Eva Braun

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Eva Anna Paula Braun

Eva Anna Paula Braun (Monaco di Baviera, 6 febbraio 1912Berlino, 30 aprile 1945) è stata una fotografa tedesca, nota per essere stata la compagna e, negli ultimi due giorni della sua vita, la moglie di Adolf Hitler.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Eva (a destra) insieme a sua madre Franziska e a sua sorella Gretl, alle quali era molto legata.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Eva Braun nasce a Monaco di Baviera, nella Isabellastraße 45, dal luterano Otto Wilhelm Friedrich (Fritz) Braun (1879-1964) e della cattolica Franziska Katharina (Fanny) Kronberger (1885-1976). Le sorelle Braun in totale furono tre:

  • Ilse (1909 - 1979): non interessata al nazionalsocialismo e rimasta sempre in disparte[1], svolgendo il mestiere di impiegata e segretaria dal 1929 in poi (impiegata come segretaria per un medico ebreo, perse il posto quando costui fu colpito dalle leggi di Norimberga e costretto ad emigrare);
  • Eva stessa: impiegata e fotografa presso lo studio fotografico di Heinrich Hoffmann dal 1929, amante e poi moglie di Adolf Hitler;
  • Gretl (1915 - 1987): vivace e socievole, molto legata alla sorella Eva a cui pure assomigliava molto in volto, impiegata anch'essa presso lo studio di Hoffmann dal 1929, anche come fotografa professionista; sposatasi con Hermann Fegelein nel 1944, che verrà fucilato negli ultimi giorni del Terzo Reich per tradimento, in quanto aiutante personale di Heinrich Himmler che aveva presentato un'offerta di capitolazione agli alleati.

Eva e le sue sorelle vengono educate secondo la religione della madre. Dopo aver frequentato il liceo, trova un impiego come commessa nello studio del fotografo personale e amico di Hitler, Heinrich Hoffmann.

La relazione con Adolf Hitler[modifica | modifica wikitesto]

Eva Braun nell'autunno 1935, poco dopo il secondo tentativo di suicidio. I due tentati suicidi attirarono progressivamente le attenzioni di Hitler, che iniziò una relazione con lei sempre più intensa man mano che lei acquisiva sicurezza di sé stessa nella seconda metà degli anni '30.

L'incontro tra la giovane ragazza ed il futuro Führer avviene nell'ottobre del 1929, ma, inizialmente, Eva non rimane particolarmente impressionata da quel signore «di una certa età con dei buffi baffetti».

La loro relazione diventa seria intorno al 1932: la presunta amante di Hitler, la nipote Geli Raubal, figlia della sorellastra Angela Hitler, si è suicidata l'anno precedente ed Eva incomincia a frequentare assiduamente, all'insaputa dei suoi genitori, l'appartamento dell'uomo.

In vista delle importanti elezioni del 1932, Hitler ed il suo entourage girano la Germania in lungo e in largo, occupati con la campagna elettorale.

Eva rimane sola per lungo tempo, fino a che, il 1º novembre, si spara un colpo in gola. Fortunatamente salva, il suo gesto attira però l'attenzione di Hitler, che aveva ancora in mente sua nipote Geli Raubal e la sua tragica fine. Il 28 maggio 1935 tenta nuovamente il suicidio, ingerendo sonniferi, ma anche stavolta riesce a salvarsi: Eva esplicita così la sua totale mancanza di sicurezza in sé stessa, testimoniata anche dal continuo cambio di acconciatura e di colore dei capelli (prima al naturale e quasi lisci fino a inizio anni '30, poi biondi e con dolci risvolti a metà decennio, poi ancora di nuovo di colore naturale ma ricci dal 1937-'38 in poi)[2].

I genitori di Eva Braun, Franziska Kronberger e Friederich Braun, al Berghof negli anni '30.

Nell'autunno del 1935 abbandona lo studio di Hoffmann e si trasferisce in una villetta nel quartiere residenziale di Monaco, dono personale del Führer, insieme alla sorella minore Gretl ed ai suoi due scottish terrier, Negus e Stasi. Poco a poco inserendosi nella borghesia di Monaco, Eva acquisisce sicurezza di sé anche grazie al costante supporto della sua famiglia[3]. Ama trascorrere le vacanze al Berghof, la residenza personale di Hitler, dove può comportarsi da padrona di casa e intrattenere numerose feste per ospiti illustri. È libera di fare ciò che vuole, compreso bere e fumare, ma viene descritta come «la donna più infelice del Terzo Reich». Nel 1941 Eva e la famiglia si recarono in visita in Italia per turismo[4], visitando Milano, Bologna, Venezia e Firenze[3].

Adolf Hitler ed Eva Braun, con i loro cani, al Berghof nel 1942

Il 3 giugno 1944 sua sorella Gretl Braun sposa l'Obergruppenführer Hermann Fegelein, che verrà fucilato negli ultimi drammatici atti del Terzo Reich a causa delle trattative che lui ed Himmler stavano attuando con gli Alleati per mezzo del conte Folke Bernadotte.

Nel febbraio 1945 Eva torna a Monaco per festeggiare con la famiglia i suoi 33 anni, ma riparte subito per Berlino, per restare accanto al compagno, in un estremo atto di coraggio ed amore. I due vengono sposati il 29 aprile da Walter Wagner, alla presenza di Joseph Goebbels e Martin Bormann. La sposa indossa un vestito nero di seta ed è orgogliosa di poter scrivere sul documento ufficiale il nome "Eva Hitler". Eva Braun ed Adolf Hitler si suicidano nel pomeriggio di lunedì 30 aprile 1945, intorno alle 15:30. Lui si spara un colpo di pistola, mentre lei si avvelena con il cianuro. I corpi vengono bruciati e seppelliti nel giardino della cancelleria. Con l'apertura, nel 1993, di alcuni archivi del disciolto KGB, i documenti concernenti la morte di Hitler hanno ufficialmente confermato la ricostruzione di Hugh Trevor-Roper, raccolta nel libro The Last Days of Hitler ("Gli ultimi giorni di Hitler") del 1947 e concomitante con quella sovietica[5]. L'Armata Rossa scopre presso l'uscita di emergenza del Führerbunker i cadaveri di Hitler, Eva Braun, il cane Blondi ed il suo cucciolo. Temendo che il sito scelto per la sepoltura dei cadaveri potesse divenire centro di culto per neonazisti e fanatici, il direttore del KGB, Jurij Andropov, ordinò la cremazione dei resti ed, il 4 aprile 1970, le ceneri furono sparse nel fiume Elba.[6][7]

Il resto della famiglia Braun sopravvisse alla guerra. Suo padre Fritz morì nel 1964, sua madre nel 1976, all'età di 96 anni, e la sorella maggiore Ilse si spense nel 1979. Gretl, il 5 maggio 1945, mise al mondo una bambina, che chiamò Eva, in onore dell'amata sorella. Proprio come la zia, Eva Fegelein si tolse la vita a causa di un uomo, nel 1975. Gretl, che nel 1954 si era sposata in seconde nozze, morì invece nel 1987.

Archivio fotografico di Eva Braun
Da appassionata di fotografia e da impiegata in uno studio fotografico qual era, Eva Braun sviluppò una notevole dote nell'uso delle fotocamere e videocamere. Presso la NARA (gli archivi nazionali degli Stati Uniti) sono custodite quasi 3.000 fotografie - divise in una trentina di album - scattate da Eva Braun nel corso della sua intera vita. Una parte è stata caricata anche su Wikimedia Commons (vedere sotto), così come i suoi interi girati di diverse ore. Tutto è disponibile nel pubblico dominio e senza restrizioni.[3]

Possibili origini ebraiche[modifica | modifica wikitesto]

Nell'aprile 2014 alcuni ricercatori londinesi hanno effettuato uno studio secondo il quale Eva Braun avrebbe potuto avere origini ebraiche. Analizzando i presunti capelli di Eva Braun, rinvenuti su una spazzola trovata a Berghof, la residenza bavarese del Führer, è stata identificata una sequenza di DNA "fortemente associata" agli ebrei aschenaziti. Il risultato dello studio potrebbe essere confermato definitivamente solo confrontando il profilo genetico ottenuto dai capelli con quello dei parenti di Eva Braun, che però non hanno intenzione di acconsentire al test[8].

Una donna inserita nella piccola borghesia bavarese
Eva Braun nello studio Hoffmann, 1932
Eva Braun con Hitler in un ristorante bavarese, pasqua 1935
Eva con sua madre Franziska alla mostra Reichsausstellung Schaffendes Volk di Düsseldorf del 1937.
Eva e Hitler a una festa di matrimonio di una sua amica a Monaco, 1937
Eva Braun amava molto lo sport e il tempo libero con la famiglia.
Eva Braun con i suoi due terrier: Negus e Stasi.

Influenze culturali[modifica | modifica wikitesto]

  • Sconosciuta al pubblico mondiale fino alla fine della guerra, il primo film su Hitler in cui compare Eva Braun è quello sovietico La caduta di Berlino del 1949.
    La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler, regia di Bernd Eichinger (2004) - interpretata da Juliane Köhler.
  • Un brano dei The Boomtown Rats contenuto nell'album A Tonic For The Troops è intitolato (I Never Loved) Eva Braun.[9]
  • Eva Braun è menzionata nel brano Ladies contenuto nell'album Introducing Sparks degli Sparks.[10]
  • Eva Hitler è un racconto di Simone Consorti, ambientato nella notte del 29 aprile 1945, pubblicato nella raccolta Otello ti presento Ofelia (L'erudita, 2018).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) #Ilse Braun, su hitler-archive.com. URL consultato il 22 aprile 2024.
  2. ^ (EN) Eva Braun - 51 photos found, su hitler-archive.com.
  3. ^ a b c (EN) Eva Braun's Photo Albums, ca. 1913–ca. 1944, su catalog.archives.gov.
  4. ^ (EN) Eva Braun: Life with Hitler, p. 35, ISBN 978-0-307-59582-9.
  5. ^ Roper
  6. ^ Hitler's death - later Russian disclosures Archiviato il 4 gennaio 2013 in Archive.is., URL consultato il 23 novembre 2008.
  7. ^ I resti di Hitler gettati in un fiume - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 20 dicembre 2007. URL consultato il 26 dicembre 2023.
  8. ^ Eva Braun era ebrea, il suo Dna da una spazzola per capelli, La Repubblica, 5 aprile 2014
  9. ^ THE BOOMTOWN RATS LYRICS - (I Never Loved) Eva Braun, su azlyrics.com. URL consultato il 22 agosto 2014.
  10. ^ SPARKS LYRICS - Ladies, su azlyrics.com. URL consultato il 22 agosto 2014.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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