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
5-6-1975 Helsinki Finlandia Bandiera della Finlandia 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Euro 1976 -
8-6-1975 Mosca Unione Sovietica Bandiera dell'Unione Sovietica 1 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole - Uscita al 36’ 36’
22-11-1975 Roma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Qual. Euro 1976 1
30-12-1975 Firenze Italia Bandiera dell'Italia 3 – 2 Bandiera della Grecia Grecia Amichevole -
23-5-1976 Washington Stati Uniti Bandiera degli Stati Uniti 0 – 4 Bandiera dell'Italia Italia Torneo del Bicentenario 1
28-5-1976 New York Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 3 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Torneo del Bicentenario -
31-5-1976 New Haven Brasile Bandiera del Brasile 4 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Torneo del Bicentenario 1 Uscita al 41’ 41’
22-9-1976 Copenaghen Danimarca Bandiera della Danimarca 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole -
25-9-1976 Roma Italia Bandiera dell'Italia 3 – 0 Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia Amichevole -
16-10-1976 Lussemburgo Lussemburgo Bandiera del Lussemburgo 1 – 4 Bandiera dell'Italia Italia Qual. Mondiali 1978 -
17-11-1976 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Qual. Mondiali 1978 -
22-12-1976 Lisbona Portogallo Bandiera del Portogallo 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole - Uscita al 59’ 59’
Totale Presenze (76º posto) 32 Reti (39º posto) 8

Statistiche da allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

In grassetto le competizioni vinte.

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale % Vittorie Piazzamento
Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P Comp G V N P G V N P %
apr.-giu. 1987 Bandiera dell'Italia Milan A 5+1[135] 2+1 2+0 1+0 CI 1 0 1 0 - - - - - - - - - - 7 3 3 1 42,86 Sub.
1991-1992 A 34 22 12 0 CI 8 3 4 1 - - - - - - - - - - 42 25 16 1 59,52
1992-1993 A 34 18 14 2 CI 8 5 2 1 UCL 11 10 0 1 SI 1 1 0 0 54 34 16 4 62,96
1993-1994 A 34 19 12 3 CI 4 1 2 1 UCL 12 7 5 0 SI+SU+CInt 1+2+1 1+1+0 0+0+0 0+1+1 54 29 19 6 53,70
1994-1995 A 34 17 9 8 CI 4 1 0 3 UCL 11 6 2 3 SI+SU+CInt 1+2+1 0+1+0 1+1+0 0+0+1 53 25 13 15 47,17
1995-1996 A 34 21 10 3 CI 4 2 2 0 CU 8 6 1 1 - - - - - 46 29 13 4 63,04
1996-1997 Bandiera della Spagna Real Madrid PD 42 27 11 4 CR 6 4 1 1 - - - - - - - - - - 48 31 12 5 64,58
1997-1998 Bandiera dell'Italia Milan A 34 11 11 12 CI 10 5 3 2 - - - - - - - - - - 44 16 14 14 36,36 10º
Totale Milan[136] 209+1 110+1 70+0 29+0 39 17 14 8 42 29 8 5 9 4 2 3 300 161 94 45 53,67
1999-2000 Bandiera dell'Italia Roma A 34 14 12 8 CI 4 1 0 3 CU 8 4 2 2 - - - - - 46 19 14 13 41,30
2000-2001 A 34 22 9 3 CI 2 0 1 1 CU 8 6 1 1 - - - - - 44 28 11 5 63,64
2001-2002 A 34 19 13 2 CI 4 1 0 3 UCL 12 3 7 2 SI 1 1 0 0 51 24 20 7 47,06
2002-2003 A 34 13 10 11 CI 8 4 3 1 UCL 12 3 5 4 - - - - - 54 20 18 16 37,04
2003-2004 A 34 21 8 5 CI 4 2 0 2 CU 8 4 2 2 - - - - - 46 27 10 9 58,70
Totale Roma 170 89 52 29 22 8 4 10 48 20 17 11 1 1 0 0 241 118 73 50 48,96
2004-2005 Bandiera dell'Italia Juventus A[137] 38 26 8 4 CI 2 0 1 1 UCL 12 7 3 2 - - - - - 52 33 12 7 63,46 [138]
2005-2006 A[139] 38 27 10 1 CI 4 2 1 1 UCL 10 6 1 3 SI 1 0 0 1 53 35 12 6 66,04 [140]
Totale Juventus[141] 76 53 18 5 6 2 2 2 22 13 4 5 1 0 0 1 105 68 24 13 64,76
2006-2007 Bandiera della Spagna Real Madrid PD 38 23 7 8 CR 4 1 3 0 UCL 8 4 2 2 - - - - - 50 28 12 10 56,00
Totale Real Madrid 80 50 18 12 10 5 4 1 8 4 2 2 - - - - 98 59 24 15 60,20
giu.-nov. 2017 Bandiera della Cina Jiangsu Suning CSL 18 6 6 6 CdC 3 1 1 1 ACL - - - - SC - - - - 21 7 7 7 33,33 Sub. 12º
2018 CSL 3 1 0 2 CdC 0 0 0 0 - - - - - - - - - - 3 1 0 2 33,33 Resc. cons.
Totale Jiangsu Suning 21 7 6 8 3 1 1 1 - - - - - - - - 24 8 7 9 33,33
Totale carriera 557 310 164 83 80 33 25 22 120 66 31 23 11 5 2 4 768 414 222 132 53,91

Nazionale inglese nel dettaglio[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Squadra Competizione Piazzamento Andamento Reti
Giocate Vittorie Pareggi Sconfitte % Vittorie GF GS DR
2008 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Qual. Mondiale 2010 1º nel Gruppo 6, qualificato 4 4 0 0 100,00& 14 3 +11
2009 6 5 0 1 83,33 20 3 +17
2010 Mondiale 2010 Ottavi di finale 4 1 2 1 25,00 3 5 -2
2011 Qual. Europeo 2012 1º nel Gruppo G, qualificato 8 5 3 0 62,50 17 5 +12
Dal 2008 al 2011 Amichevoli 20 13 3 4 65,00 35 19 +16
Totale Inghilterra[142][143] 42 28 8 6 66,67 89 35 +54

Panchine da commissario tecnico della nazionale inglese[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Inghilterra
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
6-2-2008 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 2 – 1 Bandiera della Svizzera Svizzera Amichevole Jermaine Jenas
Shaun Wright-Phillips
Cap: S. Gerrard
26-3-2008 Saint-Denis Francia Bandiera della Francia 1 – 0 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole - Cap: R. Ferdinand
28-5-2008 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 2 – 0 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Amichevole John Terry
Steven Gerrard
Cap: J. Terry
1-6-2008 Port of Spain Trinidad e Tobago Bandiera di Trinidad e Tobago 0 – 3 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole Gareth Barry
2 Jermain Defoe
Cap: D. Beckham
20-8-2008 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 2 – 2 Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca Amichevole Wes Brown
Joe Cole
Cap: J. Terry
6-9-2008 Barcellona Andorra Bandiera di Andorra 0 – 2 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Qual. Mondiali 2010 2 Joe Cole Cap: J. Terry
10-9-2008 Zagabria Croazia Bandiera della Croazia 1 – 4 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Qual. Mondiali 2010 3 Theo Walcott
Wayne Rooney
Cap: J. Terry
11-10-2008 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 5 – 1 Bandiera del Kazakistan Kazakistan Qual. Mondiali 2010 2 Wayne Rooney
Rio Ferdinand
autorete
Jermain Defoe
Cap: R. Ferdinand
15-10-2008 Minsk Bielorussia Bandiera della Bielorussia 1 – 3 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Qual. Mondiali 2010 Steven Gerrard
2 Wayne Rooney
Cap: R. Ferdinand
19-11-2008 Berlino Germania Bandiera della Germania 1 – 2 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole Matthew Upson
John Terry
Cap: J. Terry
11-2-2009 Siviglia Spagna Bandiera della Spagna 2 – 0 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole - Cap: J. Terry
28-3-2009 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 4 – 0 Bandiera della Slovacchia Slovacchia Amichevole Emile Heskey
2 Wayne Rooney
Frank Lampard
Cap: J. Terry
1-4-2009 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 2 – 1 Bandiera dell'Ucraina Ucraina Qual. Mondiali 2010 Peter Crouch
John Terry
Cap: J. Terry
6-6-2009 Almaty Kazakistan Bandiera del Kazakistan 0 – 4 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Qual. Mondiali 2010 Gareth Barry
Emile Heskey
Wayne Rooney
Frank Lampard (rig.)
Cap: J. Terry
10-6-2009 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 6 – 0 Bandiera di Andorra Andorra Qual. Mondiali 2010 2 Wayne Rooney
Frank Lampard
2 Jermain Defoe
Peter Crouch
Cap: J. Terry
12-8-2009 Amsterdam Paesi Bassi Bandiera dei Paesi Bassi 2 – 2 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole 2 Jermain Defoe Cap: J. Terry
5-9-2009 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 2 – 1 Bandiera della Slovenia Slovenia Amichevole Frank Lampard
Jermain Defoe
Cap: J. Terry
9-9-2009 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 5 – 1 Bandiera della Croazia Croazia Qual. Mondiali 2010 2 Frank Lampard (1 rig.)
2 Steven Gerrard
Wayne Rooney
Cap: J. Terry
10-10-2009 Dnipropetrovs'k Ucraina Bandiera dell'Ucraina 1 – 0 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Qual. Mondiali 2010 - Cap: J. Terry
14-10-2009 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 3 – 0 Bandiera della Bielorussia Bielorussia Qual. Mondiali 2010 2 Peter Crouch
Shaun Wright-Phillips
Cap: J. Terry
14-11-2009 Doha Brasile Bandiera del Brasile 1 – 0 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole - Cap: W. Rooney.
3-3-2010 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 3 – 1 Bandiera dell'Egitto Egitto Amichevole 2 Peter Crouch
Shaun Wright-Phillips
Cap: S. Gerrard
24-5-2010 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 3 – 1 Bandiera del Messico Messico Amichevole Ledley King
Peter Crouch
Glen Johnson
Cap: R. Ferdinand
30-5-2010 Graz Giappone Bandiera del Giappone 1 – 2 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole 2 autorete Cap: R. Ferdinand
12-6-2010 Rustenburg Stati Uniti Bandiera degli Stati Uniti 1 – 1 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Mondiali 2010 - Fase a gironi Steven Gerrard Cap: S. Gerrard
18-6-2010 Città del Capo Algeria Bandiera dell'Algeria 0 – 0 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Mondiali 2010 - Fase a gironi - Cap: S. Gerrard
23-6-2010 Port Elizabeth Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 1 – 0 Bandiera della Slovenia Slovenia Mondiali 2010 - Fase a gironi Jermain Defoe Cap: S. Gerrard
27-6-2010 Bloemfontein Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 1 – 4 Bandiera della Germania Germania Mondiali 2010 - Ottavi di finale Matthew Upson Cap: S. Gerrard
11-8-2010 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 2 – 1 Bandiera dell'Ungheria Ungheria Amichevole 2 Steven Gerrard Cap: S. Gerrard
3-9-2010 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 4 – 0 Bandiera della Bulgaria Bulgaria Qual. Euro 2012 3 Jermain Defoe
Adam Johnson
Cap: S. Gerrard
7-9-2010 Basilea Svizzera Bandiera della Svizzera 1 – 3 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Qual. Euro 2012 Wayne Rooney
Adam Johnson
Darren Bent
Cap: S. Gerrard
12-10-2010 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 0 – 0 Bandiera del Montenegro Montenegro Qual. Euro 2012 - Cap: R. Ferdinand
17-11-2010 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 1 – 2 Bandiera della Francia Francia Amichevole - Cap: R. Ferdinand
9-2-2011 Copenaghen Danimarca Bandiera della Danimarca 1 – 2 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole Darren Bent
Ashley Young
Cap: F. Lampard
26-3-2011 Cardiff Galles Bandiera del Galles 0 – 2 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Qual. Euro 2012 Frank Lampard
Darren Bent
Cap: J. Terry
29-3-2011 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 1 – 1 Bandiera del Ghana Ghana Amichevole Andy Carroll G. Barry
4-6-2011 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 2 – 2 Bandiera della Svizzera Svizzera Qual. Euro 2012 Frank Lampard (rig.)
Ashley Young
Cap: J. Terry
2-9-2011 Sofia Bulgaria Bandiera della Bulgaria 0 – 3 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Qual. Euro 2012 Gary Cahill
2 Wayne Rooney
Cap: J. Terry
6-9-2011 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 1 – 0 Bandiera del Galles Galles Qual. Euro 2012 Ashley Young Cap: J. Terry
7-10-2011 Podgorica Montenegro Bandiera del Montenegro 2 – 2 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Qual. Euro 2012 Ashley Young
Darren Bent
Cap: J. Terry
12-11-2011 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 1 – 0 Bandiera della Spagna Spagna Amichevole Frank Lampard Cap: F. Lampard
15-11-2011 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 1 – 0 Bandiera della Svezia Svezia Amichevole Gareth Barry Cap: G. Barry
Totale Presenze 42 Reti 89

Nazionale russa nel dettaglio[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Squadra Competizione Piazzamento Andamento Reti
Giocate Vittorie Pareggi Sconfitte % Vittorie GF GS DR
2012 Bandiera della Russia Russia Qual. Mondiale 2014 1º nel Gruppo F, qualificato 4 4 0 0 100,00& 8 0 +8
2013 6 3 1 2 50,00 12 5 +7
2014 Mondiale 2014 3º nel Gruppo H 3 0 2 1 &&0,00 2 3 -1
2015 Qual. Europeo 2016 Non concluso per fine incarico 6 2 2 2 33,33 9 4 +5
Dal 2012 al 2015 Amichevoli 14 8 6 0 57,14 25 10 +15
Totale Russia 33 17 11 5 51,52 56 22 +34

Panchine da commissario tecnico della nazionale russa[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Russia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
15-8-2012 Mosca Russia Bandiera della Russia 1 – 1 Bandiera della Costa d'Avorio Costa d'Avorio Amichevole Alan Dzagoev Cap: I.Denisov
7-9-2012 Mosca Russia Bandiera della Russia 2 – 0 Bandiera dell'Irlanda del Nord Irlanda del Nord Qual. Mondiali 2014 Viktor Faizulin
Roman Širokov
Cap: I.Denisov
11-9-2012 Ramat Gan Israele Bandiera d'Israele 0 – 4 Bandiera della Russia Russia Qual. Mondiali 2014 2 Aleksandr Keržakov
Aleksandr Kokorin
Viktor Faizulin
Cap: I.Denisov
12-10-2012 Mosca Russia Bandiera della Russia 1 – 0 Bandiera del Portogallo Portogallo Qual. Mondiali 2014 Aleksandr Keržakov Cap: I.Denisov
16-10-2012 Mosca Russia Bandiera della Russia 1 – 0 Bandiera dell'Azerbaigian Azerbaigian Qual. Mondiali 2014 Roman Širokov Cap: I.Denisov
14-11-2012 Krasnodar Russia Bandiera della Russia 2 – 2 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Amichevole Fëdor Smolov
Roman Širokov
Cap: I.Denisov
6-2-2013 Marbella Islanda Bandiera dell'Islanda 0 – 2 Bandiera della Russia Russia Amichevole Roman Širokov
Oleg Shatov
Cap: I.Denisov
25-3-2013 Londra Brasile Bandiera del Brasile 1 – 1 Bandiera della Russia Russia Amichevole Viktor Faizulin Cap: R.Shirokov
7-6-2013 Lisbona Portogallo Bandiera del Portogallo 1 – 0 Bandiera della Russia Russia Qual. Mondiali 2014 - Cap: I.Denisov
14-8-2013 Belfast Irlanda del Nord Bandiera dell'Irlanda del Nord 1 – 0 Bandiera della Russia Russia Qual. Mondiali 2014 - Cap: I.Denisov
6-9-2013 Kazan' Russia Bandiera della Russia 4 – 1 Bandiera del Lussemburgo Lussemburgo Qual. Mondiali 2014 2 Aleksandr Kokorin
Aleksandr Keržakov
Aleksandr Samedov
Cap: I.Denisov
10-9-2013 San Pietroburgo Russia Bandiera della Russia 3 – 1 Bandiera d'Israele Israele Qual. Mondiali 2014 Vasili Berezutski
Aleksandr Kokorin
Denis Glušakov
Cap: I.Denisov
11-10-2013 Lussemburgo Lussemburgo Bandiera del Lussemburgo 0 – 4 Bandiera della Russia Russia Qual. Mondiali 2014 Aleksandr Samedov
Viktor Faizulin
Denis Glušakov
Aleksandr Keržakov
Cap: R.Shirokov
15-10-2013 Baku Azerbaigian Bandiera dell'Azerbaigian 1 – 1 Bandiera della Russia Russia Qual. Mondiali 2014 Roman Širokov Cap: R.Shirokov
15-11-2013 Dubai Russia Bandiera della Russia 1 – 1 Bandiera della Serbia Serbia Amichevole Aleksandr Samedov Cap: R.Shirokov
19-11-2013 Dubai Russia Bandiera della Russia 2 – 1 Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud Amichevole Fëdor Smolov
Dmitri Tarasov
Cap: R.Shirokov
5-3-2014 Krasnodar Russia Bandiera della Russia 2 – 0 Bandiera dell'Armenia Armenia Amichevole Aleksandr Kokorin
Dmitri Kombarov (rig.)
Cap: R.Shirokov
26-5-2014 San Pietroburgo Russia Bandiera della Russia 1 – 0 Bandiera della Slovacchia Slovacchia Amichevole Aleksandr Keržakov Cap: I.Denisov
31-5-2014 Oslo Norvegia Bandiera della Norvegia 1 – 1 Bandiera della Russia Russia Amichevole Oleg Shatov Cap: V.Berezutski
6-6-2014 Mosca Russia Bandiera della Russia 2 – 0 Bandiera del Marocco Marocco Amichevole Vasili Berezutski
Jurij Žirkov
Cap: V.Berezutski
17-6-2014 Cuiabá Corea del Sud Bandiera della Corea del Sud 1 – 1 Bandiera della Russia Russia Mondiali 2014 - Fase a gironi Aleksandr Keržakov Cap: V.Berezutski
22-6-2014 Rio de Janeiro Belgio Bandiera del Belgio 1 – 0 Bandiera della Russia Russia Mondiali 2014 - Fase a gironi - Cap: V.Berezutski
26-6-2014 Curitiba Algeria Bandiera dell'Algeria 1 – 1 Bandiera della Russia Russia Mondiali 2014 - Fase a gironi Aleksandr Kokorin Cap: V.Berezutski
3-9-2014 Chimki Russia Bandiera della Russia 4 – 0 Bandiera dell'Azerbaigian Azerbaigian Amichevole 2 Aleksandr Keržakov
Sergey Ignashevich
Vladimir Granat
Cap: V.Berezutski
8-9-2014 Chimki Russia Bandiera della Russia 4 – 0 Bandiera del Liechtenstein Liechtenstein Qual. Euro 2016 2 autoreti
Dmitri Kombarov (rig.)
Artëm Dzjuba
Cap: V.Berezutski
9-10-2014 Solna Svezia Bandiera della Svezia 1 – 1 Bandiera della Russia Russia Qual. Euro 2016 Aleksandr Kokorin Cap: V.Berezutski
12-10-2014 Mosca Russia Bandiera della Russia 1 – 1 Bandiera della Moldavia Moldavia Qual. Euro 2016 Artëm Dzjuba (rig.) Cap: V.Berezutski
15-11-2014 Vienna Austria Bandiera dell'Austria 1 – 0 Bandiera della Russia Russia Qual. Euro 2016 - Cap: R.Shirokov
18-11-2014 Budapest Ungheria Bandiera dell'Ungheria 1 – 2 Bandiera della Russia Russia Amichevole Sergey Ignashevich
Aleksandr Keržakov
Cap: R.Shirokov
27-3-2015 Podgorica Montenegro Bandiera del Montenegro 0 – 3 Bandiera della Russia Russia Qual. Euro 2016 - Cap: R.Shirokov
31-3-2015 Chimki Russia Bandiera della Russia 0 – 0 Bandiera del Kazakistan Kazakistan Amichevole - Cap: V.Berezutski
7-6-2015 Chimki Russia Bandiera della Russia 4 – 2 Bandiera della Bielorussia Bielorussia Amichevole Aleksandr Kokorin
Aleksandr Golovin
Aleksej Mirančuk
Aleksandr Keržakov
Cap: R.Shirokov
14-6-2015 Mosca Russia Bandiera della Russia 0 – 1 Bandiera dell'Austria Austria Qual. Euro 2016 - Cap: R.Shirokov
Totale Presenze 33 Reti 56

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Individuale[modifica | modifica wikitesto]

1991-1992, 1993-1994, 2000-2001
1992, 1996
1997
2000
2005
Miglior allenatore: 2005
Premio della critica: 2011
Premio alla carriera per allenatori: 2018

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Caminiti, p. 70.
  2. ^ a b Capello annuncia il ritiro: "Basta allenare, smetto: più comoda la tv", su gazzetta.it, 9 aprile 2018. URL consultato l'11 giugno 2023.
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  7. ^ Morto Tortul, ex Samp, in La Gazzetta dello Sport, 26 agosto 2008.
  8. ^ Calcio, mamma Capello: Fabio è tenero come una mimosa, su sport.repubblica.it, 8 aprile 2008.
  9. ^ (HU) Péter Csillag, Fabio Capello nagyapja Kapelló Eduárd, a himesházi kovács, su nemzetisport.hu, 12 gennaio 2021.
  10. ^ a b c d Giovanna Tedde, Fabio Capello, scopri tutto sull'allenatore: moglie, figli e curiosità, su donnaglamour.it, 2 luglio 2018.
  11. ^ Massimiliano Valle, FABIO CAPELLO, il duro della panchina. Biografia e aneddoti, su pianetamilan.it.
  12. ^ a b c Le caratteristiche del sergente di ferro, su performancestrategies.it, 12 luglio 2019.
  13. ^ Il modulo 4-4-2, su fmita.it, 23 gennaio 2015.
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  78. ^ Riccardo Pratesi, Uno scudetto al veleno, su gazzetta.it, 14 maggio 2006.
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  81. ^ Capello zittisce Del Piero "Con me gioca sempre chi merita", su repubblica.it, 28 maggio 2005.
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  83. ^ Capello al Real, dieci anni dopo "Contento, spero di fare bene", su repubblica.it, 5 luglio 2006.
  84. ^ Riccardo Pratesi, Capello II, re di Madrid, su gazzetta.it, 6 luglio 2006.
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  87. ^ Real Madrid, Cassano perdonato Capello lo riammette in squadra, su repubblica.it, 10 novembre 2006.
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  89. ^ Capello campione con il Real Madrid dopo tante liti e un finale thrilling, su repubblica.it, 17 giugno 2007.
  90. ^ Real Madrid, esonerato Capello e ora strada spianata per Schuster, su repubblica.it, 28 giugno 2007.
  91. ^ Capello nuovo ct della nazionale inglese, su repubblica.it, 13 dicembre 2007.
  92. ^ Capello, ct inglese per 4 anni e mezzo, su repubblica.it, 14 dicembre 2007.
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  97. ^ Giancarlo Galavotti, Inghilterra travolgente, in La Gazzetta dello Sport, 11 settembre 2008.
  98. ^ L'Inghilterra ne fa cinque, in la Repubblica, 12 ottobre 2008, p. 51.
  99. ^ L'Eire batte Cipro, in la Repubblica, 16 ottobre 2008, p. 64.
  100. ^ Capello, settima vittoria, in la Repubblica, 11 giugno 2009, p. 49.
  101. ^ Andrea Sorrentino, Congratulations, Mr. Capello, in la Repubblica, 10 settembre 2009, p. 63.
  102. ^ Giancarlo Galavotti, È Crouch il mattatore inglese, in La Gazzetta dello Sport, 15 ottobre 2009.
  103. ^ Del Bosque batte tutti, è il miglior ct del 2009, su repubblica.it, 11 gennaio 2010.
  104. ^ Pierfrancesco Archetti, Ora tutti festeggiano l'ex dilettante Müller, in La Gazzetta dello Sport, 28 giugno 2010.
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  115. ^ Paolo Condò, Mondiale, Capello: "Russia tra le prime 8, Italia da terza fila, Messi può vincerlo", su gazzetta.it, 16 ottobre 2013.
  116. ^ Enrico Sisti, Capello e la Russia senza campioni. La federazione lo conferma fino al 2018, su repubblica.it, 27 giugno 2014.
  117. ^ Capello: "Sono stato confermato. Resto c.t. della Russia", su gazzetta.it, 30 luglio 2014.
  118. ^ Russia, adesso è ufficiale: Capello non è più il ct, su repubblica.it, 14 luglio 2015.
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  122. ^ Gabriella Mancini, Bulgarelli cambia maglia: è a Mediaset, in La Gazzetta dello Sport, 26 luglio 2001.
  123. ^ Beniamino Placido, Le allegre cronache, in la Repubblica, 22 giugno 1988, p. 43.
  124. ^ Germano Bovolenta, Capello gioca Italia-Francia, in La Gazzetta dello Sport, 7 settembre 2007.
  125. ^ Conte, scontro in tv con Capello: "L'Inter non è solo contropiede!", su gazzetta.it, 6 gennaio 2020.
  126. ^ Milan-Reggiana, Capello testimone, in la Repubblica, 11 agosto 1994, p. 30.
  127. ^ Accuse all'arbitro, squalificato Capello, in la Repubblica, 24 novembre 1994, p. 27.
  128. ^ Capello: "L'avversario è a terra? Non mandiamo più la palla fuori", su repubblica.it, 4 dicembre 2004.
  129. ^ "Dico stop ai falli di svenimento", su gazzetta.it, 4 dicembre 2004.
  130. ^ "Quei gestacci meritano una forte multa", su repubblica.it, 15 gennaio 2007.
  131. ^ Il Real Madrid multa Fabio Capello, gesto da "hooligan della panchina", su repubblica.it, 16 gennaio 2007.
  132. ^ Capello ringrazia gli ultrà ed è polemica, su repubblica.it, 7 febbraio 2007.
  133. ^ Capello indagato per frode fiscale, redditi non dichiarati per dieci milioni, su repubblica.it, 16 gennaio 2008.
  134. ^ Processo Gea, Capello e Giraudo indagati per falsa testimonianza, su repubblica.it, 7 maggio 2008.
  135. ^ Spareggio quinto posto, per l'accesso alla Coppa UEFA 1987-1988. Disputato a Torino, 23 maggio 1987, Milan - Sampdoria 1 - 0 dts.
  136. ^ Panini, pp. 649, 724.
  137. ^ Il titolo di Campione d'Italia e lo Scudetto vinto, vennero revocati dalla CAF il 14 luglio 2006. La revoca venne definitivamente confermata dalla Camera di Conciliazione ed Arbitrato presso il CONI il 27 ottobre 2006.
  138. ^ titolo revocato
  139. ^ Titolo assegnato dalla FIGC il 26 luglio 2006, dopo la precedente non assegnazione alla Juventus. Il primo posto ottenuto dalla Juventus nel campionato fu annullato e attribuito all'Inter.
  140. ^ declassato al 20º posto e retrocesso
  141. ^ Fabio Capello, su juworld.net. URL consultato il 30 aprile 2012.
  142. ^ (EN) Fabio Capello, su thefa.com. URL consultato il 30 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2010).
  143. ^ (EN) Managers - Fabio Capello, su soccerbase.com. URL consultato il 30 aprile 2012.
  144. ^ A seguito della sentenza della Commissione di Appello Federale in merito ai fatti oggetto dello scandalo del calcio italiano del 2006, lo scudetto vinto dalla Juventus nel campionato 2004-2005 fu revocato e non più assegnato.
  145. ^ (EN) Guerin d'oro - Italy Coach of the Year, su forza_azzurri.homestead.com (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2012).

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